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Autore: Rie_James    20/02/2014    2 recensioni
Beh, niente, è una storia per lo più inventata, ma con l'aggiunta di qualche evento reale. Nemmeno io so la trama precisa. Vi posso dire semplicemente che è la storia d'amore tra Duncan James ed una sua fan. Spero vi piaccia ^^
Leggete e recensite, mi raccomando!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Duncan James, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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11. Don’t Suffer Alone, Suffer With Me.
 

Tornati a casa, Gab lasciò cadere la borsa della palestra nel salotto, si tolse il giubbino  bagnato e lo mise sullo stendino.
- Dunk, dammi il tuo giubbino … Lo metto ad asciugare … - disse senza guardarlo negli occhi.
Lui le passò il giubbino prestando attenzione ad ogni suo movimento.
- Grazie … Gab, tua madre lo sa che siamo qui, io e Lee?
- Non ancora. Ma non avrà da obiettare, tranquillo.
- Non dovresti comunque dirglielo?
Gab lo prese per mano trascinandolo in cucina, arrossendo un po’ al contatto con la mano di Duncan. La madre era intenta a preparare la cena.
- Mamma … Devo dirti una cosa.
- Hey, Gab. – disse la madre voltandosi verso la figlia - Non mi avevi detto che avevi visite – sorrise non riconoscendolo subito.
- Mamma, lui è … Duncan. – Danielle si irrigidì. – Duncan, lei è mia madre, Danielle.
- E’ un piacere conoscerla. – disse Duncan sorridente, tendendole la mano che lei strinse  con un’abbastanza evidente espressione contrariata.
Danielle sapeva bene chi era Duncan e sapeva cos’era successo in quei giorni. Era difficile che Gab le tenesse nascosto qualcosa: avevano un ottimo rapporto.
- Mamma, lui e Lee sono venuti qui in Italia. Stavano in un motel in provincia … Ho proposto loro di rimanere qui fin quando saranno in Italia. Spero non ci siano problemi per te …
- Affatto. Se a te sta bene … - disse Danielle cercando di capire qualcosa dagli sguardi della figlia
- Tranquilla … - rispose Gab, alludendo ad un evidente “Ne parliamo dopo, da sole”, poi portò Duncan in camera sua, con sé.
Prese dal suo armadio una vecchia t-shirt del padre ed il pantalone di una tuta, poi li poggiò sul letto.
- Bene, io adesso vado a farmi una doccia. Se vuoi, puoi indossare questi in attesa che Lee torni con la tua roba. Non appena avrò finito, potrai andare tu sotto la doccia … - disse evidentemente imbarazzata. Si sentiva ancora un po’ in colpa per come lo aveva trattato poco prima, in strada.
- Dopo di te? Ed io che speravo che ci saremmo andati assieme sotto la doccia – disse lui, cacciando nuovamente fuori quel sorrisetto irritante.
Mi sono davvero sentita in colpa a causa di ‘sto cretino?!” pensò Gab subito prima di lanciargli un’occhiataccia e di uscire dalla stanza sentendo in lontananza una leggera risatina.
 
***
 
Finalmente aveva smesso di piovere, per quanto il cielo fosse ancora nuvoloso. Lee, Alex e Federica erano riusciti a tornare a casa asciutti e stavano portando le valigie di sopra.
- Alex, posso chiederti una cosa? – disse Lee all’improvviso mentre, arrivati al terzo piano del palazzo, si avvicinavano alla porta di casa per suonare il campanello dopo aver spostato tutte le valigie.
- Dimmi pure – sorrise lei di rimando
- Tu che la conosci meglio … Secondo te, la madre di Gab, cosa avrà detto in merito alla permanenza mia e di Duncan in questa casa?
- Di certo non sarà un’ottima notizia, ma Danielle si fida di Gabriella: sa che se fa determinate cose, è perché c’è un motivo alla base.
Lee annuì, mentre Federica chiudeva le porte dell’ascensore, poi Alex suonò il campanello.
 
***
Gab, appena uscita dalla doccia si strizzò i capelli e successivamente li spazzolò per levare l’acqua in eccesso;prese un asciugamano con cui si asciugò un po’ i capelli che poi portò in massa sulla spalla destra; prese un altro  asciugamano abbastanza grande e lo mise sul corpo a mo’ di vestitino; infilò le sue infradito rosa e si diresse in camera sua.
Sobbalzò quando, una volta aperta la porta, trovò Duncan steso sul suo letto a torso nudo che guardava delle vecchie foto di quando lei era piccola.

Si sentì avvampare.

- Carini quei poster … - ridacchiò Duncan indicando i poster appesi dietro di lui, sul letto di Gab. Ovviamente, erano tutti poster dei Blue o pezzi ritagliati dai giornali con Duncan a torso nudo – E così sono sempre stato il tuo preferito eh? – ghignò divertito continuando a guardare le foto come se niente fosse.
- POTRESTI ALMENO COPRIRTI?! – disse alterata (e al contempo imbarazzatissima) Gab.
- Perché? Non è niente che tu non conosca già! – rise poi lui di gusto, interrompendosi di scatto quando, una volta rivolto lo sguardo verso di lei, si accorse che indossava solo l’asciugamano.
Duncan deglutì e si alzò di scatto dal letto; Gab, in tutta risposta, fece per coprirsi ancora di più.
Lui la fissava, con la bocca socchiusa, sorpreso di vederla in quelle “vesti” (se così possiamo definirle).
Duncan, per l’amor del cielo, DATTI UNA CALMATA. Ha un asciugamano addosso. Un fottuto asciugamano addosso. SOLO un fottuto asciugamano addosso.”  pensò, per poi deglutire nuovamente.
Gab si avvicinò lentamente a lui, guardandolo dal basso:
- S- … Smettila di fissarmi …
- Scusa … - si affrettò lui un po’ impacciato
- Non dovevi andare a farti la doccia? – chiese lei
Lui fece per avvicinarsi a lei. Sempre di più. Ancora un po’: erano a quasi un palmo di distanza. Gab aveva indietreggiato leggermente col busto, ma era rimasta pietrificata dal comportamento di lui. Il cuore le stava quasi balzando fuori dal petto, tanto batteva veloce e forte! Duncan chiuse gli occhi e fece per inclinare la testa …
La porta si aprì alle loro spalle ed entrarono Lee, Federica ed Alex.
- Eccoci qua con le vali- … Uohooh!- si schiarì la voce - Abbiamo interrotto qualcosa? – ridacchiò Lee nel vedere il suo amico a torso nudo, così vicino alla ragazza coperta solo da un asciugamano, facendo sobbalzare entrambi, che quasi fecero un balzo all’indietro per allontanarsi l’uno dall’altra.
- EH?! COSA?! NO, NO, NO!!! ASSOLUTAMENTE NO!! – urlò Gab, ormai completamente rossa, mentre agitava le braccia in segno di dissenso – Come ti stavo dicendo, gli asciugamani sono nel mobiletto di fronte alla doccia. Ora puoi andare a lavarti, Duncan. – continuò poi fingendo un tono pacato rivolgendosi a Duncan, che , mentre si apprestava ad uscire dalla stanza, lanciò un’occhiataccia a Lee, il quale non poté fare a meno di farsi scappare una risata divertita.
Alex e Federica le lanciarono un’occhiataccia, al contrario di Lee che sorrideva, contento per l’amico.
- Non è come sembra. ASSOLUTAMENTE non è come sembra.
- No, tu e Duncan non vi stavate assolutamente per baciare infatti, vero? – disse Alex accigliata
- Infatti no! Mi sarei spostata!! – si giustificò provocando il broncio di Lee
- Gab, tu sei completamente bagnata,indossi solo un asciugamano, lui era a torso nudo a meno di due centimetri da te, tu gli vai appresso da cinque anni a questa parte, lui è venuto fino in Italia da te per farsi perdonare e mi vuoi far credere che ti saresti spostata?! – urlò Federica
Gab arrossì all’istante, poi si voltò verso di Lee indicandolo in tono minaccioso con l’indice
- SE GLI DICI QUALCOSA, GIURO CHE T’AMMAZZO.
- Sarò una tomba! – disse lui alzando le mani in segno di resa mentre si fingeva spaventato.
- Bene. E comunque sì, mi sarei spostata. Non mi pare stia facendo qualcosa di particolare per meritarsi il mio perdono, quindi non gliel’avrei permesso.
- E perché stavate entrambi mezzi nudi, da soli nella stessa stanza e a meno di due centimetri l’uno dall’altra, me lo spieghi?! – disse Alex
- Sono andata in palestra, lui mi ha seguita e si è allenato anche lui. È venuto a piovere, ci siamo bagnati, io mi sono fatta la doccia, sono uscita per dargli istruzioni, lui s’è tolto la maglia prima che io arrivassi e ci ha provato. Poi siete entrati voi. Punto. Adesso è finito l’interrogatorio?! – disse lei sempre più imbarazzata dalle proprie parole.
- Ti dovrei ammazzare seduta stante … - sentenziò Alex
- Mi spiegate, se anche fosse, quale sarebbe il problema? – chiese Lee
Alex lo fulminò
- Se quel biondino le spezza nuovamente il cuore, è da te che la mando a piangere e ad assillarti sui tweet che scrive ogni secondo, chiaro?!
Lee rise, Gab arrossì fulminando con lo sguardo Alex:
- Nemmeno questo deve uscire da questa stanza! – disse rivolgendosi a Lee, poi guardò Alex – Ma se sei tu che gli hai detto di venire qui!! A proposito, come ti è saltato in  testa di contattarlo e di dirgli che eravamo in Italia?!
- In realtà, è stato lui a chiedermi come poteva contattarti! Io gliel’ho detto perché poteste discutere, tutto qui!! – si giustificò lei in risposta
- Che bel teatrino … - sentenziò infine Federica.
 
***
 
Ora di cena. Federica sarebbe rimasta da Gab per la cena, poi sarebbe tornata a casa sua a dormire.
Quando furono tutti seduti a tavola, l’imbarazzo regnava sovrano, soprattutto per la presenza di Danielle, che non poteva fare a meno di lanciare frecciatine. Gab le aveva velatamente chiesto di smettere più volte, ma la madre non ce l’aveva fatta: sembrava quasi che le parole uscissero per conto proprio.
- Quanto rimarrete qui in Italia? – chiese Danielle
- Ehm … Be’ … - farfugliò Lee, un po’ impacciato
- In realtà, abbiamo … Ho un progetto. Rimarremo il tempo necessario affinché si realizzi. – disse Duncan rivolgendo un attimo lo sguardo verso di Gab, seduta accanto a lui, che continuava a mangiare ignorando di far parte del progetto di cui parlava Dunk – E voi invece? Quando tornerete in Inghilterra? – continuò poi voltandosi verso Danielle.
- Non lo sappiamo neppure noi. Siamo tornate in Italia per staccare un po’, oltre che per risolvere alcune questioni in sospeso … Gab, potresti sederti composta almeno a tavola? – disse Danielle notando che Gab era praticamente in ginocchio sulla sedia, come al solito.
- Sto più comoda così – rispose fredda lei mentre ingoiava il boccone
- E’ da maleducati! E non parlare con la bocca piena! – la rimproverò
- Mamma, potresti lasciarmi in pace?! Non è giornata!
- Il fatto che tu sia di malumore non ti autorizza ad essere maleducata!
- Non disturbo nessuno a star seduta così! Quindi rimango seduta così!
- Ti ho detto di sederti composta!! E non rispondermi in questa maniera! Ricordati sempre che sono tua madre! Sembri tuo padre quando ti comporti così!!
Gab si alzò di scatto da tavola, sbattendo leggermente il piatto sul tavolo mentre manteneva lo sguardo basso.
- Non ho più fame. Scusate, vado in camera mia.  – guardò Danielle – Non permetterti più di paragonarmi a lui. Io non sono come lui, chiaro?! – la fulminò alzando un po’ la voce, dopodiché andò in camera sua sbattendo la porta.
Danielle in realtà intendeva che con alcuni atteggiamenti sgarbati ricordava suo padre, non certo che Gab fosse una senza cuore o un’egoista … In ogni caso, preferì non continuare quella discussione davanti agli ospiti; Alex e Federica si guardarono, indecise se alzarsi per andare a parlare con l’amica; Lee aveva un’espressione preoccupata, rattristata poi dal ricordo della storia che Gab gli aveva raccontato giorni prima; Duncan, invece, era confuso (oltre che preoccupato, è ovvio). In effetti, lui era l’unico a cui Gab doveva raccontare la propria storia, l’unico a non sapere nulla e, di conseguenza, a non capire perché Gab se la fosse presa tanto. Cominciò a chiedersi dove fosse il padre di Gab, notando che lei non l’aveva mai nominato e che non fosse in Italia con loro.
Si alzò anche lui:
- Con permesso. Sono molto stanco, vorrei andare a riposare.
- Prego – risposero gli altri in coro.
- Tranquillo, va’ pure. – gli sorrise Danielle, sapendo che probabilmente sarebbe andato a consolare Gab.

Duncan bussò alla porta della camera, poi la aprì lentamente trovando Gab distesa sul letto attaccato alla parete che abbracciava un cuscino con lo sguardo fisso sul muro. Ad illuminare la stanza c’era solo la lava-lamp rosa sul comodino accanto al letto di Gab.
- Posso? – disse guardandola preoccupato.
- Duncan, vattene … - disse con un nodo alla gola – non è il momento. – continuò, tirando su col naso mentre Duncan entrò e si chiuse la porta alle sue spalle.
Avanzò e, arrivato al letto di Gab, si sedette accanto a lei.
- Posso capire cosa è successo? – chiese accarezzandole la spalla delicatamente mentre lei si rannicchiava sempre di più e stringeva il cuscino più forte.
- Non ti avevo detto di andartene? …
- Se è per questo, mi avevi anche detto che non avevo niente da farmi perdonare, ma io sono rimasto qui per riconquistarti. Allora? … Non vuoi dirmi nulla?
Una lacrima le rigò il viso, bagnando anche il cuscino che stringeva. Un’altra stava per scendere, ma Duncan gliela asciugò prontamente con il dito, accarezzandole delicatamente una guancia. Lei si alzò, mettendosi seduta, lo guardò un attimo con gli occhi che le brillavano; Duncan la fissò preoccupato: avrebbe voluto fare qualcosa per lei, ma non sapendo cosa avesse, non aveva idea di cosa fare.
Improvvisamente, lei gli si gettò addosso e lo abbracciò, affondando il viso nel petto del ragazzo e scoppiando in un pianto liberatorio; lui la strinse a sé accarezzandole piano la testa.
Quando si sarebbe calmata, le avrebbe chiesto qualcosa in più.
Che strana sensazione, quella che provava Gab: quando stava male, era solita prendere il suo iPod e mettere in riproduzione casuale tutte le canzoni dei Blue o, più nello specifico, di Duncan. Lo faceva perché così si sentiva capita, si sentiva come se ci fosse qualcuno che finalmente riuscisse a comprenderla a pieno. Lo faceva perché quando ascoltava quelle canzoni, sentiva come se quei quattro ragazzi la stessero realmente abbracciando, come se la tenessero strettissima e riuscissero a consolarla da ogni male. Ed era una sensazione che riusciva a provare solo con le loro canzoni.
Adesso che c’era realmente Duncan ad abbracciarla e a consolarla, era una sensazione stranissima … Oltre che stupenda, s’intende. Le sue canzoni l’avevano aiutata tanto in quei cinque anni e, adesso che lui la teneva stretta a sé, lei si sentiva ancora meglio.
Non riusciva ancora a capire come quei quattro … Anzi, come QUEL RAGAZZO in particolare riuscisse a farle dimenticare tutto con una canzone: tra le braccia di Duncan si sentiva ancora più al sicuro, ancora più protetta. In quel momento, provava la stessa sensazione di conforto di una persona che si è appena rifugiata sotto un tetto per ripararsi dalla pioggia forte.
Finalmente Gab smise di singhiozzare. Fece un respiro profondo e si calmò un po’. Duncan, però, continuò a tenerla stretta: ormai la sua maglietta era completamente bagnata e, in realtà, sentiva che le lacrime continuavano a scendere, nonostante si fosse calmata rispetto a prima.
Si stese sul letto, costringendo anche lei a stendersi su di lui, un po’ come quella sera sulla spiaggia, mentre guardavano le stelle. Continuava ad accarezzarle la testa, senza sapere cosa dire: si sentiva inutile. È vero, l’aveva calmata, ma lei continuava a piangere … Pensò di fare l’unica cosa che sapeva fare bene per aiutarla: cominciò a cantare:

So here we are
Standing in an empty room
I'm trying not to look at you
In that way
‘Cause I care
Thought it's hurting me so much inside
I'm trying just to be your friend today

It's a song that should have never been sung
It's a race that should have never been run
So wrong yeah


Thought it's love we both want
It's a love we don't need
Let's sit here in silence
Let our hearts beat
That it's hard to be strong
When you're feeling so weak
Till the night's over
Don't suffer alone
Suffer with me

 
Finita la strofa, Duncan le baciò la fronte.
- Non voglio più vederti così … - disse a bassa voce accarezzandole nuovamente la testa.
- Mi … Mi dispiace … -rispose lei, sempre sussurrando
- “Mi dispiace”? Ti stai scusando perché stai male? Sono io che dovrei scusarmi perché non so cosa fare per farti stare meglio.
- Non devi fare nulla. Sto già meglio – sorrise con ancora le guance bagnate e gli occhi rossi e lucidi del post-pianto – Se non ci fossi stato tu, adesso avrei preso l’iPod e avrei fatto scegliere alla riproduzione casuale quale delle vostri canzoni ascoltare per stare meglio. – continuò facendo sorridere anche lui.
- E allora perché ti scusi?
- Per tutto: per la litigata a cui hai dovuto assistere … Per il mio carattere uterino … Per il mio essere stata fredda … Per il mio essere stata troppo dura con te, che volevi solo farti perdonare … Per non averti voluto concedere l’occasione di lasciarti spiegare … Per tante cose … -sussurrò lei dispiaciuta.
- Un po’ me lo sono meritato. Mi sono comportato da stronzo con te e non lo meritavi … Non smetterò mai di chiederti scusa per quello … Sono stato … Un vero idio- …. – Gab lo zittì mettendogli un dito sulle labbra.
- Shh, shh, shh!! Basta così. Mi sembra di averti già detto che ti ho perdonato, giusto?
- Giusto …
- Ecco … Quindi non devi scusarti. Sono io che ho sbagliato: non avrei dovuto rinfacciarti tutte quelle cose … Non se ti avevo già perdonato, almeno …
Duncan le mise una mano sul volto e le accarezzò la guancia con il pollice.
- Va tutto bene. L’importante è essersi riappacificati, giusto? – sussurrò lui sorridendo
- Sì – sorrise lei di rimando accoccolandosi un po’.
- Adesso vuoi spiegarmi cosa è successo prima e perché te la sei presa tanto con tua madre poco fa?
Gab si rabbuiò un po’, prese un respiro profondo e cominciò a raccontare anche a Duncan tutta la sua storia.
 
***

Finita la cena, Danielle si apprestò al lavello per lavare i piatti.
- Signora, lasci fare a me! – intervenne Lee sorridendo
- Ma no, figurati! Sei un ospite! – rispose lei
- Appunto! Devo pur ricambiare in qualche modo, no?
- Non sei stanco per il viaggio?
- Sono pieno di energie! – sorrise – E poi mi farò dare una mano dalle ragazze … Poi accompagno Federica a casa. Lei vada a riposarsi.
- Grazie mille, Lee … Buonanotte - sorrise Danielle e andò in camera sua.
- ‘Notte  … - sorrise lui
Alex si avvicinò a Lee, si infilò i guanti di gomma e gli sorrise.
- Io lavo e tu asciughi?
- Mmmh … Ok! – sorrise Lee – Allora … Sei fidanzata?
- Ehm … No
- Lo sei mai stata?
- Qualche storiella ogni tanto … Nulla di più. Tu? So che hai due figli … Al momento sei single?
- Già … Single anche io. Hai mai visto i miei figli?
- Sì – rise lei – Ti ricordo che Gab assilla chiunque da cinque anni … Io sono la sua migliore amica … Immagina cosa ha fatto con me!! … In ogni caso, sono stupendi! E tu hai un rapporto bellissimo con loro, da quel che vedo.
- Sì – rise in risposta – Mi mancano tanto, sai?
- Immagino … Qui abbiamo finito. Federica si è addormentata, è il caso di svegliarla mi sa … - sorrise allungandosi sulle punte per stampare un bacetto sulla guancia di Lee, che sorrise di tutta risposta.
- Vado a svegliarla … Tu continua ad asciugare quei piatti. – continuò poi, dileguandosi nella stanza accanto per svegliare Federica.
 
.- Tranquilla, la accompagno da solo se sei stanca. Tanto la strada la ricordo bene ormai. – sorrise Lee rivolgendosi ad Alex
- Sicuro? Per me non c’è problema! – rispose lei
- Vai a dormire, su! Casa di Federica non è troppo lontana a quanto ho capito!
- Al massimo gli indico io la strada, tranquilla! – insistette poi Federica
- Ok … Allora buonanotte a tutti e due! – disse Alex sorridendo
- ‘Notte! – risposero i due in coro.
***
Arrivarono con l’auto fino al palazzo di Federica, scesero dalla macchina e Lee l’accompagnò fin sotto al portone, poggiandosi con un braccio al muro accanto al citofono e poggiò l’altra mano sul fianco. Federica si poggiò con la schiena al portone con Lee troppo poco distante.
- Sono stato bene oggi … - sorrise lui
- Anche io. Tu lo sai, io non sono una vostra fan a dirla tutta … Però tu mi sei simpatico
- Io? Grazie. – sorrise – Invece Duncan lo odi?
- Non è che lo odio … E’ che non mi piace come si è comportato con Gab, tutto qui.
- Capisco … Cambierai idea, te lo assicuro. In ogni caso, anche tu sei simpatica – sorrise
- Grazie! – sorrise lei di rimando – Allora ci vediamo domani?
- Certo! – rispose lui allegro.
Federica si alzò sulle punte dei piedi e gli diede un bacio quasi all’angolo della bocca, dal lato opposto dove prima Alex lo aveva baciato. Dopodiché gli sorrise ed entrò nel palazzo.
 
 
***
 
Duncan non poteva credere a ciò che Gab gli aveva appena raccontato: sapeva di avere una particolare empatia con quella ragazza, ma non pensava che fosse dovuta anche a questo.
- … Ed è anche per questo che tu sei sempre stato il mio preferito … Ed è anche il motivo per cui è grazie a te che sono andata avanti … Mi sentivo compresa. C’era finalmente qualcuno che poteva comprendermi. Lee l’ha capito anche prima di te! – ridacchiò Gab un po’ malinconica
-  Wow … Non mi sarei mai aspettato una cosa simile … Quindi Lee lo sapeva? – chiese sorpreso
- Gliel’ho detto la sera del mio compleanno. Si può dire che mi abbia quasi tirato le parole di bocca: non mi ero mai aperta con nessuno così presto …
Duncan la guardò un po’ malinconico: come poteva un uomo voler far del male ad una ragazza … No, non ad una ragazza, ad una bambina così? Come poteva aver vissuto quattro anni così, senza morire di nostalgia?
- Vieni qui … - disse lui stringendola ancora più forte – Non permetterò più a nessuno di farti del male …
Duncan la guardò negli occhi, poggiò la mano sulla guancia … Cominciò a chiudere gli occhi avvicinandosi sempre di più alle labbra di Gab. Sempre di più. Sempre di più … Ormai a separarli c’erano solo i respiri di entrambi che si mischiavano l’uno con l’altro …
 
 
Salve BlueFam!
Niente, ormai mi sono arresa: i commenti li metto sotto, punto! XD
Alloooora …. Avete fangirlato come se non ci fosse un domani per questo capitolo? Mi state mandando le peggio bestemmie per come l’ho fatto finire? E secondo voi, adesso, cosa succederà?
Duncan e Gab si baceranno? Faranno definitivamente pace?
E Lee? Si prospetta un triangolo amoroso! Eheheh … Secondo voi chi vincerà? :3
E Julie? Che fine ha fatto? Non sentite la sua mancanzaaaa? :3
MUHAHAHAAHAHHAAHAHAHAH!! Sono diabolica 8D
Per chi non l’avesse capito, la canzone che canta Duncan è
Suffer
Un grazie va sempre a chi legge, chi segue,  chi aggiunge a preferiti e a GinevraJames che è l’unica poverella che mi recensisce ogni capitolo ç___ç Fatemi sapere che ne pensate!! ♥
Xoxo
Rie ♥☺
  
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