CAPITOLO QUATTORDICI – TORNARE A CASA
Il viaggio di ritorno fu un vero e proprio incubo per i poveri Dragon Slayer.
Gli
schiavi liberati della baia si erano gentilmente offerti di
riaccompagnarli nel Regno di Fiore usando una delle galee rimaste in
porto e ormai prive di padrone, e naturalmente Erza e Gray avevano
accettato felicemente l'invito. Non si poteva dire però che
i
quattro cacciatori di draghi fossero entusiasti all'idea di un intero
giorno di viaggio a bordo di un'infernale barca che ondeggiava
continuamente tra i flutti marini, di conseguenza non fu poi
così
strano trovarli tutti e quattro sul ponte, agonizzanti. Natsu e
Gajeel giacevano scompostamente sul pavimento e gemevano ad ogni
rollata della nave, mentre Laxus e Cobra ebbero quantomeno il
buonsenso e la decenza di rimanere seduti sul parapetto e vomitare
l'anima fuoribordo invece che sul ponte.
Furono
più che contenti quando, la mattina dopo, la nave
attraccò al porto
di Harugion e li fece scendere a terra, tanto che Natsu
attaccò
subito ad esibirsi in capriole e piroette a raffica, salvo poi
beccarsi un calcio da Gajeel e dare quindi inizio a una delle solite
zuffe da cani randagi.
“Gajeel, brutto bastardo!”
“Che diavolo stai facendo, idiota?! Ti sembra il momento di metterti a fare casino? Devo forse ricordarti che appena arriveremo a casa il Master ci darà una bella strigliata?!”
“Un motivo in più per festeggiare prima che ciò accada!”
“Cos'ha che non va la tua testa?!”
“Ma chiudi il becco, ferraglia arrugginita!”
Erza
li mise a tacere entrambi con due colpi da far venire i bernoccoli,
poi l'intero gruppo si mosse per riprendere la strada di casa.
Prima
di puntare verso Magnolia, fecero una rapida deviazione a Era per
riportare Cobra in prigione, secondo i suoi stessi desideri.
“Ma ne sei sicuro?” insistette Natsu mentre giungevano in vista dell'enorme edificio in pietra grigia. “Insomma... potresti sempre scappare, ti copriremmo noi la fuga”
“Mi sono ricreduta sul tuo conto” aggiunse Erza. “Ci hai davvero aiutati, Cobra”
Il Dragon Slayer di Seconda Generazione sbuffò. “Tch. Non l'ho fatto per fare un favore a voi, nemmeno mi piacete! È stata solo una buona occasione per prendere aria e fare un po' a botte”
Si
fermò in mezzo alla strada e gettò loro
un'occhiata critica.
“Vedete
di non cacciarvi troppo nei guai, la prossima volta non so se
avrò
voglia di pararvi il culo”
Gajeel sogghignò. “Ghihi. Non lo sai che la specialità di Fairy Tail è proprio cacciarsi nei guai?”
Cobra ricambiò il ghigno. “Fate come vi pare, ma non tiratemi in mezzo”
A
quel punto si salutarono, e il gruppo attese che fosse Laxus a
riaccompagnarlo in prigione, pronto a rifilare alle guardie la falsa
scusa di averlo catturato sulla strada per Onibus. Doranbalt avrebbe
passato un bel po' di tempo a chiedersi come diavolo fosse riuscito a
evadere.
Quando
arrivarono abbastanza vicini alla prigione, ma non così
tanto da
essere riconoscibili dalle guardie, Laxus si fermò in mezzo
alla
strada.
“Cobra... sul serio, non sei costretto a tornare in prigione”
L'Oraciòn Seis si voltò sconcertato verso di lui, guardandolo negli occhi.
Il biondo continuò. “Sono stato io a proporti di venire con me, e tu mi hai aiutato di tua spontanea volontà. Non ho alcun diritto né dovere di riportarti in cella. Puoi andartene per la tua strada... oppure venire con noi a Fairy Tail”
Cobra
non avrebbe mai pensato che proprio la gilda contro cui aveva
combattuto sette anni prima gli offrisse di entrar a farne parte
così
facilmente. Eppure la voce del cuore di Laxus non mentiva, era una
voce sincera e priva di ostilità. Il Drago del Fulmine, suo
compagno
in quell'avventura alla Baia degli Schiavi, gli stava davvero
tendendo la mano. Era una cosa piacevole, così com'era
piacevole il
pensiero di unirsi a una gilda che teneva davvero ai propri compagni
e che non lo avrebbe giudicato per i suoi crimini.
Per
un momento accarezzò quel pensiero,
quell'opportunità unica che gli
veniva offerta, ma alla fine scosse la testa e sorrise.
“Grazie dell'offerta, ma non ho intenzione di passare il resto della mia vita a nascondermi. Il Concilio della Magia mi darebbe la caccia per sempre, e finirei per mettere nei guai la tua gilda, senza contare che dovrei abbandonare i miei compagni alla prigionia. Perciò rifiuto”
Laxus comprese e annuì. “Come vuoi” si limitò a sospirare, prima di riprendere a camminare verso la loro meta. Una volta che le guardie del Concilio ebbero preso l'Oraciòn Seis in consegna, il Dio del Tuono gli fece un cenno di saluto e gli diede le spalle per tornare sui suoi passi.
“Laxus” lo chiamò un'ultima volta Cobra, mentre le guardie gli mettevano le manette. “Sai... credo che un giorno sarai un grande Master”
E Laxus sorrise.
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Lucifer se ne stava seduto scompostamente su un masso in mezzo alle macerie del castello di Hellhound. Si era appena raddrizzato a forza il polso rotto, ed era ora impegnato a ricucirsi alla buona la spalla sinistra, così da assicurarsi che il braccio non si staccasse dal resto del corpo. Tastandosi il petto aveva trovato tre o quattro costole incrinate, e a prima vista neanche le ossa del bacino sembravano trovarsi al posto giusto. Nel complesso aveva subito parecchi danni, e pur non avvertendo altro che un vago formicolio diffuso era conscio di doversi curare seriamente se non voleva raggiungere sul serio suo padre nell'Oltretomba.
Finì
di tirare coi denti gli ultimi fili della cucitura, poi si
rilassò
contro una colonna rimasta miracolosamente in piedi e
contemplò il
disastro attorno a sé.
Fiamme
e nuvole di polvere danzavano ancora in mezzo a tutta quella rovina,
rendendo l'ambiente simile a ciò che restava di un campo di
battaglia dopo un conflitto particolarmente violento. C'erano
pilastri e punte acuminate che sporgevano dalle macerie come cadaveri
in una fossa mal ricoperta, e già si vedevano arrivare i
primi corvi
in cerca di carcasse. Un drappo di seta nera e scarlatta
volteggiò
un paio di volte nell'aria, portata dal vento, e nel passare davanti
ai suoi occhi mostrò chiaramente l'emblema usurato della
gilda, lo
stesso che fino a poco prima lui stesso portava impresso sul braccio.
Gettò
uno sguardo stanco a quel brandello di stoffa smunta finché
non
svanì oltre i resti del torrione, quindi spostò
gli occhi sul libro
sgualcito che giaceva a terra poco distante, semi-coperto dai
calcinacci.
'Magie Perdute dei Draghi', recitava il titolo.
Sorrise
amaramente e schioccò le dita, lasciando che i suoi
obbedienti
fuochi fatui lo divorassero come avevano divorato gran parte del
castello con tutti i suoi abitanti.
Quando
del libro non fu rimasta che cenere bianca, il Dragon Slayer degli
Inferi riportò nuovamente lo sguardo sull'orizzonte, a
perdersi nel
vuoto, lontano, oltre i confini della Baia degli Schiavi.
Come hai potuto permettere che venisse ucciso?
Le parole che gli aveva rivolto Natsu Dragneel in quel salone tornarono a perforargli il cervello con la violenza di aghi, portandolo a pensieri che non aveva mai considerato prima.
Noi Dragon Slayer siamo così pochi... dovremmo essere fratelli! Come hai potuto permettere che gli facessero questo?!
Lui
che chiamava tutti i Dragon Slayer 'fratellini' e
che credeva
nella loro antica magia più di tutti gli altri, non era
riuscito a
comprendere quel semplice concetto. Cosa significava essere fratelli?
Perché il Drago di Fuoco si era infervorato a tal punto?
Nel
sentirsi urlare contro quelle parole, quel rimprovero carico di
rabbia, aveva percepito dentro di sé la stessa nostalgia
provata
quel lontano giorno di quattordici anni prima, quando Necronomycon,
il Drago degli Inferi, lo aveva abbandonato al suo destino per non
farsi più vedere.
Ora
come ora Lucifer non sapeva nemmeno spiegarsi perché avesse
acconsentito a compiere la Magia del Pentacolo con gli altri Dragon
Slayer. Per imparare un nuovo incantesimo? Per prepararsi al ritorno
di Acnologia?
Sciocchezze.
Quelle
magie perdute le conosceva a memoria, e del Drago dell'Apocalisse non
poteva importargliene di meno. Però si era divertito, questo
sì.
Era stato bello sentirsi parte di qualcosa, e per
un momento
arrivare quasi a intuire cosa fosse una famiglia.
Era stato
piacevole bruciare quel torrione con le proprie fiamme e salvare i
suoi fratellini prima che venissero schiacciati dal
crollo
della fortezza.
Gli
era parso addirittura di vedere qualcosa nello sguardo del giovane
Drago di Fuoco, quando questo lo aveva guardato nel salone, una
specie di invito sottinteso.
Vieni con noi. Puoi trovare una famiglia. Tornare alla luce.
Il fuoco azzurro divampò attorno a lui senza che lo comandasse, un fuoco generato da emozioni che non credeva di poter provare. Solitarie e fredde lacrime cominciarono a scorrere sul suo viso, simili a gocce di pioggia. Ne toccò una e si guardò il dito bagnato, sorridendo come per beffarsi di sé stesso.
“Ma guarda... sto davvero piangendo? Tsk... patetico”
Scoppiò in una risata folle e amara che ben presto sfociò in un urlo sofferente diretto al cielo, mentre attorno a lui vortici di fiamme violente divampavano e distruggevano tutto ciò che toccavano.
Sapeva
già da tempo di essere pazzo.
Ora
aveva scoperto di essere anche stupido.
Uno
stupido Dragon Slayer che aveva appena sprecato la sua unica
occasione di trovare una famiglia.
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Makarov camminava avanti e indietro per l'ufficio come un generale che marcia davanti ai suoi soldati senza sapere cosa dire.
Natsu
e Gajeel non avevano neanche tentato di trovare
una scusa
convincente, magari un qualche ideale nobile per cui avevano deciso
di rubare segretamente una missione di classe S.
No,
alla sua domanda sul perché di tale gesto avevano risposto
con una
scrollata di spalle e un 'perché vogliamo diventare
maghi di
classe S'. Più spudorati, incoscienti e spavaldi
di così non si
poteva essere.
Happy
e Panther Lily non erano presenti all'interrogatorio, non potevano
nemmeno essere imputabili per le colpe dei loro partner. Sarebbe
stato come incolpare un gatto per aver seguito il padrone verso il
pericolo.
Il
Master si fermò davanti ai due con un sospiro stanco,
gettando loro
l'ennesima occhiataccia di rimprovero.
“Sinceramente,
vi rendete conto sì o no di cosa avete fatto?”
Gajeel distolse lo sguardo come se trovasse molto più interessanti le crepe nel muro, mentre Natsu sollevò gli occhi al soffitto e si grattò la testa con tanta furia da dare l'impressione che avesse le pulci.
“Beh... abbiamo preso a calci Silvermine e la sua gilda!” affermò convinto.
“E abbiamo fatto saltare in aria il suo castello” aggiunse il Drago d'Acciaio.
“Sì sì, e poi abbiamo anche messo fine ai commerci nella Baia degli Schiavi!”
“In poche parole...” continuò Gajeel.
“... abbiamo portato a termine la missione!” conclusero all'unisono, soddisfatti.
In quanto 'testimone ufficiale dei loro crimini', Laxus li mise a tacere entrambi con due scappellotti belli forti dietro alla testa, prima che Makarov in persona facesse di peggio.
“SIETE DUE STUPIDI!!!” ruggì il vecchio, quasi assordandoli. “Avete infranto almeno cinque o sei regole della gilda in un colpo solo, senza contare che mi avete quasi fatto morire di crepacuore! Non avete idea di quanto sono stato in pena per voi, maledetti marmocchi!”
A quelle parole i due abbassarono la cresta e cominciarono sentire un principio di senso di colpa.
“Ci dispiace, Master” commentò Gajeel a voce bassa, pesantemente a disagio. L'ultima cosa che voleva era far arrabbiare o preoccupare il Master, quell'uomo che per primo gli aveva teso la mano per strapparlo all'oscurità.
“Scusa, nonnetto...” aggiunse Natsu, se possibile con voce ancora più piccola.
Laxus assisteva in silenzio senza fare commenti. In fondo il suo compito era solo quello di confermare le loro versioni dei fatti e rispondere alle domande del vecchio sulla sua parte di missione, non certo fare l'avvocato di quei due deficienti che ancora erano bendati e incerottati come mummie.
Makarov
sospirò e diede loro le spalle.
“Siete
stati degli sciocchi. Vi siete cacciati in una situazione
estremamente pericolosa, e se non fosse stato per Erza, Gray e Laxus
non ne sareste usciti vivi. Provate a pensare al dolore che avreste
lasciato dietro di voi. Come credete che l'avrebbero presa i vostri
compagni?”
Quelle parole fecero più male del previsto, perché per la loro ottusa ostinazione di voler diventare maghi di alto rango avevano finito per dimenticare la preoccupazione dei loro compagni.
“Però...” continuò il vecchio, addolcendo lo sguardo. “Sono contento che siate tornati sani e salvi”
I due Dragon Slayer non si erano mai sentiti più a disagio di così. Non riuscivano neanche a guardare in faccia il vecchio.
Makarov
si voltò verso il nipote, rimasto fino a quel momento in
religioso
silenzio.
“Oh,
Laxus, prima che me ne dimentichi... questa mattina è
arrivata una
richiesta per una missione di classe S indirizzata a te”
Laxus inarcò un sopracciglio. “Per me?”
“Già, il committente richiede specificatamente che sia tu a portarla a termine”
Il biondo fece spallucce. “Di che si tratta?”
Il Master aprì un cassetto della scrivania e trafficò con plichi di documenti e cartacce di ogni genere, fino a scavare fuori un annuncio stropicciato.
“Uhm, dunque... il cliente richiede l'abbattimento del Dragon Slayer degli Inferi, Lucifer”
I tre giovani sgranarono gli occhi per la sorpresa. Il solo sentirlo nominare bastò a gelare loro il sangue nelle vene.
“C-cos...? Quel pazzo è ancora vivo?” balbettò Gajeel, ricordando con un brivido il suo primo, pessimo incontro con il Drago degli Inferi, nel quale ci aveva quasi lasciato le penne.
Laxus
si inumidì le labbra, pensando bene a come porre la domanda
successiva.
“E...
chi è il cliente? Perché vuole che sia io ad
occuparmi di quel
demonio? Sempre che sia davvero vivo...”
Makarov si grattò la testa. “È questa la cosa strana. Il committente è lo stesso Drago degli Inferi, Lucifer”
Attimo di silenzio.
Quando i tre ebbero assimilato l'informazione, Laxus chiuse gli occhi e lasciò andare un sospiro esasperato, mentre Natsu e Gajeel scoppiarono a ridere.
“Hahaha! Ma allora vuole solo sfidarti!” esclamò Natsu.
“Ghihi! Sembra che tu abbia attirato l'attenzione di un tipo alquanto problematico”
“Tsk. Ma che vuole da me, quello?” ribatté stancamente il Dio del Tuono.
Pensava di aver chiuso con Lucifer e di non doverlo rivedere mai più. Evidentemente il Drago degli Inferi era sopravvissuto alla caduta di Hellhound e non aveva trovato niente di abbastanza stimolante da tenerlo impegnato, così aveva ben pensato di rompere l'anima a lui. Laxus ne conosceva di gente strana, ma di tipi come quello ce n'erano ben pochi... la sua capacità di perdere interesse per una cosa e fissarsi su un'altra nel giro di cinque nanosecondi era a dir poco sconcertante.
“Bene.
Adesso possiamo dare il via ai festeggiamenti!”
esclamò
improvvisamente Makarov, come se tutta la sua rabbia si fosse
dissolta in un attimo.
Natsu
e Gajeel alzarono la testa, sorpresi della sua ripresa così
veloce.
“E la punizione?” chiese esitante il Drago d'Acciaio.
Makarov
ridacchiò sotto i baffi.
“Oh,
non preoccupatevi per quella, durante la vostra assenza ho avuto
tutto il tempo per organizzare una punizione adeguata”
I
due draghi impallidirono leggermente. Se Makarov parlava della
punizione con quel tono spensierato e divertito, allora c'era davvero
da preoccuparsi. Cosa li avrebbe costretti a fare?
Pulire
da cima a fondo tutti i cessi della gilda? Lavare i piatti a vita?
Servire ai tavoli vestiti da cameriere sexy?
Un
pensiero più spaventoso dell'altro, motivo per cui
cominciarono a
valutare l'idea di darsela a gambe.
Il vecchio prese una rivista dalla scrivania e la sollevò davanti ai loro occhi.
“Il... Sorcerer?” domandò Gajeel, esitante. Se c'era di mezzo quel giornalista pazzo di Jason, poteva essere di tutto e di più.
Makarov
allargò il sorriso fino a tramutarlo in un ghigno perfido.
“A
grande richiesta del pubblico femminile, questa settimana hanno
intenzione di organizzare uno spettacolo di striptease maschile.
Stavano giusto cercando i candidati adatti”
Ci mancò poco che i due Dragon Slayer andassero in svenimento per lo shock.
“M-Master... stai scherzando, vero?” balbettò Gajeel, cominciando ad arretrare verso la porta. Sarebbe anche riuscito a filarsela se Laxus non fosse stato lì di guardia a bloccargli il passaggio.
“Sono serissimo” affermò il vecchio, sghignazzando. “Oh, e naturalmente parteciperà anche Laxus, quando avrà finito con il Drago degli Inferi”
Il biondo aggrottò la fronte. “Che c'entro io?”
“C'entri eccome, ragazzo mio. Ti avevo detto di farti dare informazioni da uno degli Oraciòn Seis, non di assumerlo per la missione. Guarda caso lo stesso giorno in cui sei partito per la Baia degli Schiavi è anche evaso un certo carcerato dalla prigione a Era. Non insultare la mia intelligenza, Laxus, so che hai portato con te Cobra”
Il biondo si grattò la testa. “Sì, beh... ma poi l'ho anche riportato dentro”
“Dettagli. Allora siamo d'accordo! Preparatevi, marmocchi, perché presto darete spettacolo!”
Sapevano che in un modo o nell'altro sarebbero stati costretti a farlo, tuttavia il loro istinto di sopravvivenza fu così forte da farli scappare tutti e tre a gambe levate.
Li avrebbero riacciuffati, certo, ma intanto iniziarono a correre.
FINE
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Angolo dell'Autrice:
E
siamo arrivati alla fine! :( Mi ero così affezionata alla
storia che
già sto pensando di scriverne un seguito! =__=”
Che dire, intanto grazie a tutti quelli che sono
arrivati fin quaggiù, e naturalmente a chi ha messo la
storia tra le
seguite/preferite, e naturalmente grazie anche per tutte le
recensioni, sono state davvero rincuoranti! *^* Vi voglio bene!
Detto questo volevo solo
informare gli eventuali
interessati che prestò pubblicherò una one shot
extra incentrata
sulla punizione accennata da Makarov. Quindi
sì, avete capito
bene, una storiella sui Dragon Slayer che ci danno di striptease! XD
Per quelli che mi conoscono bene: sapete già che
sarà
ovviamente una yaoi
a rating rosso
rossissimo.
Bene, ho finito. Grazie ancora e alla prossima! ;P