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Autore: MiketsukamiArisu    20/02/2014    2 recensioni
Ci troviamo ad Alabasta, dopo le vicissitudini che hanno sconvolto il Paese. Nel castello, Bibi non riesce a dormire, e Rufy si aggira in cerca della cucina, come sempre molto affamato...
Un incontro casuale darà ai due l'occasione per chiarire cose non dette, per parlare a cuore aperto, prima della loro imminente separazione. Cosa succederà?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nefertari Bibi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Spazio dell'autrice
Buongiorno minna-san!
Un avvertimento prima di iniziare è di dovere. Chi mi conosce e segue le mie FF sarà un po' confuso... Perchè, naturalmente, sa che io AMO follemente la RuNami e non la tradirei mai. Non allarmatevi! Continuo ad amare Rufy e Nami come se non ci fosse un domani e sono sicurissima che un giorno sarà Canon <3
Eh-ehm, a parte questo, dovete sapere che questa FF è un regalo per un caro amico, che invece tifa RuBibi e che mi ha chiesto questo favore.
Nonostante tutto, mi è piaciuto scriverla, quindi spero tanto che piaccia anche a voi. Contento, onii-san?!
Un bacio, Arisu






Ad Alabasta il buio era sceso da parecchie ore. Le stanze ampie del castello, che poco prima risuonavano delle risate dei Mugiwara, erano silenziose e tranquille, finalmente tornate alla normalità.
Eccetto un rumore di passi nel corridoio, pesante e strascicato.
Bibi tese l'orecchio nel suo letto.
Era in camera sua, al sicuro, ma dopo tutti quei mesi passati lontani da casa non riusciva più a dormire profondamente come una volta. Al minimo rumore si svegliava di soprassalto, spaventatissima.
Inquieta si alzò, in vestaglia, posando l'orecchio contro la porta. “Karl?” sussurrò. “Sei tu?”
I passi si fermarono davanti alla soglia e un fruscio di abiti risuonò attraverso il legno.
Clack!
La porta si spalancò all'improvviso e Bibi, che vi stava appoggiata, capitombolò a terra. Immediatamente cercò di alzarsi, per fronteggiare chi le stava di fronte, ma inciampò nella lunga vestaglia e finì di nuovo sul pavimento. Imprecò sottovoce.
Una risata cristallina risuonò sopra di lei, e i battiti impazziti del suo cuore si calmarono. Monkey D. Rufy.
“R-Rufy...” sospirò esasperata. “Rufy, santo cielo, cosa ci fai qui?”
Lui rideva, tenendosi la pancia con le mani. “Bibi, cosa ci fai a terra?!”
“Ma che coraggio! Mi hai fatta cadere tu!” protestò lei, rossa in viso.
“Ah, scusa!” replicò l'altro con un sorriso. “Credevo fosse la cucina!”
“C-cucina?! Ma come cavolo... Rufy, non mi dirai che hai ancora fame!”
“Io ho sempre fame!”
“Ma dopo quel banchetto... Hai mangiato come se non lo facessi da settimane!”
“Bibi, io ho SEMPRE fame! Dov'è la cucina? Cosa posso mangiare?” rispose il Capitano in tono lamentoso.
“Prima di tutto abbassa la voce! Secondo, dammi un attimo e ti ci porto io. Tanto ormai mi hai svegliata” si arrese Bibi.
Lui le tese una mano, soddisfatto. Bibi la afferrò con un po' di esitazione e si lasciò tirare in piedi, con uno strattone. Si trovarono faccia a faccia e lei si sentì improvvisamente a disagio: era nella sua camera da letto con un ragazzo, per la prima volta in vita sua; ed erano anche un po' troppo vicini. Distolse lo sguardo.
“Ti ho svegliato io? Ma se ho fatto pianissimo!” obiettò Rufy confuso. “Come hai fatto a sentirmi?”
“Ultimamente faccio fatica a dormire” tagliò corto la principessa. “Seguimi!”
Imboccò il corridoio buio e freddo a piedi nudi, velocemente.
“Bibi, aspetta!” protestò la voce di Rufy alle sue spalle. “Non ti vedo, dove sei?”
Lei si voltò per rispondere, ma una mano gommosa si slanciò nel buio e le tastò un fianco, afferrandole la veste.
“Rufy!” sussultò lei. “Dove sei sparito?!” mormorò afferrandogli il polso per allentare la presa. Scrutò l'oscurità e vide la figura sottile del Capitano riemergere, esitante. Lui le prese la mano e gliela strinse.
“Se non mi tieni io mi perdo” brontolò il ragazzo mettendo il broncio.
Lei sospirò. Se suo padre o Igaram-san l'avessero vista mano per mano con un pirata, a quell'ora di notte, l'avrebbero uccisa. Procedette nel corridoio dirigendosi verso le cucine, con Rufy al seguito.
La situazione era imbarazzante. Beh, almeno per lei. Rufy probabilmente non si rendeva nemmeno conto che questo potesse essere sconveniente, per una principessa. Non si sarà nemmeno reso conto che sono mezza nuda, pensò lei alzando gli occhi al cielo... E a questo proposito, stava battendo i denti. Avrebbe dovuto mettersi qualcosa di più addosso.
“Hai freddo?” chiese Rufy improvvisamente. “La tua mano trema”
“Un po'. Non è niente” minimizzò lei. Rufy lasciò andare la sua mano e lei si fermò, sorpresa.
Il braccio caldo e gommoso del Capitano si allungò a cingerle le spalle e lei arrossì nel buio. “Cosa fai?”
“Sei gelida” si lamentò il ragazzo. “Manca ancora tanto?”
“No... Ci siamo quasi.” sussurrò lei rabbrividendo.
Per qualche secondo ancora, ci furono solo i loro passi sul pavimento di pietra, poi la principessa si fermò. Rufy sciolse l'abbraccio e ridacchiò, contento. “Ci siamo?!” chiese con trepidazione.
“Si, ci siamo. Aspetta...” Bibi si chinò, scostandosi i capelli dal viso, per cercare la maniglia della porta. La serratura scattò e lei accese la luce, finalmente.
Si voltò, ma il Capitano l'aveva già superata, lanciandosi nella stanza in cerca di cibo. Iniziò a frugare in tutti i cassetti e nel frigorifero con una voracità leggermente inquietante.
Un'ondata di tristezza la travolse nel vedere la scena. Quanto le sarebbero mancati quei momenti, il Capitano che si abbuffava mentre lei e Nami cercavano di trattenerlo. Chinò il capo, sentendosi stanca e nostalgica.
Aveva passato delle giornate meravigliose, con tutti loro. Non si era mai sentita così felice, e ora si trovava costretta ad abbandonare quello stile di vita. I ragazzi stavano quasi diventando una famiglia, per lei... C'erano stati momenti in cui nessun castello e nessun re avrebbero potuto eguagliare la Merry... e il suo Capitano.
Quando sollevò lo sguardo, Rufy la stava guardando dall'altro lato del tavolo, con la testa inclinata da un lato. Aveva un'espressione seria. “Va tutto bene?” chiese a bocca piena.
“Cos... Si!” esclamò lei, riscuotendosi. Si sfiorò una guancia e la trovò rigata di lacrime. “Ah... Io...” cercò di spiegarsi asciugandosi il viso.
“Ehi” la fermò il ragazzo, alzandosi. “Cosa succede?” domandò confuso. “Vuoi mangiare anche tu?”
“N-no. Sto bene, sono solo stanca. E ho freddo. Forse è meglio che me ne vada” mormorò senza guardarlo.
“No, no! Stai qui!” le intimò il ragazzo, aggrottando le sopracciglia nere.
“Cosa c'è?”
“Prima di tutto, se tu te ne vai io non posso tornare in camera mia.” obiettò lui abbastanza ragionevolmente. “Secondo, è la nostra ultima notte insieme! Non puoi andartene così!”
Lei si sentì arrossire, sbigottita. “Cosa vuoi dire?” azzardò, a disagio.
“Beh, che devi mangiare almeno qualcosa!”

“Ma non ho fame” sorrise lei tra le lacrime.
“Comunque siediti! E' il Capitano che te lo ordina!” insistè il ragazzo scuotendo la testa.
Il Capitano. Il mio Capitano, ancora per una notte soltanto. Sospirando si sedette, posandosi la guancia sulla mano. 

  
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