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Autore: darkroxas92    19/02/2014    0 recensioni
Fantomius, ladro gentiluomo del 1920. Paperinik, supereroe del pianeta Terra del 1998. Un solo costume, due destini diversi.
E se Fantomius fosse portato nel futuro dal Razziatore? Come reagirebbe in un mondo a lui completamente nuovo?
Il destino dei nostri paperi preferiti potrebbe dipendere dall’incontro tra questi due paperi mascherati…
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Paperino aka Paperinik, Sorpresa, Un po' tutti, Uno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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03: Ogni fine non è altro che un inizio Capitolo 03: Ogni fine non è altro che un inizio
“Caro, come mai non hai mai derubato il deposito di de Paperoni?” domandò Dolly, guardando il gioiello che il suo amato le aveva appena offerto.
“Non sarebbe divertente. È ancora in giro per il mondo, e ora ci sono solo i suoi parenti, che non mi sembrano i soliti ricconi. Aspetterò il suo ritorno e poi, se ne varrà la pena, farò il mio furto ai suoi danni.” rispose Quackett, togliendosi la maschera.
 
Erano questi i pensieri di Fantomius, mentre osservava le auto della polizia ai piedi della collina.
Aveva messo a dormire Paperone con un semplice spray. Per sua fortuna lo aveva confuso per il suo autonominato erede, quindi aveva abbassato la guardia.
Tuttavia non aveva immaginato la sua resistenza: non appena aveva poggiato le mani su quella monetina tenuta rigorosamente da parte, il vecchio papero (di cui, sinceramente, si domandava come potesse essere ancora così arzillo, vista la sua veneranda età) si era svegliato di colpo, cercando di colpirlo con quella spingarda vecchia quanto lui.
Voleva attirare l’attenzione di Paperinik e c’era riuscito.
“F-Fantomius?” ripeté l’eroe mascherato. “Non prendermi in giro! Non esiste più da molto prima che io indossassi i suoi vecchi abiti!”
“Eppure sono qui. E sono quello vero, al vostro servizio.” rispose lui, inchinandosi elegantemente.
“Fantomius? Il famoso ladro degli anni venti?!” domandò Angus, senza far sparire il suo ghigno. “Oh, sento odore di scoop del secolo! Ed è pure la fotocopia di Paperinik!”
“Se è come dici…” continuò Pikappa, ignorando il giornalista. “Come mai ti sei fatto vivo solo adesso?”
“Se sei così curioso di scoprirlo… perché non mi insegui?”
Dicendo ciò saltò verso l’alto con i suoi stivali a molla, per poi lanciare con una pistola una fune la cui cima si arrotolò attorno al un lampione.
Superando tutti i presenti, il ladro mascherato volò sopra le loro teste, atterrando sopra il cornicione di una casa e girandosi nuovamente.
“Vediamo se sei all’altezza del tuo originale!” esclamò, per poi premere un tasto sulla sua cintura.
Come un palloncino gonfiabile, una piccola elica uscì dalla schiena della tuta, permettendo così al ladro di volare via.
“Lo inseguo io! Voi pensate a calmare Paperone, che sarà di certo su tutte le furie!” ordinò Paperinik, per poi volargli dietro usando i propulsori dell’Extransformer.
“Fantomius?” fece un agente, ancora incredulo. “In centrale abbiamo ancora qualcosa su di lui, ma pensavamo che ormai fosse sparito per sempre… sono passati quasi ottant’anni dalla sua ultima apparizione…”
“Chi se ne importa?” esclamò Angus, prendendo per il colletto Camera 9 e cominciando a trascinarselo dietro a forza. “Io ho il mio scoop ad aspettarmi in redazione, giusto giusto per l’edizione del mattino!”
 
 
Una ragazza entrò in casa, poggiando il cappello sull’appendiabiti.
Si diresse in sala, dove trovò la televisione accesa su 00 Channel.
“Nonno?” chiamò, guardandosi in giro. “Quante volte ti ho detto di non lasciare la tel-”
“LO SAPEVO!!!” urlò una voce che fece spaventare la ragazza, mentre da una porta usciva un vecchio signore con addosso un impermeabile da detective, logorato dal tempo, agitando in alto il suo bastone. “Lo sapevo che Fantomius non poteva essere sparito così come se niente fosse!”
“Di che stai parlando nonno?” domandò la ragazza, guardando il parente come se fosse impazzito… beh, non che ai suoi occhi non lo fosse.
“Fantomius è riapparso stanotte!” continuò suo nonno, indicando il televisore.
“Sarà il solito impostore o nemico di Paperinik.”
“No, no, riconoscerei la sua voce ovunque! È lo stesso Fantomius con cui ho avuto a che fare settant’otto anni fa! E ora posso finalmente arrestarlo!”
“Ex commissario Pinko!” gridò la ragazza. “Tu non ti muoverai di qui, non da solo!”
“E allora accompagnami! Catturare Fantomius è stato l’obiettivo di tutta la mia vita! Credevo che non ci sarei più riuscito, ma ora eccolo lì, a beffeggiarsi di nuovo dell’autorità e del suo stesso successore!”
La ragazza sospirò.
“Roh, per favore. È lui, ne sono sicuro.” continuò Pinko, guardando seriamente la nipote. “Non so come sia possibile, ma è lui. Lo riconoscerei tra mille. Quella maschera… è la sua.”
Roh lo guardò, per poi sospirare nuovamente.
“E va bene, ti porto io in giro con il mio sidecar. Ma se ti è sfuggito quando eri al pieno delle tue forze, dubito che ora tu possa riuscire a fare qualcosa.”
“Questo lo vedremo.”
 
 
Fantomius si girò, notando che Paperinik non era più al suo inseguimento.
“Pare… che di mio abbia ereditato solo il costume.” mormorò, fermandosi sopra il tetto di un palazzo. “Mi sono lasciato trasportare… ma dopotutto, non sono mai stato in grado di tirarmi indietro di fronte a una sfida.”
“Si, in effetti è una cosa che ti accomuna con il vero Fantomius.” rispose una voce alle sue spalle, che lo costrinse a voltarsi.
In piedi sopra una macchina volante rossa, Paperinik lo osservava serio.
Il ladro mascherato non resistette alla tentazione di sorridere. Per la prima volta poteva dire di trovarsi in difficoltà… ed era contento che colui che era riuscito a metterlo in tale situazione altri non era che il suo erede.
“Sai com’è, sono cose che capitano, quando ti ritrovi in un posto mai visto prima… o almeno, non visto da molto tempo. Mi hai sorpreso però. Pensavo di averti seminato un po’ di tempo fa.”
“Ho occhi e orecchie in tutta la città. Non ti ho perso di vista un secondo.” rispose lui, per poi puntargli contro l’Extransformer. “Ora, saltiamo i convenevoli e dimmi chi diamine sei. Quello di Fantomius, per quanto famoso, non è un costume poi tanto usato. Utilizzano direttamente il mio.”
“Vedo che la presunzione è la stessa. A Villa Rosa ho notato che il mio vecchio nascondiglio era stato svuotato. Sei tu il responsabile?”
Paperinik sgranò gli occhi. Quella era un’informazione di cui nessuno, neppure Uno, era a conoscenza, a parte l’eroe stesso.
“Sorpreso?” domandò divertito Fantomius. “Sono stato a Villa Rosa neanche un giorno fa. Speravo di scoprire cosa mi era successo… beh, di certo non immaginavo di essere finito nel futuro.”
“Come fai a sapere di Villa Rosa?” esclamò Paperinik. “Nessuno dovrebbe esserne a conoscenza!”
“Nessuno… a parte il suo proprietario. Ho fatto costruire io i passaggi segreti, e ce ne sono diversi di cui tu non hai scoperto ancora l’esistenza.”
“Di che cosa sta parlando, socio?” chiese la voce di Uno. “Villa Rosa non è altro che un vecchio rudere dopo che è stato fatto saltare in aria da Gastone Paperone.”
“Beh, diciamo che non è sempre stato così. Ti racconterò tutto più tardi. Ora, se non ti spiace, avrei una piccola questione personale di cui occuparmi.”
“E quella voce a chi apparteneva?” domandò Quackett, facendosi serio. “È dannatamente simile alla sua, anche se non trasmette la stessa sensazione di pericolo.”
Paperinik si voltò verso di lui. “La sua?”
“La persona che probabilmente mi ha portato qui. Aveva un voce distorta, e uno strano occhio di vetro.”
L’eroe restò a fissarlo, per poi sussurrare qualcosa al suo scudo. Pochi secondi dopo, da esso uscì un raggio verde, che creò l’ologramma di un rapace antropomorfo.
“È lui!” esclamò l’altro, indicandolo. “È stato lui a prendermi!”
“Il Razziatore…” mormorò Paperinik. “Ma allora… tu sei davvero l’autentico Fantomius!”
“Oh, adesso finalmente mi credi?”
“Sono stato anch’io nel futuro per ragioni legate a questo tipaccio. So bene cosa si prova.” replicò, facendo sparire l’ologramma.
“Quindi avevo ragione. È lui il responsabile, vero?”
“Già…”
Mentre diceva ciò, il cruscotto della sua macchina si aprì. “Forza, salta su. Ti porto in un posto dove potremo parlare tranquilli.”
“Spero non la centrale.”
“Non credere che io sia poi in così ottimi rapporti con la polizia. Sono un eroe indipendente e ho pestato loro i piedi diverse volte. Collaboriamo, ma non sono al loro servizio.”
Fantomius ridacchiò, per poi saltare anche lui sulla macchina, affiancandosi a Paperinik. “È bello sentirtelo dire. Temevo che ormai il mio costume fosse ridotto ad affrontare paperi viola volanti e arrestare ladruncoli da due soldi.”
“Oh, non sai quanto mi piacerebbe che fosse così…” replicò l’altro, per poi sedersi sul posto di guida. “Dimmi, a che velocità sei abituato ad andare?”
“Beh… il mio carro mobile può raggiungere ben 40 chilometri orari e-”
Fantomius non riuscì a finire la frase che si ritrovò schiacciato sul sedile, mentre la P-Kar sfrecciò a tutta velocità tra i palazzi, evitandoli come se niente fosse.
“Ehm… temo allora che starai leggermente male…”
“S-Sapevo che la tecnologia si è evoluta non poco… ma non mi aspettavo fino a questo punto!” riuscì ad esclamare, mentre la macchina si dirigeva verso un alto grattacielo viola.
Riuscendo, per qualche motivo sconosciuto, a non venire vista da nessuno, l’auto entrò dentro uno dei piani, le cui finestre si aprirono per lasciarla passare.
La P-Kar atterrò sulle ruote, lasciando subito uscire Fantomius, che si appoggiò sopra essa.
“Ugh… Preferisco il mio vecchio carro mobile… non sarà così veloce, ma lo preferisco…”
“Uhm… Avevo ancora qualche speranza che fosse un difetto video, ma vedo che non è così. È proprio la tua fotocopia, socio.” disse una voce che lo fece girare.
Lord Quackett era solito rimanere impassibile, ma in quel folle giorno ne stava vedendo davvero tante, forse troppe per i suoi gusti. Di fronte a lui c’era un’enorme sfera verde, con all’interno la testa galleggiante di un papero, dello stesso colore, che lo guardava curioso.
“Riesci a confermare che non è del nostro tempo?” chiese Paperinik per nulla sorpreso dalla strana presenza, uscendo anche lui dalla macchina.
“Ho cominciato le analisi dal momento in cui è salito sulla P-Kar. Dice il vero.”
“Ma perché mai il Razziatore dovrebbe portarmi un possibile alleato?” si chiese l’eroe. “Inoltre, credevo fosse in prigione…”
“Scusa… ma non ti spaventa nemmeno un po’ questa… cosa?” domandò il ladro.
“Eh? No, no, lui è solo Uno.”
“E gli altri dove sono?”
“Sgrunt! Si vede che è il tuo predecessore! La stessa identica pessima battuta!” sbottò offesa l’intelligenza artificiale. “Per tua informazione, sono un avanzato computer dotato di volontà propria.”
“Computer?”
“È inutile Uno, ai suoi tempi i computer non esistevano nemmeno come fantasia.”
“A-Allora… questa è la tua base segreta?” chiese Fantomius, cercando di allontanarsi dalla sfera verde, salvo vederla moltiplicarsi in ogni schermo presente.
“Già. Anche se mi sono trasferito qui da relativamente poco tempo. Sai, affrontare un’invasione aliena richiede qualcosa di più di qualche maschera.”
“Immagino… allora, come hai scoperto i segreti di Villa Rosa? Dubito avrei detto a qualcuno del suo segreto.”
Paperinik ridacchiò, mentre anche Uno si mostrava curioso. Dopotutto, non aveva mai sentito la storia di come era nato il suo compagno di avventure.
“Vediamo… direi che è stato un colpo di fortuna dentro la sfortuna.” rispose lui. “Ho ricevuto una lettera che mi diceva che l’avevo vinta a una lotteria ma, sfortunatamente, in realtà era un premio di mio cugino Gastone, anche se lui non l’ha mai scoperto. Lì trovai un tuo diario, dove avevi annotato tutti i tuoi segreti, tranne la tua vera identità, anche se non ci misi molto a scoprirla. Tranquillo, non ho rivelato a nessuno il tuo segreto. Trovai anche il tuo costume e alcuni tuoi vecchi congegni, e inizialmente li usai per vendicarmi di alcuni torti subiti. Poi, piano piano, iniziai ad aiutare le persone. E così finii col diventare l’eroe di questa città.”
“Un mio diario, eh? Avevo cominciato a scriverne uno, ma mi limitavo a descrivere le mie avventure in terza persona, così da non far capire chi fosse l’autore.”
“Angus pagherebbe oro per sapere queste cose.” fece una voce, mentre una porta si apriva, lasciando entrare una papera.
“Lyla! Come mai da queste parti?” chiese sorpreso e allo stesso tempo felice Paperinik, mentre Fantomius la guardava incredulo.
“Ho ricevuto un messaggio anonimo che mi diceva di entrare nell’ascensore. Il tuo misterioso socio, che come al solito non si farà vedere, immagino.”
Solo in quel momento il ladro si rese conto che Uno era sparito non appena quella papera era entrata.
“Dovevo immaginarlo. Beh, mi ha solo anticipato, ti avrei chiamato a breve. Immagino tu sia già a conoscenza della situazione, no?”
“Posso suppore che il Razziatore abbia fatto un viaggio negli anni Venti. Forse pensava che portandolo qui ti avrebbe cancellato, ma fortunatamente non è andata così.”
“Scusa… ma tu chi sei?”
“Lyla Lay, giornalista di 00 Channel e agente della Tempolizia. E, tranquillo, ci occupiamo solo di criminali che giocano con il tempo.”
“Ah… meno male, temevo di dover scappare subito dopo aver incontrato una così bella papera.” fece lui, prendendole e baciandole la mano.
“Dolly potrebbe prenderla male se lo dovesse scoprire, sai?” ridacchiò Paperinik. “Inoltre, senza offesa Lyla, ma dubito che potreste essere molto compatibili.”
“Tranquillo Paperinik. Sai che per me la mia natura non è un problema.”
“Ho paura a chiedere spiegazioni... e inoltre qualcosa mi dice che non mi risponderesti, vero? Mi hanno detto che venendo dal passato è meglio che io non scopra troppe cose sul futuro. Solo una domanda: tu sei a conoscenza della sua vera identità?”
La giornalista sembrò sorpresa, guardando l’amico mascherato, che decise di intervenire al suo posto.
“Sì, ma lo ha scoperto da sola. Perché?”
“Giusto per sapere se potevo parlare liberamente… Paolino Paperino.”
Paperinik sgranò gli occhi.
“Come-”
“Non sono Fantomius per niente. Credi davvero che io, tra tutti, non sia in grado di distinguere la differenza tra le tue identità? Ho avuto il primo sospetto quando ci siamo incontrati ieri da Archimede, vista la tua reazione quando mi hai visto, e me ne hai dato la conferma quando hai detto che sapevi chi ero. Inoltre, piccola critica: il cappello è lo stesso.”
Dicendo ciò, si tolse la maschera, rivelando il suo volto. “Lord John Lamont Quackett al vostro servizio.”
“Pensavo avessi detto di chiamarti Oliver Duck.” ridacchiò Lyla, mentre anche Paperinik si toglieva la maschera.
“Non potevo di certo presentarmi con il mio vero nome.”
“Allora… credi di poterlo riportare al suo tempo?” chiese Paperino, guardando l’amica.
“Ho già richiesto l’autorizzazione ai miei superiori. Sarà questione di poco e-”
La papera s’interruppe portandosi una mano sulla fronte, per poi sospirare. “Scusate, ma devo tornare in studio. Angus sta sbraitando di nuovo contro di te, e se non intervengo finirà con il scrivere un servizio dove dirà che tu e Fantomius siete la stessa persona.”
“Pensavo l’avesse già fatto. Quell’Angus riesce ancora a sorprendermi!”
Lyla si mise a ridere. “Dirò al capo che hai avuto un imprevisto in famiglia… e in un certo senso è così. Ti farò sapere quando sarò pronta per il viaggio.”
Dicendo ciò tornò indietro sui suoi passi, e non appena fu scomparsa, Uno riapparve.
“È così semplice quindi? Archimede mi aveva detto che non si poteva viaggiare nel tempo e-”
“La Tempolizia ha bloccato qualsiasi viaggio del tempo che non usi la tecnologia del XXIII° secolo. Creavano troppe interferenze.” spiegò Pikappa. “Allora, toglimi una curiosità: perché quel nome, tra tanti che potevi scegliere per nasconderti?”
“Beh, l’ho scelto a caso… Perché?”
“Vedi, anche-”
“FANTOMIUS!!!” urlò una voce che risuonò nella stanza.
I due paperi si voltarono verso uno schermo, dove Uno mostrò un vecchio che, a bordo di un sidecar guidato da una ragazza, andava in giro agitando un bastone da passeggio urlando il nome del ladro.
“Vieni fuori Fantomius, lo so che mi senti!!!”
“E quello chi è?” domandò Paperinik.
Quackett invece restò in silenzio per qualche secondo, per poi cominciare a ridacchiare.
“Non ci credo… pensavo che qui non avrei mai incontrato nessuno di mia conoscenza…” fece, smettendo di ridere. “Senti, credi di potermi dare il tempo di fare una piccola uscita prima di farmi tornare al mio… tempo?”
“Perché?”
“Voglio incontrare un mio vecchio avversario.”
Paperinik restò a rifletterci per qualche secondo.
“Uno, pensaci tu a guidare la P-Kar. Credo sia meglio che lo incontri da solo.”
   
 
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