Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: kymyit    20/06/2008    3 recensioni
-Ienzo che stai facendo?!- esclamò allarmato il gigante. Dal bagno fuoriusciva un rivolo di sangue. Eleaus sfondò letteralmente la porta. Ienzo era seduto a terra, coi polsi lacerati e grondanti di sangue. In mano una lametta e lo sguardo perso nel vuoto. Ora quei polsi erano perennemente fasciati e coperti. Tenuti al riparo da sguardi indiscreti. Nessuno doveva sapere. Neanche lui. Eppure, Lexaeus ne era a conoscenza. Pur non avendoli visti, sapeva il perché Zexion stava ben attento a non fare intravvedere quelle tracce. Zexion si vergognava della debolezza di Ienzo.
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lexaeus, Marluxia, Zexyon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ed ecco a voi l'ultimo capitolo!!!! Spero che vi piacia e vi scongiuro: non mi ammazzate! Ho già sofferto abbastanza scrivendola (tra l'altro ascoltando canzoni deprimenti U_U)

Isuzu: Ora verranno svelati gli altarini di Maruchan. Spero che ti piacia!
E spero che piacia a tutti quelli che la leggono. Vi prego commentate perchè in questa fic ci ho messo veramente l'anima (come fanno tutti del resto).





Capitolo 3: Tepore.


-Hai sentito qualcosa nei sotterranei del castello?- chiese con la solita voce stridula il Freddo Accademico.
Il Burattinaio Mascherato non rispose.
-Parla, Zexion.-
Zexion guardò di sfuggita Vexen che insisteva perché gli dicesse cosa avesse percepito. Si, perché nel Castello dell' Oblio era giunto un altro ospite. Anzi, due per la precisione.
-Ho fatto questi sottaceti.- fu la risposta di Zexion
-CHI E'!?- gracchiò Vexen, piuttosto seccato dalla propensione dell'altro a cambiare discorso.
-Uno è Malefica...- rispose con noncuranza. La strega non lo preoccupava minimamente, aveva altri pensieri per la testa.
Lexaeus che giocherellava con i soliti pezzi di ferro si intromise nella discussione.
Marluxia e gli altri stanno combinando qualcosa al piano di sopra.- disse quasi provocatorio verso il numero V.
Commento scontato ed inutile: oramai era palese che Marluxia e Co. stavano tramando qualcosa.
-L'altro odore è...- continuò Zexion cercando di lasciar cadere il discorso “Marluxia” prima di essere brutalmente interrotto da Vexen.
-QUEI BASTARDI STRISCIANO QUI SOPRA! NON SI INTERESSANO AFFATTO ALL'UNITA' DI QUESTA ORGANIZZAZIONE!- gridò il Freddo Accademico pensando a tutte quelle volte in cui Marluxia, Larxene e Axel, l'avevano ignorato, nonostante lui fosse uno dei fondatori.
''Ignoralo-ignoralo-ignoralo...''
I bisbigli impertinenti dei tre riecheggiavano nella sua testa.
-E' IL MODO IN CUI CI TRATTANO QUEI SIGNORI! NON CERCANO NEANCHE DI FINGERE RISPETTO NEI MIEI CONFRONTI!!!-
-Uhm... Posso continuare?- chiese Zexion.
Gli altri due rimasero in silenzio aspettando che il simil-emo parlasse.
-L'altro odore è: Riku. - concluse.
-RIKU!?- esclamò Vexen.
-Impossibile...- ribatté pacatamente Lexaeus -Lui e quel re sono spariti attraverso la porta...-
-Il suo odore è molto simile a quello dei superiori. Anzi, se posso dirlo, è esattamente lo stesso.- lo interruppe il numero VI
-Forse usano lo stesso profumo.- la battutina di Vexen mise Zexion al tappeto. Il piccolo Burattinaio Mascherato si sforzò di restare calmo e risistemandosi sulla poltrona riprese.
-Riku un tempo accettò l'oscurità. Forse questo lo farà un mezzo oscuro. Ecco perché aveva lo stesso odore dei superiori. Non per il suo profumo.- disse lanciando un occhiata omicida al numero IV.
-Lo so, lo so. - ribatté Vexen acido come al solito ignorando l’occhiataccia.
-Il potere oscuro facilitò a Riku la fuga dal regno dell'oscurità.- disse Lexaeus impegnato a intrecciare i pezzi di metallo -Che ironia...-
-E' veramente un'esistenza unica... Ho bisogno di più informazioni...-
-Sembra che Vexen voglia fare delle ricerche.- sussurrò il numero V
-E' persistente quando si agita.- gli fece eco il numero VI -Però... Mi chiedo perché si sia fatto vivo al Castello dell' Oblio.- Zexion era un po' perplesso.
-Semplice.- disse Vexen -La sua esistenza ragionava con gli altri eroi. Lui e Sora stavano chiamando gli altri...- possibile che il numero IV usasse sempre frasi complesse?
Click
Lexaeus riuscì ad incastrare finalmente i due pezzi metallici.
-Come luce e buio... Se Marluxia ha Sora, dobbiamo solo procurarci Riku. Ku ku ku!- concluse il Freddo Accademico ridacchiando.

Quella fu l'ultima volta che i tre fondatori si riunirono al Castello dell' Oblio.
L'arrivo di Sora e Riku aveva portato la distruzione in quel luogo all'apparenza così pacifico ma in realtà teatro di numerosi conflitti.
Coloro che vi vivevano conducevano una vita, anzi una non vita, piena di sofferenza e... vuoto.
Alcuni di loro avevano una speranza: Kingdom Hearts.
Ma questa speranza era stata spazzata via dalle brame di potere del padrone del castello: il Leggiadro Sicario.
Come poteva Marluxia non bramare un cuore?
Condurre quell'esistenza così misera e vuota non lo faceva star male?
Nessuno dei tre fondatori lo capì mai. Neppure Zexion, che in tutto quel tempo trascorso al castello, aveva avuto modo di conoscere Marluxia da molto vicino.
Evidentemente non così vicino da sapere cosa gli passasse per la mente, cosa sentisse nel petto quando pensava a quello che era e a quello che non era più.
Zexion non sapeva se anche Marluxia soffriva come lui e gli altri.
Il numero XI sorrideva in continuazione come una maschera ambigua, eppure il numero VI ne rimaneva sempre affascinato.
In quel volto così maligno e negativo scorgeva i tratti gentili e puri di Ilamaru.
Forse era un bene che Sora e Riku fossero giunti fino al castello: avevano messo fine a quel gioco doloroso che da tempo li avvinghiava.

Era tutto finito.
Pochi attimi erano bastati per rendere il Castello dell’Oblio silenzioso come non mai.
Tutti erano stati sconfitti.
Tutti erano scomparsi.
Ma al momento di morire avevano compreso molte cose. Anche se troppo tardi.
Nessuno di loro poteva più tornare indietro.

Il primo ad andarsene era stato Lexaeus.

-Zexion … Perdonami … - erano state le sue ultime parole dopo essere stato colpito a morte da Riku.

Dopo la morte di Vexen, l’Eroe del Silenzio aveva deciso di procedere col piano del numero IV: portare Riku dalla loro parte in modo da riuscire a contrastare Sora che presto sarebbe stato soggiogato da Marluxia.
Ma come riusciva Marluxia a controllare Sora? E Zexion?
Perché l’aveva capito già da un po’ Lexaeus che lo strano comportamento del piccolo Burattinaio Mascherato era dovuto a Marluxia. Il problema era che non aveva la più pallida idea di come potesse farlo.
Zexion gli aveva ordinato di entrare in azione. Non che condividesse il piano del Vexen.
Di sicuro glielo aveva detto per allontanarlo mentre lui si recava dal numero XI. Era una cosa che succedeva molto spesso da un po’ di tempo a quella parte, Lexaeus non se ne stupiva neanche più. Sapeva cosa fare. Doveva portare Riku dalla loro parte e poi smascherare Marluxia. Non sopportava che si prendesse gioco del Burattinaio. Era strano vedere quel piccolo opportunista manipolatore dipendere così morbosamente da qualcuno. Ed era triste e penoso vederlo continuamente richiedere le sue attenzioni pur non desiderandole.
La notte parlava nel sonno.
Le sue labbra pronunciavano i nomi di Ilamaru ed Eleaus.
Eleaus era il suo Somebody, ma Ilamaru chi era?
Non era un nome a lui noto.
Intuì quasi subito che doveva trattarsi del Somebody di Marluxia. Ma le cose non quadravano ancora: perché Zexion aveva cominciato a ricordarsi di lui da quando era giunto al castello? Non poteva essere solo una coincidenza.
E un'altra cosa Zexion nel sonno vaneggiava riferendosi a qualcosa che Eleaus gli faceva quando ancora era Ienzo. Qualcosa di orribile e doloroso da piegare persino un menefreghista indifferente come lui. Lexaeus fu sfiorato da un pensiero terribile: Zexion lo faceva con lui semplicemente perché si sentiva confuso.
Anche a lui molte cose non quadravano e probabilmente voleva provare a percepire con lui le stesse sensazioni che Ienzo percepiva quando Eleaus lo molestava per verificare la veridicità di quei ricordi.
Era stato usato Lexaeus e di questo ne sarebbe stato senz’altro addolorato se solo avesse avuto un cuore.
Se avessero avuto quel dannato cuore, tutto quello non sarebbe successo.
Non avrebbe dovuto affrontare Riku.
Non sarebbe dovuto morire.
Ma forse era meglio così, se la sua morte avrebbe alleviato le sofferenze del numero VI.
Se lui fosse scomparso, Zexion avrebbe smesso di tormentarsi.
Per questo, l’Eroe del Silenzio accettò di buon grado la propria dipartita.
Il suo ultimo pensiero andò al Burattinaio, alla sua piccola schiena che si appoggiava a lui in continuazione. Al tepore di quel piccolo corpo che si premeva contro il suo. A quel sorriso impertinente che avrebbe tanto voluto addolcire solo per se.

Così se ne andò Lexaeus: l’Eroe del Silenzio, numero V dell’Organizzazione XIII.


***************************************************************************************************

Lexaeus era morto.
Lui l'aveva mandato a morire!
Zexion si sentiva colpevole, ma non poteva provare tristezza. Non poteva provare nulla. Sempre e solo quella stupida apatia che lo rendeva detestabile persino a se stesso.
In quel momento desiderava veramente impugnare una lametta e squarciarsi le vene.
Come aveva potuto essere così stupido e cieco da non capire di essere stato manovrato da quell'ambiguo fiore gigante?
Come aveva potuto mandare a morire l’unica persona cara che aveva?
Ecco!
Ora si che provava qualcosa!
Perchè ora che la fine era giunta anche per lui, ora che si stava dissolvendo nel nulla, il Burattinaio Mascherato finalmente si sentì completo: Zexion e Ienzo di nuovo insieme. E questa volta per sempre.
Ora poteva veramente star male per ciò che aveva fatto: Lexaeus era morto per colpa sua.
Lui l'aveva mandato a combattere contro Riku!
L'Eroe del Silenzio appoggiava l'idea di Vexen di usare Riku per combattere Marluxia che di lì a poco avrebbe controllato la mente di Sora, ma a Zexion questo non importava, non voleva mettersi contro Marluxia che gli rammentava tanto quella persona.
Oramai il numero VI non si chiedeva neanche più del perché avesse cominciato a ricordare di Ilamaru solamente da quando era giunto al castello.
Il ricordarsi tradito da quella persona speciale per lui l'aveva fatto star male tanto da prendersela con quell'altra persona che gliela rammentava: Zexion aveva usato Lexaeus per tutto quel tempo senza neanche chiedersi cosa sentisse il numero V.
Senza capire di essere usato a sua volta dal numero IX.
I ricordi che gli tornavano alla mente, altro non erano che ricordi fasulli innestatigli nella mente da Naminè per ordine del Leggiadro Sicario.
Ma questo Zexion non lo sapeva.
Solo ora che Lexaeus era morto aveva capito di essere stato usato da Marluxia.
E lui gli aveva creduto.
Per tanto tempo era stato il suo giocattolo e aveva mandato al diavolo tutto quanto per poche ore di piacere.
E dopo tutto questo, che cosa aveva ottenuto?
Stava morendo.
Da solo.
Il clone di Riku lo teneva sollevato per aria con forza trasmettendogli energia oscura in modo da farlo scomparire nel nulla. Ancora pochi istanti e Zexion non sarebbe più esistito.
Axel lo guardava sogghignando coi suoi occhi di smeraldo lucenti.
Quel doppiogiochista bastardo …
Beh, infondo doveva ringraziarlo per averlo strappato dalle grinfie di Marluxia.
Ma cosa provava ora per Marluxia?
Mentre scompariva e si ricongiungeva con Ienzo, Zexion percepì quel forte sentimento chiamato amore.
Ma per chi?
Lexaeus? Marluxia?
Probabilmente entrambi.
Entrambi l’avevano scaldato col tepore del loro corpo, avevano dato un senso alla sua inutile esistenza.
Avevano dato conferma alla sua teoria che anche i Nobody potessero provare, seppur remotamente, dei sentimenti.

Così se ne andò Zexion: il Burattinaio Mascherato, numero VI dell’Organizzazione XIII.


***************************************************************************************************


Axel …
Marluxia provò profondo disgusto per il numero VIII, fino a poche ore prima suo alleato, ora suo avversario.
Quel bastardo coi capelli rossi aveva giocato con tutti loro e poi se n’era andato dopo aver allestito quell’ingegnoso spettacolo di marionette.
Marionette …
Ciò che faceva più rabbia al numero XI, non era il fatto che il suo piano era stato mandato a monte, ma l’aver perso il Burattinaio Mascherato e il fatto che questo fosse stato ucciso proprio da Axel. Non direttamente, ma Axel era lì. E non aveva mosso un dito per salvare Zexion.
Certo, il piccolo simil-emo era un pericolo per la sua scalata al potere, ma Marluxia non voleva eliminarlo.
Piano piano si era affezionato al suo giocattolo.
Esatto: giocattolo.
Ecco cos’era Zexion per lui, almeno all’inizio.
Marluxia si era sempre chiesto se anche i Nobody sotto sotto potessero provare qualcosa, perché era totalmente controsenso non possedere un cuore per provare emozioni ma soffrire per l’assenza di esso.
E poi c’era Naminè: forse avrebbe potuto essergli utile per scoprire qualcosa al riguardo, oltre che per fornirgli uno svago nel frattempo che Sora si fosse presentato al Castello dell’ Oblio.
Così gli aveva fatto alterare quei pochi ricordi che il numero VI possedeva della sua vita precedente … Ed era successo quello che era successo …
Ma non lo rimpiangeva.
L’avrebbe rifatto.
Solo che avrebbe cercato in tutti i modi di evitare quel misero finale.
Voleva cambiare il suo destino.
E non solo il fatto di essere stato sconfitto da Sora.
Quello forse era inevitabile, ma forse … Se si fosse accorto prima di quanto Zexion fosse importante per lui, l’avrebbe lasciato solo? No. Sarebbe corso da lui e l’avrebbe salvato da Axel.
L’avrebbe protetto.
Avrebbe stretto a se quella piccola schiena che per tanto tempo gli aveva donato uno strano tepore.
Perché anche se lo nascondeva a se stesso, Marluxia quasi si sentiva completo nel fare l’amore con Zexion.
Qualche volta l’aveva fatto anche con Larxene, ma con lei non aveva provato sensazioni così forti, così … vere ...
Che anche i Nobody alla fin fine potessero provare un briciolo di sentimenti?
Giusto un poco.
Quel poco che bastava per risvegliare in loro il desiderio di essere completi.
Ora aveva ricevuto la prova di ciò, però …

“Trovare è perdere …”

Aveva avuto la conferma alla sua teoria, ma aveva perso la persona più importante della sua non-vita.

“E perdere è trovare.”

Alla fin fine quella frase era per lui, non per Sora.
E’ vero: aveva perso Zexion. Ma per poco.
Da qualche parte si sarebbero rincontrati .
E finalmente avrebbero potuto provare qualcosa in più.
Come Ilamaru e Ienzo.
Ilamaru …
Ecco …
Finalmente si sentì completo …

Così se ne andò Marluxia: il Leggiadro Sicario, numero XI dell’Organizzazione XIII.


Fine


T_______________T
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: kymyit