Michael era appena stato promosso a genin. Uscì dall'accademia, e all'indomani avrebbe conosciuto i suoi compagni e il suo nuovo insegnante, un jonin.
Quel giorno andò a festeggiare al chiosco di ramen con i suoi genitori, i quali erano molto contenti del fatto che Michael fosse stato promosso Genin e gli dicevano: “Sei grande figliolo! Siamo orgogliosi di te!”.

Suo fratello, Adolf, che già era un jonin, rideva e non vedeva l’ora di iniziare a mangiare, e questo metteva a Michael quell’allegria che doveva avere, perché stava per diventare un uomo.

Michael sorrideva, però pensando a quel ragazzo che aveva perso sua madre, si angosciava, e pensava chi avrebbe potuto dirgli le cose che stavano dicendo a lui i suoi genitori. Il padre del ragazzo era perennemente in missione, e il ragazzo non aveva ne fratelli ne sorelle.
Sua madre, Adelaide, lo guardò negli occhi e disse: “Michael cos’hai? Dovresti essere felice, sei stato promosso Genin!”. Michael sorrise e disse: “Hai ragione mamma! Una sola volta nella vita si diventa genin!”.

Michael era un ragazzo come tanti: aveva i capelli mori e lisci a spazzola e faceva si che nella parte anteriore della testa si creasse una frangia che gli tagliava metà fronte e che copriva l’occhio destro. Aveva gli occhi castani e intensi, il nasino all’insù, la bocca larga con le labbra sottili. Era alto 1.70m, era sugli ottanta chili, ma aveva una massa muscolare pazzesca che rendevano il suo fisico particolarmente affascinante.

Però in amore era molto sfortunato, infatti riteneva strane le donne. A volte così affascinanti, altre volte acide e fredde. Lui era simpatico, permaloso, empatico, apatico e dannatamente ottuso. Sua madre gli diceva sempre che aveva preso da suo padre, ma Michael dava poco conto quelle futili parole. Anche quel giorno lo rimproverò per questo, ma Michael si era guadagnato il titolo di genin, dannazione!

Iniziarono la festa. Servirono prima un piatto di ramen, poi portarono delle polpette di riso e infine dell’insalata. Poco prima che la festa finì, il padre di Michael, Elio, alzò una coppa di sakè e disse: “Voglio brindare a questo giorno di immensa felicità, in cui mio figlio è diventato ninja. Spero che sia solo l’inizio di un incredibile carriera di Michael, che possa concludersi con il diventare Blazekage del villaggio delle Fiamme. Buona fortuna, figlio mio!”. Susseguì un applauso di tutti, e poi bevettero tutti una coppa di sakè.

Si era fatto tardi, quindi tutti tornarono a casa. Michael si appartò nella sua piccola camera, si mise il pigiama e andò a dormire, sperando che all’indomani inizierà una grande avventura.