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Autore: Atomic Chiken    20/02/2014    1 recensioni
Cominciò a buttare giù le parole, una, due, cinque, venti, trenta. Si fermò. Aveva di nuovo caldo, ancor più di prima. Si lasciò prendere dal panico e portò le mani alla gola.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Peter Holroyd guardò la massa informe accanto ai suoi piedi quasi con odio. Si era svegliato di buon uomore, quella mattina. Si era concesso una colazione abbondante fatta esclusivamente di grasso, grasso che ora lo pregava di mostrargli il mondo esterno. L'uomo si allontanò barcollando da quello schifo e si appoggiò al muro.Trovò impossibile dare sembianze umane alla roba che giaceva sul pavimento della stanza. C'erano degli ossicini bruciacchiati qua e là, ma la maggior parte dello scheletro era diventato cenere. Un tizio cicciottello si avvicinò ad Holroyd con un blocco tra le mani. Il poliziotto si ricompose in fretta
" I risultati del Dna sono arrivati " lo informò. Holroyd si sorprese per l'efficenza di quelle persone. Erano arrivati lì solo due ore prima e in pochissimo tempo avevano allestito un vero e proprio laboratorio portatile.
" Anne sparkels, venticinque anni, lavorava presso l'istituto archeologico di Charleston "
" Avete appurato l'ora esatta della morte? " domandò il poliziotto
" L'una di questa mattina, all'incirca. Le bruciature sono avvenute in seguito ".
Holroyd rimase in silenzio a guardare l'uomo di fronte, l'altro intuì la domanda
" Onestamente sceriffo, non sappiamo ancora come sia morta. Il corpo è bruciato, nella stanza non ci sono oggetti infiammabili, nessuna fonte di fuoco. Faremo ulteriori analisi e appena otterremo risultati glieli invierò personalmente ".
Holroyd lo ringraziò tornando a guardare i resti del corpo.
" Credi che sia stata assassinata? " gli chiese qualcuno. Peter si voltò verso l'assistente
" Vuoi un parere personale? Non lo so. Neanche uno degli assassini più esperti del mondo riuscirebbe a fare tutto questo macello senza lasciare nemmeno una maledetta impronta, ma d'altro canto non si può trattare di suicidio. L'unica cosa che rimane è che sia morta di morte naturale ". L'altro annuì
" Già, non farebbe una piega se non ci fosse tutto questo sangue, e se il corpo non fosse carbonizzato ". Holroyd arrossì. Jack gli faceva sempre il culo.
" Aspettiamo i risultati " disse infine il poliziotto " Nel frattempo mi concentrerò sul suo ragazzo. Avevano fin troppi conti in sospeso, questi due ".
" Auguri allora ".
Holroyd squadrò l'altro " Che vuoi dire? ". Un sorriso beffardo si stampò sul volto di Jack
" Non te l'ho detto? Ah, mi sa proprio di no. Ho chiesto il trasferimento, capo. Questa merda ora è tua, Pete, goditela ".
" Cosa diavolo vuoi dire? Siamo nel bel mezzo di un caso, non puoi andartene adesso! ".
Jack tirò fuori dalla cartelletta dei fogli e glieli sventolò davanti al naso " Ecco le schede del mio trasferimento. Posso andarmene quando voglio ".
Holroyd li afferrò incredulo " Figlio di puttana ".
" O no, Peter, semmai figlio di puttana furbo. Ne ho pieni i coglioni dei tuoi ordini, sono stufo di sentirmi sfottere da un pezzo di merda come te, io merito molto più di una mezza cartuccia che non sa mettere insieme due cosette, e come puoi vedere non sono l'unico a pensarla così ". Il silenzio era calato nella stanza. Tutte le teste erano fisse sui due. Holroyd si trattenne dal prendere i loro culi flaccidi a calci
" Bene " disse trovando il coraggio " Trasferisciti pure, diventa il Presidente degli Stati Uniti, se vuoi. Ma sappi che risolverò questo caso, con o senza di te ". Lanciò i fogli in aria e uscì dall'appartamento sbattendo la porta.




Sue diede una lieve botta alla porta socchiusa. Entrò in punta di piedi, quasi spaventata all'idea di disturbarlo. La figura era seduta sul divano dando le spalle all'entrata. La ragazza poggiò il thè sul tavolino. La figura si mosse impercettibilmente tornando immobile come una statua.
" Ilyas? " lo richiamò. Come si aspettava, non ottenne risposta.
" Non è colpa tua " disse incamminandosi verso il divano.
" E non è nemmeno la prima persona che hai visto morire. Cosa ti ha turbato così tanto, Ilyas? ".
Scostò le tende facendo filtrare un filino di luce dalle tapparelle abbassate. Una voce soffocata parlò.
Sue si voltò verso la figura esile " Come? "
" E' lui.. " ripetè senza guardarla.
" Lui chi? " chiese la ragazza curiosa.
" Aveva detto che sarebbe tornato. L'ha fatto ".
Sue lo raggiunse e inginocchiandosi gli prese la mano " Di chi parli, Ilyas? ".
L'uomo rimase a guardare un punto fisso davanti a se, poi, senza preavviso, incrociò lo sguardo della ragazza supplicante
" Colui che ti ha uccisa " le rispose.
Sue si sentì quasi mancare. Abbandonò le fredde mani dell'uomo e cadde a terra senza fiato.
" Non è possibile " sussurrò senza voce.
Si alzò tremante e con la mente piena di immagini terrificanti, corse a chiudere la porta. Il salone le sembrava stranamente silenzioso.
" Sue? ".
Questa girò la chiave e corse a stendere le tende, ignorando i richiami dell'uomo.
Quando si voltò lo trovò in piedi.
" Ilyas.. " bofonchiò con gli occhi pieni di lacrime.
L'uomo si avvicinò e le prese le mani.
" Ha ucciso tua sorella " la informò dolcemente " Non sono riuscito ad intervenire in tempo, ma non lascierò che accada lo stesso con te ".
Sue lo guardò con gli occhi velati " Come ha fatto a saperlo? ".
Ilyas le lasciò le mani e cominciò a girare in tondo con lo sguardo pensieroso " Non lo so " fu la risposta secca
" Dov'è? " gli domandò ansiosa
L'uomo si fermò al centro del salone " Rinchiuso in un carcere di massima sicurezza ", poi tornò a camminare.
" Non possiamo fare quello che avete fatto con me? ".
L'altro scosse la testa " Non tutti sono portati. Tu eri tenace, per questo abbiamo avuto successo ". D'un tratto si fermò vicino al tavolino e sorseggiò il thè.
" Sono sicuro che ha usato una delle sue bambole ".
" Come? " chiese Sue confusa.
" Ha sempre avuto un debole per l'occulto. Quando sono stato sul luogo del delitto, ho sentito le sue impronte. Proverà sicuramente a ricreare la tua immagine e di conseguenza fallirà. Abbiamo poco tempo ".
 Ripose la tazzina sulla superfice ruvida " Devo studiare il carcere in prima persona per poter agire. Mi serve una copertura ". Sue non ne fu sicura. Quando uscì dalla stanza racattò definitivamente quell'espressione che le era parsa di vedere sul volto di Ilyas.
Un sorriso. Pff. Il giorno in cui quell'uomo avrebbe sorriso sarebbe stato di sicuro anche l'ultimo.




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Angolo della ritardata
In questi giorni non ho la minima voglia di scrivere. Infatti trovo ciò che ho pubblicato sopra una schifezza abnorme. Spero di non averti indotto al suicidio ò__ò
 
  
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