Fanfic su artisti musicali > Mika
Segui la storia  |       
Autore: ILoveRainbows    21/02/2014    2 recensioni
Perdersi a Londra se non la conosci può essere spaventoso in un primo momento, ma cosa succederebbe se incontrassi una persona che ammiri, stimi: consideri persino il tuo eroe? Clara potrebbe scoprirlo e chissà...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 12

Scendendo offrii a Mika e a tutti gli altri un sorriso a trentadue denti. David e Iman ci vennero incontro sorridendo anche loro.
- Finalmente ci rivediamo, Uomo Dello Spazio. - disse Mika a David staccandosi da me per tendergli la mano. Aveva indosso una camicia bianca molto aperta sul davanti che lasciava scoperto buona parte del torace, un paio di pantaloni neri parecchio attillati, che mettevano in risalto il fisico che era quasi quello di una volta e anche qualcos'altro, e un paio di mocassini. Girandomi vidi Morgan che lo guardava leggermente imbambolato passandolo ai raggi X.
- Bambino! - disse David a Mika. Non era un'affermazione, quanto un nomignolo, un saluto. - Oh, vieni qui. - Si abbracciarono e sentii David dire – É bello rivederti. -
- Anche per me. -
Poi si staccarono e Mika salutò Iman. - Più bella ogni volta che ti vedo. - disse facendole il baciamano. Indossava un vestito di paillette bianco lungo fino al ginocchio. Anche lei, come me lo aveva abbinato a un tacco.
- Sisi, basta effusioni. O io e la tua fidanzata ci ingelosiremo. - disse scherzando David. Mika si allontanò di un passo sorridendo per tornare al mio fianco e avvolgendomi i fianchi con un braccio.
- Questa è la famosa Clara immagino. - disse David guardandomi. – La ragazza che ti ha fatto perdere la testa -
Sia Mika che io arrossimmo un po'.
- Esatto. Clara, David Bowie. David, Clara Gauthier. - disse presentandoci.
David mi porse la mano. - Molto piacere, Signor Bowie. - dissi perdendomi per qualche istante nei suoi occhi. Erano alcuni dei più belli che avessi mai visto. Non avevano un colore preciso ed erano pieni di pagliette di colori ancora meno definiti. Poi mi riscossi. Sorrisi inebetita e al mio lato vidi Mika farsi leggermente più rigido, ma senza realmente preoccuparsi.
- Il piacere e tutto mio e chiamami Dave. - disse facendomi un sorriso strano, d'intesa. Sentivo che sarei andata molto d'accordo con lui.
Poi strinsi la mano a Iman salutandola.
Infine fu il turno di Morgan, che per tutto il tempo aveva fissato Dave con la bava alla bocca, di essere presentato. Al suo più grande idolo. So come si sentiva. Aveva un sorriso storto in faccia e lo sguardo perso chissà dove. Sembrava fatto e conoscendolo lo avrebbe anche potuto essere, ma sapevo anche per certo che in quel momento non lo era.
- È un piacere signor Bowie, un vero piacere. - disse sheakerandogli la mano, con un sorriso che andava da un orecchio ad un altro.
- Anche per me. Mika mi ha parlato molto di lei. - gli rispose sorridendogli e guardandolo in modo curioso. Morgan –non era da lui- arrossì.
Nel complesso eravamo un gruppo vario e vestito in modo strano. Ognuno sembrava pronto per andare in un posto diverso: io ero pronta per gli Oscar, Mika per una festa in maschera, Morgan per un funerale (se non fosse stato per lo sguardo che aveva quando guardava Dave), Iman era l'unica pronta per una cena. Dave, beh... Era David Bowie, avrebbe potuto andare ovunque.
Mika credo si fosse accorto un po' di come lo guardavo, ma non aveva di che preoccuparsi.
In casa un maggiordomo prese le nostre giacche per metterle in un armadio e noi andammo in sala da pranzo.
Era una casa abbastanza sfarzosa. Sembrava quasi di stare in una reggia. Per terra c'erano degli arazzi e appesi alle parete quadri di probabile inestimabile valore. La sala da pranzo era dominata da un camino e un gigantesco tavolo che stava al centro. Sembrava essere fatto di legno di mogano, come le sedie. Era coperto da una tovaglia bianca ed apparecchiato per cinque, ma una parte del tavolo rimaneva libera. Nel camino bruciava un po' di legno che rendeva la stanza più accogliente e abitabile, dopotutto era una sera di marzo, non di luglio, faceva freschetto.
Ci sedemmo a tavola e io mi trovavo accanto a Mika che si trovava alla sinistra di Dave che stava a capotavola. Alla sua destra c'era sua moglie Iman e alla destra di lei, di fronte a me, Morgan. Forse detto così può confondere un po'. Ma non è essenziale capire.
Il maggiordomo di prima arrivò quasi subito portando un antipasto di tartine e champagne. Inizialmente chiacchierarono quasi solo il Riccio e l'Uomo dello Spazio. Poi Dave disse una cosa che mi colse impreparata. - Lo sapete che siete su tutti i giornali e siti di gossip? -
Strabuzzai gli occhi e se ne accorse perché continuò. - L'altro giorno a Milano. Quando siete scappati dalla folla dopo che qualcuno aveva fatto cadere Clara. Tutti vogliono sapere chi è lei. - disse indicandomi con un segno della testa. Sentii Morgan che cercava di soffocare una risata mangiando una tartina alle olive. Ovviamente si soffocò e iniziò a tossire. Dave lo guardò male, poi contiuò: - Comunque non dovete preoccuparvi. Sono soprattutto curiosi. Non l'hanno ancora insultata più di tanto. Aspettate qualche giorno. -
- Papà! Papà! È vero che Mika e la sua fidanzata sono qui? - una ragazza di circa tredici anni precipitò nella stanza. Era vestita normalmente. T-shirt e jeans abbinate a un paio di ciabatte. Si vedeva che non aveva in programma di uscire, poi pensai alla sua età e no, non aveva sicuramente intenzione di uscire.
- Lexi, quante volte ti ho chiesto di lasciarci in pace stasera? - Disse Dave un po' sconsolato, ma non proprio arrabbiato. Era comunque felice che sua figlia fosse lì e per qualche istante mi ricordò mio padre.
- Ti giuro che gli chiedo solo un autografo e me ne vado. - Si avvicinò a Mika emozionata stringendo "Origin Of Love" e una penna in mano. Glieli porse e Mika le sorrise. Il resto del gruppo delle persone era quasi in un momento di stasi che osservava la scena. Quando Mika glielo ridiede lei gli sorrise come un ebete. Lo stesso sorriso che dovevo avere io la prima volta che l'avevo visto. Lexi stava per andarsene e Mika si girò a scambiare uno sguardo con me e lei mi vide. Inizialmente mi guardò con diffidenza, ma poi mi sorrise e mi chiese l'autografo. Il mio primo autografo. Stavo firmando quando Dave disse. - Lexi, non scrivere niente di questo su internet. Soprattutto su Clara. Capito? -
- Capito - disse lei sorridendo. - Piacere di avervi conosciuti Mika e Clara, buona fortuna. - Se ne stava andando quando Mika la fermò. - Se vuoi puoi fermarti a venare con noi. Se per tuo padre e tua madre va bene. -
Lei si fermò e guardò Dave che disse semplicemente. - Se a voi non dà fastidio, okay. -
Venne verso di me per sedersi sulla sedia accanto alla mia. Morgan, che si presentò allungando il braccio dall'altra parte del tavolo, rischiò di far cadere tutto quello che c'era in mezzo. Lexi lo guardò incuriosita da quel figuro con i capelli da pazzo e dall'aria felice.
Si tolse le ciabatte e incrociò le gambe sulla sedia accanto a me. La cena ricominciò e ci portarono della pasta con zucchine e salmone, apparecchiando anche per Lexi. A quel punto chiacchierammo del più e del meno. Di musica soprattutto, ma anche dei progetti vicini delle varie persone. Niente di ché.
Per tutto il tempo mi sentii osservata. Da Lexi. Sembrava molto curiosa di sapere com'ero. Speravo veramente non scrivesse niente su social networks o altro.
Dopo un po' iniziò a far conversazione in inglese con Morgan che cercava in ogni modo di scoprire qualcosa su Dave in modi subdoli. Le insegnò anche qualche parola di italiano come: ciao, grazie, musica. Le fece anche ascoltare alcune canzoni, e non volli indagare su che canzoni le fece ascoltare. Speravo solo non fossero vietate ai minori di diciotto anni.
Alla fine della cena, quando eravamo ancora seduti a tavola, Mika, Morgan e Dave si misero a parlare di una canzone di Dave che stava producendo e io approfittai del momento per fare conversazione con Lexi, visto che Iman si era allontanata un attimo e non volevo farla sentire esclusa.
- Allora, vai alle medie? - chiesi girandomi verso di lei.
- Sì. -
- E dopo? Cosa ti piacerebbe fare? -
- Non so. Non sono ancora sicura. Pensavo a economia. -
Mika, che evidentemente l'aveva sentita, si girò verso di noi avvolgendomi un attimo la vita alla ricerca di contatto fisico. - Non farlo, fidati, non farlo. - le disse. Per poi darmi un veloce bacio alla base del collo e rigirarsi a chiacchierare con gli altri due.
Lexi mi guardò interrogativa. - Ha avuto una brutta esperienza con la London School Of Economics. - spiegai.
- Uh - disse - capisco. Invece è lì che mi piacerebbe andare. -
- Lui non ha retto più di un giorno. - dissi ridacchiando sotto i baffi - Comunque è un ottima scuola. Un sacco di gente è uscita da lì. -
- Già. Il Presidente Kennedy, Margherita II di Danimarca, e Mick Jagger! - Disse entusiasta.
- Lo conosci? - chiesi io.
- Chi? Mick? -
Annuii.
- Non proprio. L'ho incontrato alcune volte quando viene a trovare mio padre, ma di solito se c'è lui mi fa girare al largo. Chissà perché. -
Pensai che se anch'io avessi avuto una figlia la avrei fatta stare lontana da Mick Jagger. Vabbé che poi suo padre era David Bowie, ma queste sono dettagli.
- Posso farti io una domanda, ora? - chiese lei.
- Va bene. Vedrò se posso risponderti. - dissi io afferrando la palla al balzo, ma pronta a lasciarla se la domanda non mi fosse piaciuta.
- Com'è essere la fidanzata di Mika? -
- Prometti che non dirai niente in giro? - chiesi io per essere sicura del suo silenzio.
- Posso giurarlo. Sembrate felici insieme, non vorrei rovinare quello che avete. - e nei suoi occhi vidi che lo intendeva davvero, anche se le sarebbe piaciuto essere al mio posto.
Annuii soddisfatta, quella ragazzina era più matura di molte alla sua età. Beh, ascoltava Mika e suo padre era David Bowie, era normale.
Mi girai un attimo a guardare la mia anima gemella. Non si era accorto che lo guardavo e discuteva con allegria con gli altri due uomini. Feci scorrere lo sguardo dai suoi capelli ricci, i suoi fantastici, morbidi, meravigliosi capelli ricci e spettinati lungo il collo e la schiena per poi fermarmi sulle mani. Quelle perfette mani che sapevano toccarmi nei punti giusti per farmi sentire viva e che riuscivano a trasmettere milioni di sentimenti scorrendo veloci sui tasti di un pianoforte.
Mi rigirai verso Lexi e risposi lentamente - Essere la sua fidanzata è la cosa più meravigliosa e terrificante del mondo. Mika è capace di cambiare umore ogni tre secondi senza ragione così che non capisci più se sia serio o stia scherzando. È capace di farti sentire la persona più amata del mondo con un semplice sguardo fra la folla. Può sembrare un folle a volte, e in effetti lo è, e questa follia ti contagia portandoti a fare cose che non immaginavi di fare mai. È capace di farsi dire di sì a tutto semplicemente con uno sguardo e può farti perdere la pazienza nello stesso tempo che ci impiega un bambino di cinque anni che fa i capricci. Può farti dimenticare qualunque e dico qualunque cosa con un lieve bacio sulle labbra. A volte può essere pesante con le sue pretese, le sue idee pazze, le sue manie, ma è lui. E se si tratta di lui non posso fare a meno di sorridere perché mi fa sentire ciò che nessun altro mi aveva fatto provare. A essergli vicino si finisce per dipendere completamente da lui e si pensa che senza di lui non si saprebbe più vivere dopo che è entrato nella tua vita e l'ha stravolta. - finii soprappensiero e mi accorsi che Lexi mi guardava incuriosita e un po' confusa. Forse era un discorso complicato.
- È fantastico. Sei fortunata. - disse semplicemente mentre vedevo le rotelle della sua mente al lavoro.
- Hai ragione, lo sono. -
In quel momento tornò Iman - Su, Lexi. Ora di andare a letto. Lasciaci da soli. -
Sembrò un po' dispiaciuta, ma non protestò. Si alzò e mi tese la mano. - È stato un piacere conoscerti. -
- Anche per me. - dissi ricambiando la stretta energica con un sorriso.
Poi andò da Mika che la salutò con un abbraccio e augurandole una buona notte. Infine salutò Morgan che si alzò in piedi e le fece un inchino, come la prima volta che ci eravamo incontrati, e si avviò per le scale felice.
Quando se ne fu andata Dave propose di spostarci in soggiorno, saremmo stati più comodi. Ci alzammo e ci avviammo verso il soggiorno. Morgan alzandosi inciampò in un arazzo, ma Dave lo prese prontamente. Si guardarono per un istante interminabile negli occhi e poi Dave si girò come se niente fosse, incamminandosi verso il salotto. Io e Mika eravamo rimasti un paio di passi indietro e prima di uscire dalla stanza il Riccio si fermò e si girò verso di me stringendomi a sé dandomi un lungo bacio mordicchiandomi il labbro inferiore e attorcigliando la sua lingua con la mia.
- Per che cos'era? - chiesi sorridendo sulle sue labbra.
- Per il semplice fatto che ti amo e per quello che hai detto prima. Per nessun altro motivo. -
- Anch'io ti amo. Ora andiamo però. - dissi staccandomi dalle sue labbra morbide.
Arrivando in soggiorno notammo che Iman era scomparsa di nuovo e Dave si accorse che ci chiedevamo dov'era perché ci disse - Deve fare qualche telefonata all'estero. Ha chiesto di scusarla, ma non può veramente rimandare. -
Mika si buttò sul divano - Nessun problema. A patto che dopo venga a salutarci. -
- Ovvio - disse Dave cercando di prendere in mano quattro bicchieri. Mi alzai da vicino a Mika e andai ad aiutarlo. - Grazie -
- Di nulla - dissi sorridendo. Io lo portai a Mika e Dave a Morgan. Mentre stava dando il bicchiere a Morgan qualcuno precipitò nella stanza.
Irrompendo nella stanza esclamò - È vero quello che ho sentito? La nuova star mondiale è in questo soggiorno? -
Non riconobbi subito la voce, ma sicuramente riconobbi la figura esile che entrò dalla porta.

 



 

 

Trent'anni a quel punto erano una buona aspettativa di vita. Probabilmente sarei morta prima. Di infarto molto, troppo precoce. O di troppa adrenalina in circolazione nel sangue. Dovevo ricordarmi di aggiungere un'altra persona alla lista di persone famose incontrate

- Mika
- Morgan
- David Bowie

E...
 

- Mick Jagger


Quando lo vidi entrare dalla porta il mio cervello andò in pappa.

 

 

 

 

 

 

 

La prima cosa che notò erano Dave e Morgan. Quando Mick era entrato nella stanza Dave si trovava in piedi davanti a Morgan e si era fermato lì, a pochi centimetri da Morgan che gli guardava il pacco insistentemente. Distorse il naso probabilmente pensando che se un uomo avesse avuto Dave sarebbe stato lui e non qualche novellino.

Era uno stecco, come Mika, ma non alto come lui. Indossava una maglietta aderente alla Freddie Mercury con un paio di jeans anch'essi attillati. Era quasi come non avesse nessuno dei due perché le forme del suo corpo erano perfettamente visibili. Sopra la maglia aveva una giacca a ghirigori.
Per prima si avvicinò al mio fidanzato. - È un piacere conoscerti Mika. -
- Piacere tutto mio - gli rispose lui con aria un po' trasognata. Si vedeva che lo ammirava. E beh, era un bell'uomo e ora ero io ad essere leggermente gelosa.
- Ovvio. Hahahaha - ricordava un po' Mr. Modestia Morgan. - Così, vedo che abbiamo un comune amico - disse alludendo a Dave.
- Benebenebene - poi fece un inchino a me e baciandomi la mano. Quel soggiorno era pieno di testosterone, un po' troppo. - È un piacere... -
- Clara. - dissi finendo la frase.
- Clara. Bel nome. - disse sorridendo.
Era felice di qualcosa, ma non avevo idea che cosa potesse essere.
Poi salutò Morgan in modo più freddo. Si lanciarono uno sguardo di sfida. Volevano entrambi la stessa cosa... Dave.
Sembravano tutti bisex in quel momento, e qualcosa mi disse che effettivamente lo erano.
Dopo le presentazioni che si vedeva che Mick avrebbe evitato volentieri si riscosse da un momento in cui era perso tra i suoi pensieri. - Dave - esclamò girando su se stesso. - Ci sono! -
Dave lo guardò un attimo confuso, ma poi potei quasi vedere una lampadina che gli si accendeva sopra la testa come nei fumetti. - Sul serio? - urlò. Si abbracciarono felici come due amici, anche se una volta erano stati altro.
Non capivo di che stessero parlando, ma sembrava avessero scoperto l'acqua calda.
Dave si precipitò al pianoforte e iniziò a suonare un motivetto che non avevo mai sentito. Sopra di lui si mise a cantare Mick.
 

Don't cry for him baby

He doesn't deserve you

You can be a star if you want

The brighter star of the sky

You can rise above it all

 

Dave finì con un sol e sorrise. - Fantastico - ce l'abbiamo fatta.
- Ce l'ho fatta. - disse Mick saccente.
- Sisi va bene... Ma ce l'abbiamo fatta. Ed è venuta fuori stupenda! -
Mika non si trattenne - Cos'è? -
- Ah già. Scusate per la scortesia. Io e Mick stiamo lavorando su un duetto e ci mancava un ritornello. Per questo si è precipitato qui. Ci eravamo dietro da giorni. Scusate di nuovo. -
- Accetterò le vostre scuse, ma in cambio voglio la canzone in anteprima. -
L'Uomo Dello Spazio e il frontman di una delle band più famose della storia si sedettero davanti al pianoforte alternandosi le strofe mentre Dave muoveva veloce le dita sul pianoforte. Era una canzone melodiosa, non proprio nel loro stile anche se si vedeva la loro firma. Mika mi abbracciò da dietro cullandomi leggermente mentre assaporava note e parole. Sentire il suo calore sul mio corpo mi faceva sentire bene, protetta. Era come se fossi su un altro pianeta dove c'eravamo solo io, lui e la musica.


Don't weep

Don't let him see your tears

'Cos he doesn't deserve your sadness

 

You have to be strong

Let him see that

Let him see that you live good without him

You have to be the best version of you

 

Don't cry for him baby

He doesn't deserve you

You can be a star if you want

The brightest star of the sky

You can rise above it all

 

Cantarono due volte il ritornello e finirono ridendo. Mika si unì a loro e la sua risata mi fece sentire come un bambino che apre gli occhi per la prima volta e vede il mondo meraviglioso che c'è intorno a lui.
- Bellissima - dissi io un po' soprappensiero. Mi era venuta in mente una cosa, un'avventura diciamo spiacevole che avevo avuto all'inizio del liceo. Ma questa è un'altra storia. - Parole meravigliose. Ritmo fantastico e non vado avanti. -
- Appoggio in pieno. - disse Morgan guardandoli mentre si divertivano. Beh, guardava soprattutto Dave. Una parte specifica di Dave.
Se continuavamo così rischiavamo di finire a fare un'orgia.
- Okay bambino. - Disse Dave improvvisamente serio rivolgendosi a Michael (il mio Michael). - Fai sentire al mio amico di che pasta sei fatto. - e lanciò uno sguardo malizioso a Mick. Sembrava cosciente che sia lui che Morgan ci stavano provando con lui e voleva farli penare. Mick era comunque in vantaggio rispetto a Morgan e quest'ultimo se ne rendeva conto perché gli altri due erano molto affiatati e si erano scambiati qualche abbraccio durante i quali avrei giurato di aver sentito Morgan ringhiare.
- Vieni Clara - mi incitò il Riccio andando verso il pianoforte dove un attimo prima c'erano seduti Mick e Dave.
Capii che voleva che cantassi con lui. Quando stavamo per partire non volava più una mosca e noi non ci eravamo più scambiati parola, completamente assorti. Bastò un'occhiata per sapere cosa avremmo suonato.
Sentii le prime note suonare dolcemente e poi iniziai a cantare.


Is it really necessary

Every single day

You're making me more ordinary

In every possible way


Mi diede il cambio con la strofa successiva e la sua voce mi fece sciogliere.
 

This ordinary mind is broken

You did it and you don't even know

You're leaving me with words unspoken

You better get back 'cause I'm ready for
 

Poi cantammo insieme il ritornello guardandoci negli occhi e sorridendo.
 

More than this

Whatever it is

Baby, I hate days like this

 

Caught in a trap

I can't look back

Baby I hate days like this

 

When it rain and rain and rain and rains

When it rain and rain and rain and rains

When it rain and rain and rain and rains

When it rain and rain and rain and rains

 

More than this

Baby I hate days like...

 

Cantammo tutta la canzone in sintonia perfetta. Sembrava che la provassimo da anni, ma in realtà la avevamo suonata solo poche volte prima di allora.
Alla fine non feci in tempo ad accorgermene che mi ritrovai le sue labbra sulle mie, incurante degli sguardi altrui.
Gli altri sorrisero e vidi distintamente Morgan che lanciava uno sguardo... Malinconico... Si credo che malinconico sia il termine adatto; in direzione di Dave.
Mick da parte sua aveva osato un po' di più stringendo la mano sinistra a Dave e provocandogli un sorrisetto e uno sguardo di sfuggita in sua direzione. Quella stanza era una bomba a orologeria.
- Ah bene, molto bene - esclamò Morgan al suo solito. - Ora è il mio turno -
- Il pianoforte è tutto tuo - gli rispose Dave con sguardo malizioso che fece irritare Mick che staccò la propria mano dalla sua.
Morgan buttò giù in un sorso il whisky dal bicchierino che aveva in mano e si diresse a passo sicuro verso il pianoforte.
Dave ebbe uno scatto e si spostò da accanto a Mick per andare a sedersi anche lui al pianoforte.
Pensò un attimo e poi riconobbi le note e le parole di "Non Arrossire" di Gaber.  Forse era il pezzo più adatto per l’occasione. E... La cantava in inglese. Chissà se la traduceva sul momento o se ci aveva già pensato... Smisi di pormi questi problemi e mi godetti la canzone.


No, don't blush

When I look at you,

But stop your heart

That's trembling for me,

Do not fear

To give me a kiss,

But stay beside me

And chase the fears

 

Our love

Could never die

Hold me tight

And let it go

No, don't fear

Don't linger

It can't hurt

If love is pure

 

No, don't blush

When I look at you

But stop your heart

That's trembling for me

 

La sua voce era così diversa da quella di Mika. Era rovinata dal fumo e dalla droga ed era roca, quasi fastidiosa, ma sapevo bene che una volta ascoltata una sua canzone, per quanto possa essere fastidiosa la voce, non si riusciva più a smettere di ascoltarlo. Ci ero passata.
Durante tutta il pezzo guardò Dave, che ricambiò sorridendo e facendo innervosire Mick. Quando finì ricevette un abbraccio dal suo idolo lo vidi sciogliersi, metaforicamente parlando, sulla sedia.
Applaudii procurandomi uno sguardo di fuoco da parte di Mika e Mick. Volevano sicuramente essere al posto di Morgan.
Poi iniziai a ridere per la situazione. Quei quattro erano davvero impossibili. Sono sicura che se me ne fossi andata qualcuno sarebbe finito all'ospedale, se non peggio.
Andai a riempirmi di nuovo il bicchiere, ma adocchiai una bottiglia di "Single Malt Scotch" che era molto più nel mio stile.
Mick propose di andare a fare un giro in auto, ma miracolosamente riuscii a far desistere quattro uomini già brilli dal prendere un auto e correre per New York in piena notte.
Allora ripiegarono su un altro bicchiere di Whisky.

ANGOLO SCRITTRICE: hei! Allora, mi scuso subito per tutto il tempo che ci ho messo a pubblicare. È una settimana quasi che ci lavoro sopra e spero sia venuto un lavoro passabile. Vorrei approfittare di questo capitolo un po' speciale per ringraziare tutti. Sicuramente tutti i recensori e i lettori silenziosi che però seguono le avventure e i mezzi infarti di Clara. Poi vorrei ringraziare alcune persone che mi sopportano durante le mie sclerate o i miei farneticamenti, quando mi viene un'idea e inizio a parlare da sola dicendo cose senza senso nel bel mezzo di una conversazione. In particolare un grazie speciale va a Nicole e Chiara.
Un ringraziamento più che speciale va a RainAndFire, che mi aiuta quando mi fermo o mi serve un suggerimento, e molto altro che non può essere detto. Il pubblico non può vedere tutto (come direbbe Morgan).
Devo ammettere che in questo momento sono un po' bloccata su come finisce la serata. Quindi se avete idee scrivetemele in chat, così da evitare spoiler.
Ancora grazie a tutti
ILoveRainbows
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Mika / Vai alla pagina dell'autore: ILoveRainbows