18/02/2014
1 recensioniFebbraio profuma di grigio, di pioggia, di freddo, di coperte e di maglioni.
Se ne stava sdraiata sul letto, la piccola Arianna, avvolta nella sua coperta.
Aveva un libro in mano, come al suo solito, i The Doors che aleggiavano nell’aria e la nostalgia negli occhi.
Aveva le labbra affamate di parole, pensava ancora a quel ragazzo dai capelli ribelli e dallo sguardo triste; pensava ancora al profumo della sua pelle, che tanto amava. Pensava a lui, insomma. E lei dentro ha così tanta rabbia. Rabbia, sì. Rabbia nei confronti di quel ragazzo.
Che cosa le piaceva di lui? Le braccia. Quelle braccia che erano una casa, un punto di riferimento e le mani, che tenevano la sua mano e il suo cuore.
Zayn era un uragano a ciel sereno, la scossa che ti fa rizzare i capelli, era la primavera in anticipo, la neve a Natale e tutto ció che c’é di bello.
Aveva sempre la sigaretta in bocca, le mani curate, la pelle liscissima e Arianna vicino.
E lei parlava, parlava, parlava. Gli raccontava la sua giornata, gli ripeteva quanto lo amava e quanto desiderasse passare la sua vita con lui. E lui zitto, immobile, la fissava e sorrideva. Non ho mai capito se l’amasse tanto quanto lei amava lui, credo sia impossibile, peró sono convinta che lui per lei provasse qualcosa. Zayn temeva Arianna. La temeva perché lei era una sognatrice, perché lei s’immaginava il suo futuro e lui fumava semplicemente. Zayn era fugace, instabile, spento, era una sigaretta che prima o poi finisce. Arianna era eterna, viva ed era piena d’Amore. Ed era così generosa da voler condividere la sua eternitá con lui, gli prendeva la mano e gli chiedeva “facciamo un gioco?” e lui guardava incuriosito questa piccola bambina dagli occhi verdi. Zayn non ha mai capito che Arianna voleva fargli conoscere l’Amore, voleva donare se stessa a lui, voleva spogliarlo dalle sue tristezza e renderlo felice. Zayn era molto spaventato dalle pretese di Arianna. Si trovava davanti questa creatura che riusciva sempre a prendere la sua vita e a trascinarla in salvo e lui? Lui, inconsapevolmente, era stato salvato da lei. Dalla sua presenza. Dai suoi baci. Dalle sue poesie. Ma era troppo orgoglioso per accettarlo. Troppo stupido per non apprezzare Arianna. Troppo debole per amarla.
Lei lo riempiva di “ti amo” detti timidamente, di sorrisi, di carezze e di certezze. Lui la spingeva a piangere e ci riusciva.
Arianna era giovane e tormentata. Sentiva il peso del carico che, consapevolmente, aveva deciso di portare. Un peso doppio perché oltre a se stessa, teneva anche lui in piedi. La piccola Venere si era tolta la pelliccia e gliel’aveva consegnata “indossala se sentirai freddo, amore” gli disse, rimanendo nuda davanti a lui. Non essendo consapevole che quel ragazzo l’avrebbe distrutta, non essendo consapevole che quel ragazzo l’avrebbe segnata, forse per sempre.
