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Autore: Nadie    19/02/2014    1 recensioni
Non ci crede.
Non ci deve credere.
Non ci può credere.
Il tempo non torna indietro e questo lo sanno tutti.
Allora cosa c’è che non quadra?
Cos’hanno quell’istante, quella spiaggia, quel sole, quel mare, quel ragazzo e quella ragazza di sbagliato?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tempo


Il tempo è l’antagonista di questa storia.
È un uomo senza volto, senza occhi né labbra, ma con due mani grandi e forti che modellano le persone.
Per l’uomo, Rubén, il signor Tempo è solo un gran bastardo.
Il signor Tempo non guarda in faccia a nessuno, il signor Tempo toglie tutto e subito e poco gli importa di far male, fa il suo lavoro come lo deve fare, come il cosmo gli ha detto di fare, non può lasciarsi condizionare dai sentimenti di chi va a prendere, il signor Tempo arriva, modella, a volte porta via per sempre e chi s’è visto s’è visto.
Il giorno in cui il signor Tempo è passato a prendere Roxana, Rubén lo ricorda bene e lo ricorderà per sempre.
Quel giorno è lo stesso giorno in cui ora è stato catapultato.
Si guarda intorno, la stanza è pulita e ordinata, niente foto a terra, niente buio che ingoia ogni cosa, niente lui seduto sulla sua poltrona a piangersi addosso.
Sulla sua poltrona, al posto suo, c’è Roxana.
Il signor Tempo ha modellato con le sue mani poco gentili anche lei, le ha lasciato rughe profonde sul viso e si è preso il nero dei suoi capelli.
Oh Roxana, non devi preoccuparti, amor, sei bellissima come quando ti ho incontrata e forse ancora di più, perché niente, né il Tempo né Dio o altro potranno mai portar via la tua bellezza, Roxanita mia..
«Roxana! Roxana!» l’uomo si inginocchia ai piedi di Roxana e le scuote piano un braccio, lei abbassa i suoi occhi scuri su di lui e lo guarda confusa.
«Chi sei?»
«Ma come chi sono? Sono Rubén, Roxanita, non ricordi?» ma Roxanita non ricorda, non può ricordare, perché Roxanita è malata, ha la malattia dei ricordi, Rubén lo sa, non ha nemmeno il coraggio di chiamarla per nome, quella malattia.
Rubén sa solo che è peggio del signor Tempo, perché non lascia nemmeno il rumore del Passato, arriva e si mangia tutti i ricordi e poi non resta nulla, più nulla.
A Roxana ormai non resta più nulla.
Roxana non sa più che ha incontrato Rubén in un giorno di pioggia.
Roxana non sa più che le piaceva scattare foto ad ogni cosa.
Roxana non sa più che nel 1965 ha sposato Rubén e hanno passato quel giorno a baciarsi in un campo di grano.
Roxana non sa più che l’anno dopo ha regalato a Rubén un mostrino e lo ha chiamato Gabriel.
Roxana non sa più che ama Rubén.
L’uomo vorrebbe poter versare dentro Roxana ogni suo ricordo.
Un volta eravamo in spiaggia ed eravamo felici, io ti ho detto che non ti amavo ma ti vivevo e allora mi hai baciato e siamo rimasti a guardare il mare fino a sera.
E poi quando gli Stones sono venuti a la Monumental noi abbiamo ballato e cantato tutta la sera, ma poi quando hanno suonato 'Fool to cry' tu hai cominciato a piangere e io ti ho stretta forte.
Un giorno ci siamo sposati, e tu eri bellissima, sei sempre stata bellissima e mi hai dato un mostrino bellissimo quasi quanto te.
Roxana non andare via, non devi andare via, non puoi andare via, a te piacerebbe se io andassi via e ti lasciassi da sola qui, davanti alla vita?
Non mi lasciare solo qui davanti alla vita, Roxanita, io non so come guardarla la vita senza te.
Come la guardo la vita, Roxanita?
Tieni, prenditi tutti i miei ricordi e resta qui con me, svuotami e resta qui con me, io posso restare vuoto, mi basta averti accanto, mi basta averti accanto perché tu, Roxanita mia, hai riempito tutti i miei vuoti.
Non ti permettere di andare via, Roxanita, perché non ti perdonerò.
Ti prego Roxanita mia, ti prego non andare via, e se proprio vuoi andare via allora portami con te.
Andremo dove vuoi ma ci andremo insieme, andremo a riprendere ogni tuo ricordo e allora torneremo indietro, o resteremo nel vuoto, persi, ma resteremo persi insieme.
Roxanita mia, ti prego non andare via.
Ma Roxanita sta dimenticando anche come si parla e come si respira, perché ormai per Roxanita quaggiù posto non ce n'è più.
L’uomo sente la sirena di un’ambulanza avvicinarsi a casa sua e la stanza, a poco a poco, diventa buia e foto su foto ricompaiono sul pavimento e Roxana, Roxanita, scompare pian piano, il signor Tempo e la malattia dei ricordi ormai sono arrivati e non torneranno indietro a mani vuote.
Roxanita sta andando via di nuovo e stavolta Rubén sa che non la rivedrà più.
 


Mi scuso per il ritardo ma settimana scorsa ho preferito aggiornare un'altra long che era in sospeso da troppo tempo, ringrazio come sempre i lettori, silenziosi e non, e Clairy e Jennys che sono sempre piene di entusiamo e pazienza!
C.

 
  
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