Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: LeanhaunSidhe    19/02/2014    2 recensioni
A volte, per indossare nuovamente la tua maschera, hai bisogno di guardare cosa c'è oltre quella degli altri. Amina deve riappacificarsi col suo passato e, mentre tenta di riuscirci, forse riuscirà a cambiare anche il presente dei protagonisti...
E' una storia breve, leggera e senza pretese, dalle tinte appena scure. Se avete voglia di tentare con la lettura di una storia un pò diversa, ecco qua :)
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Nuovo Personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non appena fu dentro, Amina chiuse la porta alle proprie spalle col braccio che teneva in tasca. Non era aggraziata nei movimenti,  ma aveva imparato a non interrompere mai il contatto visivo. Per lei, ogni confronto si basava su una dimostrazione di forza. Certo non fisica, ma di carattere e quella, almeno per il suo lavoro,  ne aveva da vendere. Avanzò lenta e decisa verso l’uomo che l’attendeva fumando una sigaretta, eretto nella sua poltrona girevole di tessuto chiaro, come se fosse un trono.
Hayami la osservava curioso, apparentemente per nulla intimorito, mentre lei buttava il giubbotto su una delle sedie di fronte alla sua scrivania e occupava l’altra.

“Andiamo subito al sodo: cosa vuoi?”

Non era l’apparenza di quella donna ad essere fastidiosa, ma solo i suoi occhi. Lei aveva uno sguardo penetrante, che pareva carpirti tutti i segreti in un istante e certo senza il tuo permesso.
Amina pretese una sigaretta prima di rispondere e una volta accesa se la portò lentamente alle labbra.
Voleva vedere fino a che punto poteva stuzzicare, ora che aveva recuperato un poco le forze. Sorrise e poggiò la mano sul legno chiaro della scrivania.

“Voglio solo capire.”

Il brillante affarista storse il naso.

“Cosa?”

La vide ridere ancora e mostrare una fila di denti bianchi, ma lievemente sovrapposti davanti. Leggermente truccata e vestita degnamente, poteva addirittura definirsi bella. C’era un fascino magnetico nelle sue iridi così verdi. Se riusciva a farle ardere con il fuoco di una stessa persona che lui ben conosceva, non faticava a credere che na come lei  si potesse addirittura amare.

“Posso capire il perché del tuo agire ma, francamente, proprio non lo condivido.”

Cercando di contenere l’orgoglio ferito, l’uomo provò a portare sul tavolo il blocchetto degli assegni.
Si arrestò ben prima di poggiare la penna sul primo foglio.

“Se con quel coso non riesci a riportare in vita il mio Toki, puoi tranquillamente riporlo dove l’hai preso. “

Sapeva benissimo che la sua avversaria aveva rifiutato una eredità legittima, che si aspettava di ottenere?

“Pensi di poter avere di più raccontando la storia a qualche giornalista scandalistico?”

Tranquillamente, la donna di fronte a lui negò.

“Sono stanca Hayami. Non so se crollerà prima la mia mente o il mio fisico. Ma prima di uscire di scena, sta pure sicuro che Maya saprà l’identità del suo ammiratore, da me, entro una settimana. Oppure puoi precedermi. Fa come ti pare. In ogni caso, la mia amica sarà informata.”

Hayami balzò sulla sedia e l'afferrò per il colletto della maglia scura. Mai prima d'allora aveva provato così forte l'impeto di colpire una donna.

"Maya deve pensare unicamente a realizzare il suo sogno. Non ti permetterò di metterla in pericolo."

Incurante del suo gesto, Amina gli soffiò sul naso parte del fumo che aveva ancora in bocca.

"Sai benissimo che lei non ha bisogno di te per realizzare il suo sogno. Ammettilo."

Un angolo delle sue labbra si arricciò verso l'alto mentre si beffava di lui.

"Maya sta crescendo: un fiore magnifico, sbocciato nel terreno più arido e impervio, per questo ancora più sublime."

Poggiò le mani sul tavolo e si avvicinò ulteriormente a quell'uomo. Era bello, non c'era da dire, ma vacuo come la parte grezza della maschera.

"E quando sarà arrivata alla sua forma definitiva, tu, in confronto a lei, sarai nulla. Lentamente, per lei resterai un ricordo. Il tempo le insegnerà a farsene una ragione e troverà qualcuno che abbia il coraggio di amarla veramente perchè ammettiamolo..."

Osservava elettrica la mano di Masumi, colmo risentimento e rabbia, fremere sulla sua maglietta: con le prossime parole era certa che avrebbe causato una reazione a catena.

"... tu non ne hai il coraggio. Non sei degno di amarla."

Si aspettava lo schiaffo caricato con l'altra mano dell'uomo, diretta alla guancia destra. La parò con l'avambraccio e approfittò del suo momentaneo stupore per afferrargli il polso, fulminea. Balzata sulla scrivania e scivolata alle sue spalle, gli torse il braccio dietro la schiena. Aumentò la pressione e lo obbligò a piegarsi col viso tra i fogli che stava firmando fino a poco prima. Portò le labbra al suo orecchio e scandì con chiarezza poche parole.

"Se ne avessi avuto il coraggio, avresti cambiato le cose molto tempo fa."

Lo mollò con uno strattone e gli fece sbattere la fronte sul legno, tramortendolo appena.
Calmò il respiro leggermente affannato e girò attorno alla scrivania per recuperare il giubbotto.
Hayami si risistemò la cravatta e si riavviò  i capelli con dita tremanti.

"Intendi dire che dovrei morire per lei, come Toki ha fatto per te, per dimostrare che la amo."

Non avrebbe mai più dimenticato il silenzio di quella donna, durato momenti che erano sembrati secoli, pesanti come macigni. In un attimo, si era mostrata a lui del tutto diversa da poco prima.
"Intendo dire che devi amarla ora, perchè siete vivi, Hayami, non c'è la morte che vi separa, come per  me e Toki."
Improvvisamente, quel giubbetto di pelle gli parve troppo largo per quelle spalle fragili. Da un attimo all'altro, gli sembrava che Amina avrebbe potuto cascarci dentro.

"A differenza nostra, voi avete la possibilità di essere ancora felici. Sarebbe da veri idioti non sfruttarla."

Sbattè più volte le palpebre, quando iniziò a vedere le lacrime lambire le ciglia di Amina Forks. Aveva di fronte quasi un fantasma. Sentì salire la nausea quando si rese conto che proprio lui avrebbe potuto essere causa di una sofferenza simile per Maya. Fu un attimo che la donna di fronte a lui impallidì e perse i sensi. L'affarista senza scrupoli si affrettò a sorreggerla e chiamare un'ambulanza. Non riuscì a chiudere occhio quella notte e neppure le seguenti. Fu poco prima dello scadere della settimana che si decise ad uscire da casa in jeanz, senza giacca e cravatta. Voleva acquistare due mazzi di fiori: uno di rose scarlatte ed un altro per un'amica.


   
 
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