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Autore: Akane    20/06/2008    2 recensioni
Riflessioni di Reid su sé stesso e sul rapporto che lo lega a Gideon, Hotch e Morgan... con l'unica logica conclusione!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Latte e cioccolato'
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TITOLO: Nella mia mente
AUTORE: Akane
SERIE: Criminal Minds (il mio dominio continua ad espandersi...)
TIPO: slash, spoiler per chi non ha Sky e non ha visto la terza serie.
GENERE: introspettivo
RATING: giallo/PG13
PAIRING: Reid ma non vi rovino la sorpresa… leggete e vedrete per chi è il suo cuoricino!
PARTI: one shot
MODO: pow di Reid
AMBIENTAZIONE: non c'è un ambientazione precisa, durante la terza serie, dopo che Gideon se ne è già andato... sto seguendo pari pari le puntate che danno su Sky della terza serie quindi ci sono comunque molti riferimenti anche a questi episodi, oltre che a cose accadute in quelle vecchie.
DISCLAMAIRS: i personaggi non sono miei ma degli autori...
NOTE: da un po' mi tormentano anche loro e studiando studiando sono giunta a diverse conclusioni, per fare chiarezza anche a me stessa ho deciso di scrivere qualcosa, spero sia di vostro gradimento e spero anche di essere giunta ad una buona comprensione dei personaggi, mi piacciono sia Reid, che Morgan che Hotchner per motivi diversi e questa è l'inizio della mia teoria su di loro, sempre comunque dalla parte del biondino, quello che mi ispira di più! Ringrazio tutti quelli che leggeranno la storia e la commenteranno. Buona lettura. Baci Akane


NELLA MIA MENTE

/ Numb - Evanescence (Linkin Park cover)/
Gideon era la mia guida, come un padre... quello che non ho mai potuto avere perché il mio se ne è andato che ero piccolo, lasciandomi solo con mia madre in preda alla sua malattia mentale. Ora se ne è andato anche Gideon ma mi ha lasciato tutto quello che poteva lasciarmi per cavarmela da solo, mi ha lasciato i mezzi per sopravvivere in questo mondo e non andare a fondo come stava accadendo appena mi ha conosciuto.
Ero molto legato a lui e continuerò ad esserlo per sempre, anche se forse non lo rivedrò più... chissà.
Sul momento sono rimasto di pietra, ho immaginato di esserci rimasto male e di aver avuto bisogno di aiuto, di una valvola di sfogo, ma ero cosciente del fatto che ancora non sentivo nulla.
Ciò che mi porterò dietro per sempre.
Gideon ha sempre cercato di farmi capire che non sapere ciò che si prova non significa non provare nulla, ma nonostante io me lo ripeto sempre e mi dico che in 'questa' situazione dovrei provare 'questo' sentimento, non lo sento. È tutto un mio ragionamento.
Però continuerò a cercare la chiave per sentire ciò che provo anche se il dubbio di non star provando nulla rimarrà sempre con me.
Comunque alla fine tutto ciò che sono stato capace di fare, leggendo la sua lettera, è stato vagliare le reazioni di Morgan e Hotch. Mi sono visto col carattere di Morgan, lui avrebbe dato un pugno sul muro e si sarebbe arrabbiato in modo eclatante, lui non solo prova e sa di provare, ma riesce anche a dimostrarlo, esattamente tutto quel che vorrei riuscire a fare io.
Se fossi stato come Hotch invece non avrei dimostrato nessuna reazione dal di fuori ma sicuramente avrei provato dispiacere. Un dispiacere adulto, contenuto, comprensivo, ma non avrei detto o fatto nulla se non rimanere fermo ed impettito a scorrere gli occhi sulla lettera.
Però loro stessi non erano legati a lui quanto e come lo ero io e ad ogni modo la mia reazione è semplicemente un non saper cosa provo. Un apparente nulla che provo e dimostro. Sarà così?
È vero che non provo e non sento nulla nemmeno ora?
Però sono solo, chissà se lo rivedrò...
Sono solo.
Me lo ripeto insieme a tutto il resto della lettera rivedendo le scene da lui illustrate e lo faccio almeno un migliaio di volte cercando di arrivare all'unica verità di fondo.
Gideon non sarà più con me ma io non sarò solo.
Vero?
Mi diresti questo, penso...
Perché è vero che oltre al lavoro ed ai miei colleghi e mia madre con la sua schizofrenia io non ho nessun'altro, però è altrettanto vero che ormai ho un importante sostegno in Hotch che, giorno dopo giorno, si prodiga per insegnarmi tutto ciò che al lato pratico io devo sapere per andare avanti. E non solo. Ora riesco a parlare e confidarmi maggiormente con Morgan, anzi... diciamo che è diventato il mio confidente, l’unico a cui sono riuscito a rivelare certe cose di me e del mio passato..
Io non lo capisco bene, nemmeno Hotch se è per questo, ma Morgan è diverso... lui è tutto ciò che vorrei essere io però non lo capisco. Non so come fa ad essere così e per questo gli chiedo spesso le sue opinioni, gli faccio molte domande per poter un giorno riuscire a capire come fa e ad essere più come lui...
Così sicuro, istintivo, pieno di sentimenti ed emozioni che esprime subito e senza paura. Così senza paura lui stesso. Reattivo, pronto, irruente a volte ma sempre notevole e socievole... ha parole per ogni situazione ma sono sempre parole sue, non di chi altri si aspettano che lui sia. E non ha problemi a relazionarsi con nessuno, specie con le donne. È sicuro di sé e non solo con la sua bellezza, ma ha un portamento ed un modo di fare che attira inspiegabilmente tutti quelli che vuole e non ha mai problemi una volta che li ha intorno.
Così come il suo comportamento con le donne. Non solo ne ha quante ne vuole perché di natura è sexy, ma soprattutto sembra che non ci sia nulla che non va nel cambiarne una a notte... io lo ammiro, vorrei veramente essere così, sempre pronto nelle situazioni pratiche e di forza. Non comprendo come fa, così mi trovo sempre a fargli domande per capirlo.
Però... Morgan non è solo quello che vorrei essere... a volte mi sembra come se lui fosse proprio quello che vorrei e basta.
Mi rendo conto che è così facile desiderarlo e che coi suoi modi sa comunque come ottenere quello che vuole.
Anche se molti si sentono inferiori a me per il mio cervello, sento che per lui non è così, anche se mi diverto a bacchettarlo perché è bello quando ha quelle reazioni scherzose ed ironiche nei miei confronti.
Ad ogni modo il punto è che sono io quello che si sente inferiore a tutti e proprio per colpa del mio cervello che mi dà troppe informazioni e mi isola dal mondo, facendomi diventare parte di un universo diverso dalla realtà che mi circonda.
Mi sento lontano da tutto e da tutti ma quel che vorrei è solo essere parte di quel tutto e di quei tutti.
È esasperante e stancante.
Loro non hanno paura nei momenti pericolosi dove richiede prontezza d'azione e forza, io mi paralizzo perché la mia mente mi rivolge contro tutto quel che potrebbe succedermi in quel caso, mi dà le statistiche e finisco sempre per notare il lato pessimista. Questo lo chiamano lucidità ma io lo chiamo inferiorità.
Sono utile ad analizzare, ricordare, sapere teorie ed anche se spesso queste sono una grande arma, come diceva Gideon, guardo Hotch e Morgan e mi rendo conto che anche loro comprendono il necessario ma hanno un modo di fare e di muoversi e di agire che... bè, semplicemente vorrei possedere anche io.
Ma rimango sempre sommerso dal mio sapere e più di sparare cento parole al minuto non so fare. O a me non sembra di saper fare altro.
So sparare, certo, ma nonostante Hotch mi abbia aiutato molto per prendere l'abilitazione alle armi, io sono rimasto una mezza frana in quel settore. Le armi aiutano ma alla fine la mia unica vera arma rimane il mio cervello, il mio sapere, e anche se questo è ciò che ha sempre reso fiero Gideon, io continuo a voler essere un po' di più come Morgan e ad assimilare quanto più posso di quegli insegnamenti pratici che Hotch tiene tanto a trasmettermi.
Lui è come la mia guida pratica.
Si è sempre prodigato molto nei miei confronti con l'esempio attivo, ha dimostrato molta pazienza solo verso di me visto che sembra proprio non averne nei casi normali. Mi ha insegnato ad usare le armi e non mi ha mai voltato le spalle nonostante io ho sbagliato l'esame molte volte. Mi tiene sempre con sé o mi affida a Morgan nei momenti d'azione e di pericolo, mi da sempre dritte importanti e perde tempo a sentire le mie definizioni discutendoci addirittura su. Non lo fa con interesse ma sempre con freddezza e compostezza, però lo fa ed io so che se lo fa è perché in fondo gli interessa o non lo farebbe, non perderebbe tempo con me, mai.
Fa molto affidamento su di me e sul mio sapere, io lo so, si fida molto o non mi terrebbe con sé. Per me è una persona molto importante e diversa da Morgan.
Nei momenti in cui mi è capitato di essere maggiormente in pericolo per districarmi ho sempre fatto perno sugli insegnamenti di Hotch, sulle sue parole, sui suoi esempi, sulle volte in cui lui stesso si è trovato in quello stato e ce l'ha fatta... o magari mi sono ricordato delle dritte che mi ha dato o di qualche discorso che ho avuto con lui. Se dovevo dar loro degli indizi senza poter comunicare direttamente, non è stato raro che puntassi a lui dicendo qualcosa nei suoi confronti.
Lui ha sempre capito.
Sempre.
Quando sono stato rapito so bene che tutti erano in profonda agitazione ma sul momento cruciale in cui ho avuto la possibilità di far capire loro dove ero, per non farmi capire dall'assassino ho dovuto dire qualcosa che solo uno poteva capire. Non potevo rischiare di farmi scoprire e provocare l'ira di quell'uomo che attento non aspettava altro che miei errori. Così ho subito pensato ad Hotch e a quel che ci siamo detti in uno dei nostri discorsi. Mi sono chiesto se avrebbe capito il mio messaggio reale, solo lui avrebbe potuto comprenderlo, è stato un azzardo. Se si era dimenticato di quel nostro dialogo?
Invece è arrivato e anche se era tutto finito perché ero riuscito a sparare al mio rapitore che stava per uccidermi, la mia attenzione si è focalizzata unic~Qente su di lui.
Aveva capito.
Si era ricordato del nostro dialogo precedente ed aveva capito quello che cercavo di dirgli.
Era arrivato a me.
Così spinto da quell'incontenibile senso di... di gioia... l'ho abbracciato e lui mi ha stretto a sé cercando di darmi un po' della sua sicurezza.
Era tutto finito, era lì con me.
Pensandoci ora quella è stata l'unica occasione in cui ho provato qualcosa.
Era paura. Per tutto il tempo del rapimento e delle torture. Mentre quando lui è arrivato ho sentito gioia e sollievo.
Penso che sia sorprendente.
Giorno dopo giorno mi rendo conto che si tratta di questo.
Dopo che Gideon è andato via e mi ha abbandonato, forse Hotch si è sentito in dovere di prendere il suo posto in modo più completo e mi si è avvicinato di più facendo attenzione ad ogni mio atteggiamento o parola, senza farsi sfuggire nulla, capendo al volo il significato di ciò che nascondo.
Oltre alla mia guida pratica è diventato la mia guida per ogni cosa.
Una sorta di figura maschile, quella che è mancata nella mia vita. Senza di lui veramente mi sentirei di nuovo perso, così come è successo appena Gideon è sparito. O per lo meno immagino sia così.
Hotch per me ormai è questo e non potrei mai rinunciare a lui.
Però Morgan è differente.
Molto.
Con Hotch parlo tanto, certo, però certe confidenze intime e private, quelle che mi imbarazzano o mi fanno maggior male, non sono riuscito mai a dirle ad altri che Morgan. Gideon le aveva sempre sapute quindi con lui non serviva io parlassi.
Quando sono lì lì per esplodere, quando mi sento logoro, quando proprio accumulo troppo e non lascio andare nulla e c’è una goccia, una sola, che mi sta per far urlare… bè, lì trovo sempre Morgan che mi placa dicendomi a modo suo la cosa giusta, iniziando da sé stesso, mettendosi in gioco per primo nonostante l’idea che da, e lui lo sa, sia quella di uomo tutto d’un pezzo. Con me si snuda e mi racconta particolari privati che lo toccano molto, così io mi sciolgo e anche se con molta fatica, riesco a farlo anch’io.
Perché penso… se ne parla lui di cose così sue ed imbarazzanti, figurati se non lo posso fare io. Non ho certo una reputazione da mantenere io… posso dirgli di questo…
E finisco per parlargli.
Non sempre lo faccio però in quei momenti in cui mi serve o veramente rischio di fare l’irreparabile, lui riesce sempre ad esserci come avesse un radar.
Mentre Hotch vede che ho qualcosa che non va e magari alla lontana capisce anche cosa, Morgan è l’unico con cui io stesso riesco a parlarne.
Non mi chiede cos’ho, mi dice solo qualcosa su di sé o il suo punto di vista e capisco che con lui posso parlare.
Se ci scambiamo certe confidenze, forse, poi sono più vicino a lui e magari un po’ più simile in qualcosa. Anche se non so proprio immaginare in cosa potrei mai assomigliargli.
Il punto però è quello che ho già detto.
Vorrei essere come lui però ancor di più vorrei lui.
Lo vedo come si comporta con le donne e rimango inebetito a guardare la sua carica erotica e la sua sensualità che di natura ha, mi trovo ad immaginarmi al posto di quelle ragazze e sono le uniche fantasie che mi concedo poiché faccio subito qualcosa per distrarmi, qualche giochino intellettuale o di memorizzazione… o magari snocciolo cento parole al secondo per riprendere possesso della mia mente.
Eppure sono lì e spero che mi dia presto l’occasione per punzecchiarlo, che faccia qualche battutina o che mi tratti con ironia e malizia… o che faccia comunque qualcosa nei miei confronti. Lo stuzzico e lui non mi delude mai.
E mi chiedo... ma Derek (il nome di Morgan. N.d.Akane) tratterebbe in quel modo da cardiopalma anche me?
Però rimarranno sempre e solo quesiti nella mia mente. Quesiti senza risposta poiché non darò mai voce a nulla di tutto questo.
Mai.

FINE…
E questo, mio caro Spencer Reid, è quello che credi tu!
Appena trovo la giusta scena per il seguito, vedi cosa ti combino!!!!
Nota di Akane






   
 
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