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Autore: Aires_fly    20/06/2008    2 recensioni
Ritornò al presente. Seduto accanto a Sirius sulla torre più alta,con i piedi che penzolavano giù sfidando la vertigine. -Pensavo a noi- disse improvvisamente Remus –a cosa ne sarà di noi,ecco. Usciremo di qui,e poi?Cosa ne sarà dei Malandrini?-
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una one shot ambientata nell'ultimo periodo di scuola dei Malandrini.Mi è venuta oggi pomeriggio,mentre leggevo dialoghi di un ex pirata e un ex educatore.E ovviamente,mi sono venuti in mente i miei due carissimi Sirius e Remus.La loro amicizia mi ha sempre affascinata tantissimo...Cosa strana,la storia mi piace!Ci terrei davvero tantissimo se commestaste.Per me è importante sapere ciò che pensano gli altri di quello che scrivo.Sono ben accette anche critiche negative.Pleeease la storia non dovrebbe rubarvi molto tempo.Spero di sentire le vostre voci...ora vi lascio alla torre più alta xDD



-E' disumano!Non è possibile che tu abbia sempre una parola da dire. La parola giusta per di più! Oppure sei capace di farci capitolare con un solo sguardo. Sei un maledetto filosofo,Remus.-

Remus rise al parlare concitato dell’amico.

-Sul serio?Non mi ci riconosco nelle tue definizioni,Sirius. A volte mi trovo in seria difficoltà nello scegliere queste parole giuste. Però…vi voglio bene,in fondo-

-già…anch’io…-

Detto questo,lo sguardo di Remus si perse lontano,oltre il parco e la foresta. Oltre chissà che cosa. Perso. Alla vigilia della loro ultima settimana a Hogwarts si sentiva perso come non mai. Era stato lì che,per la prima ed unica volta in vita sua,aveva avuto degli amici che gli volevano bene,che lo apprezzavano. Lo accettavano,con semplicità. James. Sirius. Peter. I Malandrini. Avrebbero rinunciato a quella convivenza forzata e a quel cameratismo che ora gli sembravano la cosa più bella del mondo,avrebbero rinunciato alle serate passate ad elaborare scherzi più o meno innocenti,e forse avrebbero anche messo da parte la loro inguaribile voglia di divertirsi. Tutto quello per affrontare ciò che si preannunciava loro,in quella che tutti,con una spaventosa cadenza nella voce,chiamavano la “vita reale”. Ma non poteva separarsi dai suoi amici,non sopportava l’idea.

-adesso,invece,sei particolarmente impegnato in pensieri dalla dubbia legittimità che non mi è dato conoscere. È così?-

Certo che quando ci si metteva,Sirius poteva essere davvero una spina nel fianco.

Una spina nel fianco piacevole,però.

-forse ti è dato conoscerli,Padfoot…d’altronde…non conosco nessun altro che si vanta di detenere i diritti di mio migliore amico accanitamente quanto te. –

-e ho ragione,eccome se ne ho!-

-se lo dici tu…-

-e dai Moony…senza di me non avresti mai dormito nell’ufficio di Ruf - oddio te la ricordi quella notte!- e non avresti mai arricchito il tuo curriculum di Malandrinate e,per Merlino,non saresti nemmeno qui seduto a un passo dal baratro sulla Torre di Astronomia-

-hai ragione…anche se mi sento in dovere di puntualizzare che senza di me non ti ricorderesti nemmeno la collocazione della Torre di Astronomia,dato che sicuramente saresti stato bocciato all’incirca…si,direi al secondo anno…-

I due risero. Remus gettò la testa all’indietro,lasciandosi pervadere dai ricordi che quelle parole gli rievocavano. Le serate trascorse ad inculcare a Sirius i nomi di tutte le lune di Giove,accompagnati dalle battute ironiche di James e le risate di Peter,o la famosa notte nell’ufficio di Ruf che era stata un’idea di Sirius e a sentire lui,era la cosa più bella che avesse mai fatto.

-Ma io giuro che eravamo venuti solo per raccogliere materiale sulle guerre dei Giganti,lo giuro!- le bugie al volo di James

-Esatto!E poi…abbiamo finito per addormentarci…-Peter rincarava la dose

-Ma non volevamo,sul serio-aveva detto Remus nel tentativo di placare le acque.

-E’ che Moon…cioè volevo dire Remus Lupin ci ha assicurato che di notte si studia di gran lunga meglio- Sirius aveva sfoderato un sorriso a trentadue denti e quella era di certo la sua parte preferita dell’intera storia,mentre Remus cercava di tirargli un calcio al di sotto della veste.

Ruf aveva sbuffato –Dite a questo Lepus Rumin che si sbaglia di grosso!-

Dopodiché aveva sbattuto la porta ai quattro Malandrini ghignanti.

Ritornò al presente. Seduto accanto a Sirius sulla torre più alta,con i piedi che penzolavano giù sfidando la vertigine.

-Pensavo a noi- disse improvvisamente Remus –a cosa ne sarà di noi,ecco. Usciremo di qui,e poi?Cosa ne sarà dei Malandrini?-

Sirius ghignò ma anche nel suo sguardo si era acceso danzando un primo barlume di malinconia.

-Non ne ho la più pallida idea. Ma so che io non sono Sirius Black senza di voi.-

-Ed io non sono Remus Lupin,detto Moony,il Lupo Mannaro più temibile nel raggio di miglia.- disse a metà tra il divertito e l’amaro.

Sirius sorrise.

-Ti ci vedo,Moony…-

-Cosa?Che faccio a pezzi il panorama nel giro di miglia?- scherzò Remus.

-No- ribattè Sirius,pensoso –sposato. Con una donna intelligente,ma non filosofa come te,assolutamente no. Solare,ecco. Tu che ne dici?Con un figlio magari…-

-Si…e magari suddetto pargolo avrà terrore costante delle visite dello zio Padfoot che gli racconterà le storie spaventose della sua adolescenza…-

-No no,non credo che le mie avventure dovrebbero essere un dramma paragonate alle tue…- Sirius sghignazzava.

-E tu che hai intenzione di fare?Sposato,Padfoot. Con una donna… paziente,innanzitutto. E molto matura.-

-paziente…uhm hai detto bene,Moony…o non sopporterà le incursioni notturne degli amici in casa mia.-

Sghignazzarono un altro po’.

-E che dici…la Evans ci sopporterà?- Sirius gettò uno sguardo al parco.

Lì,piccoline ma assolutamente riconoscibili,c’erano le sagome di James e Lily che camminavano costeggiando il lago.

-Povera Lily – sospirò Remus – all’età di sessant’ anni Prongs non si stancherà mai di dirle quanto è bella appena sveglia. O semplicemente di ridere. O di invitarci a colazione ogni qualvolta gli va- risero.

-Povera Evans…chissà se le sue colazioni saranno all’altezza di quelle di casa Potter -rincarò Sirius.

Il tardo pomeriggio volgeva al crepuscolo e attimo dopo attimo le stelle cominciavano a fare capolino nel lucido cielo blu pervinca. Nemmeno una nuvola velava l’orizzonte. Il tempo scorreva inesorabile.

-Non voglio invecchiare- esordì Sirius.

- Dev’essere così strano…svegliarsi e andare al lavoro,giorno dopo giorno. Non andare in Sala Grande e non avere l’intera Hogwarts davanti…-

-Una mappa e un mantello non basteranno più a salvarci la pelle-

-E sarà tutto mille volte più pericoloso,maledizione…-

-Che pensieri,Moony!Siamo giovani,abbiamo una lunga vita davanti! Sono certo che troveremo il rimedio…e resteremo uniti…-

Remus gli sorrise. Forse l’amico non sapeva quanto quelle parole gli scaldassero il cuore.

Stettero per un po’ in silenzio,a guardare solo le loro gambe penzolare giù,mentre eccitazione e paura di cadere si mescolavano dentro di loro.

- Com’è che ti senti adesso,Padfoot?

-Pronto. Dannatamente pronto,Moony. Voglio vivere,voglio sapere cos’è vivere anche fuori di qui. E,non vorrei dirlo,però mi sento anche maledettamente malinconico. So che questo posto mi mancherà come nient’altro al mondo.-

Il silenzio fece da struggente complice a quelle parole.

-E tu come ti senti,Moony?-

Remus non dovette pensarci molto.

-Io mi sento solo perso,Sirius,infinitamente perso. Non so dove andare- aggiunse in risposta allo sguardo interrogativo dell’amico –non so se troverò un altro posto in questa società che mi accetterà e che…beh,che magari mi apprezzerà. Non so se riuscirò mai a essere me stesso come lo sono stato in questi sette anni. E questo mi spezza il cuore. Non sono mai stato felice come adesso. E ho la consapevolezza che non lo sarò mai più. Volente o nolente.-

Sirius lo guardò scettico…-Perso…- ripeté…

Remus guardò nuovamente l’orizzonte. Una stella brillava candida proprio davanti a lui. Un mucchio di persone diceva che guardare le stelle voleva dire speranza. E Remus cosa sperava?Non se l’era mai chiesto davvero. Poi però pensò a Peter –che in sala comune cercava di rivedere le ultime cose per gli esami imminenti,a James,giù al parco con l’amore che aveva sempre sognato,a Sirius accanto a sé…e riguardò quella stella incredibilmente lucente. Forse un’idea ce l’aveva.

Si voltò di nuovo verso il suo amico.

-La sai una cosa,Padfoot?-

Sirius si voltò a guardarlo.

-Mi sento perso. Eppure non mi sono mai sentito così a casa. -

L’amico ghignò.

-Maledetto filosofo-

Remus abbozzò un sorriso.

-Maledetto cagnaccio.-

Sirius gli mollò un calcio non proprio amichevole.

-come mi hai chiamato?-

-e dai Padfoot…quando la smetterai di essere così suscettibile…-

-in verità non è nei miei programmi immediati…-

-lo immaginavo brutto cagn…-

-non ho sentito…-

-niente,non ho detto niente-

E giù a ridere,ancora,infinitamente.

Anche quando la notte scese su quell’amicizia che non sarebbe mai finita.

Fino all’ultima speranza.

Fino all’ultima stella.

  
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