Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Jade_Horan    18/02/2014    5 recensioni
Premetto dicendo che non cancello questa storia solo perchè (non so grazie a quale orrendo incantesimo) a qualcuno piace.
►One direction nel mondo di Harry Potter◄
Dal 1° capitolo:
"Mi guardai allo specchio, mi sentii strana.
Primo giorno di una nuova straordinaria scuola, divisa ancora incompleta… fino a una settimana prima ero convinta di essere una Babbana, ma in realtà ero tutt’altro. Fino a una settimana prima non mi sarei mai aspettata di andare in una nuova scuola, in cui si usano le bacchette magiche e le pozioni."
[...]
"A pochi metri di distanza da me, un ragazzo biondo con una divisa di Grifondoro aveva appena salutato il padre, per poi sedersi sul suo baule,pensieroso. Aveva i capelli di un biondo magnifico, e degli occhi azzurri che avrei notato anche a chilometri di distanza.
Erano un puro concentrato di oceano,misto a cielo, acqua pura e cristallina, e gelato al gusto puffo"
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Avevo per caso scritto che questo è l'ultimo capitolo? Scherzetto, non lo è. :)
Probabilmente mi starete odiando, chiedo scusa umilmente, ma ho deciso di dividere l'ultimo in due parti, e questa è la prima.
Vi lascerò sul più bello. 
P.s, vi avviso, è più corto rispetto al solito.:)
Spero vi piacerà♥, un bacio.
Jade_Horan♥
 
 




 
10. "I'm in love with you and all these little things"

Sei.. sei davvero bellissima..» disse, facendomi un impacciato baciamano, per poi intrecciare la mia mano alla sua. «andiamo?» mi sussurrò, io non potei fare altro che annuire. Lui mi stampò un bacio sulla guancia, che mi fece arrossire, e cominciammo a camminare verso la sala grande, sorridendoci.
«Walker, Horan, aspettavamo proprio voi! Siete in ritardo, mi avete fatto fare una bruttissima figura. Horan, aggiustati il colletto, insomma…» sbottò la McGranitt molto impaziente, aggiustando il colletto a Niall in modo brusco e frettoloso, come una mamma apprensiva ed un figlio in ritardo al suo primo appuntamento.
Dovetti trattenermi per non ridere.
Entrati in sala grande, ci accorgemmo che tutto il resto della scuola era attorno ad un corridoio che portava noi fino alla “pista da ballo”. Al posto del tavolo dei professori c’era un palco, allestito per i bolidi di fuoco, la band preferita di Julie. Lei arrivò un minuto dopo, di corsa, andandosi a sedere vicino a Baston, che era vestito con un bellissimo completo blu scuro e grigio. Al posto dei lunghi quattro tavoli c’erano molti tavolini rotondi, ricoperti da delicate tovaglie bianche, e sedie uguali ai tavoli, dall’aria comoda.
Gli alberi della sala grande erano decorati con luci e decorazioni bianche ed argentate, e stessa cosa alle pareti. Dal cielo della sala grande scendeva della bianchissima neve, e tutti gli studenti erano vestiti elegantemente. Sembrava una cosa molto formale, per essere tra di noi.
Uno strano brivido mi pervase quando Vitious cominciò a sistemare gli spartiti con cui doveva dirigere la sua “orchestra” composta da strumenti che si suonavano da soli. Mi sistemai nervosamente il vestito, aggiustando le balze della gonna, o sistemandomi la collana che, qualunque cosa facessi, pendeva sempre verso sinistra.
Disposero tutte le coppie che dovevano aprire le danze in fila, notai che tutti ci guardavano incuriositi.
«Nervosa?» sussurrò Niall
«Un po’..»
«Non preoccuparti, sei perfetta» mi stampò un bacio sulla guancia, e mi guardò, sorridendo. Credo che arrossii, ma riuscii anche a ricambiare il suo sorriso.
Silente salì sul palco dove, di li a poco, si sarebbero esibiti i bolidi di fuoco. «Siamo qui, quest’oggi, per festeggiare l’unione tra le case di Hogwarts. Sono molto fiero di annunciare che le quattro case di Hogwarts, dopo la tragica lite al campo di Quidditch, sono state più unite che mai. Molti di voi hanno chiesto scusa ai loro amici, e hanno fatto di tutto per rimediare. Ad esempio Jason Merz del corvonero ha invitato sua sorella più piccola ad aprire le danze con lui, un gesto molto nobile, Jason.» il ragazzo sorrise, e la sorella si alzò in punta di piedi per dargli un bacino sulla guancia. Era la bambina che avevamo incontrato in infermeria, quella che era stata spinta da Jay. Non potei far a meno di sorridere, e aggiungermi a quel piccolo coro di “aw” che si era creato. «Bene, tra cinque minuti apriremo le danze. Voglio che vi scateniate questa sera ragazzi!» disse, con una strana aria festosa che era degna dei Dj delle discoteche. Tutti urlarono entusiasti in segno di assenso, ed io non potei far a meno di ridere.
«Preziosa! Sei bellissima!» Sentii una voce familiare dietro di me, abbracciai Felix, che nel suo abito era perfetta.
Era color rosa perla, con una sola spallina fatta da un morbido nastro, che scendeva ondeggiante fino alle ginocchia. Le stava meravigliosamente, e metteva in risalto il suo viso. Quel giorno non aveva gli occhiali, mi disse che per l’occasione indossava lenti a contatto. I suoi occhi erano truccati con un pochino di mascara e un po’ di ombretto, ed i capelli color mogano erano legati in uno chignon simile a quello di Julie, con un fiocco rosa perla fatto di pizzo sotto. Come scarpe aveva un paio di sandali argentati, proprio come il bracciale luccicante che le aveva regalato il suo ragazzo, che intanto stringeva la mano a Niall, parlando con lui del Quidditch. (http://www.polyvore.com/felix_tentia/set?id=104703392)
«Anche tu! Sono così nervosa!» dissi, a bassa voce, anche se nessuno mi avrebbe sentito lo stesso, perché la sala grande era pullulante di chiacchieroni, quella sera. Ogni tanto avevamo ancora lo sguardo puntato a dosso, dopotutto eravamo di fronte al passaggio (lasciato vuoto dagli studenti) per andare alla pista da ballo.
Una Pomona Sprite molto arrabbiata fece il suo ingresso con gli ultimi due ballerini mancanti.
Jason e sua sorella aprivano le danze assieme a noi.
Vitious, fece partire la sua orchestra di arpe ed archi. La musica era molto dolce, simile a quella che Niall ogni volta intonava quando ballavamo. Tutti cominciarono a saltellare entusiasti, e le quattro coppie – compresi noi – si misero in fila per poi sfilare davanti a tutti. Stringevo la mano di Niall così forte che avrei potuto bloccargli la circolazione del sangue.
«Ehi, tranquilla, sono qui per te. Non c’è nessuno, siamo solo io e te. Solamente io e te, come sempre. Coraggio, Preziosa, sei una Grifondoro.» anche lui strinse la mia mano fortemente, ma per darmi più coraggio e sicurezza.
Mi sentii sollevata quando mi accorsi che Niall non voleva mollare la mia mano per nulla al mondo, quando ci mettemmo in posizione.
Tremavo.
“Tranquilla, siamo solo io e te.” mimò Niall con le labbra.
Io annuii, anche se continuai ad essere nervosa.
L’orchestra aumentò il volume.
Successe tutto molto in fretta, nel giro di un paio di minuti.
Partimmo, ed era come sentirsi liberi.
Ero un po’ impacciata all’inizio, ma dopo i primi due passi mi sembrò di essere tornata indietro nel tempo.
Come succedeva in quei pomeriggi dove io e Niall ballavamo per ore, mentre lui canticchiava canzoncine a caso, con la sua voce bellissima. Come quando mi portava in riva al lago nero e mi prendeva per i fianchi facendomi girare proprio come avevamo appena fatto nella realtà. E non potei fare a meno di sorridere, quando echeggiarono urli e applausi in sala grande. Era la mia parte preferita del ballo, e non so perché, ogni volta mi veniva una gran voglia di ridere.
Accennai una risata, e poi mi persi negli occhi di Niall. Mi diceva sempre di guardarlo negli occhi, e non di guardare i piedi. Era facile rimanere intrappolata in quegli oceani.
Ci incrociammo con Felix e Jack, e facemmo il tanto atteso “cambio dei ballerini”, o almeno così lo chiamavano.
Era il simbolo del ballo del quasi-ceppo, era il simbolo che tutte le case si stavano unendo insieme. Felix andò a ballare con Niall, ed io feci qualche passo con Jack. Lui mi sorrise «Niall è pazzo di te, noi non parliamo del Quidditch, ma di te!” sembrava quasi esasperato, ma lo diceva in tono ironico. Accennai una risata, e, dopo essere stata sollevata da Jack nel passo che tanto amavo, cambiammo di nuovo ballerino.
Mi ritrovai a ballare con Jason, del corvonero, mentre Niall ballava con sua sorella. Erano teneri, insieme, io e Jason li osservavamo sorridendo. La bambina sembrava divertita, rideva per ogni faccia buffa che Niall faceva guardando gli altri ballare. A me, però, fece l’occhiolino e uno dei suoi sorrisi.
Una volta avermi sollevata, cambiai ancora, e mi misi a ballare con un ragazzo del tassorosso. Di sicuro era del Quidditch, perché l’avevo visto ogni tanto.

Gli altri studenti erano tutti attorno alla pista e ci guardavano con tanto d’occhi. Era una bella sensazione, dopotutto. Era bello ballare, ti liberava da tutti i pensieri, come ogni cosa che abbia a che fare con la musica, in effetti.
Una volta tornata da Niall, lui mi stampò un bacio sulla guancia, e arrossii parecchio quando un coro di “aw” partì dal gruppo. Un attimo dopo la musica si fermò, e tutti e otto finimmo di ballare nello stesso istante. Sembrava che avessimo provato per mesi, era tutto così perfetto!

Gli studenti non sembravano gli stessi, urlavano ed applaudivano. Qualcuno ci lanciò anche delle rose, che una volta che arrivavano a terra sprigionavano coriandoli rossi e oro, verde e argento, blu e bronzo o neri e gialli. Era tutto così bello.
I ragazzi fecero girare le ragazze e a turno facemmo un inchino al pubblico. Anche Silente e la McGranitt ne erano entusiasti, e aprirono il secondo ballo, a cui parteciparono tutti gli studenti, compresi me e Niall. Incrociai Julie che ballava con Baston, ed anche Lucy del Serpeverde, che ballava con un cacciatore della squadra verde-argento. Era bellissima nel suo abito bordeaux, stretto sul busto, più morbido fino al ginocchio.
Al momento del cambio, ballai per un po’ con Baston. «Non sei male» rise, mentre mi parlava di quanto fosse bella Julie, amavo quando parlava di lei. C’era così tanta confusione! Al momento del cambio, Niall mi prese per mano e riuscimmo a uscire da tutta quella folla che si era creata.
La sua mano era intrecciata alla mia, e quando uscimmo correndo dalla folla, cominciammo a ridere come due cretini. Improvvisamente mi prese per i fianchi, e cominciò ad avvicinare il suo viso al mio.  
Era la stessa sensazione di quella mattina, al lago. Volevo che accadesse, ma avevo paura della sua reazione. Le nostre labbra si sfiorarono, e riuscii quasi a sentire la loro morbidezza, quando Piton ci passò in mezzo, sussurrando un “potrei vomitare”. Scoppiammo a ridere, ma avrei giurato che Niall avesse, quasi come per dirlo a se stesso, sussurrato un “proprio adesso!”.
Ed era la seconda volta che accadeva, era la seconda volta che quella sensazione aveva pervaso il mio corpo. Niall sembrava imbarazzato, ma mai quanto me che ero arrossita tanto quanto l’abito attillato e rosso fuoco di Kate Wilen, che volteggiava con spavalderia e si gettava tra le braccia del suo accompagnatore.
Non avevo ne caldo, ne freddo, stavo bene. Stavo incredibilmente bene.
Si sentirono delle grida di felicità, si vede che i bolidi di fuoco si erano appena materializzati sul palco. Avevo sentito dire da Silente che si era fatta una straordinaria eccezione: per soli cinque secondi (il tempo di materializzarsi) lui aveva spezzato l’incantesimo che vietava di materializzarsi dentro Hogwarts.
«Credo che Julie sia appena svenuta..» rise Niall
«Lo credo anch’io!» risi. Vidi Niall fare uno strano cenno a qualcuno dietro di me. Era nervoso. «Qualcosa non va?» chiesi, vedendolo turbato.
«No, va tutto benissimo. Senti, vado un attimo in bagno, torno subito, promesso.» mi diede un bacio sulla guancia e corse via dalla sala grande con una fretta che quasi mi spaventò. E mi fece insospettire molto.
«Ma cos’ha?» chiese Felix, che era appena corsa affianco a me.
«non ne ho idea, ma non credo che debba andare in bagno sul serio..» storsi le labbra in una smorfia, e Felix ridacchiò
«nemmeno io lo credo..» rise lei, facendosi strada tra sedie e persone, per poi prendere un po’ di succo di zucca dal tavolo dei bouffet. Lei amava il succo di zucca.
Un giorno mi raccontò che lei e sua cugina di quattro anni stavano giocando a magia. Essendo una purosangue, tutta la famiglia di Felix aveva poteri magici, ma sua cugina non li aveva ancora manifestati a pieno. E comunque, in una gara di incantesimi, sua cugina urlò “succo!” puntando la bacchetta verso Felix, credendo fosse un incantesimo. Ridevo ancora al pensiero.
«Ad oggi!» disse Felix, quando brindammo con un succo per lei ed una burrobirra per me.
Un gruppo di urla quasi-isteriche si innalzò in sala grande, perché i bolidi di fuoco avevano appena finito la loro canzone.
E fu così, passo un’altra canzone, e Niall non si era ancora fatto vedere.
Per due secondi credetti che mi avesse dato buca e che se ne fosse andato, lasciandomi li da sola.
Dalla direzione del palco, ci fu un imbarazzante silenzio, e si sentirono dei passi.
Non me ne importava però, del silenzio e dei passi, fissavo la porta dell’ingresso della sala grande, aspettando che Niall tornasse. Ero di spalle rispetto al palco, e mi accorsi che Felix si era girata in direzione di esso, e poi verso me «Ti stai chiedendo perché non arriva?» sussurrò, io annuii «girati.»

Niall era salito su quel palco, con la sua chitarra in mano.
Felix mi guardò sorridendo, ed io le sussurrai, “arrabbiata”, «tu lo sapevi!?»
Luke, uno dei membri dei bolidi di fuoco, cominciò a parlare: «questo è uno studente come tanti. Ma ha qualcosa di speciale. Stasera, questo ragazzo dimostrerà al mondo intero, e a se stesso, che la musica è una magia del tutto diversa da quella che facciamo noi. Ed è proprio per questo suo coraggio, e questa sua passione nel cantare, che stasera Niall Horan ci canterà un pezzo scritto da lui, sia musica che parole. Vuoi dire qualcosa amico?» chiese, guardando Niall. La domanda mi sorse spontanea: “Questi due si conoscono?”
«Oh, grazie fratello.» disse Niall, guardando Luke. «Q-questa canzone la dedico ad una persona. Non faccio nomi, lei capirà.»

E cominciò a suonare. Ma non era una canzone qualsiasi, era quella canzone.
Ma stavolta aveva un testo. La parole, erano quelle che aveva scritto nella lezione di Ruf.

Ed era incredibile come si sposassero bene fra loro, era incredibile come quegli accordi potessero scaldarmi il cuore in pochi attimi. Era come correre sulla spiaggia deserta, la sera, illuminata solo dalla luce della luna, con un po’ di vento tra i capelli e la sabbia fresca fra le dita dei piedi. Era una canzone dolce quanto la sensazione che avevo quando lui mi sorrideva, erano delle parole così belle che qualunque altra cosa, in quel momento, non avrebbe mai potuto essere migliore.

 
“Le tue mani combaciano con le mie come se fossero state create per me..
ma tieni a mente: era destino che fosse così..
e unisco i puntini, con le lentiggini sulle tue guance
e tutto prende senso per me…
So che non hai mai amato le rughe vicino agli occhi quando sorridi,
non hai mai amato la tua pancia, o le tue gambe,
le fossette nella schiena alla base della colonna vertebrale…
ma io le amerò all’infinito…
Non lascerò che queste piccole cose escano dalla mia bocca ..
Ma se lo faccio è per te, sei tu, fanno parte di te..
Sono innamorato di te, e di tutte queste piccole cose.”
“Non vai mai a letto senza una tazza di the.
E forse è questa la ragione per cui parli nel sonno..
E tutte queste conversazioni sono segreti che tengo stretti dentro me…
Anche se non hanno senso,per me. 
Lo so che non hai mai amato il suono della tua voce registrata..
Non vuoi mai sapere quanto pesi.. devi ancora ‘stringerti’ nei tuoi jeans,
ma tu sei perfetta, per me..”
“Non ti sei mai amata la metà di quanto ti amo io,
non ti tratterai mai bene,tesoro, ma voglio che tu lo faccia…
e se ti faccio sapere che sono qui per te..
magari ti amerai anche tu, come io amo te…”

 
Ed ero stata così stupida a non capirlo. A non capire che la canzone era riferita a me.
E non so perché, in quel momento, mi sentii la persona più felice e più stupida al mondo.
In quel momento, guardando Niall acclamato da così tanta gente, guardandolo sorridermi felice, mi sentii davvero bene.
Quella canzone mi aveva fatto venire i brividi, mi aveva fatta sentire maledettamente speciale, ingenua, e sciocca, ma speciale.
Mi aveva fatta sentire bellissima, amata, felice. Immensamente felice.
Perché forse anche lui provava ciò che provavo io, ogni volta che ci sorridevamo.
Perché forse anche lui amava stare insieme a me, camminare insieme mano nella mano, guardarci negli occhi e parlare in quelle lunghissime mattinate in riva al lago nero.
Perché forse anche lui provava quella strana sensazione allo stomaco, ogni volta che le nostre labbra erano più vicine del solito.
“Sono innamorato di te, e di tutte queste piccole cose.”, diceva la canzone.
Cercai gli occhi di Niall disperatamente, e lui faceva lo stesso. Mi persi nei suoi occhi azzurri come il mare, ed arrossii quando lui mi sorrise radiosamente.
L’applauso e le grida di approvazione che provenivano da tutta la scuola sembravano lontanissime da me e lui, che eravamo in un mondo tutto nostro, dove non c’era nessuno ad applaudire, nessuno ad urlare, nessuno a far rumore con piedi o altro.

C’eravamo solo io, lui, ed il suo meraviglioso sorriso.
E nella testa, mi risuonava la sua voce che cantava “I’m in love with you, and all these Little Things..”
 
Hi gente♥ vi ho lasciato proprio sulla sua dichiarazione,aw.
Dio, vi ho dato una spoiler enorme .-. aiutate la povera Jade_Horan a curarsi(?) le sue malattie al cervello(?)
:) Io vi Love tantissimo!♥
al prossimo capitolo plebei babbani!
(Ahah, ok, oggi siamo andati in gita [noia mortale] ed io e Felix Tentia andavamo in giro a dire "Ciao Plebei Babbani!" o cose simili. Siamo normali,si.♥ un bacio, di nuovo)
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Jade_Horan