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Autore: Ago inseguitore    19/02/2014    0 recensioni
La storia tratta dell' edizione degli hunger games dopo la rivolta.Dove vi prenderanno parte i 24 giovani di Capitol City presi in una pubblica mietitura, come vendetta. Ci saranno come sempre Katniss, Peeta , Haymitch e gli altri personaggi.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 3
 
La notte non riesco a dormire, ho caldo, ho freddo e non riesco a farmi uscire dalla testa che l’ unica ad uscire da quell’ arena sarà la nipote di Snow. No , non lo permetterò. Per tutto quello che suo nonno mi ha fatto non la farò uscire viva da lì dentro. Peeta mi sta vicino tutta la notte, e col mio muovermi frenetico non faccio dormire neanche lui.- Scusa, non riesco a prendere sonno.- Gli dico per farmi perdonare-Non preoccuparti, neanch’io.- In qualche modo le sue parole riescono sempre a rassicurarmi. Sarà la sua voce, il modo in cui parla, o solamente perché è lui, ma  quando ne ho bisogno lui sa sempre cosa dire e come fare per rassicurare me o quelli che mi stanno intorno. Era da tanto che non vedevo un Peeta così, tranquillo, felice, senza quella scintilla di sangue nei suoi occhi.
La mattina dopo la porta della suite si apre ed Effie entra insieme al mio vecchio staff di preparatori.-Effie? Cosa fai?- chiedo. – Oh sciocchina, non ti ricordi mai niente. Fortuna che ci sono io col programma sempre a portata di mano.- Oh, il suo programma. E’ ossessionata dai programmi, se si arriva un po’ in ritardo da qualche parte, lei crede che tutto il programma della giornata salti. Ma poi mi chiedo cosa ci sia in lista per stamani. – Effie, cosa c’è di tanto importante questa mattina?-,- Bisogna scegliere l’arena mia cara. E quindi su! Forza alzatevi e andate nel bagno. Octavia, Flavius e Venia vi stanno già aspettando.-
-Effie perché dobbiamo truccarci? Non mi sembra che per scegliere un’arena si debba andare in ghingheri.- Ribatte Peeta.- Lo so Peeta, ma lì incontrerete la presidente insieme a tutti gli altri vincitori, e vi faranno anche alcune foto.-
Senza ribattere ci alziamo e andiamo ognuno in un bagno. Nel mio ci sono solo Octavia e Venia. All’inizio non le riconosco, ma poi capisco che sono loro due solo che non hanno tutti quei tatuaggi, la pelle colorata ed i baffi che avevano a Capitol City. Mi vengono incontro per abbracciarmi , ma subito dopo Octavia mi prende le unghie. Non è mai una buona cosa quando Octavia mi guarda le unghie perché significa che da lì a poco ci sarà una ramanzina. – Oh no, no, no! Katniss continui a mangiarti le unghie.- Mi scappa una risatina perché entrambe hanno ancora l’accento da Capitol, ma loro mi guardano con aria rabbiosa per come mi sono conciata negli ultimi mesi. Nei prossimi trenta minuti è tutto un taglia e cuci: mi lisciano i capelli, me li intrecciano, mi abbelliscono le unghie e cercano di nascondere il segno delle bruciature che ho sul collo. Poi tirano fuori da una scatola un bellissimo abito color arancione, senza spalline e con la gonnellina che mi arriva appena più in su delle ginocchia. Sono pronta. Esco dal bagno e vedo Peeta con indosso un abito del mio colore preferito: verde. Ci avviciniamo uno all’altra:- Katniss, mi piace il tuo vestito, stai benissimo.-
-E a me piace il tuo, Peeta-. Sembriamo due sposini, lì a baciarsi davanti a tutti gli altri, senza che ce ne importi niente. Usciamo dalla suite e ci dirigiamo nel sottosuolo del palazzo presidenziale. Due porte si aprono e ci ritroviamo davanti, seduti attorno ad un tavolo, la Paylor, Annie, Johanna, Enobaria, Haymitch e Beete. Ci sediamo e la riunione comincia. La Paylor  è la prima a parlare:- Arriviamo al punto, ci sono solo quattro arene che si possono completare in tempo: una è quasi pronta, con pochi baccelli, ma è difficile sopravvivere dato l’ambiente arido e sabbioso. E’ un deserto, grande e molto secco. Come fonte di cibo ci sono solo serpenti e insetti. Poche fonti d’acqua. Una era già in programma per la quarta edizione della memoria, è un paesaggio piuttosto collinare, abbastanza baccelli e alcuni ibridi come asso nella manica. Le colline sono come sospese in aria, collegate solo da stretti ponti di legno o cadenti passaggi in roccia. La terza è la meno pronta, se non la più grande. E’ un bioma di mangrovie, come una foresta di piccoli arbusti e più calda e umida. Ci sono più ibridi che Capitol aveva in servo per questa arena. Poi c’è l’ultima. Una città in rovina, alcuni edifici stabili, altri che potrebbero caderti addosso in qualsiasi momento e altri ancora completamente rasi al suolo. In questa arena ci sono poche fonti di cibo, ma abbastanza d’acqua che però deve essere depurata. Un solo tipo di ibridi. Ora sta a voi vincitori scegliere.- Clicca un pulsante e dal tavolo davanti a noi escono degli ologrammi delle quattro arene. Ogni più piccolo dettaglio è segnato con precisione. Sono molto allettanti tutte e quattro, ma una in particolare mi colpisce: l’arena della quarta edizione della memoria. Sospesa in aria, poche fonti d’acqua e di cibo e gli ibridi che potrebbero ucciderti da un momento all’altro. In quel preciso momento, però, mi sorge spontanea una domanda: che specie d’ibridi? A ripensare a quella parola ,”ibridi”, mi viene il voltastomaco. Il tanfo di rose mi risale su per le narici e la pelle bianca e squamosa mi si contorce nella mente. Il ricordo di Finnick che muore mi si è ormai pianato in testa ed il desiderio di vedere qualcuno soffrire come lui cresce sempre di più. Mentre gli altri discutono un esile suono mi esce dalla bocca e da esile com’era diventa sempre più forte e rimbombante dentro la stanza fino a diventare una sorta di urlo:- Che tipo di ibridi?!MI dica come sono!-. Le altre voci si fermano una dopo l’altra e i loro occhi si puntano pian piano su di me. Cerco di scivolare dentro al mio vestito per nascondermi, ma è inutile. Nessuno mi risponde, ma la Paylor spinge un ulteriore pulsante sul suo tastierino ed accanto ad ogni arena si proiettano anche diverse specie di ibridi. Gli sguardi che fino ad un secondo fa erano costantemente puntati sulla mia faccia si stanno pian piano ritirando e posizionando sugli ologrammi. Peeta mi si avvicina all’orecchio e mi sussurra:- Tutto bene Katniss?-. Faccio segno di si con la testa e mi avvicino lentamente al tavolo. Ci sono così tante mostruose creature, ma la più interessante è una della quarta arena. Un enorme massa nera come il carbone, corna lunghe mezzo metro e appuntite come aghi. Occhi azzurri come il cielo che emanano rabbia da tutti i pori. “Voglio quelli”, penso. Mi faccio avanti chiedendo:- Si potrebbero anche spostare degli ibridi da un’arena ad un'altra?- La Paylor mi scruta cercando di capire che cosa abbia in mente :- Se si vuole, si. Si potrebbe anche fare. Perché?- . Non so come rispondere a questa domanda, so solo che voglio quei tori nella mia arena:- Guardate la numero quattro, gli ibridi più a destra. Che ne pensate?- Haymitch ridacchia, distoglie lo sguardo dagli ologrammi e lo posa su di me :- Non credi che prima dovremmo scegliere almeno l’arena, ragazzina?- . E’ sbronzo come sempre, ha ancora adesso una bottiglia di liquore in mano, quindi non faccio caso alle sue parole. Ha ragione, comunque, così mi faccio indietro e mi rimetto a sedere. Non parlo più per tutta la riunione, mi limito ad osservare i moti della gente attorno a me: la solita impazienza di Johanna, Annie che ogni tanto si tappa le orecchie per cercare di fare uscire qualcosa che non esiste, e quindi che non uscirà mai. Lo sguardo assassino di Enobaria ed il suo mostrare continuo dei denti, la spensieratezza di Haymitch ed il parlare continuo di Peeta. Poi ci sono io, nel mio mondo dove, a volte, non esiste nessun altro a parte me ed i boschi. I silenziosi e spaesati boschi, il mio unico punto di fuga da tutto il mondo che mi circondava, dove correvo, cacciavo e facevo quelle infinite chiacchierate con… Gale. Gale, l’assassino di mia sorella. Nel profondo della mia anima so che non è stata colpa sua, ma della Coin. Più ci penso, però, più mi convinco che sia stata la sua idea delle granate ad uccidere mia sorella. In quel momento i miei muscoli si irrigidiscono, il mio sguardo è cupo e la mia bocca inizia a contorcersi. Peeta mi vede, capisce subito che sto per andare in uno dei miei attacchi d’ansia, così trova una scusa per portarmi via:- Oddio, la mia gamba… fa male, Katniss mi accompagni di sopra? Devo togliermi la protesi.-. Mi schiarisco la voce, rilasso i muscoli e mi passo la manica del maglione sopra gli occhi, per cancellare ogni segno delle lacrime:- Si, andiamo Peeta.-
Saliamo in ascensore, avvicino la testa al suo petto e lui allunga le braccia fino alla mia schiena, stringendomi in un forte abbraccio e dicendomi:- Tranquilla, è tutto a posto. Qui sei al sicuro, sei al sicuro, Vero o Falso?- Così, in un mare di lacrime e singhiozzi, rispondo:- vero…
La notte passa velocemente tra le braccia calde e confortevoli di Peeta. Il mattino seguente la porta si apre cigolando ed il pavimento inizia a scricchiolare sotto i passi di un uomo. La figura barcolla verso di noi, producendo dei versi simili a parole. Non ho ancora capito chi sia per colpa della luce mattutina che mi si riflette negli occhi. E’ sempre più vicino, fino al fondo del materasso: una folata di vento si gli arriva addosso e poi si dirige verso di noi portando una, ormai quotidiana, dose di puzza d’alcol mattutina. E’ Haymitch, inizia a parlarci:- Sai… ho capito che non ti faceva male la gamba, ieri sera. Quindi… che succede bellezza?- In un primo momento non capisco a chi stia parlando veramente, data l’alta dose di alcol che ha nel sangue, poi rispondo:- Non sono affari tuoi, Haymitch.- Lui si mete seduto e si gira verso di noi:- Ok, ok. Ma non scaldarti troppo o rischi di accendere un’altra scintilla.- Questa frase non ha senso, nessuna rivoluzione sta per nascere, allora che intende? Penso che solo lui lo possa sapere, lui ed il suo mondo psicadelico ed alcolizzato. Probabilmente domani non si ricorderà nemmeno di questa conversazione, forse neanche tra un po’ di ore.- Alla fine che arena avete scelto? Ed in quanto agli ibridi?- Chiede Peeta. – Oh, ecco per cosa ero venuto qui. La risposta me l’ero segnata qui da qualche parte. Ah ecco! No, no è solo un pezzo di carta. Comunque, andiamo oltre, ora devo andare sono già le undici.- Dopo questa intrusione mi alzo, vado in bagno e mi vesto. Aiuto Peeta ad indossare la protesi, poi ci dirigiamo di sotto verso la sala da pranzo. Una volta arrivati ci ritroviamo già tutti gli altri seduti al tavolo che mangiano. Mi siedo tra Peeta e Johanna, ed inizio a prepararmi una fetta di pane con la marmellata. Inizio a parlare a Johanna senza distogliere lo sguardo dal pane:- Avete scelto l’arena ieri sera?- Smetto di stare a testa bassa e l guardo dritta negli occhi. Lei risponde solo dopo alcuni minuti:- Oh si! Abbiamo deciso la città in rovina. Ci sembrava  a tutti una buona arena, e poi mancava davvero per finirla. Però  su una cosa ti abbiamo accontentata, oltre agli ibridi dell’arena stessa, aggiungeremo quelle specie di tori . Contenta?- Mi spunta sulle labbra una specie di sorriso, ma non le rispondo, comunque si capisce che mi va bene. Poi si alza in piedi e parla a tutti gli altri:- Bene! Siamo tutti d’accordo sull’arena. Ora, dobbiamo solo fare la mietitura. Beete?- Beete si mette a posto gli occhiali, si asciuga le labbra dall’acqua e poi si alza:- Ho deciso che la mietitura si farà nel giorno stesso di tutte le precedenti, e ad estrarre i nomi saremo noi vincitori. I mentori saremo noi sette, in più ci saranno cinque ulteriori mentori, visto che siamo gli unici vincitori sopravvissuti. Esse saranno: tre soldati esperti, la presidente Paylor ed il soldato Gale Hawtorne.-
 
  
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