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Autore: Dear Aunt Elladora    03/12/2004    9 recensioni
"So rather kick and kill me
I'll be butchered all the same
No words are spoken
But the world is broken
'Cause I want something
Something all wrong done
A life instead of mere living"
Genere: Dark, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A LIFE ALL MINE

A LIFE ALL MINE

Razor sharp I cut
The bull from my life
Too blunt your knife
To slay this dreamer

We might be dogs astray
No running line will hold us
So rather kick and kill me
I'll be butchered all the same

No words are spoken
But the world is broken

'Cause I want something
Something all wrong done
A life instead of mere living
Folding crumbling withering oh hell
What difference when working the way

The crown of my work
Is what I shall gain
At the end of my days

Daylight awake to a puppet world
No strings attach to this body of mine
Folding crumbling withering oh well
The punished pushed along the line
All my actions, all my moves
A life all mine to lose

The crown of my work
A life all mine to lose
A life all mine
Is what I choose
At the end of my days

Sono impazzita per un ideale. Ho perso la libertà e la dignità per un ideale. Ho ucciso e torturato per un ideale. Ho perso me stessa per lo stesso ideale. Ed ancora ci credo. 
Guardo questa donna di mezza età, con gli occhi spenti e una massa informe di capelli neri ed opachi, raggomitolata sul pavimento di una cella, che piange lacrime silenziose. La guardo piangere e non la riconosco. E' pallida e smunta; la pelle secca porta i segni di una bellezza appassita e inacidita dall'odio, il corpo scarno coperto da uno straccio grezzo e scuro, le ossa delle scapole e della spina dorsale perfettamente visibili attraverso la stoffa lisa. Il torace ormai esile sussulta di tanto in tanto per i lievi singhiozzi, le mani nodose grattano piano la superficie fredda del pavimento. Piange piano. 
E io non la riconosco. 
Bellatrix Lestrange nata Black. 
Non riconosco me stessa. 
La guardo e non so chi sia, quella donna che piange senza far rumore sul pavimento. Eppure c'è stato un tempo in cui chiunque, mago o muggles, tremava al nome di Bellatrix Black. Un tempo in cui ero la più feroce e spietata dei Death Eaters. 
Sono qui che piango di rabbia e di frustrazione.
E' fredda Azkaban. I lamenti dei prigionieri sono costanti, quasi una nenia, le voci si accavallano, qualcuno grida di tanto in tanto, i dissennatori fluttuano. Sono quasi felice della loro presenza, quasi mi fanno compagnia mentre cerco di ritrovare briciole di me in quella donna fragile sul pavimento. E aspetto, aspetto quieta, il giorno in cui riprenderò me stessa e sarà vendetta.
Tanto so che anche lui è qui. Innocente lui, puro e buono e coraggioso di quello stupido coraggio Gryffindor che l' ha portato a marcire ed impazzire qui. Innocente ed ingenuo oserei dire, per non aver visto la piccola serpe che allevava in seno, il piccolo Peter che si ostinavano a difendere, lui e quei gli altri due sciocchi di Potter e Lupin. Che bella fine che hanno fatto i malandrini: un reietto, un presunto assassino, un cadavere ed un traditore.
Peter Pettigrew, brutto, grassottello ed insignificante, stonava come la corda pizzicata male di un violino in mezzo al loro, persino quella mezzosangue, quella Evans, era meno fastidiosa visivamente. 
Lily Evans, la loro piccola principessa. Avrebbero fatto qualunque cosa per lei. Era bella, buona e gentile con tutti. Chissà se è perfetta anche ora mentre putrefà nella tomba. Lei e Potter, la coppia d'oro di Gryffindor, ora martire della crociata contro l'Oscuro Signore, il perfetto epilogo per due perfetti idioti.
"La bontà è degli stupidi e dei falliti" diceva mia madre "L'altruismo, Bella" e si interrompeva fissandomi con i suoi occhi freddi "E' una sciocchezza. Ricordati che non puoi contare su nessuno. L'essere umano è egoista e crudele: sii la più crudele di tutti, Bella, e nessuno ti passerà mai sopra." 
Avevo sette anni e portavo ancora le trecce. Mia madre sapeva che ero io quella più facile da sobillare, quella ambiziosa, quella coraggiosa. Un discorso del genere non avrebbe mai attecchito sulla pacata Andromeda né tanto meno sull'evanescente Narcissa, troppo presa ad emulare il suo omonimo mitologico ed a sbattere gli occhi per Lucius Malfoy. Mai tre sorelle furono tanto diverse e mai tre sorelle ebbero destini tanto diversi.
Mi piaceva essere cattiva. Mi piaceva ostentare potere. Mi piaceva pensare che se fossi stata perfetta come Lily Evans, Sirius Black, mio cugino, mi avrebbe amata. Mi ha amata comunque. Mi ha odiata comunque. Il mio diletto nemico, la cosa più vicina al vero attaccamento ad un altro essere umano che mi sia mai permessa di provare. Per essere un Death Eater, devi cancellare la compassione, l'umanità di chi hai davanti, devi pensarli come blocchi di carne che urlano e si contorcono. Il gusto della tortura è un gusto acquisito, come quello per le ostriche: all'inizio ti sembrano disgustose e mollicce, ma già alla seconda ne senti il sapore di fondo e inizi ad amarlo e a non poterne fare più a meno.
Le mie mani sono lorde di sangue, non nel senso letterale del termine, naturalmente, ma ho perso il conto ormai di quanti sono passati sotto la mia bacchetta, quanti sono morti e quanti sono finiti al St. Mungo, pazzi. Pazzi come me. 

Mi sembra lontana anni luce, Hogwarts, il tempo in cui ero libera, in cui il solo guardare gli occhi grigi come i miei di Sirius Black mi riempiva d'amore e d'odio.
Sirius era popolare, io ero temuta, lui era una canaglia ed io altera e schiva, lui era coraggioso ed altruista ed io ero fredda ed ambiziosa, lui era un puro Gryffindor ed io un infida Slytherin. L'unica cosa che ci accomunava era l'aspetto: eravamo entrambi alti, con i capelli neri e gli occhi dalle palpebre pesanti grigi. Ero letteralmente ossessionata da lui, lo volevo con tutte le forze ma non potevo neanche provare a parlarci. Anche se era mio cugino e da bambini eravamo stati amici, a Hogwarts non potevo permettermi di rivolgere la parola al caporione dei Gryffindors, ne sarebbe andato della mia faccia. E per me l'immagine era tutto. Ma tutti i miei sguardi segreti erano per lui, che passava da una donna all'altra facendomi rodere di gelosia. Forse avrei potuto amarlo davvero se non fosse stato per la voragine tra di noi: abbiamo camminato insieme come due rette parallele, sempre accanto e destinate a non sfiorarsi mai. 
Fu lui a parlarmi, non a scuola, naturalmente, ma ad una delle graziose riunioni della Famiglia Black. Riunioni in cui si poteva tagliare l'aria col coltello; cene silenziose in cui ognuno teneva gli occhi nel proprio piatto. Credo che lo fece per noia, perché gli sedevo accanto ed ero l'unica a cui potesse rivolgere la parola. Se avesse potuto scegliere sarebbe stata Andromeda: sono sempre andati d'accordo loro due, muggle lovers e ribelli.
"Che strazio eh, Bella?" si chinò leggermente verso di me, abbassando il più possibile il tono della voce. Sentivo il suo odore e mi tremava leggermente il labbro. Lo sento anche qui ad Azkaban.
"Mm" annuii mantenendo la mia impeccabile, fredda facciata.
Gli occhi mio cugino diedero una rapida occhiata ai nostri commensali, soffermandosi su Narcissa che raccontava alla zia del suo imminente fidanzamento con Lucius Malfoy.
"Avranno figli pallidi e puntuti" commentò e io faticai a trattenere una risata. Non ce la vedevo proprio Narcissa a cambiare pannolini, il suo nasino sdegnoso ancora più contratto.
"Devo fumare Bella, se non fumo una sigaretta ora muoio"
"Sigaretta?"
"Una meravigliosa invenzione muggle, me l' ha fatte conoscere Weasley, ha presente quello alto e…"
"Rosso e lentigginoso e vergognosamente pezzente" finii per lui.
"Bella, Bella" mi diede un buffetto sulla guancia "Non sta bene parlare così di chi ha meno possibilità di te"
"Se fosse Snape non diresti così" ribattei seccata.
"ma Snape è Snape" 
"Già Snape è Snape" mormorai mentre lo seguivo in giardino.
Il giardino del 12 di Grimmaud Place sembrava il paesaggio statico dei souvenir con la neve. Sirius era appoggiato su un vecchio muro di pietra e parlava come se improvvisamente fossimo diventati amici e parlava di James e di Remus e dello squallido Pettigrew. Parlava più a se stesso che a me. 
"Tua madre sarà contenta di Narcissa e Malfoy: lui è il miglior partito in circolazione. Eccettuato me, naturalmente, ma io sono off limits per chiunque"
Alzai un sopracciglio: "Ma per favore Sirius, sei uscito con qualunque femmina te l' abbia chiesto"
"Vero, " fece lui con aria malinconica "Ma l'unica degna di me ha scelto un altro."
Evans. Lily Evans. Non potevo credere che quella rossa mezzosangue con le sue moine e la sua aria da santarellina avesse infinocchiato anche Sirius. Il solo pensiero di un Black e una mezzosangue mi faceva risalire la cena su per l'esofago.
"Sirius è… è una mezzosangue … È una sporca mezzosangue "
Sirius mi guardò come se avessi bestemmiato, si avvicinò e, quando il suo viso fu a pochi centimetri da mio, sibilò "Sciacquati la bocca quando parli di Lily, Bella. Lei è molto di più di quello che voi principesse Black possiate mai essere"
"E' solo una gattamorta. Quando si stuferà di Potty Potter, magari, riesci a darle un ripassatina. Ho sentito che lo fa…" Le mani di Sirius stringevano i miei polsi e mi facevano male.
"Sai cosa si dice in giro di te Bella??" fece cattivo "Che sei frigida. Gelida come una colonna di marmo"
"Almeno io non lo infilo in qualunque buco mi capiti a tiro!" Gli sputai in faccia e lui si pulì col dorso della mano indifferente.
"Io posso infilarlo in qualunque buco voglia Bella, anche questo" 
Mi lasciò i polsi e la sua mano scorse dallo stomaco al basso ventre. Sirius sapeva essere cattivo: Gryffindor o no, era pur sempre un Black. 
Lo schiaffeggiai forte mentre mi avventavo su di lui come una gatta inferocita.
"Buona, buona Bella" rideva "Devo aver colto proprio nel segno se ti arrabbi così, mia bellissima Bella" 
Mi baciò e il mio primo istinto fu quello di vomitare. Ansia, repulsione e irresistibile attrazione. E mi prese e io mi presi lui, mordendo e graffiando, lasciando segni del mio passaggio e marchi del mio possesso, cancellando ogni traccia di chi era passata prima di me, ogni centimetro del suo corpo doveva essere mio e mio soltanto. All'inizio non mi interessava il cuore, poteva pure tenerselo Lily Evans.
Mi ripresi, mi rimisi in ordine e sibilai: "Prova a raccontare qualcuno di questo e io ti uccido, Sirius Black"
"Non ho intenzione di farmi ammazzare né da te né dai tuoi, Bella. Ti faccio presente che siamo cugini e non è molto appropriato scopare tra cugini." Si guardo le mani e sorrise: piccoli morsi le segnavano leggermente.
"Vuoi che sia solo tuo Bella??" chiese, i suoi occhi grigi scrutavano la mia faccia, ridotta ad un canovaccio di tela bianca, la mia mente un vuoto completo, ottenebrata dagli strascichi del sesso e dalla paura.
Non risposi. Solo mi voltai e tornai alla riunione di famiglia mentre Sirius fumava una " sigaretta" sul muro di pietra.
Credevo fosse finita lì, che la mia brama di averlo fosse stata soddisfatta. Invece soffrivo ogni volta che un'altra gli sorrideva, che solo gli respirava vicino. Continuavo ad ignorarlo ma ero intossicata di lui. 
Tutta la mia vita è stata una grande intossicazione. 
Bellatrix Black era innamorata anche se, ancora adesso, non so quale sia il labile confine, o la differenza, tra amore ed ossessione.
Cedetti e lo braccai nei corridoi bui vicino alla aula di pozioni. Lo baciai sulla bocca senza dargli il tempo di parlare, le mie mani sotto la sua cappa.
"Tu appartieni a me, Sirius Black, non a quella schiera di gatte in calore di cui ti circondi" sussurrai mentre Sirius mi schiacciava contro il muro e sparivamo nell'ombra di una colonna. 
"Bella, Bella… Improvvisamente ti si sono svegliati gli ormoni? Se è per questo puoi dividermi con le altre…"
Gli morsi il labbro "Non mangio mai nel piatto degli altri, né tanto meno voglio che si avvicinino al mio" ribattei.
"Tu vuoi solo un secondo round perché ti è piaciuto, Bellatrix Black" Sirius lo diceva sicuro e mi abbassava al livello di una qualunque delle sue puttane. Ero un mero oggetto: il più bel corpo che gli fosse mai capitato di toccare e la mia ferocia nel volerlo lo eccitava, molto di più qualunque sciaquetta con le sue frasi d'amore.
"Vuoi essere la mia puttana, Bella, il mio giocattolo e la mia tortura?"
"Sì" risposi senza esitare "Ma ricordati che un giorno ti ucciderò per avermi chiamata così" e dicevo sul serio.
Fummo amanti e nemici, prima di Voldemort e durante Voldemort, per ordine del quale sposai Rodolphus Lestrange. 
Matrimonio. Che parola grossa per quello che amo definire un meraviglioso teatrino dove io ero il mastro burattinaio.
"Non puoi volerlo fare davvero Bella" era allibito ed adirato dalla mia decisione. Camminava nell'aula di pozioni ed aveva i capelli e la barba lunghi proprio come qui. Siamo morti un pochino entrambi quando ho sposato Rodolphus.
"Lo sto facendo. Come vedi non sei poi così indispensabile, Sirius Black."
"Lo ami?" chiese, più per curiosità che per altro.
"No Sirius, mi è utile" dissi ed era vero.
"E' brutto e debole" mi contestò.
"Appunto: è il mio burattino e farà di tutto per assecondarmi."
"Ed è quello che vuoi?" 
"Mm, voglio il potere, voglio una vita tutta mia, Sirius. Non posso più essere la tua bambola ed il tuo giocattolo."
"E io?"
"Tu cosa? Perso un giocattolo non faticherai a trovarne un altro."
Annuì e se ne andò. Rimasi lì, ferma, non riuscivo neanche a piangere. Avrei voluto dire "resta con me" ma lui non avrebbe potuto. Lui era buono ed io stavo per diventare un assassina. Lo odiai. Da quel momento tutto l'amore che provavo per lui svanì avvelenato dall'odio e dal risentimento. Se n'era andato, mi aveva usata e non aveva dimostrato neanche un accenno di affetto per me o di voglia a lottare per farmi cambiare idea. Non lo vidi per sei lunghi anni.
L' odiai quando ricevetti il marchio oscuro e lui era dalla parte dei muggles. Lo odiai la prima notte di nozze per repulsione del tocco di qualcuno che non fosse lui. Lo odiai perché era lui e non era più mio. Quando lo accusarono di strage e dell'omicidio di Pettigrew risi, risi forte, davanti la mio signore ed ai Death Eaters, gioii della sua sventura e mi beai della mia ragione. Dentro di me era battaglia e impallidivo.
Poco dopo fui accusata di aver torturato fino alla follia i Longbottom e condannata all'ergastolo. Ridevo ed impazzivo ma dovevo essere fedele a me stessa, per lo meno.

E' qui vicino a me ed io non posso toccarlo, non posso lacerargli la pelle e lasciare che si prenda tutta me ancora una volta, per l'ultima volta. Perché se lo incontro di nuovo lo ammazzo. Perché è il mio destino. Perché non posso fare altrimenti: devo guarire dalla mia ossessione. 
Si alza quella donna, i capelli le scendono lunghissimi ed incolti, la veste aderisce al corpo scarno, sorride ed è ancora bella. Bellatrix Lestrange nata Black sorride: ha un nuovo motivo per sopravvivere, un motivo solo suo, una vita solo sua.
Con gli occhi sbarrati, mormora: "Ti uccido Sirius, puoi sentirmi, mio delitto nemico? Appena esco da qui ti uccido!"

Fin

  
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