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Autore: Pleurite98    21/02/2014    5 recensioni
Cosa saresti disposto a fare pur di continuare a vivere? Pur di continuare a pensare?
Trentotto personaggi. Un' isola. Un solo sopravvissuto.
Non puoi fuggire, non puoi ribellarti, puoi solo uccidere.
Sono queste le regole del programma. Chiare ed infrangibili.
Doveva essere la sesta stagione di Total Drama, invece si è trasformata in un incubo.
Dall'ottavo capitolo:
Quando decidi di prendere parte del gioco devi calcolare di dover uccidere chiunque ti capiti a tiro.
Anche se hai un solo amico, devi renderti chiaro nella mente che potresti essere costretto a ucciderlo. Soprattutto se è lui ad aggredirti. Non puoi aspettare che sia qualcun altro a farlo. [...]
Quando decidi di giocare lo devi fare davvero. Senza rimorsi. Senza rimpianti.
Genere: Avventura, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Gwen, Heather, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale
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Fase iniziale

Trent 

-Cody- fu il primo nome a essere chiamato. Il ragazzo corse verso la porta prese lo zaino e scappò via. Due grosse lacrime cominciarono a sgorgare dagli occhi di Sierra (ragazza numero 13).
Forse non avrebbe mai più rivisto il suo unico amore.
Dopo Cody furono chiamati Beth (ragazza numero 1) e Dj (ragazzo numero 2).
Ogni due minuti era annunciato un nuovo nome.
Trent calcolò di essere il decimo ragazzo sulla lista, prima di lui sarebbero dovuti uscire nove ragazzi e nove ragazze. In totale diciotto persone, quindi doveva aspettare ancora trentasei minuti.
In quel momento si accorse di non avere più il suo orologio al polso.
Quando sentì annunciare il suo nome, Bridgette (ragazza numero 2), si alzò lentamente e uscì dal salone.
Duncan (ragazzo numero 3) la guardò uscire. Appena fu chiamato si precipitò all’esterno.
I minuti successivi passarono lenti e inesorabili. La mente di Trent era persa altrove.
Si destò un momento quando Gwen (ragazza numero 5) lasciò la stanza.
-Trent-  Il suo nome lo fece sobbalzare. –Trent?- Il ragazzo si alzò in piedi. –Puoi muoverti, per favore?- Josh lo stava fissando col suo sorriso snervante.
Trent (ragazzo numero 10) s’incamminò verso la porta, afferrò lo zaino al volo e usci.
Il cielo era ancora buio e la luna brillava alta dietro gli alberi. Dovevano essere le due o le tre di notte.
Il legno freddo del molo scricchiolava sotto i suoi passi.
“Dovete uccidervi” le parole di Josh gli riaffiorano nella mente. “Fino a quando solo uno di voi non rimarrà vivo.” Trent accelerò il passo. Superò l’hotel ed entrò nel bosco lì vicino.
Si appartò in un angolo e aprì il suo zaino. Bevve subito un grande sorso dalla bottiglia d’acqua.
Continuò a frugare all’interno fino a quando le sue mani non urtarono qualcosa di duro.
Esaminò l’oggetto al tatto. Sembrava una pistola, ma la canna era troppo stretta. Estrasse quello che stava toccando. Si ricordò di aver già visto quell’oggetto nell’officina di suo zio. Doveva essere una sparachiodi.
La appoggiò per terra ed estrasse la mappa. In quel momento si trovava nel settore B-4.
Voleva trovare Gwen. In fondo lui ne era ancora innamorato.
Innamorarsi in un reality. Che cosa da stupidi.
Innamorarsi in un gioco mortale. Quello era ancora peggio.
Era entrato nell’anticamera dei rimpianti.
“Se solo avessi…”. Quella era l’antifona.
Se non avesse lasciato Gwen. Se solo avesse ringraziato i suoi genitori una volta di più.
Poi entrò nella stanza dei bei ricordi. Le lacrime gli scendevano grandi sul viso.
Quadri incorniciati dei bei momenti della sua vita erano appesi alle pareti.
Dovette uscire dalla casa della sua mente quando una mano gli afferrò la spalla.
Si voltò di scatto.
Il viso pallido di Gwen lo fissava. La punta acuminata di una freccia gli graffiò la guancia.
La ragazza sembrava impugnare una balestra.
Trent gemette. Le sue pupille si strinsero. Impugnò velocemente la sparachiodi e si gettò di lato, si raggomitolò dietro un albero e punto l’arma verso Gwen.
Questa lo guardò sbigottita.
Attese un attimo, poi lasciò cadere la balestra a terra.
-Scusa, non volevo spaventarti.- sussurrò.
  
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