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Autore: legolas_thranduil_mjj    18/02/2014    2 recensioni
Sento il calore del sole sul mio viso. Non sembra reale, io non posso essere reale. Apro gli occhi, la luce quasi mi acceca. Sono sdraiata su dell’erba verde, intorno a me ci sono alberi. Tutto è rigoglioso e luminoso. Mi alzo. Mi sento strana, forte e giovane. Non ho idea di dove mi trovi, ma so chi ero. Cerco un ruscello d’acqua. Mi specchio, e mi accorgo di essere giovane.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Orchi, Thranduil, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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--Marina--
-Dobbiamo darti un nome.
Sono seduta al mio solito albero mentre osservo gli animali.
Mi prende per mano, lo seguo.
-In che senso?
-Devi avere un nome elfico, visto che sei un’elfa; e sarà con quel nome che verrai sempre chiamata.
Annuisco.
Legolas si ferma e mi guarda.
-Prima però devi dirmi una cosa…
Lo guardo. Aspetto che prosegui.
-E’ un po’ che ti comporti in modo strano. Sei remissiva. Di solito il Re non è così paziente, quindi sarebbe meglio che tu ci dicessi cosa sta’ succedendo. Non vedermi come il figlio del Re, vedimi come amico. Con me puoi parlare.
Lo guardo. Non mi si gonfiano più gli occhi.
-si vede che a poco a poco assumi anche il comportamento di un elfo…
Accenno un lieve sorriso.
-ok, pensaci ancora davvero. Ti puoi fidare.
Proseguiamo verso la sala del trono dove Thranduil già ci aspetta con un bicchiere di vino in mano…
 
--Thranduil--
-Ciao Marina.
Si inchina. Saluto Legolas.
-Legolas ti ha già informato del motivo per cui sei qui?
-Si
Bevo un sorso di vino. La guardo. È diversa. È rigida, severa.
In questo periodo cerco di atteggiarmi come prima, ancora freddo e severo. A lei riservo un trattamento più leggero, non riesco ad essere troppo duro con lei.
-Ho pensato a vari nomi e ne ho trovato uno che reputo adeguato a te.
Bevo un altro sorso di vino e aspetto che abbia una reazione, una qualsiasi.
Mi fissa.
Non riesco a capire cosa stia pensando…
-A che nome hai pensato?
Mi rigiro.
-Pensavo a Calien, cioè luce.
Sorride.
-E’ molto bello.
È quasi un soffio.
-Ti va bene questo nome?
-L’hai scelto tu giusto?
-Si.
Mi fissa e sorride.
-Che ne dici?
-Per me è perfetto.
-D’ora in poi verrai chiamata con il nome Calien e non più Marina.
China il capo. Le prendo il mento con la mano e le alzo la testa. La fisso profondamente negli occhi. Lei fa lo stesso.
-Ora… dovrei andare…
Sospira. Tolgo la mano. La lascio andare. C’è ancora tempo.
Calien esce. Rimango con Legolas.
-Seguila. Attento a non farti vedere.
-Subito!
Prendo altro vino.
 
--Haldir--
-Ciao Sorella!
-Ciao Fratello!
La abbraccio.
-Ora sono libero. Ti va di fare un giro?
-Ok
Camminiamo lungo una delle vie. Si sentono il canto degli uccelli, lo scorrere dell’acqua e il fruscio del vento tra i rami.
-Oggi il Re mi ha dato un nuovo nome.
Ha un’aria rigida…
-Che nome hai scelto?
-Me l’ha dato lui.
Sorride.
-Gli piace il nome Calien. Ora questo è il mio nome.
-E’ un bellissimo nome.
Si stringe a me. Ha bisogno di un abbraccio.
La stringo a me. Sta’ cambiando, ma ha comunque bisogno di protezione.
 
--Legolas--
-E’ con Haldir.
-Bene, perlomeno non è sola.
Irrigidisce la mascella. Speriamo non perda la ragione…
-Sei riuscito a farti dire cosa le succede?
-No, però ho iniziato a farle usare le armi. Le sto’ insegnando a combattere e la cosa sembra interessarle molto. È cambiata…
Drizza la schiena.
-Credo che voglia difendersi da qualcosa…
-O qualcuno…
Si gira. Ora ne siamo certi.
Qualcuno l’ha minacciata.
 
--Marina--
È emozionante.
Ora posso fare qualsiasi cosa.
Ogni movimento non è più impacciato. Tutto è più lineare e fluido.
Me la cavo abbastanza a combattere. Imparo molto molto infretta…
Come dopo ogni allenamento vado a sedermi al mio albero. Sono tranquilla, rilassata. È come se non avessi più paura di nulla.
Sto’ iniziando a farmi paura.
 
-Buongiorno…
Ancora lei…
Mi alzo.
-Che vuoi?
Il mio tono ora è più incisivo, duro.
Compare dagli alberi.
Ha dei lunghi capelli neri, la pelle è chiara.
-Ti avevo detto di non fare passi falsi…
Gira intorno a me.
-Carino il tuo nome. Ma potrebbe avere anche la mia approvazione se non l’avesse scelto il Re… Stagli lontana.
-Non posso è il mio Re.
-Allora vattene.
-Non intendo andarmene.
-Perché vuoi prendere la via più difficile?
Si ferma davanti a me.
-Non volevo arrivare fino a questo punto… evidentemente devo sfregiare il tuo bel visino…
Estrae i pugnali.
Io non ho armi.
Si lancia su di me. La schivo.
Iniziamo a combattere. Più che altro io cerco di difendermi e schivare i colpi e i pugnali.
Uno però non lo schivo. Il pugnale mi entra nella spalla destra. Rimango intontita per un attimo e capisco che non vuole cacciarmi, ma eliminarmi. La rabbia mi acceca e mi lancio su di lei per difendere la mia vita. Sento il sangue sul braccio. Cerco di andarmene. Non ce la faccio a resistere ancora.
Sento un altro pugnale. Questa volta mi arriva nella schiena, in basso a destra.
Mi giro. Prendo il pugnale dalla mia schiena e lo lancio verso di lei. Le arriva al petto. Sgrana gli occhi. Non se l’aspettava. Lei inizia a correre.
Mi riavvicino a fatica verso l’albero. Mi siedo, come sempre. Aspetto.
Non ce la faccio più.
Chiudo gli occhi…
  
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