Cuore d'Inchiostro
Notte d'inverno
"Un
articolo?".
Lei alzò lo sguardo e annuì piano. "Per il primo numero di una rivista italiana di letteratura.".
Vash si sedette sul tappeto davanti al fuoco. Fuori la neve scendeva incessante trasportata dal vento. Era un tempo da lupi. "E di cosa tratta? L'articolo, intendo.".
La donna intinse la penna nel calamaio e riprese a scrivere. "Una critica ai classicisti. Garbata ed educata, ovviamente. Gli italiani devono svecchiarsi. Non possono fare affidamento sempre sugli stessi modelli. Devono aprirsi.".
Intellettuali... Vash sospirò. Non capiva certe cose. "Scusa, Louise, ma a te che importa?".
Lei posò la penna sul tavolo e lo guardò. "Come, prego?".
"Cosa ti importa? Che ti importa se gli intellettuali italiani sono ossessionati con i modelli classici o no? Non ti cambia la vita se loro si modernizzano o no.".
Anne-Louise socchiuse gli occhi in un'espressione quasi di disgusto. "E' questo genere di discorsi che io odio con tutta me stessa." disse lentamente. "La cultura non è come l'economia, Vash. E' universale, riguarda tutti. Riguarda anche te. A maggior ragione riguarda gli italiani.".
"Ma se loro non vogliono innovarsi a te che importa? Questo intendo. Scatenerai un inutile vespaio, perché è questo che accadrà e nessuno me lo toglie dalla testa. Ti ignoreranno perché sono fatti così.".
"... Esci, Vash.".
Lui si voltò a guardarla. "Come, scusa?".
"Ho detto: esci. Per favore. Fammi il piacere di uscire da questa stanza e lasciarmi lavorare al mio inutile articolo su una materia stupida come la letteratura.".
"Louise, adesso stai esagerando...".
"Vattene.". La voce della donna si assottigliò diventa un sibilo a malapena udibile tra il crepitio della fiamma e il vento. "Esci da questa stanza, ora.".
"Sei sempre la solita, Louise.". Vash si alzò trattenendosi dall'impulso di urlarle contro. "Dovresti passare meno tempo tra i libri e più tempo con i piedi per terra.".
"Vattene!".
Quell'urlo fu seguito da qualche secondo di silenzio. Vash e Anne-Louise si guardarono negli occhi.
"Vattene, Vash." scandì lei. "Prima che io possa fare qualcosa di cui mi pentirei.".
"Buon lavoro, Louise. E non urlare più, Lily sta dormendo.". Vash uscì dalla stanza sbattendo la porta. Si fermò un attimo nel corridoio ad ascoltare il rumore della penna che correva sul foglio alternato da brevi pause.
E quando Francis, un anno e mezzo dopo, gli disse che Anne-Louise aveva lasciato questo mondo, Vash non riuscì a non ripensare a quella discussione in quella gelida notte svizzera e a non chiederle scusa in silenzio.
Finalmente
la seconda shot! Incentrata su Anne-Louise Germaine Necker,
più nota
come Madame De Staël
(dal marito, il barone svedese De Staël-Holstein),
scrittrice e intellettuale nata nel 1766 in Francia ma da genitori
svizzeri. Questa donna sarà sicuramente nota agli studenti
di liceo
classico come me, dato che il suo articolo "Sulla maniera e
l'utilità delle traduzioni" pubblicato sulla rivista
"Biblioteca Italiana" nel 1816 scatenò un acceso dibattito
nella penisola. Quanto al taglio della storia mi piace immaginarla
come una donna forte e decisa e poi non sempre gli intellettuali
hanno avuto un bel rapporto con la loro madrepatria. Il riferimento
finale a Francis riguarda il fatto che Madame De Staël
è morta a Parigi, dov'era peraltro nata, sebbene avesse
fatto un
soggiorno di sei anni in Svizzera.
Come
l'ultima volta, non so chi sarà il prossimo, quindi non vi
anticipo
niente.
A
presto!