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Autore: The girl who is falling    21/02/2014    0 recensioni
Le si poteva trovare in un bar, lungo il pontile, a prendere degli alcolici da portarsi sulla sabbia e da bere in compagnia della luna.
L'amica non ballava, stava seduta a godersi quei momenti allegri che prima aveva perso, anche se sapeva che l'alcool non le avrebbe ridato il tempo perduto. Guardava la ragazza danzare sinuosa. E sorrideva.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non le serviva più niente.
Niente dita, niente spazzolino.
Niente.
Si era abituata all'odore pungente, alle lacrime dovute allo sforzo e alla sensazione di leggerezza che l'invadeva subito dopo.
Non poteva farne a meno.

Forse ci pensava, la sera, mentre reggeva in una mano la sigaretta e nell'altra un drink a base di vodka. Un drink da bere in compagnia, anche se lei in compagnia non si trovava mai bene. Troppo ubriaca, troppo silenziosa, troppo paranoica, troppo idiota... Eppure era bella. Bella davvero. Non un bello perfetto, canonico. Era quel tipo di ragazza che ti affascina per i modi di fare, la risata spontanea, la dolcezza con cui ti consolava.
Eppure la trovavi chiusa in bagno a piangere e baciare l amica; accasciata su un divano a rimpiangere scelte sbagliate e a vomitare l'alcool il silenzio; a ballare sulla sabbia illuminata dalla luce dei guardiani notturni...
Si muoveva con leggerezza, i piedi non sollevavano la sabbia, la sfioravano. Era una fiammella, veloce, sensualee allo stesso tempo evanescente.
La potevi vedere in ogni situazione, sarebbe rimasta sempre fottutamente bella.

C'era poi l' amica.
Meno alta, meno magra, meno simpatica. Meno.
Si riempiva la faccia di trucco per dimostrare più anni di quelli che aveva. E la madre la riprendeva sempre.
Era stata una bambina che era stata costretta dalla vita a maturare velocemente e presto, tra flebo di chemio e pastiglie di cortisone. Aveva perso momenti che normalmente sono i più spensierati stando a casa, senza capelli, gonfia e livida per studiare nonostante tutto. Anche se le rimaneva il costante tarlo che i voti che prendeva, i bei voti, erano stati regalati dai professori per la sua situazione.
Ma non si arrendeva.
Aveva creato un guscio, perfetto, senza nessuna minima crepa. Si trovava benissimo in quei panni di "ragazza leonessa". Nonostante le tirassero la parrucca, nonostante fosse preda di battutine continue, nonostante le sue vene diventassero sempre più nere e fragili, lei sapeva che poteva contare su quella ragazza che danzava senza posarsi a terra.

Le si poteva trovare in un bar, lungo il pontile, a prendere degli alcolici da portarsi sulla sabbia e da bere in compagnia della luna.
L'amica non ballava, stava seduta a godersi quei momenti allegri che prima aveva perso, anche se sapeva che l'alcool non le avrebbe ridato il tempo perduto. Guardava la ragazza danzare sinuosa. E sorrideva.

Si erano conosciute all'asilo. Non sapevano che la vita non si limita ad ustionarti il mento o a farti recitare come Pinocchio anzi che da principessa. La vita bastona, quando meno te lo aspetti i ragazzi ti lasciano, i dottori ti ricoverano e te non sai a chi dirlo. Se non alla colonna portante della tua vita, quella persona che puoi non sentire per mesi, ma che sai che risponderà, per la quale litigheresti col mondo, quella persona che é come l'arcobaleno dopo tante ore di pioggia e lacrime.

Lei, quella persona con cui litughi perchè non si butta dal ponitle con te o perchè non capisce quanto sia maledettamente bella, quella, è la miglior cosa che ti possa accadere.

  
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