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Autore: Lost on Mars    20/02/2014    6 recensioni
"A ventiquattro anni si è troppo giovani per voler morire. A ventiquattro anni si è troppo giovani per Azkaban. A ventiquattro anni si è troppo giovani per impazzire e per ostinarsi a non voler dimenticare l'unico appiglio alla realtà .
L'unica folata di vento che sembra farlo tornare normale e lucido per un momento è il ricordo sbiadito di Remus che lo bacia sulle scale di Piccadilly Circus."

Song-fiction basata su "Don't forget" di Demi Lovato.
Genere: Angst, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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NdA: Salve a tutti, qui è ancora Marianne che rompe i le pluffe con cose tristi e deprimenti. È tutto iniziato ieri pomeriggio, quando, invece di studiare, ho digitato "wolfstar" su Tumblr e da lì si può benissimo immaginare cosa è successo. Ho ritrovato questa canzone (Don't forget di Demi Lovato) mentre vagavo su Youtube, tempo fa ne ero innamorata, poi boh, è finita nel dimenticatoio. Maaaaa, mi sono ricordata di lei (sì, sono simpatica, okay? ;__;) e rileggendo il testo ho pensato "OH MIO DIO QUESTA È LA CANZONE WOLFSTAR" (se ne avete altre ditemelo, sto cercando di stilare una playlist per deprimermi a dovere), e quindi, perché non scriverci sopra?
In questo momento mi sto maledicendo perché credo che questa sia la cosa più triste che abbia scritto finora, cioè, neanche le Malec post-CoLS sono così tristi (chi ha letto Shodowhunters capirà...), sappiate solo che ieri sera scrivevo, guardavo quello che avevo scritto e piangevo.
Ah, una cosa, vi pregherei di leggere anche i versi in inglese a lato, non li ho messi solo per bellezza: oltre che per una maggior comprensione della storia, servono anche a distruggere i feels, l'ho testato su di me. :3 Ringrazio Domenico (devo trovarti un soprannome ;__;) che mi ha sopportata mentre scleravo. ♥ Quindi niente, mi odio e odio il mio fottuto cervello che mi porta a scrivere queste cose angsssst, spero vi piaccia. Ditemi cosa ne pensate con un recensione, bella o brutta, corta o lunga, tutto è ben accetto. u.u
Per insultarmi e/o sclerare su qualsiasi coppia slash esistente sulla faccia della Terra mi trovate anche su Facebook, adios. :3
Marianne


Don’t forget
 
Did you forget that I was even alive?
Did you forget everything we ever had?
Did you forget?
Did you forget about me?
 
È da un sacco di tempo che Sirius non sa che giorno sia oggi, che giorno sia stato ieri e che giorno sarà domani; da un sacco di tempo che non sa quante ore dorme e quante rimane sveglio ad impazzire; da un sacco di tempo che si è dimenticato come sia fatta la luna, e le stelle. E il cielo azzurro e il sole d’estate.
Perché ad Azkaban non c’è una luna, non ci sono stelle, non c’è un’estate e non c’è nemmeno un cielo.
È un pezzo di mondo ritagliato via e messo in un angolino, a marcire lentamente, a disintegrarsi.
Ed è da un sacco di tempo, che Sirius lotta per non dimenticare il volto dell’unica persona che è rimasta, l’unica persona a cui potrebbe importare ancora qualcosa di lui.
Chissà se Remus si ricorda di lui.
Probabilmente, come tutti gli altri, lo considererà un traditore, penserà che sia morto.
Forse, non ricorderà come siano fatti i suoi occhi, o tutto quello che ci ha visto, dentro gli occhi grigi di Sirius. Tutte le risate, ogni cosa, tutto quello che hanno mai avuto.
Sirius mantiene vivi quei ricordi ogni indecifrabile giorno.
Spera che Remus faccia lo stesso.
Spera che non si sia dimenticato completamente di lui.
 
Did you regret ever standing by my side?
Did you forget what we were feeling inside?
Now I’m left to forget about us.
 
Remus è giunto all’unica conclusione logicamente possibile: la sua non è vita, è solo esistenza, sopravvivenza.
Se fosse vita, non sarebbe così… solo.
Se fosse vita, avrebbe un motivo per alzarsi ogni giorno. Un obiettivo da raggiungere.
Qualche anno prima, avrebbe affidato la sua stessa vita ai suoi amici. James l’aveva fatto ed era morto.
Adesso, i suoi amici non ci sono più. Peter è stato ucciso da Sirius
¹, e adesso lui si trova ad Azkaban.
Sirius.
Un nome che riporta a galla mille ricordi, troppi ricordi per un uomo solo, ha pensato più volte Remus.
Troppe notti in cui gli era stato vicino, mentre la luna piena si prendeva possesso di lui.
Troppe notti in cui la luna non c’era, ma c’erano gli occhi di Sirius incollati ai suoi come due calamite, che illuminavano ogni cosa.
Troppe notti in cui Remus chiudeva semplicemente gli occhi e si annullava completamente.
E adesso quelle notti sono finite, è tutto finito.
Non c’è più niente che lo sproni a continuare, a continuare ad esistere.
Non c’è più motivo di ricordare tutte quelle cose e soffrire, sapendo che l’unico rimedio p troppo irraggiungibile per lui.
L’unico rimedio è un traditore.
Sirius.
 
But somewhere we went wrong.
We were once so strong.
Our love is like a song.
You can’t forget it.
 
Dimenticare non funziona.
Sirius chiude gli occhi, cerca di pensare ad altro, ma l’unica cosa che gli viene in mente è Hogwarts.
I Malandrini.
Remus e le notti di luna piena.
Tutti i suoi ricordi più o meno felici, quelli che tiene gelosamente dentro di sé, perché ha paura che i Dissennatori possano portarglieli via e farlo impazzire ancor di più.
Era stato sempre così, anche ad Hogwarts.
Spera di addormentarsi e sognare questa volta, e ci riesce, senza saperselo spiegare. Ma va bene così.
Sogna l’inverno di alcuni anni prima, quando la pelle di Remus è bianca quasi come la neve che si stanno lanciando addosso.
James e Peter si rincorrono, un Sirius appena sedicenne trascina Remus dietro un cespuglio innevato per ripararsi dai terribili lanci di James che, Sirius lo sa, se vanno a segno è finita.
“Felpato, stai zitto, altrimenti ci scoprono.” sussurra Remus, ma lui non riesce a trattenere le risate ed è così contagioso che anche Remus inizia a ridere.
Allora il cervello si spegne e Sirius poggia le labbra su quelle di Remus, con una naturalezza innata, così stanno zitti e James non li scoprirà mai.
Contrariamente a come si aspetta, Remus chiude gli occhi e non si oppone. E restano così per quasi due minuti, prima che una palla colpisca il cespuglio e la voce di James esclami “Lunastorta, Felpato, è inutile che vi nascondete. Vi straccerò comunque.”
I ricordi si trasformano in potenti armi letali, feriscono Sirius, ma allo stesso tempo lo fanno stare bene.
Dov’è che avevano sbagliato? Da quel momento in poi erano stati sempre così uniti, così vicini.
Sirius ci prova, ma non riesce a dimenticare Remus. È come una canzone, una volta che la impari, non ti esce più dalla testa.
 
So now I guess this is where we have to stand.
Did you regret ever holding my hand? Never again.
Don’t forget, please, don’t forget about us.
 
Remus si chiede se sia il destino a decidere per gli uomini o gli uomini a manipolare il destino a loro piacimento.
Credeva di poter fare tutto, con le persone giuste al suo fianco.
Adesso crede solo di essere un’inutile pedina in balia del destino.
È questo il posto che mi spetta, si dice, non ho altra scelta. Si sente intrappolato nella sua stessa vita e non sa come uscirne. Ogni giorno è uguale e monotono, ogni volta è la solita solfa.
Non ha una famiglia, degli amici, non è innamorato e non è amato. È solo controllato da una forza troppo potente perché lui possa contrastarla.
È troppo giovane per pensarla così. Ma è abbastanza giovane da sentirsi smarrito, senza un posto nel mondo.
Ha cominciato a scrivere delle lettere. A Sirius.
Non sa mai come iniziarle, ma almeno sa che non le finirà mai. Ogni volta arriva a metà e poi strappa il foglio, infuriato, e lo getta nella spazzatura.
Gli scrive che gli manca ma che allo stesso tempo lo odia per aver fatto quello che ha fatto.
Gli scrive che vuole rivederlo ma che non riesce a credere che lui lo abbia abbandonato in quel modo.
Gli chiede se si sia mai pentito d’avergli stretto coraggiosamente la mano, tra i corridoi di Hogwarts. Gli chiede come faceva – e forse, come fa tuttora – ad essere così forte e così menefreghista nei confronti di tutto e di tutti. Gli confessa che il pensiero di non stringergliela mai più, la mano, lo fa sentire malissimo.
Gli chiede, anzi, lo prega di non dimenticarlo. Perché nonostante tutto, Remus è convinto che una piccola parte del suo cuore sia ancora innamorata di Sirius, come lo era quando avevano sedici anni.
 
We had it all.
We were just about to fall even more in love, than we were before.
I won’t forget.
I won’t forget about us.
 
Tutto.
Avevano tutto.
E adesso quel “tutto” è solo cenere su cenere. Cenere sul pavimento. Polvere trasportata dal vento, dispersa nel mondo.
“Dobbiamo solo innamorarci un po’ di più, hai presente?” Gli aveva detto Remus un giorno, quando erano usciti per la prima volta insieme. Quando Lily gli aveva appena detto di essere incinta. Quando James gli aveva detto “Voglio che tu sia il suo padrino, Felpato.”
A quando Sirius aveva portato Remus a Londra, nella Londra babbana, dove si erano potuti stringere la mano sulla metropolitana e nessuno gli aveva mai detto niente.
Impazzisce.
Si scaglia contro le pareti della cella. Vorrebbe morire.
A ventiquattro anni si è troppo giovani per voler morire. A ventiquattro anni si è troppo giovani per Azkaban. A ventiquattro anni si è troppo giovani per impazzire e per ostinarsi a non voler dimenticare l’unico appiglio alla realtà.
L’unica folata di vento che sembra farlo tornare normale e lucido per un momento è il ricordo sbiadito di Remus che lo bacia sulle scale di Piccadilly Circus.
 
And at last, all the pictures have been burned.
And all the past is just a lesson that we’ve learned.
I won’t forget.
I won’t forget about us.
 
Non ci crede per davvero, Remus non può averlo fatto sul serio.
Le ha bruciate, gettate nel camino, una per una.
Le ha guardate tutte, prima di gettarle nella fiamme: ha visto la loro prima foto insieme, ad undici anni; il loro primo Natale insieme, a tredici, dove la mamma di James aveva sgridato Sirius perché aveva finito quasi tutti i biscotti al cioccolato; quando Sirius era entrato nella squadra di Quidditch, a quindici anni; la foto che si erano fatti prima di prendere per l’ultima volta l’Hogwarts Express.
Ogni foto lo riporta ad un momento in particolare, quando gli capita sottomano l’ultima, una foto di loro due, mentre Sirius teneva Harry in braccio, Remus crede che strapparsi il cuore dal petto faccia meno male.
“Ci pensi, Rem, forse anche noi potremmo avere una famiglia.” dice Sirius, mentre si stringe nella sciarpa.
“Una famiglia? Intendi dei bambini e tutto il resto?” chiede Remus, i suoi passi affondano nella neve. Ha appena finito di nevicare e i marciapiedi sono interamente ricoperti di bianco.
“Sì, potremmo che ne so… adottarli.” dice Sirius.
Remus scoppia a ridere e lo prende sottobraccio, poi poggia la testa sulla sua palla e camminano così per chissà quanto tempo.
“Sarebbe bello, un giorno…”
Quel giorno non era mai arrivato, ma Remus non getta nel camino questa foto. Apre un libro a caso e ce la mette dentro, nel migliore dei casi rimarrà dimenticata.
Il problema è che il passato gli ha insegnato molte cose, troppe, se adesso ci ripensa bene: che niente è per sempre, che non deve e non può fidarsi di nessuno se non di se stesso, che le cose più brutte devono capitare sempre alle persone più buone e che tutto quello non ha un briciolo di senso.
Dimenticare.
No, non ci riuscirà mai.
 
But somewhere we went wrong.
Our love is like a song, but you won’t sing along.
You’ve forgotten about us.
 
Da giorni, Sirius non ha più paura della morte.
È fermamente convinto che tutto, persino morire, sia meglio di quel posto; dell'essere così deboli e impotenti; dell'essere dimenticati.
Sirius ci pensa ogni notte, e ogni notte si prende la testa tra le mani come se volesse proteggersi da tutto quel dolore.
Si sente male, disperato, haa smesso di mangiare e qualcosa dentro di lui si è frantumato in mille pezzi. Non sa bene come funzioni, ma sente che Remus non si ricorda più di lui. Ha dimenticato Felpato e ora ha in mente solo Black l'Assassino.
Lo sente mentre gli scivola via dalle dita, ma Sirius è incatenato dalla pazzia. Non può più fare nulla.
 
Remus ha sempre sostenuto che l'amore è come una canzone, anzi, come tante canzoni totalmente differenti riunite tutte insieme. L'amore varia, è imprevedibile.
Sirius e Remus si erano amati abbastanza da creare una canzone tutta loro, mai sentita prima, la canzone più bella del mondo. Tuttavia, dopo tutto questo tempo, dopo gli anni passati nella solitudine, Remus non ha ancora dimenticato né le note né le parole della loro canzone.
Le sente sempre, nella sua testa, le canta portandosi dietro una malinconia che all'inizio non esisteva, perché era una canzone bella, allegra, una canzone che parlava di baci al gusto di caffè e docce troppo fredde; di capelli profumati e di lenzuola a terra. Era una bella canzone, dopotutto, un miscuglio di emozioni.
Ma Remus non sente la voce di Sirius, nella sua testa, canta da solo.
Sirius ha dimenticato la melodia.
Ha ormai dimenticato le parole del loro amore.
Si è semplicemente dimenticato di loro.
Ed è così che finisce: all'improvviso, senza alcun avvertimento, le parole smorzate a metà, con lacrime amare da entrambi i lati.
Forse, stavolta, il destino ha avuto la meglio. Forse sì, a ventiquattro anni si è troppo giovani per tutto, non si è ancora pronti a dimenticare.

¹Vi ricordo che in questo punto della storia, Remus ancora non sa che è stato Peter a tradire James e Lily e ad incastrare Sirius.
 
 
 
 
 
 
   
 
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