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Autore: MartaFix    19/02/2014    2 recensioni
"Caro Mika,
il mio nome è Irene.
Il nome Irene deriva dalla parola "pace", in greco "eirene".
Ma nel mio piccolo, inutile, stupido cuore di ragazzina, di pace non ce n'è.
Tranne per quelle note che mi scaldano dentro, quando ho così freddo, non ho niente a cui aggrapparmi.
Tranne per quelle parole, non ho niente che mi consoli.
Sei l'unico che mi sta salvando da questo oblio, Mika.
Continuo ad aggrapparmi alla tua mano, al tuo braccio forte, mentre scivolo nel baratro, giù, giù, sempre più giù.
Ho paura, Mika.
Ho tanta paura, che prima o poi sarò troppo stanca, non riuscirò più a stringere la tua stretta, e cadrò, per sempre.
Tienimi stretta, ti prego, ti prego.
Ti abbraccio forte.
Irene"
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4 – UN ABBRACCIO

 

 

Step one, come a little closer

Step two, rest upon my shoulder

Step three, I'm calling you baby

Three steps away from me

 

...so come along and step with me ♫

 

 

 

Apro gli occhi.

Non può essere lui.

No.

Sento male.

Non sono sicura che sia un reale dolore fisico, ma lo sento, nel petto, alla base della gola.

Penso di aver appena compreso l'espressione "avere il cuore in gola".

Resto immobile, a fissare il cielo senza vederlo.

No.

- Irene.

E' il mio nome.

Ha detto il mio nome.

Mi volto di scatto, gli occhi sbarrati.

Si sta avvicinando a me.

Ed è lui.

Citando un grande, sogno o son desta?

Mi alzo in piedi di colpo.

Ho i capelli arruffati che mi cadono davanti agli occhi, ma non m'importa.

Lo osservo.

Cammina con le mani nelle tasche del lungo cappotto scuro, aperto sul davanti, che lascia intravedere una camicia candida e un semplice paio di jeans.

In testa il consueto cappello.

Si ferma di fronte a me, raggiante.

- Michael – sussurro.

Perchè è così che lo chiamo nei miei sogni.

- Cosa ci fai qui da sola? - esclama lui, sorridendomi.

Non rispondo.

Soltanto lo fisso, con le mani che iniziano a tremare.

Il suo sguardo giocoso si addolcisce.

Fa ancora un passo verso di me.

Con una mano mi sposta un ribelle ciuffo di capelli dal viso, soffermandosi a giocherellare con la ciocca, che sotto la luce dei lampioni ha assunto dei vividi riflessi rossastri.

- Non voglio più che piangi come quella volta – mi dice.

Io sono assolutamente esterrefatta.

- Mi hai vista?

Lui fa un risolino.

- Sì, e non voglio che tu sia triste. Voglio vedere il tuo bellissimo sorriso e i tuoi occhi che luccicano di gioia.

Oh sì, diamine, i miei occhi luccicano davvero adesso.

Non può essere vero.

Insomma, io sono la sfigata, il fantasma, la depressa, sono quella che deve starsene da una parte, sono quella che non ha dei sentimenti di cui valga la pena curarsi!

E... il mio eroe è qui.

Mi getto tra le sue braccia.

Letteralmente, senza curarmi di potergli far male.

Appoggio i pugni chiusi sul suo petto, ci appoggio la fronte, chiudo gli occhi stringendoli forte.

Dopo un attimo di esitazione dovuta alla sorpresa del gesto, sento le sue braccia avvolgermi.

- Mika.. tu... tu mi hai salvata – mormoro con voce strozzata, prima di scoppiare a piangere violentemente.

Mi lascio andare.

E sfogo tutte le ansie, le paure, avvolta dal calore di un ritrovato fratello maggiore.

Le sue braccia mi circondano affettuose, e più io mi schiaccio contro il suo petto, più lui mi stringe a sé.

Con una mano mi accarezza la nuca dolcemente, mentre con l'altra mi stringe una spalla.

Mentre le lacrime scorrono copiose sulle mie guance, bagnandogli la camicia, ed io gemo senza controllo, avvicina il suo viso alla mia testa, appoggiandovi le labbra.

E mi sussurra parole dolci, parole che non sento, che non comprendo, ma che hanno il potere di mille farmaci e mille cerotti e mille carezze.

Posso sentire il suo cuore battere.

Il suo calore.

Ho sempre avuto necessità di cercare del contatto fisico, del calore nelle altre persone.

Questo abbraccio sta riempiendo tutti i vuoti che le mie vane ricerche hanno lasciato.

La sua giacca quasi mi nasconde il viso.

Ed io, semplicemente, mi lascio cullare.

 

Non so quanto tempo passiamo così.

A distanza di qualche tempo, penserò a quanto strana sia sembrata la nostra immagine.

Noi due, il nostro abbraccio, fermi in mezzo all'immensa piazza piemontese.

Di notte.

Al freddo.

Con il sottofondo dell'acqua che salta dalle fontanelle, i taxi che passano in strada, qualche clacson in lontananza, la lievissima musica di discoteche e locali di Via Roma e di Via Garibaldi.

Infine, i miei lamenti, che poco a poco si affievoliscono in singulti silenziosi.

Ed i suoi sussurri.

Restiamo ancora uniti, in silenzio.

La gola mi fa male.

Anche le mani mi dolgono, siccome ho stretto i pugni così forte.

Li sto ancora stringendo.

Apro piano le dita, rilassando i muscoli.

Respiro profondamente.

E sono stanca di pensare.

Voglio soltanto ricevere questo amore, e godermelo appieno.

Senza farmi domande.

Sincronizzo il mio respiro al suo.

Poi, dei rintocchi di campane.

Dev'essere mezzanotte.

Sento le braccia di Mika discostarsi lentamente dal mio corpo.

Non lasciarmi...

Mi prende la testa tra le mani grandi, sollevando il mio viso verso il suo.

Incontro i suoi occhi.

Così profondi, così... colmi.

Asciuga le mie ultime lacrime con i pollici.

Poi, posa un bacio sulla mia fronte.

L'ho sognato così tante volte.

Anche questo deve averlo letto nelle mie lettere.

Ed io, finalmente, mi sento al sicuro.


 

Bene, miei cari lettori, sono tornata!

La mia assenza è stata abbastanza lunga, spero di farmi perdonare con questo capitolo :)

Sto iniziando a lasciarmi andare, grazie a tutte le recensioni positivissime che mi hanno incoraggiata, e a descrivere un po' di più i sentimenti di Irene (che sono anche i miei).

Vi prego di continuare a recensire, i consigli sono sempre ottimi benvenuti!

Un bacio a tutti

 

Marta

   
 
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