Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: adrienne riordan    21/02/2014    6 recensioni
Una violenta crisi economica mette la Regina di Arendelle davanti alla prospettiva di un matrimonio di convenienza. Il suo senso del dovere la induce ad accettare e non si tirerà indietro nemmeno quando scoprirà che l'unico pretendente disposto a prenderla in moglie è nientemeno che... il Principe Hans delle Isole del Sud!
Genere: Angst, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 2

 

Non era un pupazzo di neve molto grazioso ma al bambino non importava. Lo aveva fatto lui, tutto da solo, e ne era soddisfatto. Aveva ispezionato con cura i sassolini per trovare quelli più piccoli e candidi che nell’insieme avessero tutti più o meno la medesima dimensione per creare la dentatura; era sgattaiolato nelle cucine alla ricerca di una patata rossa che fungesse da naso; i bottoni di un cappotto divenuto troppo stretto diventarono occhi brillanti; infine, aveva usato i suoi vecchi guanti, la sua vecchia sciarpa e un suo vecchio berretto affinché il pupazzo avesse qualcosa di suo in regalo. Come tocco finale, il bambino diede alla sua opera un nome, con l’orgoglio di un padre che impone il nome al proprio figlio: Knut.

Naturalmente il bambino non poteva provare affetto paterno per la sua creatura, aveva soltanto cinque anni! Provava affetto, quello sì. La prima volta che lo aveva guardato, completamente formato e “vestito” di tutto punto, aveva deciso che Knut sarebbe diventato il suo migliore amico.

Del resto, il bambino non aveva molta scelta. Educato a palazzo da un precettore, non aveva che contatti sporadici con i figli degli altri nobili. Di immischiarsi coi figli dei servitori non se ne parlava nemmeno: era stato educato a tenere in elevata considerazione il suo altolocato lignaggio; non che al bambino, troppo piccolo per comprendere una cosa così astratta, importasse qualcosa, quando dalla finestra osservava i bambini poveramente vestiti divertirsi a rincorrersi nel cortile dell’area riservata alla servitù, tuttavia non aveva mai pensato di disobbedire al suo rispettato padre.

Quest’ultimo non riteneva importante trovare dei compagni di giochi per il figlio più giovane: con dodici fratelli a disposizione, pensava, era impossibile soffrire di solitudine!

Se solo il padre avesse speso per il bambino almeno un quarto del tempo che riservava alle questioni di Stato e all’allevamento del figlio maggiore, suo erede, avrebbe compreso quanto errato fosse stato il suo giudizio.

I figli maggiori, data la grande differenza d’età, non davano bado al piccolo, non lo prendevano mai sul serio, e comunque avevano altri interessi e impegni che inevitabilmente li tenevano lontani.

Le cose non andavano meglio coi fratelli più giovani, e il bambino doveva ancora capire se erano preferibili i dispetti e l’essere escluso dai giochi oppure l’essere totalmente e palesemente ignorato, come avevano iniziato a fare tre tra i più bulletti dell’intera nidiata di figli.

Sarebbe rimasta l’opzione diventare mammone attaccato alle gonne della sua regale madre ma, ahilui, la donna non aveva tempo materiale da dedicare al figlio, divisa tra i mille impegni familiari e di lavoro. La governante che gli fece da nutrice durante la prima infanzia? Per lei l’allevamento dei figli altrui era soltanto un lavoro, punto.

Come risultato di tutto ciò, il piccolo Hans crebbe con la solitudine nel cuore, oltre che fuori, ma ora Knut era con lui.

Hans passava ore e ore all’aperto, sfidando le rigide temperature invernali, a raccontare storie o, più semplicemente, i propri pensieri. E siccome il pupazzo non poteva rispondere, Hans parlava per entrambi.

Quella piacevole avventura fu dura a morire. Alla prima neve di una nuova stagione invernale, Hans tirava fuori dal suo cassetto segreto bottoni, sassolini, sciarpa, guanti e berretto, conservati gelosamente per restituirli puntualmente al suo legittimo proprietario, e correva ad incontrare, dopo tanti mesi, il suo caro amico.

“Nasco bianco, fresco e bello

con la faccia da monello,

del bel sole ho un gran terrore:

mi distrugge in poche ore.

Ho la testa, ma non ragiono:

insomma, chi sono?”

Hans ridacchiava allegramente mentre finiva di sistemare la sciarpa intorno al collo del pupazzo di neve. “Sono Knut e amo gli amici sinceri!” rispose alterando la voce.

Lo abbracciò e continuò a ridere, felice come non mai.

 

***

Si scrutarono in cagnesco per lunghi, interminabili minuti, e nessuno dei due sembrava intenzionato a infrangere il pesante silenzio che era calato dal momento stesso in cui avevano messo piede nella stessa stanza.

La norma richiedeva la presenza dei diretti interessati, in quanto maggiorenni e vaccinati, alla stipula del contratto prematrimoniale indispensabile per il via libera alle nozze di un monarca con un membro di un altro Casato. La norma avrebbe altresì richiesto la presenza di ministri di ambo le parti, a supporto degli interessi del proprio signore, ma avendo previsto il clima glaciale (in senso più figurato che letterale) che si sarebbe potuto creare, alla fine avevano disertato tutti, lasciando alla regina di Arendelle e al principe del Regno delle Isole del Sud l’ardua impresa di arrangiarsi con la stipulazione del contratto senza spargimenti di sangue.

Elsa prese mentalmente nota di fare un discorsetto ai suoi ministri per il tiro mancino che le avevano tirato, ma si sforzò anche di vedere il lato positivo della faccenda: niente riunione dei ministri, minori possibilità di avere intorno Anna. Elsa voleva tenere la sorella il più lontano possibile dal verme e l’avrebbe fatto fino a che le fosse stato possibile.

Rivolgere la parola all’essere che le sedeva di fronte e che la stava guardando con un’espressione a metà tra la rabbia e l’inquietudine la seccava enormemente, ma era consapevole che farlo le avrebbe permesso di prendere in mano le redini della conversazione, arrivare al sodo e chiuderla il prima possibile. Aveva ben chiaro cosa avrebbe ottenuto da quel matrimonio ma anche, e soprattutto, cosa avrebbe rischiato, ed Elsa aveva tutte le intenzioni di preservare se stessa ed Anna da possibili futuri incidenti.

“Principe Hans” pronunciò il nome marcando bene l’acidità nella sua voce “avevo sperato che la vostra famiglia avesse preso provvedimenti nei confronti di qualcuno colpevole di aver coperto di vergogna il proprio casato, e invece eccovi qui, a proporvi come mio sposo” un’altra dose di acidità impregnò in modo quasi palpabile la parola sposo “mi auguro che abbiate una buona spiegazione per questa faccenda”.

Hans rimase in silenzio per qualche istante prima di rispondere. “Regina Elsa” ricambiò il titolo con la medesima cortesia “non dubitate, i miei fratelli mi hanno riservato un trattamento che non potrò dimenticare finchè vivo. Vi rammento tuttavia che sono passati quattro anni”.

“Ad Arendelle, un tentativo di regicidio viene punito con l’ergastolo, quando non con la pena di morte” .

“È così anche nelle Isole del Sud, ma vedete” fece affiorare sul bel volto un sorrisino beffardo “io non ho attentato alla vita del sovrano del Regno delle Isole del Sud, ma a quello di un altro Paese. E la grazia per un tentativo di omicidio di un monarca straniero in terra straniera arriva in fretta se sei un membro della Famiglia Reale che ti deve giudicare”.

Elsa strinse gli occhi in una espressione di disgusto malcelato. “Non avete risposto alla mia domanda. Perché siete qui?”.

“Perché nessuno dei miei fratelli, per quanto tentati dalla possibilità di stabilire un’alleanza tra famiglie regnanti, la mia e la vostra, vi voleva come consorte. Quindi hanno mandato me per penitenza”.

“Penitenza?”. Stramaledettissimo stronzo!

“Chiamatela, se preferite, espiazione, tentativo di redenzione o altri sinonimi, ma vi giuro che penitenza è la parola che hanno usato i miei fratelli”.

“Certamente, io mi fido dei vostri giuramenti”.

“M’importa  poco di ciò che pensate” il principe piantò bene gli occhi fissi in quelli della regina che cercavano di non tradire la sorpresa di trovarci una freddezza che poteva competere con il suo ghiaccio “Voglio Arendelle. Questo vi è stato chiaro quattro anni fa, vi è chiaro anche adesso. È per questo motivo che vi sposo di mia libera scelta”.

Elsa scattò in piedi “Non sarete mai re di Arendelle!” esclamò “Sono io la regina! Voi non sarete altro che il principe consorte”.

“Mi sta benissimo!” esclamò di rimando Hans, restando seduto al suo posto.

“Sarà scritto nero su bianco, così che non vi sia alcun dubbio su questo fondamentale dettaglio. Non solo” proseguì la donna “Se mai dovesse accadere qualcosa di grave a me o ad Anna (tipo, che so, morire) sappiate che basterà l’ombra del sospetto che dietro ci sia una vostra manovra e passerete il resto dei vostri giorni in una delle nostre celle con l’accusa di alto tradimento!”.

“Nessun problema, mi accontenterò del ruolo di principe consorte. Sarà sempre meglio di niente. Ad ogni modo, guardatevi bene, voi e vostra sorella, dal muovere false accuse per liberarvi di me!”.

“Non fate l’errore di giudicare me o Anna sulla base del vostro deprecabile metro di giudizio. Quello che state insinuando è un’azione che voi avete commesso in passato. Comportatevi bene, e state pur certo che ricambieremo il favore!”.

“Benissimo”.

“Non è finita qui. Se dovessi morire comunque di morte prematura, Anna diventerà reggente di Arendelle fino a quando il suo futuro figlio primogenito avrà raggiunto la maggiore età, e allora sarà lui a ereditare il trono. Allora il vostro ruolo di principe consorte diverrà totalmente marginale”.

“In altre parole, dovrò augurarvi lunga vita e una buona morte nella vecchiaia per poter godere dei privilegi di principe consorte di Arendelle”.

“Esattamente”.

Hans si soffermò a pensare per interminabili minuti sulle condizioni poste dalla regina.

“Sia come desiderate, regina Elsa. Tuttavia voglio anch’io una garanzia. Non dimenticate che non siete nella posizione di decidere su tutto quando è il mio Paese che deve aiutare il vostro!”.

Odioso piccolo verme che gira il dito nella piaga….

“E sarebbe questa garanzia?”

“Sarò principe consorte, con tutti gli onori e gli oneri che la posizione richiederà, eccezion fatta della reggenza in caso di vostra morte prematura. Ma anche la mia vita dovrà essere al sicuro da aggressioni, soprattutto dal congelamento che sappiamo essere la vostra attività preferita”.

Ma che razza di insinuazioni..?!

“Potete stare tranquillo: voi fate il bravo e non vi prenderete nemmeno un raffreddore a causa mia!”

“Desidero che sia messo tutto per iscritto.”

“Accordato”.

 

***

 

Fu così che, superate le formalità, Arendelle venne vestita a festa per la celebrazione del matrimonio tra l’amata regina Elsa l’affascinante principe Hans del Regno delle Isole del Sud.

La popolazione era raggiante per l’evento: ricordavano il grande cuore che il giovane aveva dimostrato di avere quando, nei gelidi giorni che erano seguiti all’incoronazione di Elsa, si era prodigato nel portare soccorso e conforto alla gente infreddolita, senza mai far mancare il proprio sostegno alla sovrana lontana anche quando tutti avevano iniziato a cedere alla paura e, quindi, al sospetto che la regina fosse un pericolo per Arendelle.

La gente non poteva sapere ciò di cui erano a conoscenza solo i diretti interessati e la ristretta cerchia dei ministri, cioè che dietro l’avvenenza e i modi cortesi si celava di fatto un’anima nera, pronta a servirsi dell’inganno e dell’omicidio pur di raggiungere i suoi egoistici scopi.

Basandosi su poche informazioni a disposizione, la gente comune, nella sua semplicità, aveva concluso che la regina si era sinceramente innamorata di un ragazzo d’oro, e che l’unione regale avrebbe condotto Arendelle fuori dalla crisi che imperversava.

Anna aveva capito le ragioni della sorella ma non le condivideva. Aveva assistito ai preparativi per il ricevimento di nozze e si era dovuta trattenere dal dire a chicchessia la verità su quel matrimonio, ossia che era il risultato di una coercizione anziché di una libera scelta.

“Lascia che almeno loro si godano la festa” le aveva detto Elsa “lo sa il cielo se nell’ultimo periodo non hanno avuto altre occasioni per essere allegri”.

Anna aveva ubbidito ma non era così brava a celare i suoi sentimenti nella maschera di riserbo che Elsa aveva da anni imparato a indossare magistralmente.

Talvolta capitava che qualche servitore le chiedesse il motivo del suo essere giù di corda. La risposta, uscita di getto la prima volta, ma via via resa sempre più raffinata nella sua premeditazione, era sempre la stessa:

“Mi sembra così strano che d’ora in avanti non avrò più la mia sorellona tutta per me! Ma allo stesso tempo, mi rende impaziente di sposarmi presto anch’io”.

Anna aveva imparato che, se accennava al suo desiderio, i servitori si sforzavano di mettere la ragazza di buon umore chiedendole del suo è-soltanto-un-amico-sì-ma-chi-ci-crede-più Kristoff, e così la faccenda “sguardo afflitto” veniva presto rimossa dalla testa degli interlocutori con qualche vivace e sincera risposta della principessina.

 

***

 

“Io, principe Hans delle Isole del Sud, prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”.

Il cuore di Anna batteva furiosamente nel petto. Visione deliziosa nel suo abito da damigella d’onore, si trovava in una posizione privilegiata, in piedi dietro alla sposa, per notare quanto sentimento il verme ci stesse mettendo nel recitare i voti nuziali.

Sembrava così sincero, un vero sposo innamorato…

Represse un brivido. Nei piani di Hans, quelle parole erano destinate a lei. La dolcezza della sua voce, la carezza dei suoi sguardi… erano tutte falsità. E ora recitava la vecchia parte con una nuova protagonista, la quale, a differenza della precedente, non tradiva alcuna emozione mentre ripeteva la formula davanti a tutta la corte riunitasi all’interno della cattedrale.

Solo in un momento Anna avrebbe giurato di aver visto la determinazione della sorella vacillare. Era stato durante lo scambio degli anelli: le mani di lei erano scosse da un lieve tremito mentre toccava quelle del suo sposo allo stesso modo con cui avrebbe toccato le spire di un serpente pronto ad attaccare.

Possibile che nessuno, a parte lei, si accorgesse di quanto stava accadendo?

Distolse lo sguardo e cercò Kristoff. No, Kristoff e Olaf, entrambi elegantemente vestiti per quel gioco degli sponsali, uno con un completo da cerimonia e l’altro con un vistoso papillon dai colori caldi, non si erano lasciati ingannare, e le loro espressioni stonavano tra gli altri partecipanti commossi e felici. Sembravano degli attori che si erano preparati per uno spettacolo diverso da quello che stava andando in scena. Due personaggi drammatici nel bel mezzo di una commedia. Ma i protagonisti del dramma erano quattro, loro due, Anna ed Elsa.

“Vi dichiaro marito e moglie”.

Aspetta aspetta aspetta… è il momento del bacio?!

Cioè, lui deve baciare…? No no NO!!!

Si trattenne dal saltare davanti ad Elsa. Stavolta non c’era una spada pronta ad affondare nelle sue carni eppure il carnefice era ancora lì, davanti a loro, pronto a colpire, e stavolta il dovere le imponeva di non salvare la sua amata sorella e di guardare le belle labbra del principe sfiorare quelle immobili della regina.

Il popolo proruppe allora in un fragoroso applauso e in un tripudio di felicitazioni ai neosposi, senza minimamente sospettare che il riserbo della sposa potesse avere una ragione totalmente, lontanamente diversa dalla timidezza.

 

FINE

 

Buonsalve a tutti! Approfitto di questo spazio per ringraziare non solo in privato ma anche pubblicamente chi ha commentato (è vero che non si scrive per ricevere le recensioni, ma è cosa risaputa che i feedback positivi sono un balsamo per l’anima di un fanwriter!) e chi ha letto e apprezzato il primo capitolo. Spero di mantenere la trama all’altezza delle vostre aspettative! Un abbraccio e ci si trova la prossima settimana! ^_^

  
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