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Autore: TinaTiva99    18/02/2014    4 recensioni
Vi siete mai chiesti che potere abbiano i sogni?
Possono ispirare? Possono far prendere grandi decisioni?
Da due sogni può nascere una nuova speranza?
Beh, sta a voi scoprirlo ... andate a leggere ;)
La mia prima long... rigorosamente TIVA!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Hey, how are you?




 
Era appena arrivato alla base; stava per entrare in ascensore quando McGee si affiancò al lui:
“Buongiorno, Tony.” Disse tranquillamente McGee.
“Ciao Pivello.” rispose Tony.
McGee lo guardò confuso: come mai non gli aveva storpiato il nome più di tanto? Solo Pivello? Niente McGoo? O McRompi? Nonostante ciò decise di non indagare ulteriormente. Salirono l’ascensore in silenzio e si avviarono verso le loro scrivanie. Nel frattempo, Tony pensava alla prima volta che arrivarono tutti insieme al lavoro … tutti. Lui, il Pivello e la sua piccola ninja … già, la sua ninja.“ … Lei era in verde …” sospirò tra sé e sé con aria sconsolata, mentre il sogno di quella notte si faceva di nuovo strada nella sua testa. Intanto che sedeva alla sua scrivania, alzò lo sguardo e vide che quella bionda era già seduta lì, alla scrivania di Ziva. “Questo non mi aiuta …” pensò mentre le accennava un segno di saluto con il capo. Eh già, non lo aiutava per niente; l’unico modo per fargli superare tutto questo sarebbe stato rivedere la sua ninja seduta lì, davanti a lui, alla sua scrivania. E con il tempo, questa speranza aveva una luce più fioca, in simbolo di una rassegnazione tale che lo stava consumando dall’interno. Era un amore viscerale il suo, che voleva opporsi alla resa, ma che non poteva fare a meno di sopportarla … perché l’energia e la forza non sono senza fine. La rivoleva lì, sperava di riuscire ad opporsi, cercando di guardare avanti, ma senza dimenticare; guardare avanti verso un possibile futuro in cui lei sarebbe tornata. L’unica cosa che poteva fare al momento era solo quella di sentirla vicina psicologicamente, in quell’intesa che, fortunatamente, non li abbandonerà mai. Quasi senza accorgersene, assorto in quei pensieri, aprì lentamente il cassetto della sua scrivania e ne tirò fuori due oggetti: la sua foto di quando era bambino, che lei aveva sulla sua scrivania prima che se ne andasse, e la stella di David, la sua, di Ziva. Stringendo quel ciondolo la sentiva vicina, anche se non abbastanza, ma vicina. In quel momento arrivò Gibbs e Tony, in meno di mezzo secondo, rimise tutto nel cassetto e si girò a guardare Gibbs che si avvicinava, come al suo solito, con il cappotto lungo ed il caffè nero in mano. Una volta arrivato salutò gli agenti con un cenno del capo e si mise seduto alla sua scrivania. Tony decise che anche per lui era ora di iniziare il lavoro: cominciò a compilare e a leggere le solite scartoffie; non avevano casi … per ora. Dopo circa venti minuti, Gibbs ricevette una telefonata:
“Gibbs.” Rispose lui freddo come al solito. “Va bene, li mando subito.”
Così dicendo, si alzò, chiuse la telefonata e disse: “ DiNozzo, Dav…” si fermò prima di paralizzare completamente DiNozzo e McGee. Il cuore di Tony perse un battito, poi un altro, poi un altro ancora. “ Ma tutte oggi …” pensò Tony tentando di rimanere lucido.
“… Bishop, andate al Pentagono. Mi hanno detto di mandare un paio di agenti. Se c’è qualche problema, chiamatemi.” Così dicendo, salì dal Direttore.
I due si incamminarono verso l’ascensore; una volta scesi, andarono nel parcheggio, presero l’auto e partirono. Mentre guidava, Tony rimase in silenzio e, nel frattempo, una certa idea gli si insinuava nella testa. Una volta arrivati andarono a parlare con il Comandante che li aveva convocati; era solo una questione di essere informati su alcune operazioni che riguardavano in parte anche l’NCIS, ma niente di importante, perciò non ci volle molto perché tornassero alla base.

Il resto della giornata trascorse tranquilla tra le scartoffie varie e le pratiche da compilare, anche se Tony era esausto; un po’ per essere stato tutto il giorno con gli occhi fissi su fogli di carta, un po’ per i pensieri che lo tormentavano dalla notte precedente, tanto che, quando Gibbs li congedò, rifiutò l’invito di Abby e McGee di andare a bere qualcosa:
“No, ragazzi. Non stasera, sono stanco.”
I due lo guardarono confusi per quella risposta: Tony non rifiutava mai un bel drink dopo il lavoro, tanto che di solito era sua l’idea di andarci. Abby e McGee si scambiarono uno sguardo complice: sapevano che qualcosa non andava … ma Abby volle riprovare:
“Daiiii Tonyy!”
“No, Abby, mi dispiace, stasera sono stanco. Voglio solo il mio divano, una birra e James Bond.” Rispose Tony.
Abby stava per ritentare quando McGee la bloccò, facendole segno di non insistere. Abby acconsentì, anche se non era molto convinta. Nel frattempo Tony aveva già spento il computer, preso lo zaino e si stava avviando verso l’ascensore:
“A domani ragazzi.” Disse prima di andarsene, lasciando entrambi ammutoliti.

Arrivò al parcheggio e mise in moto; guidò piano fino a casa, perché se avesse fatto altrimenti probabilmente avrebbe investito qualcuno: non era lucido, la sua assenza lo stava soffocando. Arrivato al suo appartamento fece come aveva detto ai colleghi, anche se aveva qualcosa in più che gli vagava per la testa. Appena entrato in casa si diresse subito in cucina, prese una birra, la stappò e poi raggiunse il salone dove, mentre mandava giù ampi sorsi del liquido che aveva in mano, vagava davanti alla sua infinita collezione di DVD: senza girarci troppo intorno, scelse il classico Sean Connery “ Dalla Russia con amore”. Una volta inserito il disco, si sdraiò sul divano e accese la TV; ma non era trascorso neanche un quarto d’ora quando Tony spostò gli occhi sul PC; cercò di ignorare quell’istinto, ma mentre cercava il modo di farlo si era già messo seduto e stava prendendo il suo computer. Mentre il film continuava ad andare avanti, lui apriva una chat che non guardava da tempo, per sola paura di soffrire. Ma ora lo stava facendo, perché voleva far divenire realtà quell’idea che lo tormentava da tutto il giorno. Non pensò molto a cosa scrivere; obiettò per un semplice:


 
“Ehi, Zee … Come stai?”





















Note:

Ciaoo a tuttii!!
Come state?
Alloraa... vi è piaciuto il capitolo? Fatemi sapere, sono curiosa di sapere cosa ne pensate :-)
Grazie a tutti quelli che leggeranno e commenteranno :-)

Baci
TinaTiva
  
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