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Autore: lalad5    19/02/2014    2 recensioni
Dopo la Grande Guerra tutto va alla meraviglia. Il nuovo governo fa prosperare i distretti e i Vincitori vivono come tali. Ma la realtà ha infinite sfaccettature e altrettante facce sotto le quali nascondersi. La situazione nei distretti non è poi così buona e i Vincitori e tutti coloro che hanno avuto un po' di influenza nella Guerra sono costretti a mandare i loro figli nella Guardia Nera, l'esercito di Panem dai dubbi principi. Riuscirà la figlia della Ragazza di Fuoco e del Ragazzo del Pane a rendere onore alle origini che porta?
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Una decina di anni dopo la fine della guerra il nuovo governo decise che per evitare che si riproponesse la possibilità di avere dei pacificatori corrotti fin dalla nascita ogni due anni e mezzo fossero estratti quattro nomi per ogni distretto (due maschi e due femmine) tra i quattordici e i diciott'anni per entrare a far parte della Guardia Nera
°°°°°
il giorno della Scelta di scelta ha ben poco visto che la presidente estrae i nomi da una sfera tutta nera, alla faccia dell'originalità.
Genere: Azione, Generale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Presidente Paylor
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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But if you close your eyes, 
Does it almost feel like 
Nothing changed at all? 
And if you close your eyes, 
Does it almost feel like 
You've been here before? 

Ma se chiudi gli occhi, 
Non sembra quasi che nulla sia cambiato? 
E se chiudi gli occhi, 
Non sembra quasi che tu sia già stato qui prima d'ora? 
-Pompeii, Bastille



Di fronte a tutti i membri della Guardia riuniti sono stati piazzati due maxi schermi in modo che tutti possiamo avere una vista ottimale. Che bello. Chiaramente però noi Scelti abbiamo un posto d’onore su un palco. I maxi schermi si accendono e la Scelta comincia con una panoramica su tutti i quindici distretti, con l’inno di Panem in sottofondo fino all’inquadratura della presidente Coin .
La presidente fa i suoi soliti discorsi patriottici a cui io non presto nemmeno attenzione, ma da come vedo annuire alcuni ragazzi attorno a me capisco che loro ci credono. A volte mi chiedo se sia poi così male vivere senza tutto questo cinismo.
“Ma adesso arriviamo alla parte che tutti noi stavamo aspettando , vediamo quali fortunati ragazzi avranno l’onore di proteggere Panem! -  la presidente ha un sorriso talmente ampio che mi domando come faccia ad avere ancora tutte le parti del viso al loro posto – però prima vorrei annunciare che come molti di voi sapranno mia figlia Yasmine avrà la fortuna di partire per unirsi alle Guardia”.
La panoramica passa dal volto della Coin a quello di una ragazzi con un mucchio di treccine con perline colorate, un viso che è una copia più giovane di quello della madre ma con una carnagione se possibile ancora più scura in netto contrasto con le iridi color miele e lunghe ciglia. Non riesco a capire il suo sguardo, ed è una cosa strana, solitamente sono brava ad inquadrare le persone dagli occhi.
“Ma adesso bando alle ciance ed estraiamo i nomi ed estraiamo i nomi da distretto uno in poi, prima le donne."
Ogni distretto è una tortura, ogni nome una piccola coltellata, ogni secondo che passa separa il mio fratellino dalla libertà.
"E per il distretto dodici oltre i sorteggiati si unirà al loro destino anche Rhage Mellark, secondogenito dello sfortunato amore del dodici, dei vincitori degli Hunger Games che riuscirono ad aggirare la follia di Capitol City prima di chiunque altro, il figlio della RAGAZZA DI FUOCO!" 
Il discorso viene fatto con una tale enfasi, urlando il soprannome di mia madre che mi fa sentire come se fossi  solo un prodotto sponsorizzato, mi viene da vomitare e quando vedo la mia faccia sul maxischermo maledico tutto questo una volta in più. Ho gli occhi lucidi ed ad uno sguardo esterno sembra che io sia commossa. Adesso riesco a sentire persino le urla di giubilo della folla attraverso i microfoni posti in tutto il paese; vedo gente festante che si sbraccia  e che acclama la mia famiglia. Sono tutti convinti che io sia una copia di mia madre in meglio, la loro nuova salvatrice, ma onestamente non voglio esserlo, non sono coraggiosa neanche la metà, non sono nemmeno riuscita a risparmiare a Rhage una vita che disprezzo con tutta me stessa. Corro più veloce che posso, scappo all'interno della base e accasciandomi contro la parete dò di stomaco.

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Certe volte mi chiedo come sia avere dei genitori. 
Mio padre è morto quando avevo poco meno di tre anni per un attacco di cuore e una madre è cose se non ce l'avessi mai avuta. Si, perché lei è la grande e potente presidente Coin . È sempre in giro per andare da qualche parte in "visita diplomatica", programma qualche riunione super importante, qualche mossa politica e tra i suoi molteplici impegni si scorda di avere una figlia. Onestamente non credo che mi avrebbe mai voluto se non fosse stato per motivi propagandistici. Non ha nessun lato materno. Non ricordo un suo abbraccio, un suo bacio della buonanotte o un "ti voglio bene", tutto questo chiaramente quando non ci sono le telecamere, perché se ci sono diventa la persona più dolce del mondo, e io qualche volta ci ho anche creduto, però prima che tornasse la solita gelida Coin. Che fessa che sono stata. È proprio una mamma perfetta.
Il fischio del treno mi avvisa che il tempo con le famiglie sta per finire, non che io è mia madre abbiamo parlato, sia chiaro.
Un po' distante da dove sono io noto un ragazzo distintamente dello 0 come me, figlio di non ricordo che funzionario con attaccato al braccio una ragazza in lacrime che dà l'idea che non gli si staccherebbe neanche con un piede di porco. Sta facendo tante di quelle scene che pur di non sentirla preferisco salire salire sul treno. Saluto mia "madre" e non ricevo un solo saluto se non: "Vedi di trovare tre specialità importanti". Certo, perché se non lo fossero sarebbero una terribile macchiolina nella sua vita immacolata. Stronza.
Mi giro e salgo la scaletta senza voltarmi. Sono certa che se le chiedessero che viso ho non saprebbe neanche rispondere.
Meglio mettersi comodi, sarà un lungi viaggio fino al quattordici.

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N occhi mi costa uno sforzo sovrumano e sento pulsare la testa in prossimità delle tempie.
Ho solo ricordi sfocati di quello che è successo dopo che sono scappata dalla Scelta; ricordo di aver vomitato, qualcuno che mi teneva su i capelli, un ondeggiare blu ed oro, una salviette a fresca sul viso e poi nulla. Girando la testa sento il collo scricchiolare e capisco che questa non è la mia stanza. Ci sono strumenti musicali ovunque, ma oltre questo niente di personale, però sono sicura di non esserci mai stata prima.
Alzandomi mi accorgo di essere senza scarpe e senza giacca dell'uniforme, quindi ho solo la canottiera bianca che portavo sotto. In tutta sincerità anche se non sono esattamente una persona pudica mi scoccerebbe un po' andare in giro così, anche perché dando un'occhiata in corridoio non ricordo questa zona della base e perdersi sarebbe solo una spreco di tempo. In più se devo essere proprio sincera non mi sono proprio proprio ripresa, e l'idea del letto mi alletta parecchio.
Mi sono appena messa a letto quando rientra una delle ultime persone che mi sarei mai aspettata: Alcuin Hawthorne. Non che sia una brutta, ma forse in tutto abbiamo fatto un paio di dialoghi tipo:
"Ehi, ciao, come stai?"
"Bene, tu?"
"Bene, non è che hai visto Zordan?"
"Si, mi sembra che sia andato di là"
"Grazie, ciao".
Però quelli così sono i più lunghi.
"Ti sei svegliata finalmente!"
"Ehm, si... Quanto ho dormito?"
"Diciamo... uhm... Sulle dodici ore - Dodici ore? DODICI ORE?!? - dovresti vedere la tua faccia in questo momento - dice ridacchiando - comunque pensavo che ti saresti svegliata avresti avuto fame, quindi ti ho portato un panino con carne e formaggio, una mela ed un po' d'acqua". Beh, adesso che me lo fa notare mi accorgo di essere davvero affamata. Mi passa prima il panino.
"Grazie, ma scusa come hai fatto ad avere queste cose? Non si può portare nulla fuori dalla mensa."
"Beh, non puoi se non hai i giusti agganci, ma se ce li hai in pratica puoi farti arrivare qualsiasi cosa" continuo a mangiare e tra di noi scende il silenzio comincia a sbucciare la mela e quando ho finito il panino mi passa uno spicchio alla volta. Nessuno mi sbuccia la frutta più la frutta da quando ero piccola, ma per quanto stupido possa sembrare mi dà un senso di intima connessione particolare, però senza imbarazzo, anzi, un senso di pace che non provavo da veramente un sacco di tempo. 

But if you close your eyes, 
Does it almost feel like 
Nothing changed at all? 
And if you close your eyes, 
Does it almost feel like 
You've been here before? 



È coccolata da queste piccole attenzioni mi rilasso talmente tanto che quando ho finito di mangiare mi lascio scivolare inconsapevolmente tra le dolci braccia di Morfeo.  

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[Narra l'autrice]
Saluto tutti gli impavidi che sono arrivati fin qui. Sarò breve, giuro. Per prima cosa vorrei ringraziare tutti quelli che hanno lasciato una recensione e mi scuso per non aver avuto il tempo di rispondere ad ognuno, e anche tutti quelli che la seguo la storia in silenzio. Mi dispiace davvero tanto aver aggiornato dopo così tanto tempo per tutta una serie di motivi ma non preoccupatevi perché mi sforzerò ad aggiornare presto. Comunque per questioni di chiarezza avete capito che nel secondo paragrafo a raccontare era Yasmin? Beh, per qualsiasi cosa non esitate a chiedere.
Un bacione, vi adoro <3 

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