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Autore: Lady Koyuki    19/02/2014    4 recensioni
L'amore può collegare "mentalmente" due persone?
Può unire due individui lontani chilometri e chilometri?
Infondo si dice che l'amore sia magia, e chissà come mai, a volte dimostra di esserlo davvero.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boa, Hancock/Rufy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOTTO UN CIELO STELLATO


Osservava tristemente il cielo notturno coperto dalle nubi. Non si vedeva nemmeno una stella, solo uno spicchio di luna, ancora piccolo.
Sospirò, rassegnata. Non riusciva a fare altro che pensare, rimuginare e pensare di nuovo. Da quando erano tornate da quel maledetto arcipelago, luogo che ricorderà con tristezza per molto e molto tempo, non riusciva a togliersi dalla testa lui e quell’ultimo momento, qualunque cosa facesse.
Sconsolata, si era allora isolata sul suo balcone, quello dinanzi alla sua camera, quel famoso balcone dove tutto, infondo, ebbe inizio; se non avesse mai accettato di portarlo “ovunque lui volesse”, sue esatte parole, forse non sarebbe successo nulla né sarebbe così triste ora.
Pochi secondi dopo, sentì un fruscio alle sue spalle, e dei passi regolari avvicinarsi.
- Sorella, non dovresti riposare? E’ tardi e presto dovremmo ripartire nuovamente alla ricerca di rifornimenti – disse una voce dietro di lei, con tono preoccupato.
- Tranquilla, Mari, non ho sonno. Solo questo. Tu e Sandersonia andate pure a riposare, non badate a me – rispose, girandosi a guardare la sorella cercando di irradiare serenità.
L’altra la guardo scettica, ma non volle opporsi.
- Come vuoi. Buonanotte allora – concluse, rientrando nel palazzo, ancora insicura sull’affermazione della sorella.
La principessa tornò allora ad appoggiarsi sul davanzale del grande balcone, ributtandosi nei sui pensieri. Già era grave far restare un uomo sulla loro isola, come aveva fatto per lui quando era gravemente ferito, ma innamorarsene; era una cosa gravissima. Non poteva di certo farlo tornare sull’isola, contro tutte le leggi del suo villaggio; ma lui era certo si sarebbero di nuovo incontrati, e lei voleva crederci, ci sperava disperatamente e sperava sarebbe stato presto. Non gli aveva detto addio e nemmeno voleva farlo.
Una cosa del genere non l’ho mai detta a nessuno. E poi io voglio rivederti”
Ci credeva a quelle parole. Ci si appendeva disperatamente. Si chiedeva se fosse la cosa giusta reggersi così a una speranza, ma lo faceva inconsciamente e non riusciva a evitarlo.
Chissà dove era ora, se stava bene e con chi era. Ultimamente cercava spesso di reperire giornali dalle navi che depredavano, solo per sapere se lui era vivo e aveva fatto ancora notizia, o sperando di non vedere la sua cattura e il rischio della sua esecuzione.
Ma sapeva sarebbe stata dura catturarlo. Lui era fortunato, fin troppo. Testimone anche il fatto che con tutti gli uomini presenti sul pianeta, lei, la principessa serpente, imperatrice di un regno di sole donne, si sia innamorata proprio di lui, un ragazzo venuto da un luogo lontano, che era riuscito a far sciogliere il suo cuore di ghiaccio.
“Ci rivedremo”
Sorrise allegramente. Non sapeva cosa la rendeva felice, ma inconsapevolmente lo era. In quel momento era certa si sarebbero incontrati di nuovo e non ne dubitava minimamente, come se qualcuno gliel’avesse assicurato.
Osservò di nuovo il cielo, per l’ultima volta prima di ritirarsi, e notò con piacere che le nuvole si erano allontanate; al loro posto, c’era un cielo nero coperto da miliardi di puntini luminosi e da uno spicchio di luna che irradiava una colorazione bianca intorno a se.
Si chiese se anche lui stesse guardando lo stesso cielo che guardava lei, magari anche pensandola. Si diede della sciocca, lui non voleva nemmeno sposarla, l’aveva detto chiaramente; ma la cosa sicura è che voleva rincontrarla. E per ora questo le bastava.
Lentamente si sollevò dal davanzale di marmo, si girò e si diresse in camera sua. Sua sorella aveva ragione, aveva bisogno di riposo prima di partire, infondo era anche lei una piratessa e come lui doveva viaggiare per il mare.
Prima di entrare al caldo del suo palazzo, però, augurò la buonanotte al cielo stellato, sperando potesse raggiungere anche lui.
 
Lontano da quel luogo, in mezzo al mare scuro come il cielo, ancora nuvoloso,  era ancorata una nave, illuminata leggermente da un piccolo spicchio di luna. Su quella nave, sopra uno strano leone, più simile ad un sole, sedeva un ragazzo, con in testa un riconoscibile e conosciuto cappello di paglia.
Anche lui era perso nei propri pensieri, o almeno nei propri ricordi; succedeva davvero spesso dopo la morte di suo fratello, ma evitava di farlo davanti agli altri. Così si perdeva nei suoi pensieri nelle notti più buie, quando ne aveva un disperato bisogno.
Ad un tratto alzò la testa di scattò, voltandola a destra e sinistra, come richiamato da una voce lontana.
- Ma cosa?-
Si sentì improvvisamente chiamato da qualcuno, come se lo cercassero. Capì che qualcuno lo pensava e si chiese chi mai potesse essere, c’erano molte persone che aveva incontrato e che voleva rincontrare, le quali potevano pensare a lui.
Ma irrimediabilmente il suo pensiero cadde su una in particolare, lei. La donna più bella del mondo. Chissà se era lei che lo stava pensando o no. Le doveva la vita, e molto altro, aveva fatto davvero tanto per lui. Ma lui non sapeva che l’aveva resa felice soltanto con il prometterle che si sarebbe rincontrati, che lui voleva rincontrarla. E ne era certo, sarebbe successo. L’avrebbe incontrata nuovamente.
Osservava il mare, nero come il cielo, quando si accorse che le nubi si stavano stranamente diradando; allora vide anche lui le numerose stelle e il piccolo spicchio di luna bianco.
Si chiese se anche lei le stesse osservando, e sorrise; se pensava a lui, forse osservava anche il suo stesso cielo. E il pensiero lo rese stranamente felice.
- Ci rivedremo, è una promessa –
Urlò al cielo, come se le sue parole potessero raggiungere le orecchie della donna, regalandole certamente un sorriso e un po’ di felicità.
 
 
   
 
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