Fumetti/Cartoni europei > Paperinik
Segui la storia  |       
Autore: darkroxas92    14/02/2014    2 recensioni
Fantomius, ladro gentiluomo del 1920. Paperinik, supereroe del pianeta Terra del 1998. Un solo costume, due destini diversi.
E se Fantomius fosse portato nel futuro dal Razziatore? Come reagirebbe in un mondo a lui completamente nuovo?
Il destino dei nostri paperi preferiti potrebbe dipendere dall’incontro tra questi due paperi mascherati…
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Paperino aka Paperinik, Sorpresa, Un po' tutti, Uno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
02: Il ritorno di Fantomius Capitolo 02: Il ritorno di Fantomius
“Uhm… direi che non ci sono dubbi, sono arrivato.” mormorò Lord Quackett, guardando l’enorme cartello con sopra scritto ‘Archimede Pitagorico’, affiancata da una curiosa costruzione, che in origine doveva essere stata una casa, ma che ora, a causa di tutti gli oggetti che spuntavano fuori da essa e che il ladro non aveva mai visto prima, sembrava più un ammasso di metalli e cose indefinite.

Si avvicinò cautamente al campanello, restando qualche secondo a pensare. Se era come Copernico, disturbarlo poteva significare rischiare di provocare un’esplosione.
Scosse la testa e premette il bottone. Nessun suono uscì da esso.
“Eh?” fece lui, ripetendo il gesto diverse volte.
Stava per premere di nuovo il bottone quando la porta si aprì di colpo.
“Ho sentito, ho sentito, non c’è bisogno di insistere!” urlò un aquilotto dai capelli biondi, tenendosi la testa tra le mani.
“S-Salve…” disse Fantomius, guardandolo incredulo. Era la fotocopia di Copernico, salvò l’età e il colore dei capelli.
“Oh… un nuovo cliente… ecco perché hai insistito. Dovrei scriverlo sopra che il campanello suona direttamente nelle mie orecchie grazie ai miei nuovi micro auricolari…”
“Sì, direi che sei senza dubbio tu.” esclamò Quackett, sorridendogli.
“Ci conosciamo?”
“Temo di no, però io sono un grande amico di un tuo parente.”
“Davvero? Mio padre o mio nipote?”
Il papero mascherato ridacchiò. “Forse non ci crederai, ma tuo padre l’ho visto solo una volta, quando Copernico lo ha portato da noi per presentarci suo nipote.”
“C-Copernico? Il mio bis nonno?” ripeté Archimede, guardando sorpreso il papero di fronte a lui. “Ma è vissuto a inizio secolo, non puoi averlo conosciuto.”
“Credo di potermi fidare di te. Dopotutto, sei suo nipote. Posso entrare?”
“Uh? Oh, certo… Edi, fa un po’ di spazio per piacere!”
Sotto lo sguardo sorpreso di Lord, un piccolo robottino con una lampadina al posto della testa saltò giù da un tavolo, andando a premere un bottone sopra un oggetto, che risucchiò subito tutto quanto, lasciando il laboratorio vuoto.
“Il mio nuovo miniaturizzatore.” spiegò Archimede, prendendo due sedie. “Così perdo molto meno tempo a sistemare a fine giornata. Allora, in che rapporti sei con mio nonno?”
“Diciamo che sono un suo caro amico. Quello che sto per dirti ti lascerà probabilmente sorpreso… ma diamine, lo sono anch’io!”
“Difficile. Con quello che è successo di recente in questa città, c’è ben poco in grado di meravigliarmi.”
“Vengo dal passato. Più precisamente dal 1920.”
Archimede lo guardò incredulo.
“Dici sul serio?”
“Già. Ieri notte mentre tornavo a casa ho avuto un incontro poco piacevole con una persona, che mi ha fatto perdere i sensi. Quando mi sono svegliato, mi sono ritrovato in questa città, che si chiama come la mia ma è ben diversa. Inoltre sono tornato a casa mia e l’ho trovata demolita, e quello che era rimasto era in stato d’abbandono da diversi anni.”
“Allora tu devi essere… Lord Quackett, il suo amico di vecchia data!” esclamò l’inventore. “Mio nonno ha scritto di te in un suo diario.”
“Lo immagino. Per questo voglio ritrovare quel tipo che mi ha portato qui. A meno che tu non sia in grado di farmi tornare direttamente al mio tempo.”
Archimede chiuse gli occhi.
“Fino a qualche anno fa, non avrei avuto alcuna difficoltà. Ma sfortunatamente, negli ultimi tempi, qualunque mia invenzione riguardante il tempo non funziona. E non è solo un mio problema. Ho sentito un mio amico inventore, che ha costruito una vera e propria macchina del tempo, e anche lui non riesce più a farla funzionare. C’è una qualche interferenza.”
“Allora io come ho fatto a finire qui? Ieri ero nel 1920 e oggi nel 1998! Settant’otto anni mi paiono un po’ troppi per passare inosservati!”
“Posso solo immaginare che chi ti ha portato qui sia il responsabile delle interferenze.”
Archimede restò in silenzio per qualche secondo, per poi alzarsi.
“Conosco una sola persona che potrebbe aiutarti… ma sfortunatamente non la sento da un po’. Inoltre, mi scoccerebbe infastidirlo visto tutto quello che ha da fare.”
“È per caso questo famoso Paperinik di cui sento continuamente parlare da quando sono arrivato?”
L’aquilotto annuì, girandosi verso la finestra.
“Già. Per anni sono stato io a fornirgli le sue armi e ad aiutarlo. Ma a quanto pare, ha preferito non coinvolgermi nella sua battaglia più importante e pericolosa.”
Qualckett ridacchiò, attirando l’attenzione dell’inventore.
“Vedo che in quasi un secolo, le cose non sono cambiate.” fece, portandosi una mano sotto i vestiti.
“Cosa intendi dir-”
Archimede si interruppe quando il papero poggiò sul tavolo il suo costume di Fantomius.
“Tuo nonno mi ha aiutato a vestire i panni di Fantomius.” spiegò sorridendo. “Era il mio fidato complice.”
“F-F-Fantomius?!” esclamò incredulo l’altro, avvicinandosi per osservare meglio il costume. “Tu sei il famoso ladro gentiluomo?!”
“In penne e ossa.” replicò lui. “Ma non mi sembri sconvolto per aver scoperto di tuo nonno.”
“Perché ne ero già a conoscenza. Ho trovato qualche tempo fa il suo diario segreto, ma non ha mai fatto il tuo nome. A tutt’oggi nessuno è a conoscenza della tua identità segreta.”
“Questo mi solleva. Ma credo sia comunque meglio se continuo a usare un nome falso finché resto qui, vero?”
“Sì, sarebbe meglio.”
“Allora, come posso contattare Paperinik?” domandò Quackett, nascondendo nuovamente il costume.
“Non saprei… di solito era lui a venire da me. Però…”
“Però?”
“Beh, c’è il suo migliore amico. Lui dovrebbe saperti aiutare a metterti in contatto con lui. È l’unico a conoscere la sua identità segreta, almeno, credo.”
“Fantastico! Dove posso trovarlo?”
“Sei fortunato, abita qui vicino e-”
“Archimede!” urlò una voce fuori dalla casa.
“Anzi, direi che non dovrai fare molta strada. È lui!” esclamò l’inventore, andando ad aprire la porta.
Subito dopo tornò indietro, seguito da un papero vestito da marinaio, con un berretto incredibilmente simile a quello indossato da Paperinik.
“Ciao Paperino.” lo salutò Archimede. “Credevo che a quest’ora dovessi essere al lavoro.”
“Ci sarei andato, ma a quanto pare qualcuno ha avuto la brillante idea di rubarmi la macchina e riportarmela con i cavi danneggiati e quasi senza benzina. E oltre al danno, ha voluto farmi la beffa di lasciarmi dieci miseri dollari come rimborso!”
Archimede ascoltò le sue lamentele, osservando con un occhio il suo ospite del passato sbiancare, mentre alle spalle del nuovo arrivato lo intimava con un dito a non dire nulla.
“Davvero qualcuno ha avuto il coraggio di rubarti la 313?” domandò, guardandolo fintamente incredulo.
“Già… anch’io ne sono rimasto sorpreso, credimi.”
Solo allora Paperino sembrò accorgersi dell’altro papero, che guardò leggermente sorpreso.
“Salve.” lo salutò Quackett, porgendoli la mano. “Oliver Duck.”
“Paolino Paperino.” rispose l’altro, stringendogli la mano, dopo un secondo di esitazione.
“Capiti a proposito Paperino.” intervenne Archimede. “Oliver aveva appunto bisogno del tuo aiuto.”
“Davvero? Come mai?”
“Vorrebbe contattare Paperinik per una questione abbastanza importante. Garantisco io per lui.”
“Oh… Questo potrebbe essere un problema…” rispose lui. “Ultimamente non sono riuscito a sentirlo nemmeno io. Con quasi un’invasione al giorno, non ha molto tempo per gli amici…”
“So di chiedere molto, ma mi servirebbe il suo aiuto, è fondamentale. Archimede mi ha detto che è l’unico in grado di farlo.”
“Mi spiace, ma a meno che non sia più importante di un’invasione aliena o qualcos’altro che mette a rischio il pianeta, dubito che il mio amico possa intervenire. Ed è meglio non mentirgli, credimi.”
Dicendo ciò si girò verso l’amico inventore. “Ti chiedo scusa per il poco preavviso, ma potresti sistemarmi la macchina per stasera? Devo uscire con Paperina e sai com’è…”
Archimede ridacchiò.
“Tranquillo, capisco perfettamente. Ora ti conviene andare, o Angus ti farà impazzire più del solito oggi.”
“Già… se non fosse che è un buon lavoro, me ne sarei già andato. Scusate, ma ora devo scappare.”
Detto ciò corse fuori, lasciando gli altri due nuovamente da soli.
“Non è andata come speravo.” ammise Archimede. “Ma non posso nemmeno dargli torto… Immagino che i falsi allarmi siano parecchi…”
Quackett restò in silenzio.
“Paperinik è un eroe, no?” domandò, intrecciando le dita delle mani.
“Sì. Ha avuto qualche diverbio con la polizia in passato, ma è tutto sistemato ora.”
“Quindi, se dovesse succedere qualcosa, interverrebbe, vero?”
“Dove vuoi arrivare?”
Il Lord si alzò in piedi.
“Archimede, ho un favore da chiederti come amico del tuo bis nonno!” esclamò, tirando nuovamente fuori il costume. “I miei marchingegni sono ormai datati per quest’epoca, perciò vorrei che tu sottoponessi il mio costume a una revisione e a un aggiornamento!”
“Cosa? Non vorrai-”
“Se Paperinik non vuole aiutarmi… allora Fantomius lo costringerà a mostrarsi!” disse serio. “Ma credo che dei banali stivaletti a molla e dei gas fumogeni non lo impensieriranno di certo.”
“Fammi capire: tu vuoi mostrarti nei panni di un ladro che non si vede da ormai ottant’anni solo per far uscire allo scoperto Paperinik? Tu non puoi saperlo, ma Paperinik si è basato sul tuo alter ego per crearsi il suo.”
“Lo so. L’ho incontrato questa notte, anche se lui non mi ha visto. Ti lascio immaginare la mia sorpresa nel rendermi conto che aiutava la polizia e che questa non cercava di arrestarlo.”
Archimede si portò indietro gli occhiali, che oscurarono i suoi occhi grazie al riflesso della luce.
“Sai, di solito non aiuto a compiere furti o robe simili. Ho avuto degli episodi in passato che mi hanno portato a rifiutare simili lavori. Tu però sei un amico di mio nonno… e se lui si fidava di te, perché non dovrei farlo io?”
L’inventore sorrise, per poi rivolgersi al suo assistente. “Edi, metti alla porta il cartello ‘Invenzioni in corso’ e tira fuori i vecchi progetti PK! È ora di rimettersi all’opera e di dimostrare che non sono da meno di mio nonno!”
Poi si rivolse a Quackett. “Dammi un giorno solo, e stasera Fantomius tornerà di nuovo nei cieli di Paperopoli!”
 
~~~~~~~~~~~~~~
 
“Brr… Sarà anche giugno, ma la notte fa sempre freddo!” esclamò Paperinik, avvolgendosi con il mantello, mentre osservava dalla cima di un palazzo le strade sotto di lui. “Qualche novità, Uno?”
“Nessuna socio.” rispose una voce robotica proveniente dal suo scudo. “Una notte perfettamente tranquilla e-”
Uno s’interruppe, mentre il papero mascherato sospirò.
“Quante volte farai ancora l’errore di dire quella frase?” domandò ironico. “Di cosa si tratta? Evroniani? Altri criminali del futuro? Alieni casuali? Semplici ladri?”
“Ecco… devo dire che al momento non saprei risponderti, socio… i miei sensori stanno cercando di analizzare la situazione e-”
“Meno giri di parole e dimmi dove devo andare.”
“Al deposito di tuo zio.”
“Quindi sono o i Bassotti o Amelia.” disse lui, decollando subito in direzione della collina Ammazza Motori.
Giunse in pochi minuti e atterrò in mezzo a due macchine della polizia.
“Cos’abbiamo agenti?” domandò, ricevendo sguardi increduli. “Beh? Sembra che abbiate visto un fantasma!”
“Ecco… noi credevamo che fossi tu il responsabile di questa situazione…” disse uno dei poliziotti. “De Paperoni ci ha chiamato dicendo che tu hai attaccato il deposito e che stai minacciando di rubare la sua Numero Uno.”
“Come? È diventato completamente senile? Stavo facendo il mio solito giro di perlustrazione.”
“Ma allora chi c’è con lui?”
“Ovviamente è tutta una sua messinscena!” intervenne una voce orribilmente familiare al super eroe, che si girò per ritrovarsi faccia a faccia con Angus Fangus e il suo immancabile compagno Camera 9.
“Ne so quanto te Angus, perciò è inutile che tenti di screditarmi nuovamente.” disse freddamente lui.
“Sta uscendo qualcuno dalla finestra!” urlò un agente, facendo girare tutti i presenti.
Infatti dall’unica finestra del deposito una figura si sporse fuori oscurando la luce interna, per poi puntare qualcosa contro l’antenna sul tetto, lanciando un cavo che si avvolse attorno ad essa. Poi, con agilità, si lanciò nel vuoto, riavvolgendo la fune che lo trascinò così sul tetto.
“Presto, i fari!” urlò un poliziotto, mentre dalle macchine i suoi colleghi tiravano fuori le luci, che puntarono verso il tetto, accendendole.
“Che cosa…?” esclamò Paperinik, sorpreso quanto tutti gli altri presenti, ad esclusione di Angus, che sorrise.
“Questa non me la posso perdere! Stai riprendendo, Camera 9?” chiese al cameraman, che fece il segno dell’okay con una mano.
Sul tetto del deposito, con in mano la Numero Uno, un papero vestito esattamente come Paperinik salvo che per la maschera blu e che avvolgeva completamente la testa, sorrise.
“Vedo che finalmente ti sei fatto vivo, Paperinik!” esclamò ad alta voce, per poi lasciare cadere la moneta sul tetto. “Sapevo che derubare il papero più ricco del mondo sarebbe servito a qualcosa!”
“Chi sei? E perché indossi il mio costume?!”
“Il tuo costume?” ripeté il ladro. “Stai facendo un grave errore. Sei tu a indossare il mio costume, non il contrario!”
“Eh?”
“Ascolta attentamente, Paperinik! E anche voi, paperopolesi! Il mio nome è Fantomius, il ladro gentiluomo… e sono tornato!”
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Paperinik / Vai alla pagina dell'autore: darkroxas92