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Autore: StayWeird01    20/02/2014    1 recensioni
Beth lo guardò impassibile, senza sapere che espressione usare “Mi piaci, forse sono innamorato di te” sussurrò Harry, per poi unire le sue labbra alle sue.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lavorando in un ospedale col turno di notte si incontra un’infinità di persone. Se poi tra queste persone c’è anche l’uomo della tua vita, la faccenda si fa divertente. Bethany, 23 anni, lavora come infermiera al pronto soccorso di Londra. Lì ogni sera arrivano una miriade di persone con disturbi diversi: alcune braccia rotte, caviglie slogate, gente ubriaca, vittime di incidenti, donne che partoriscono, ragazzi dopo liti violente, infarti, strappi muscolari, mal di denti e tanto altro ancora. Di sabato il pronto soccorso si riempie, e il lavoro non finisce mai. Beth lavora solo nel fine settimana, ed è specializzata in vari settori. Una sera arrivò un ragazzo con un occhio nero, che non faceva altro che lamentarsi  e rispondere male alle infermiere. “Cavoli, chi è quello lì?” chiese a un’infermiera che stava lì da tempo “Quello è Harry, lavora in un pub e puntualmente si ritrova a picchiare qualcuno. È sgarbato e cerca sempre di non farsi curare”, “Perché?” chiede lei “Vedi, da quanto scritto negli schedari, ha avuto un infanzia difficile, e questo ha procurato in lui un carattere piuttosto violento” Beth lo squadrò meglio: ha una bella corporatura, delle braccia muscolose e delle gambe piuttosto femminili. I capelli sono castani, molto ricci e aggiustati disordinatamente. La guardava torvo, con gli occhi verdi smeraldo, con un filo di sangue che gli scorreva dal labbro. Beth si sentì rabbrividire. “Va da Beth, ti aiuterà lei. Prova a torcerle un capello e chiamo la polizia!” lo minacciò l’altra infermiera. “Tranquilla, io non picchio le donne, picchio solo gli uomini!” urlò Harry, riferendosi all’infermiera. Beth scappò dentro la sala, cercando di trattenere una risata. Harry la seguì silenzioso, guardandola. “Okay, siediti” disse Beth con calma, prendendo i cerotti e l’acqua ossigenata “Perché dovrei sedermi?” ringhiò lui “Perché non sono così alta, siediti” le dice con calma. Harry rimane in piedi, senza muoversi “Se non ti siedi dovrò arrivare alle maniere forti!” disse Beth “E cosa avresti intenzione di fare?” disse lui fissandola con sguardo maligno. Beth non aveva tempo da perdere, così posò la mano sulla spalla del riccio e lo spinse verso il basso, facendolo sedere. “Così” disse lei iniziando a mettere l’acqua ossigenata sulla ferita del ragazzo, posta sopra l’occhio. “Ahi” si lamentò lui “Grande e grosso come sei ti fa male un po’ di acqua ossigenata?” disse lei. Il ragazzo continuò a fissarla. “Perché ogni sera picchi della gente?” gli chiese ancora. Nessuna risposta. “Potresti smetterla di fissarmi negli occhi?!”gli disse lei spazientita. Harry abbassò lo sguardo. Finì di curare la ferita, poi mise un cerotto e prese un sacco di ghiaccio “Mettilo sul livido per una mezz’oretta, poi toglilo. Domani non voglio vederti qui” Harry prese la giacca e il sacco di ghiaccio, uscendo dall’ospedale. “Come hai fatto?” le chiese l’infermiera “Non lo so, spero solo di non rivederlo”.
***
“Perché sei ancora qui?” chiese Beth a Harry, seduto sul lettino con un graffio sulla guancia “Se continui a non dire nulla a nessuno non riuscirai a cambiare. Vuoi cambiare?” gli chiese. Harry la fissò ancora, come al solito, ammirando i suoi occhi. C’era qualcosa che l’attraeva di quella ragazza. Beth lo guardò storto, per poi continuare a umettare la ferita “Sappi che continuerò fino a che non proferirai parola” Forse la sua determinazione, sì, la sua determinazione le piaceva tanto. Erano 2 settimane che quasi ogni sera si vedevano. Le piaceva davvero tanto, e i suoi occhi azzurri che ogni sera lo fissavano sprezzanti gli impedivano di protestare. Harry rimaneva muto ogni volta. Certo, si era ammorbidito molto: ormai faceva tutto quello che le diceva, e si faceva curare solo da lei, e ogni volta che non c’era sbraitava e si agitava. Una sera Harry arrivò all’ospedale più malconcio del solito: la spalla era rotta e sanguinava dalla bocca. “Harry, stasera hai esagerato!” lo rimproverò Beth “Hai già fatto le lastre?” Harry annuì. Beth gli pulì le labbra dal sangue e lo guardò negli occhi. Gli occhi di Harry trasmettevano disperazione, tristezza e anche paura. Beth alzò lo sguardo, si girò e chiuse la porta. Si sedette vicino a Harry e gli sorrise, guardandolo negli occhi. Le piacevano tanto quegli occhi, e chissà perché quel ragazzo l’attraeva molto. Ormai aveva imparato la forma delle sue labbra per quanto volte le aveva umettate, e se c’era qualcosa che voleva era un suo bacio, con quelle labbra perfette. Harry non sapeva che fare così accennò un sorriso. Beth guardò il proprio braccio, e si spostò piano la manica, mostrando il polso ricoperto di cicatrici. Harry lo guardò incredulo “Sai, da giovane ero autolesionista. Ho scelto di fare questa professione per salvare altre vite, per dare un senso alla mia. Non l’ho mai detto a nessuno, tu sei il primo”. Harry la guardò comprensivo, e abbassò la testa “Ho perso i genitori quando avevo 3 anni. La famiglia che mi ha accolto era violenta e ogni sera venivo picchiato. A scuola dovevo difendermi, così ho iniziato a picchiare la gente. So che è sbagliato, ma non so fare altro” I 2 si sentirono molto più leggeri. Fecero un gran respiro, poi Beth scese dal lettino e fissò Harry negli occhi “Promettimi che da stasera in poi non ti vedrò più qui, se non per toglierti il gesso o fare beneficenza, e che non picchierai più nessuno, okay?” Harry la guardò gentilmente “Se io te lo prometto, tu mi prometti che uscirai con me una di queste sere?” Beth rimase sbalordita “Okay, va bene” Non desiderava altro.
***
Beth era ferma davanti la gelateria, in cerca di Harry. Aveva detto che avrebbe preso dei gelati speciali, ma non si vedeva da ben 10 minuti. Sperava non fosse success niente. Ad un trattò vide un’enorme figura avanzare verso di lei, con due coppe gelato enormi nelle mani. “Harry, ma...dove li mangiamo, qui non c’è un tavolo libero!” Harry si guardò in giro, e vide la spiaggia “Lì abbiamo una tavola gigante che ci aspetta!” disse sorridendo. Beth quasi non lo riconosceva: quella sera il verde dei suoi occhi brillava di più, i capelli erano ordinati, era vestito in modo elegante, con una camicia bianca e un paio di jeans neri, per non parlare delle scarpe eleganti. Era tremendamente sorridente, ed era molto, mooooolto più gentile del solito. A Beth piaceva molto di più quell’Harry. Era da una settimana che usciva con lui, e ogni pomeriggio si ritrovava con lui. Se ne era innamorata, doveva ammetterlo a se stessa. Si accasciarono sulla sabbia fredda e iniziarono a mangiare il gelato ormai sciolto “ È colpa tua se si è sciolto” disse Harry ridendo “E allora provaci tu a camminare coi tacchi!” disse Beth indispettita. 2 secondi dopo Harry cercava di arrancare con i tacchi bianchi di Beth “Harry, devo aiutarti?” chiese Beth. Poco dopo Harry era crollato su Beth, facendo volare i tacchi in acqua. “Oh cavoli, i tacchi!” bofonchiò Beth, prima che Harry spostasse il suo viso di fronte al suo, guardandola dritta negli occhi. Beth lo guardò impassibile, senza sapere che espressione usare “Mi piaci, forse sono innamorato di te” sussurrò Harry, per poi unire le sue labbra alle sue.
***
Beth aggiustava gli attrezzi in sala, mentre pensava a Harry. Ormai era diventata la sua ragazza, e qualunque cosa le succedesse, i suoi pensieri finivano sempre su Harry.  Lei aveva mantenuto la promessa, e lui aveva mantenuto la sua. Ormai Harry andava in ospedale solo per accompagnare la sua ragazza a casa. Fino a quella sera. Da tempo il turno di Beth era cambiato: tutta la settimana, tranne il week-end. Una sera di martedì, l’ambulanza arrivò a sirene spianate. Da lì uscì Harry, con un braccio fasciato e la testa dolorante. Beth rimase spiazzata, mentre qualcosa dentro di lei si spezzava. Si avvicinò ad Harry, che intanto la guardava speranzoso, e gli mollò uno schiaffo “Me lo avevi promesso” disse far le lacrime, mentre tutto il pronto soccorso li guardava. “Ti posso spiegare, te lo giuro” si giustificò lui, in preda al panico. “Harry, mi avevi promesso che non avresti picchiato nessuno, e quel livido cosa mi dimostra?”. Harry avrebbe detto di aver fatto un’incidente con un auto, per salvarsi, ma davanti a lei mentire era impossibile. Rimase lì, senza muoversi, mentre Beth usciva dal pronto soccorso. Avrebbe voluto dimenarsi dagli infermieri e correre verso di lei, ma avrebbe solo peggiorato la situazione.
***
Beth era stesa sul divano, con le lacrime che le calavano ancora sul viso. Tra mezz’ora sarebbe dovuta tornare in ospedale, dopo una settimana di ferie. Indossò il camice, mise le scarpe da ginnastica, prese la borsa e uscì. Harry le aveva spezzato il cuore: dopo averlo baciato per tutto quel tempo, lui l’aveva ricambiata solo con una sprezzante bugia. Mise in moto l’auto e arrivò in ospedale. Entrò al pronto soccorso, dove tutti gli infermieri la salutarono. Lei finse un sorriso, ed entrò subito nello spogliatoio deserto, per ricominciare a piangere in silenzio. Ogni movimento che faceva, finiva sempre con un pianto per colpa di Harry. Non ce la faceva più, le stava rovinando la vita, anche se lui probabilmente non lo sapeva. Infatti Harry aveva cercato infinite volte di chiamare Beth, ma ogni volta si apriva la segreteria. Le importava fin troppo di quella ragazza. Voleva scusarsi, dirgli tutta la verità e riportarla tra le sue braccia, stringendola, accarezzandole piano i capelli. Harry entrò al pronto soccorso e vide Beth. “Beth!” lei si girò e subito scorse il viso di Harry “Mi dispiace, ho da fare...” “Beth, ti prego devo parlarti!” “Harry, va via!” disse lei entrando nella  sala, ma Harry la seguì velocemente, chiudendo la porta alle sue spalle. “Beth, ti prego, posso spiegarti tutto” disse Harry “Non mi importa niente di quello che dici” urlò Beth tra le lacrime “Beth, ti prego, non piangere!” disse Harry “E come faccio? È solo colpa tua se sto piangendo, Harry, mi hai spezzato il cuore!” disse lei, calando a piangere sul lettino. Harry le si avvicinò e la guardò negli occhi “Voglio solamente risolvere questo problema” disse lui deciso “E come?” disse Beth di scatto “Come pensi di risolverlo? Picchiandomi?! Su, dai, picchiami, tanto la mia vita fa schifo!”. Harry a quelle parole si bloccò: forse aveva capito, forse capiva tutto adesso. Le prese dolcemente il braccio e spostò la manica della camicia. Conosceva fin troppo bene quei tagli, ed erano decisamente aumentati “Perché Bethany?” “Perché ormai la mia vita fa schifo, non ha più un significato” disse lei, abbassando lo sguardo. Harry la prese tra le sue braccia. Eccola, finalmente poteva stringerla “Sai perché ho picchiato quel tizio? Perché era quel cretino che ti ha spezzato il cuore, facendoti tagliare. Me ne hai parlato, e volevo dargli una lezione” Beth spalancò gli occhi eli fissò su Harry “Perché non l’hai detto subito?!” disse lei “Pensavo che avrei peggiorato la situazione”. Beth guardò Harry negli occhi: voleva solo dare una lezione a quel bastardo, voleva solo difenderla. Dio, quanto lo amava. Sorrise e gli prese il viso tra le mani, dandogli un tenero bacio sulle sue labbra perfette “Pensavo che non ci sarei mai riuscito a dirlo, ma...ti amo Bethany”, “Ti amo anch’io Harry, e su di questo sono sicura”. 
  
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