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Autore: Mania    20/02/2014    3 recensioni
{ Loki/Sigyn ● Angst ● Post The Avengers; Pre Thor The Dark World }
«Vi siete ingannato da solo, non avete voluto capirlo perché vi avrebbe fatto sorgere delle incertezze, non è vero? Che vi avrei seguito anche nella più nefanda delle azioni, che vi amo per ciò che siete nella vostra interezza, che ho visto i vostri abissi e vi sono caduta dentro. Avete ignorato tutto ciò, vi siete raccontato una bugia per la quale vi avrei abbandonato o mi sarei sentita infamata da un simile marito», sprezzanti erano le sue frasi, aghi con i quale provava a far ricadere almeno in parte quei sentimenti mesti dei quali era stata succube su di lui, cercando quantomeno attraverso di essi di fargli comprendere il suo errore più grande – quello che aveva condotto alla conseguenza mai presa in considerazione, l’ultima alla quale avrebbe voluto andare incontro.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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COSA ANGST CON LOKI

C A P I T O L O U N I C O ▬
Fino alla fine, per tutta l'eternità


{ Nothin' goes as planned.
Everything will break.
People say goodbye.
In their own special way.
All that you rely on
And all that you can fake
Will leave you in the morning
But find you in the day }
«In my veins» – Andrew Belle




Il muro contro il quale era appoggiato non era più così freddo come lo aveva percepito ore prima, quando vi si era lasciato cadere contro. Era difficile stabilire se fosse stato lui ad abituarsi alla temperatura bassa della parete, perdendo la sensibilità, o fosse la sua natura di Jötunn a renderlo immune al gelo – almeno a quello esterno.
Nelle prigioni la notte era cosparsa di un silenzio pesante, fitto, tanto denso che ogni più piccolo suono veniva ampliato, tramutandolo in frastuono – i cigolii delle armature delle guardie, i mugolii dei sonni agitati dei prigionieri, i mormorii delle preghiere di qualcuno perduto nell’ombra. Le luci erano tenue, appena accennate, quel tanto che potevano bastare per intuire le figure disperse nelle profondità di quel luogo saturo di tenebre. E Loki riusciva a riconoscere in ogni persona che gli capitava sotto lo sguardo la diversa sostanza di nebulose oscure celate nei rispettivi cuori, con semplicità, ritrovando il buio dove ne vedeva.
A differenza degli altri incarcerati, avrebbe potuto dormire su di un letto comodo, ma per quanto si sentisse superiore a chiunque, anche la natura del proprio tormento era troppo elevata per poter meritare un risposo – per poter avere la fortuna di averne uno. Non ricordava nemmeno come si potesse non avere i muscoli della mascella contratti tanto da aver male, o come le dita potessero liberarsi dalla presa su se stesse in cui le unghie ferivano il palmo, o come gli occhi vedessero senza bruciare per lacrime mai versate – evaporate ancora prima di iniziare a valicare il confine.
Fu quando il lieve riverbero di luce provocato dallo schermo di contenimento tremò che alzò le iridi verdi, macchiate da una furia contenuta a renderle fuoco liquido. E davanti alla figura della donna ritrovò il modo di rilassare almeno in parte il proprio corpo, osservandola con voracità per scovare in lei una via per abbeverarsi di quella serenità di cui solo Lady Sigyn era stata in grado di donargli – anche se solo a tratti, anche se mai completa, lei era sempre stata l’unica persona a saper lenire le sue ferite di insoddisfazione e rancore.
L’unica che lo avesse compreso completamente, che avesse visto prima ancora di chiunque altro il mare nero di cui era mosso il suo animo. E mentre gli sorrise tenuamente con evidente rammarico nelle pieghe delle labbra, Loki ricordò come quella giovane donna fosse stata capace di amarlo senza avere pretese di renderlo diverso, accettando ogni suo difetto come se fosse stata una virtù. Mai, nel corso della sua vita, era certo avrebbe potuto trovare un’altra persona in grado di fare altrettanto con la naturalezza di Sigyn – come se fosse nata unicamente per stare al suo fianco, e lo era, probabilmente.
«Sei venuta» mormorò appena, dopo secondi in cui aveva lasciato scorrere il proprio sguardo su di lei. Era come la ricordava, con lo stesso abito candido con il quale l’aveva vista l’ultima volta ad assecondare le curve del suo corpo, forse troppo leggero per l’inverno in avvicinamento, e la treccia formata da ciocche color delle stelle a ricaderle di lato – sempre lunga, sempre a negargli il piacere di osservarla con la chioma sciolta.
«Non avresti dovuto dubitare» suonò tagliente il rimproverò che gli rivolse, sibilato da labbra strette in una morsa di ira.
«Sei arrabbiata» costatò Loki senza fatica, decidendo di alzarsi tenendo la schiena contro il muro, ritrovando il freddo nella parte superiore contro la quale non era stato a contatto. Un brivido gli percorse la schiena ricordandogli di avere ancora una sensibilità, ma lo trattenne in modo da non essere visibile nella sua corsa lungo il proprio corpo, preferendo mantenere i propri occhi inchiodati al volto della dama. «Non mi hai mai giudicato per la mia natura. Non inizierai oggi, mia devota Sigyn?»
«È perché ti sei fatto credere morto anche da me» spiegò lei, lavando via le sfumature di rabbia della voce, a cui sopraggiunse una malinconia lacerante, sofferente. Le sopracciglia si abbassarono, infossandosi sopra le palpebre a rendere almeno una vaga idea – troppo distante dalla realtà dell’anima – della disperazione alla quale era stata lasciata in quegli anni, abbandonata nella convinzione di averlo perduto. «Mi sono sempre mostrata fedele a te, mio sposo, mio signore, mio re. Perché mai mi avete condannato a un dolore del genere?»
Erano tutti i pianti che non aveva mai concesso a se stessa, troppo cocciuta per poter far scorrere all’esterno la pena, che diedero vita a tali parole, rinchiudendoci all’interno la vibrante agonia nella quale si era ritrovata, e contro la quale si era battuta. E più Loki si avvicinava a lei, maggiormente riusciva a capire dall’inchiostro delle sue iridi quello davanti al quale l’aveva costretta a combattere da sola, preferendo assecondare i propri egoistici fini, le proprie di desolate angustie, il desiderio di vendetta alimentato da un rancore che ora sembrava lontano – solo fino a quando sarebbe restata con lui, perché era sempre stato quello il potere di Sigyn, di unguento su un tormento dal quale mai sarebbe potuto guarire.
«Non era una condanna, non lo era affatto», e anche se aveva portato avanti le sue macchinazioni con furia paziente, attendendo nell’ombra non visto nemmeno dallo sguardo di Heimdall, nonostante fosse stato morso da una bruciante avidità di vedere sottomettersi chiunque gli avesse negato ciò per cui era nato e che di diritto gli spettava, non l’aveva dimenticata. Sotto i risvolti di una mente comandata da un vortice di insoddisfazione e di smania di potere, Lady Sigyn, la sua sposa, era rimasta quell’ultimo frammento di pace al quale aveva avuto accesso nel corso di tutti i secoli della sua vita – e l’unico nel quale si sarebbe mai potuto inoltrare.
«Lo è stata» rimarcò Sigyn, appoggiando la mano destra alla barriera invisibile a separarli. Nel suo volto ovale, con ancora la freschezza di una giovinezza nel pieno delle sue potenzialità, Loki trovò il desiderio di varcare quel confine e lo sconforto nel sapere di non poter avere un simile permesso. «Cosa avevate in mente? Cosa doveva essere?»
«Una liberazione. Da me e dal peso di ciò che avevo e avrei fatto. Ecco cos’era, mia sposa, era l’ultimo regalo che potevo concedervi», lo disse aggrottando la fronte in onde congelate e con tono saturo di rimpianto per non aver assecondato il desiderio della moglie. Se fossero stati insieme molte delle tragedie che si erano compiute per causa sua – direttamente o meno – si sarebbero potute evitare, non perché si sarebbe opposta ai suoi progetti, ma perché Sigyn avrebbe combattuto insieme a lui, concedendogli un aiuto prezioso nel suo gioco di conquista; e ciò gli alimentava il tremendo sospetto che forse avrebbe avuto più possibilità di successo se avesse dato ascolto ai sentimenti di entrambi.
Invece aveva preferito credere di farle un favore a lasciarla indietro, ad allontanarsi senza scusarsi. Aveva erroneamente pensato che lei avrebbe potuto sopportarlo, quel dolore, perché aveva sottovalutato – o aveva preferito non vedere – quanto il legame tra di loro era stato stretto con troppa devozione per poter essere reciso senza conseguenze. Era stato più semplice compiere le proprie imprese ritenendo che Sigyn lo avrebbe trattenuto, frenato od odiato; e ora si ritrovava a osservarla con la consapevolezza che mai più avrebbe potuto accarezzare la sua pelle.
«Vi siete ingannato da solo, non avete voluto capirlo perché vi avrebbe fatto sorgere delle incertezze, non è vero? Che vi avrei seguito anche nella più nefanda delle azioni, che vi amo per ciò che siete nella vostra interezza, che ho visto i vostri abissi e vi sono caduta dentro. Avete ignorato tutto ciò, vi siete raccontato una bugia per la quale vi avrei abbandonato o mi sarei sentita infamata da un simile marito», sprezzanti erano le sue frasi, aghi con i quale provava a far ricadere almeno in parte quei sentimenti mesti dei quali era stata succube su di lui, cercando quantomeno attraverso di essi di fargli comprendere il suo errore più grande – quello che aveva condotto alla conseguenza mai presa in considerazione, l’ultima alla quale avrebbe voluto andare incontro.
Con la mano a ricalcare quella di lei appoggiata al campo di forza, Loki la osservò piegando le labbra in un sorriso spento. Era desolazione a riempire i lineamenti del principe mentre ricordava com’era stata la vita con Sigyn prima che tutto avvenisse, quando anche se ingannava gli altri aveva sempre potuto contare sulla sua complicità, quando aveva imparato a trovare emozioni solo immaginate almeno in lei, quando aveva deciso di sposarla perché sapeva che nessun altro avrebbe mai potuto essere degna di lui.
Serrò nuovamente la mandibola nel non trovare calore attraverso quel contatto negato, e quasi gli venne da ridere per quanto trovasse macabramente divertente la situazione. C’era sempre stata una certa fatalità nel loro stare assieme, qualcosa che non sarebbe potuto cambiare a discapito di quanto entrambi ci avrebbero potuto provare e Loki lo avvertiva consolatorio quel pensiero – amarla perché non aveva altra scelta era fattibile, poteva sopportarlo di serbare un simile sentimento a quelle condizioni.
«Ho sempre trovato curioso, mia Sigyn, come la dea della fedeltà abbia scelto di servire il dio più spregevole di tutti. La Fedeltà insieme all’Inganno e il suo Caos, l’ho sempre trovato ironico» glielo rivelò come se fosse stato il segreto più grande del quale era in possesso, come se avesse atteso tutto quel tempo solo per pronunciare quella dichiarazione.
La scrutò sorridere tristemente, piegando appena il capo di lato com’era solita fare quando si trovava in disaccordo con lui e tentava di fargli comprendere la propria di posizione, scontrandosi con le certezze indissolubili di Loki – ma lei aveva sempre avuto la tempra per combattere contro di lui, e anche per vincere quelle guerre tra loro due soltanto. Ma ora Loki non avrebbe più potuto gettarsi in combattimenti che avrebbe anche potuto accettare di perdere.
«Avreste dovuto dirmelo che eravate vivo» asserì nuovamente, con gli occhi velati da lacrime.
«E tu avresti potuto non abbandonarmi, quindi siamo pari. Siamo pari nel soffrire il medesimo dolore, solo che a me toccherà farlo in eterno», la gridò quasi quell’accusa, o forse era solo il silenzio pesante delle prigioni ad acutizzare la sua stessa voce – o forse era tutto solo nella sua testa, e in realtà non aveva pronunciato alcuna delle parole con le quali avrebbe voluto ammonire Sigyn per essere morta mentre lui non c’era, per non essere stata abbastanza forte dal sopportare di continuare a vivere senza di lui.
«Ho provato a sopravvivere senza di voi. Ci ho provato davvero. È solo che la mia vita è sempre dipesa da voi da quando ne avevo memoria, come avrei potuto cambiare qualcosa che faceva parte di me così tanto profondamente
Ed era tutto un artifizio quella discussione, solo ciò che avrebbe voluto che fosse a confondersi con la crudeltà della realtà, genesi finale delle sue azioni. Almeno nella sua mente, almeno mentre dava vita all’immagine della moglie defunta, pensò che avrebbe potuto essere sincero e accettare che era unicamente colpa del proprio egoismo se lei non vi sarebbe più potuta essere al suo fianco.
«Se potessi cambiare ciò che ti ho fatto, non esiterei.»
Le dita della donna passarono attraverso lo schermo di forza come quelle di un fantasma, rivelando almeno in quell’attimo di non aver sostanza nel tremolio dei confini del proprio corpo, diventato per un frangente trasparente. La carezza con la quale avrebbe desiderato consolarlo era priva di peso e di calore, come invece lo erano state quelle di cui gli aveva fatto dono quando era stata in vita; ma quello era tutto ciò di cui Loki poteva accontentarsi in quel momento – e per sempre.
«Vi state scusando con una vostra stessa illusione, lo sapete? Se io fossi davvero qui, riderei di voi. Siate l’uomo che ho amato fino alla fine, per l’eternità», si fermò con i polpastrelli sulle labbra di lui, a disegnare un bacio che non avrebbe potuto dargli. «Se rinascerò, mi verrete a cercare, non è vero?»
Era contrita l’espressione con cui Sigyn lo fissava e insieme piena di speranza per quella richiesta – una domanda della quale già conosceva la risposta quando avrebbe potuto porgliela davvero.
Chissà poi qual era la ragione per cui aveva deciso di dar vita a quel teatrino, chissà per quale motivo l’aveva spinta a rivivere come uno spettro e pronunciare frasi che era sicuro avrebbe realmente intessuto se ne avesse avuto la possibilità. E forse il senso stava tutto lì, nel darle la possibilità di rimproverarlo e fargli un’ultima richiesta, come non aveva avuto il tempo di fare.
«È l’unica cosa che farei anche se non volessi» rispose con una punta di risentimento, perché Sigyn era sempre riuscita a portarlo a far scelte poco razionali quando si trattava di loro due, ed era insensato come continuasse in tale impresa anche ora che si era ricongiunta con le stelle.
Se non fosse stato certo che era solo frutto della sua stessa magia, Loki avrebbe quasi pensato che il sorriso con il quale lo stava salutando fosse stato formato da una felicità reale per quanto era splendente, tanto da cancellare i residui di lacrime nelle sue nere iridi.
Abbassò le palpebre per non vederla sparire, per poter trattenere almeno un po’ la parte di sincerità di quell’incontro, così che alle sue orecchie giungesse solo la sua voce come ultimo residuo di qualcosa che non avrebbe più avuto.
«Allora arrivederci, mio amore
E quando tornò a fissare l’oscurità, quando non vi fu più Sigyn a ricambiare il suo sguardo, avrebbe voluto gridare tanto da svegliare l’intera Asgard, ma mai avrebbe concesso al proprio dolore per lei di essere pubblico. Sarebbe rimasta solo sua, anche in quel modo, anche se non avrebbe più avuto la sua presenza, Sigyn sarebbe restata la sua sposa fino alla fine dei mondi – nelle sue vene, nel suo sangue, nel suo cuore.






M A N I A’ s W O R D S
Questa oneshot io non volevo scriverla, nel senso che è troppo angst per poter essere scritta senza che non mi rovini tutta la giornata. Tuttavia ho letto una storia di una mia amica tremendamente e paurosamente triste e quindi mi ha talmente condizionato che ho avuto solo idee da taglio delle vene e dovevo sfogarmi.
Voi mi direte perché non ho aggiornato la raccolta – chi segue la raccolta almeno. Ottima domanda, la risposta è che il capitolo è a metà e non volevo trasformarlo in una tragedia, perché sarebbe divenuto una tragedia se mi fossi messa a scriverlo, quindi meglio evitare. Comunque, dovrei aggiornarla a occhio e croce i primi di marzo.
Alcune piccole specificazioni.
  • La storia è ambientata prima di Thor The Dark Word e dopo The Avengers, presubilmente i primi giorni di prigionia di Loki, dopo aver scoperto le sorti della sua sposa. Sì, insomma, tutto molto allegro, eh.
  • Sigyn è la Sigyn di cui scrivo nella raccolta, ma non serve averla letta – ho tolto e omesso molti riferimenti che avrei potuto fare, quindi non credo che la lettura ne possa risentire. Quando dico che avrebbe combattuto al suo fianco è perché nella suddetta raccolta lei è una guerriera - questo credo sia l'unica cosa che serve sapere.
  • Per chi se lo domandasse, la suddetta shot è scollegata da quella della raccolta, nel senso che è da considerare un What if? intero alla storia da me delineata tra Loki e Sigyn.
  • Quando uso il maschile per dire che Sigyn è l'unica persona che Loki trova degna di stare al suo fianco e per questo l'ha sposata, non è un errore. In realtà uso il maschile come neutro, perché faccio riferimento al fatto che nella mitologia norrena Loki è bisessuale, quindi lei è l'unica persona contanto uomini e donne.
Inoltre, mi faccio anche pubblicità dicendovi che ho scritto un’altra oneshot con Loki, anche se è Crossover, ed è una Loki/Elsa – Elsa di Frozen, per intenderci. Per chi volesse leggerla e magari commentarla, la trovate QUI.
Bene, non ho molto altro da dire, spero solo che la storia vi sia piaciuta e nel caso vi chiedo di farmelo sapere anche con due righe, che davvero sono la soddisfazione per chi scrive e la ripagano del tempo che passa a curare il testo. Quindi non siate timidi, intanto e in anticipo vi faccio i miei ringraziamenti per chiunque sia passato di qui e sia arrivato fino in fondo, grazie.
Alla prossima,

Mania



  
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