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Autore: angelo_nero    21/02/2014    3 recensioni
Family Brief: Vegeta, Bulma, Trunks e Bra. Momenti della vita di tutti i giorni come una comune famiglia.
dal primo capitolo:
Dopo una buona ora e mezza finalmente l'intera tavolata aveva finito di mangiare, c'era ancora chi restava seduto a bersi un bicchiere di vino, mentre altri si intrattenevano chiacchierando o, come i piccoli Saiyan mezzo sangue, si sgranchiva i muscoli tirando quattro pugni. Vegeta era rimasto seduto a tavola ad osservarsi intorno, il suo sguardo passava dalla moglie che chiacchierava con C-18 e la moglie dell'eroe, al figlio che giocava con Goten. Come lui, seduto ancora al tavolo, c'era il suo amico/nemico, forse l'unico, che sorseggiava un bicchiere d'acqua a pasto ormai ultimato. Goku si sentiva troppo spossato per alzarsi da quella sedia diventata improvvisamente troppo comoda: anche l'eroe teneva d'occhio la propria famiglia per assicurasi che nessuno si facesse male o che il Genio non si avvicinasse eccessivamente alla moglie.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riaprì piano gli occhi impastati dal sonno cercando di mettere a fuoco la stanza. L'ultima cosa che ricordava era di essere entrato in macchina col padre e il rumore del portabagagli che si chiudeva, poi si era addormentato. Si mise a sedere sul letto, stando attento a non fare bruschi movimenti che avrebbero causato un ulteriore capogiro.

Fece mente locale e controllò il suo stato fisico: la testa gli doleva ancora ma molto meno di prima, lo stomaco aveva smesso di fare le capriole anche se il sapore acido del vomito gli era rimasto in bocca come un retrogusto di un dolce.

La sua coda si mosse facendo frusciare le lenzuola, solo in quel momento il bambino si accorse di averla. Rimase stupito quando notò la singola appendice che contraddistingueva la propria razza, la madre gli aveva detto di avergliela tagliata quando era ancora piccolo;e allora perché adesso era ricresciuta?

Si sforzò di ricordare e lo stralcio di una conversazione avvenuta con il padre gli tornò alla mente:

 “La coda può ricrescere più volte durante l'infanzia e l'adolescenza, meno probabile in età adulta”.

Osservò la coda muoversi a suo piacimento. Nonostante avesse passato buona parte dei suoi dieci anni di vita senza di essa, i suoi movimenti gli sembravano così normali e familiari che quasi non si accorse quando si grattò la testa con essa mentre sbadigliava.

Buttò un occhio alla sveglia accanto al letto, segnava le 18:35. Sbarrò gli occhi: aveva dormito più di sei ore consecutive!? Non era la prima volta che dopo uno stress prolungato dormisse per diverse ore, a volte dopo un allenamento particolarmente pesante aveva dormito per quarantadue ore consecutive. Un paio di volte aveva sentito il padre dire che un Saiyan, dopo aver sottoposto il corpo a uno sforzo eccessivo, in mancanza di mezzi adatti, dormiva per tante ore consecutive in un posto sicuro.

Scese dal letto con un balzo, del quale si pentì subito dopo quando dovette appoggiarsi al comodino per non cadere. Appena passò il capogiro si diresse in cucina, aveva fame e sete.

Scese le scale lentamente per evitare di ruzzolare a terra o di vedere tutto offuscato, per poi ruzzolare a terra ugualmente.

Arrivato in fondo si diresse in salotto dove aveva percepito le aure dei genitori.

-Ciao, Trunks, ben svegliato.- lo accolse la madre.

Il bambino si strofinò gli occhi ancora offuscati dalla febbre.

La donna si abbassò alla sua altezza e gli poggiò le labbra sulla fronte scoprendola ancora bollente.

-Hai ancora qualche linea di febbre però. Forse è meglio se torni a letto. Come ti senti?-

-Come se mi fosse passato un carro armato sulla testa, due volte.- rispose il glicine sbuffando.

Girò la testa nella direzione opposta ed incrociò lo sguardo paterno che osservava la scena dal divano appoggiato allo schienale.

-Ciao papà.- lo salutò.

-Come ti senti? Sei letteralmente svenuto in auto, neanche il tempo di mettere in moto che ti eri già addormentato.-

Si stupì non poco dell'interessamento paterno nei proprio confronti. Forse anche lui si era preoccupato quando l'aveva visto pallido e malaticcio, lui non era il tipo da prendersi una banale influenza come qualunque terrestre, i suo geni Saiyan lo aiutavano ad avere anticorpi forti. Il suo sguardo passò dal viso del padre alla finestra alle sue spalle.

-Da quant'è che piove?- cambiò discorso, non gli piaceva ripetersi.

-Da mezz'ora dopo che ti ho portato a letto.- disse il padre.

La coda di Trunks aveva inconsciamente cominciato ad ondeggiare alle sue spalle, facendo intuire il suo stato di tranquillità.

-Papà?- lo chiamo.

L'altro non rispose invitandolo a continuare.

-Giochi con me alla play?-

Alzò un sopracciglio leggermente sorpreso. Non era la prima volta che gli chiedeva di passare del tempo insieme ma ancora si stupiva, insomma non era certo un padre modello.

-Ok-

Il bambino sorrise radioso e si fiondò a fianco al padre accendendo la console e inserendo il gioco.

***

Il suono del campanello era snervante, soprattuto quando nessuno era intenzionato ad aprire. Erano ore che giocavano incessantemente, senza mai staccare gli occhi dallo schermo e se non fosse stato per quel suono continuo avrebbe potuto dire di essersi rilassato.

-Vegeta, puoi andare ad aprire? Ho un secondo da fare.- gridò l'azzurra da chissà quale parte della casa.

L'uomo sbuffò alzando gli occhi al cielo, scaraventò il joystick sul divano e si apprestò ad aprire.

La faccia che gli si parò davanti era l'ultima che si sarebbe aspettato di vedere: un Yamcha sorridente se ne stava imbambolato sull'uscio della porta.

-Ciao Veg..-

Neanche il tempo di terminare la frase che l'altro gli chiuse la porta sul naso.

Trunks osservò il padre tornare al suo posto mentre il campanello riprese a suonare. Siccome aveva intuito che il genitore non avesse nessuna intenzione di alzarsi nuovamente, andò lui stesso ad aprire.

Yamcha si massaggiò il punto colpito e nel mentre la porta si aprì di nuovo, solo che stavolta la persona che vi era davanti era decisamente più bassa e con i capelli glicine.

-Ciao Trunks, tuo padre mi ha chiuso la porta in faccia, ti disp...-

Stessa scena, stessa botta sul naso, stessa reazione. Anche il bambino tornò al suo posto riprendendo il joistyck e continuando a giocare.

Il campanello riprese a suonare per la terza volta, questa volta però entrambi gli occupanti del morbido e costoso mobile non si mossero, costringendo una furiosa Bulma a scendere le scale di corsa.

-Ma è mai possibile che nessuno si sia degnato di aprire!?!-

Arrivò alla porta furibonda e la spalancò pronta a sbraitare contro all'inatteso ospite.

Quando però si trovò la faccia del suo ex ragazzo con tanto di naso rosso per le portate ricevute, la rabbia scomparve capendo il motivo per il quale marito e figlio non fossero andati ad aprire.

-Oh, ciao Yamcha.-

Il ragazzo si accorse solo in quel momento dell'azzurra

-Ciao Bulma, anche tu intendi chiudermi la porta in faccia?-

La donna fece una faccia stralunata, non capendo bene di cosa stesse parlando. Lo invitò ad entrare accorgendosi che i suoi due uomini non avevamo smesso un attimo di giocare. Scosse la testa, almeno erano insieme.

Fece sedere l'amico su una sedia intorno al tavolo e vi si accomodò di fronte, accavallando le lunghe gambe fasciate da un paio di blue jeans.

-Allora, Yamcha, come mai qui? Qualche problema con il padrone di casa?- chiese osservando il borsone che l'amico si portava dietro.

Yamcha sospirò.

-Bulma, devo chiederti un favore...- cominciò.

Si portò una mano dietro il collo in un gesto nervoso.

-Ecco vedi.. Negli ultimi tempi la squadra non sta passando un bel periodo: partite mancate o perse, nessuno sponsor, e quindi niente soldi per noi giocatori. Sono in ritardo con due mesi d'affitto e il padrone di casa mi ha sfrattato. Ho provato a chiedere alloggio alla Kame House ma il Genio mi ha detto che non c'era posto dato che Crili e famiglia si erano trasferiti lì. A Goku non ho neanche provato a chiedere dato il poco spazio in cui vivono. -e sinceramente l'idea di vivere con quell'isterica di Chichi non mi alletta un gran che- Perciò ho pensato di chiedere a te, dato che vivi in una casa grande e siete solo in tre. Che ne dici?- disse tutto d'un fiato.

La donna lo guardò riflettendoci un attimo.

-Va bene, per me non c'è problema. Che ne dici, Vegeta?-

Si rivolse all'uomo che, sapeva, aveva attizzato l'udito nell'esatto momento in cui il “guerriero” aveva messo piedi in casa propria.

Il diretto interessato alzò le spalle.

-Fai come ti pare.- disse semplicemente tornando a concentrarsi sullo schermo.

Non che l'idea di avere quel moscerino tra i piedi per casa lo allettasse, ma avrebbe avuto l'ennesima possibilità per rinfacciargli ciò che aveva perso.

Bulma sbattè le mani sul tavolo alzandosi facendo spaventare l'amico difronte a lei.

-Bene! Allora ti mostro la tua stanza!- esclamò in sua direzione.

Yamcha, ancora spaventato, si limitò ad annuire e seguire la donna su per scale: negli anni non era cambiata di una virgola, sempre caparbia e testarda.

***

Purtroppo per lui tutte le stanze erano al momento inagibili a causa di un'esplosione provocata da un progetto del padre di lei andato male e l'unica disponibile era proprio quella accanto a quella dei due coniugi. La donna borbottò qualcosa sulla poca attenzione del padre quando fa le cose.

-Mi dispiace ma questa è l'unica stanza disponibile, ti avrei messo insieme a Trunks ma il secondo letto che vi era è misteriosamente scomparso- disse l'azzurra sottolineando la parola “misteriosamente” riferendosi forse al figlio o, molto probabilmente, al marito.

Il ragazzo con la cicatrice sul volto sorrise cordiale.

-Non preoccuparti va benissimo! Tanto sarà per il meno tempo possibile, almeno finché non trovo un impiego migliore e riuscirò a pagare l'affitto.- sospirò

-Non ti preoccupare, resta pure quanto vuoi. Se hai bisogno di me chiedi pure.- gli disse allontanandosi e tornando al suo precedente impiego.

***

Si strofinò gli occhi stanchi, tornando a fissare il monitor del portatile. Niente, non riusciva più a connettere i circuiti del cervello e ricavare qualcosa.

-Cosa fai?-

La voce del marito sopraggiunse all'improvviso alle sue spalle, facendola sussultare, ma non di paura. L'uomo emanava un forte odore maschile che, mischiato al sudore post-allenamento, la fece andare in estasi. Inspirò quell'odore forte e rispose.

-Stavo controllando alcuni file di progetti. Non riesco a capire quale di questi possa fruttare di più, sono tutti uguali!-

-Sono contento di constatare che, dopo tutti questi anni, io ti faccia ancora lo stesso effetto.-

Il suo cuore perse un battito: oh Kami, quanto amava quando parlava così! Non aveva idea di cosa rispondere, il cervello si era improvvisamente annebbiato e non era in grado di formare un pensiero, figuriamoci una frase di senso compiuto.

Lui le spostò i capelli dietro l'orecchio sfiorandola leggermente, quel contatto le bastò per avvampare e girarsi di scatto verso il marito.

Si ritrovarono a pochi millimetri l'uno dall'altro, ghignando lui la baciò sotto gli occhi di uno stupefatto Yamcha.

***

Era arrivato lì per chiedere a Bulma se avesse degli asciugamani puliti da dargli, dato che non ne aveva. Si era ritrovato però, davanti a una scena che avrebbe preferito evitare.

Era arrivato nell'esatto momento in cui Vegeta aveva posato le proprie labbra su quelle delle compagna, nonostante fosse consapevole della sua presenza.

***

Si staccò da lei guardandola negli occhi, trasmettendole parole che non avrebbe mai detto. Si allontanò dalla compagna e si diresse fuori il laboratorio, diretto in camera. Non senza aver prima ghignato in direzione del povero Yamcha che, sconsolato, abbassò la testa sulle proprie scarpe.

Bulma guardò la schiena del marito allontanarsi fin fuori la porta, poi si rivolse a Yamcha

-Volevi qualcosa?- gli chiese.

Il ragazzo alzò lo sguardo e fece mente locale: perché era lì?

-Volevo chiederti se avevi degli asciugamani puliti da darmi..-

La donna lo guardò un momento e gli rispose

-In lavanderia ce ne dovrebbero essere di puliti. Controlla lì.- 

L'altro annuì e tornò sui suoi passi rimuginando: quando stavano insieme lui poteva baciarla solo in determinate occasioni, dato che quasi mai lei voleva effusioni in pubblico o quando stava lavorando o quando aveva la luna girata. Invece quel troglodita che aveva scelto per marito poteva baciarla come e quando voleva, senza che lei gli dicesse nulla. Sbuffando cacciò via quei pensieri e si diresse in lavanderia.

***

Aveva abbandonato l'idea di continuare a lavorare, dato che oltre alla stanchezza ci si era messo anche il compagno che, spinto da chissà quale viaggio mentale, aveva deciso di andarla a trovare dopo aver terminato l'allenamento, come se non sapesse che il suo odore mischiato al sudore la mandava in palla, così di punto in bianco.

Si era dunque buttata su un libro di dolci, aveva intenzione di preparare qualcosa di sfizioso per il suo palato e quello dei suoi uomini. Ma anche quell'idea fu presto buttata nel cestino.

Una folata di menta e bagnoschiuma le invase le narici prima che anche la voce profonda del proprietario la raggiungesse.

-Cosa fai?- le chiese in un soffio.

L'azzurra rabbrividì al contatto del fiato caldo del marito con la pelle delicata del collo, lasciato scoperto dalla maglietta con scollo a V che portava. Il forte odore di menta del suo alito gli inondò le narici dandole un senso di vertigine. Strinse le cosce d'istinto trattenendosi dalla voglia di saltargli addosso. Si era appena fatto la doccia si sentiva. Diamine! Da quando gli interessava cosa stesse facendo?

D'altro canto l'uomo sorrise alla reazione di Bulma constatando, ancora una volta, che qualunque cosa facesse riusciva a farla rabbrividire di piacere, mandando a benedire qualsiasi raziocino.

E l'ennesimo tentativo di distrarsi facendo qualcosa andò a farsi un giro, quell'uomo era un asso nella provocazione.

Per fortuna Yamcha entrò in quell'istante, impedendo alla donna di saltare addosso al marito. Quando si accorse della scena che aveva disturbato si pentì amaramente di non essere rimasto in camera sua a fare qualcosa di più costruttivo, piuttosto che disturbare continuamente la coppia: era sicuro che Vegeta prima o poi l'avrebbe incenerito, o ,se non l'avesse fatto lui, ci avrebbe pensato Bulma a ucciderlo per aver interrotto più volte i suoi momenti intimi.

Fissato, male da Bulma e indifferente da Vegeta, si diresse verso il frigo e ne tirò fuori una bottiglia d'acqua per poi tornare, quasi correndo, in camera propria con l'intento di restarci almeno fino alla fine della giornata.

Vegeta tornò in posizione eretta fissando il punto dove era scomparso il loro “ospite”(non gradito aggiungerei). Avvertendo gli occhi della moglie fagli una radio grafia, come se fosse la prima volta che lo vedeva, si girò.

L'azzurra arrossì come un adolescente, si chiese mentalmente se, stando con Yamcha, aveva bypassato quella tappa o se, semplicemente, il suo uomo fosse talmente tanto attraente da farla sentire una ragazzina alla prima cotta. Borbottò qualcosa di incomprensibile riguardo la bellezza del “bello e dannato” e si alzò andando a recuperare il cordless appoggiato sul ripiano della cucina; ormai non sarebbe più riuscita a concentrarsi su niente che non fosse stato il fisico perfetto dell'uomo al suo fianco, quindi preparare qualcosa di commestibile per cena era pressappoco impossibile. Chiamò la pizzeria di fiducia e ne ordinò due dozzine a gusti vari, avere due Saiyan in casa non era una cosa facile.

***

Il ragazzino entrò in cucina alla ricerca di cibo per il suo stomaco dolente, non aveva toccato cibo da quella mattina, il quale era poi finito nel water del bagno scolastico. Nonostante avesse dato di stomaco più volte quel giorno, niente e nessuno gli impedì di ingurgitare sei pezzi di pizza uno dietro l'altro.

Si accomodò ai piedi del divano, dove il padre stava seduto divorando elegantemente la terza pizza guardando distrattamente la televisione, i programmi terrestri non gli interessavano gran che.

-Pizza, stasera?- chiese ovvia una voce.

Yamcha si avvicinò al tavolo e prese un pezzo della pizza contenuta nel cartone posto distrattamente lì sopra. Fu tentato di sedersi sul divano come era solito fare al tempo in cui viveva lì ma la vista dell'occupante lo convinse a non riprendere quella vecchia abitudine, perciò afferrò una sedia e si posizionò poco più avanti. Osservò la scena prettamente familiare che gli si parò davanti: Vegeta e Trunks avevano cominciato a parlare in una lingua a lui sconosciuta, forse la lingua natale del suo pianeta; Bulma era seduta poco più in là che fissava fuori dalla finestra pensierosa, chissà a cosa pensava.

***

Continuava ad osservare le gocce che scendevano sul vetro, ascoltando quei tuoni che la terrorizzavano tanto, immersa nei suoi pensieri.

Era qualche giorno che sentiva qualcosa mancare, si sentiva un strana, cose se ci fosse qualcosa che volesse, ma cosa? Sbuffò irritata, tutto ciò era cominciato una settimana fa quando lei e la madre, andando in giro per negozi, avevano incrociato una donna col pancione che non riusciva a raccogliere le chiavi dell'auto che le erano cadute. L'aveva aiutata a raccoglierle e poi si erano messe a chiacchierare come due vecchie amiche, nonostante non si conoscessero. Aveva cominciato a ricordare la gravidanza di Trunks, alla paura di diventare madre e alla gioia di stringere quel batuffolo lilla provvisto di una singolare coda. Un senso di inquietudine l'aveva colta quando si era resa conto che il suo bambino stava crescendo e un pensiero le era apparso in mente veloce come un lampo. Sospirò, ormai erano giorni che ci rifletteva ed ormai era sicura di ciò che volesse, il problema era dirlo a Vegeta, non sapeva come il Saiyan avrebbe reagito alla sua richiesta. Si accigliò leggermente, di certo non sarebbe scappato a gambe levate come la prima volta. Vero?

***

I suoi occhi azzurri avevano cominciato ad appannarsi, non capiva più molto bene ciò che lo schermo gli trasmetteva e anche le sue dita, ancorate al joystick, avevano cominciato a non rispondere come voleva.

Vegeta osservò il figlio al quale si chiudevano gli occhi, guardò istintivamente l'orologio appeso alla parete lì accanto: le 22:30, per il bambino non era certo un'ora tarda dato che più volte durante i weekend si erano attardati fino all'alba attaccati al videogioco, subendosi poi le urla di Bulma. Però, quel giorno non era stato molto bene e non si stupì del fatto che fosse stanco, nonostante avesse dormito sei ore consecutive.Si alzò e spense la console.

Il bambino si riprese leggermente quando sentì il joystick venirgli strappato di mano dal padre e la sua voce autoritaria che gli diceva di andare a letto.

-Ma papà, io non sono stanco..- disse mentre uno sbadiglio gli impedì di dire altro.

-Fila a letto. Il fatto che tu domani non vada a scuola non ti autorizza a rimanere in piedi fino ad un'ora tarda.-

Poteva sembrare un po' brusca come frase, ma non conosceva altro modo di esprimersi.

-Va bene- disse alzandosi dal divano -'Notte papà, ciao Yamcha..-

Poi avvicinandosi alla madre le diede un bacio sulla guancia e augurò anche a lei la buona notte per poi dirigersi al piano superiore diretto nella propria camera.

Sentendosi il terzo incomodo, anche Yamcha si diresse in camera propria augurando una 'buona notte' generale.

Erano rimasti soli. Era il momento buono per parlare. Si alzò dalla sua postazione e si andò a sedere accanto a marito che stava osservando il telegiornale notturno trasmesso. Lei prese il telecomando e spense la televisione, ottenendo l'attenzione dell'uomo che si voltò verso di lei.

-Avanti, che vuoi?- le chiese.

-Come fai a sapere che voglio qualcosa?- gli chiese di rimando l'azzurra.

Lui si voltò verso l'elettrodomestico davanti a lui, attendendo qualche secondo prima di rispondere.

-Ogni volta che, invece di guardarla, la spegni hai sempre qualcosa da chiedermi.- disse.

Lei ci pensò un attimo poi constatò che il marito avesse ragione, non era cambiata di una virgola in quegli anni.

Sospirò e si preparò a ripetere quel discorso che si era preparata mentalmente

-E' un po' di tempo che ci sto pensando, Trunks sta crescendo, ormai ha dieci anni ed è autonomo. Ed io comincio a sentirmi un po' inutile, ho un vuoto che non riesco a colmare.-

L'uomo si voltò a guardarla con attenzione, quel discorso non gli quadrava: che razza di vuoto aveva che l'amore che provavano reciprocamente non potesse riempire!? La fissò negli occhi attendendo che continuasse.

-Riflettendoci, in questi giorni, ho cercato di capirne la causa e il tutto mi ha riportato a qualche settimana fa quando io e mia madre abbiamo aiutato una donna in gravidanza e...-

-Dacci un taglio, Bulma. Arriva al punto.- la interruppe brusco lui. Non gli piacevano i giri di parole, preferiva che gli si dicessero le cose così com'erano senza fronzoli.

L'azzurra prese un respiro profondo e si guardò le mani per evitare di incrociare il suo sguardo.

-Insomma sono arrivata al punto di aver capito di cosa ho bisogno..- Si fermò un attimo sbirciando il volto del compagno accertandosi che la stesse ascoltando. Quando constatò che aveva tutta la sua attenzione continuò riportando lo sguardo sulle sue mani.

-Io..ecco, io volevo chiederti..- la sua voce tremava. Respirò profondamente cercando di calmarsi, gli sembrava di essere tornata indietro nel tempo, quando dieci anni fa gli aveva comunicato di essere incinta.

Però adesso lui era cambiato e tutta questa paura non doveva esserci. Prese un altro respiro profondo e terminò la frase

-Volevo chiederti se potevamo avere un altro figlio. Io voglio un altro bambino.- si corresse non avendo il coraggio di alzare lo sguardo sul marito.

Quando si decise a scrutare il volto tanto amato rimase interdetta: l'uomo aveva le sopracciglia alzate, in un'espressione stupita, e le labbra erano leggermente dischiuse mentre i suoi occhi comunicavano una serie di emozioni e pensieri alla cui maggior parte non avrebbe saputo darvi un nome.

 

Era rimasto sorpreso da quella richiesta, credeva che gli avesse chiesto qualche stupidagine delle sue anche se era troppo nervosa per una richiesta da niente.

Un bambino. Lei voleva un altro bambino, da lui. Si acciglio leggermente, non ci aveva mai pensato in verità, però il pensiero di avere un altro esserino urlante che correva per casa non gli dispiaceva affatto, anzi quasi gli piaceva.

L'azzurra rimase in contemplazione del marito, osservando ogni sua smorfia o cambiamento dei suoi occhi neri. Chissà a cosa stava pensando: si chiese se stesse prendendo in considerazione la proposta o la stava scartando a priori. Aveva sempre rispettato i suoi tempi di assimilamento ma in quel momento il silenzio pesava come non mai, voleva una risposta.

Lui tornò a guardarla con uno strano luccichio negli occhi, che fosse felicità?

-Va bene.-

-È?- gli chiese credendo di non aver capito bene.

-Va bene. Se vuoi avere un altro bambino lo avremmo. Non vedo il problema.- affermò lui tornando a guardare davanti a sé con la solita espressione seria.

Lei gli si buttò addosso costringendolo a sdraiarsi sul divano e a sorreggerla per evitare che cadesse. Lo baciò felice e con amore, il primo tentativo di concepimento avvenne proprio sul quel divano.


Angolo autrice:
Ed ecco il quarto capitolo :D come promesso ho aggiornato piuttosto velocemente dato che avevo cominciato la stesura del capitolo da un po' :3 Ringrazio chi mi segue e chi legge solamente :) 

Tre recensioni sullo stesso capitolo!? Waaaa *-* 


StarDolls95: Ed eccoti di nuovo qui a recensire *-* Ti ringrazio per i complimenti sto crecando di aggiornare con regolarità, in modo da non far aspettare troppo u-u 
Eh si il nostro piccolo ibrido è un po' acciaccato ma per un motivo diverso dalla mia influenza xD Per sua fortuna i geni del padre lo aiutano ad essere immune a quasi tutte le malattie terrestri :3 Spero che continuerai a seguire la storia e a postare recensioni ^-^ Mi fa molto piacere sapere che a qualcuno piace *-* 
Baci.

Aral89: Che bello un'altra fan di Veggy *-* (smettila di chiamarmi Veggyyyyyyyyyy!! nd Vegeta *lo prende dalla maglietta e lo trascina via* nd Bulma) Si ho fantasticato più volte su scene di vita familiare e tra una cosa e l'altra, tra un compito in classe e un altro è venuta fuori questa "cosa" strana xD  Si lo so, Vegeta è un po' OOC ma, come ho già detto e tu hai ridetto, chi ci conferma che con la sua famiglia il gelido Principe dei Saiyan non si sciolga un po'? Sono contenta che ci troviamo d'accordo su questa cosa :D Grazie per i complimenti e spero che continuerai a seguire la storia :3 Kiss :*

Zappa: Non ti preoccupare lo studio fa penare anche me nell'ultimo periodo *anche se mi sono fatta fare la giustificazione da mia madre dato che non avevo studiato per completare il capitolo muahahah*. Si ho messo il nostro carissimo Principe al lavoro u-u Mi sembrava adatto a lui quel ruolo, affianco a su a moglie alla guida dell'azienda più importante del globo! Come anche tu hai detto ha guidato intere azioni militari, ha un cervellone quindi perchè non sfruttarlo? Perchè farlo marcire dentro una scatola cranica ( prevalentemente vuota.. nd Bulma Veramente è Kaaroth quello con la scatola cranica VUOTA. nd Vegeta ?? nd Goku Appunto nd Vegeta) senza sfruttarlo a pieno? Non avrebbe senso. 
Ahahahahah non preoccuparti, il nostro carissimo Vegeta pensa ancora che i terrestri siano sei completi imbecilli *e sinceramente concordo con lui. In quell'anime risultano alquanto idioti* però cerca di sopportarli per amore della moglie *che altrimenti gli toglie cibo, sesso e GR*  avendo poi la sua rivincita ogni qual volta può, usando il cervello (Che Kaaroth non ha. nd Vegeta T-T nd Goku). Oddio non so te ma io come ballerina alla Scala non ce lo vedo proprio o.O te lo immagini in tutù rosa che fa le piroette!? D: Ok lasciamo perdere xD Attendo una tua recensione anche per questo capitolo :3
Un bacio

 


 

  
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