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Autore: Albascura_    21/06/2008    10 recensioni
Come se avesse buttato del sale sulle sue ferite ancora non rimarginate.
Era sempre stato lo stesso, il suo problema. Avrà anche avuto lo Sharingan, ma rimaneva cieco agli affetti finché non li aveva perduti. - Ma non sempre è troppo tardi per riconquistarli. -
“Un ninja mantiene sempre le promesse”
7a classificata al contest "La prima volta che..." di Scarcy_90
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nick Autore: VavvyMalfoy91


Note: Well. In teoria non sarebbe dovuta essere così dolce. Non so perché, ma mi viene tutto smielato in questo periodo! Temo di aver sconfinato nell’OOC… Dipende da come la si interpreta. Beh, in ogni modo, mi piace. Bella romantica. Buona lettura!!!
J

 

 

Blind

 

 

La pallida luce della luna donava ai loro volti una bizzarra luminescenza perlacea e disegnava riflessi argentei tra i capelli dorati dell’ormai adulto Naruto Uzumaki.

 

 

Naruto strinse forte la mano nella sua.

 

 

Un sorriso si delineò sul suo viso. Un sorriso di quelli veri, di quelli che riservava soltanto a lui.

 

 

Lentamente voltò il capo verso l’Uchiha, l’erba fresca a sfiorargli le guance smilze. 

 

 

Incontrò le iridi onice, che come immaginava lo stavano fissando, e le incatenò alle proprie.

 

 

“A cosa pensi?” bisbigliò.

 

 

“A te” rispose semplicemente il biondo.

 

 

Non mentiva. Era mai stato capace di mentire, Naruto?

 

 

Andava tutto bene. Aveva riportato a casa Sasuke. O meglio, era stato Sasuke a tornare a Konoha di sua spontanea volontà, ma quello che conta è il risultato. Sasuke era a casa. Solo quello importava.

 

 

Anche io”

 

 

“Teme” sbuffò scherzosamente Naruto.

 

 

“Anch’io nel senso a te, baka, non a me stesso. Non sono egocentrico come qualcun altro qui presente”

 

 

“Ma senti da che pulpito!” sghignazzò “sei permaloso come sempre. Constatò, e non c’era tristezza nei suoi occhi.

 

 

I loro infantili battibecchi, i litigi insensati, le frecciate ostili… erano un benaccetto ritorno alla routine di quando erano bambini, alle abitudini che erano tanto mancate a entrambi.

 

 

E tu sei sempre Naruto. Megalomane, chiassoso, esibizionista, seccante… Non sei cambiato per niente. Cosa hai fatto in tutto questo tempo? Hai affinato i tuoi difetti?”

 

 

“No. Sono quasi impazzito nel tentativo di trovare un modo per riportarti a casa” dichiarò, le guance che si tingevano lievemente di rosso. Chiuse gli occhi, per evitare di affrontare il senso di colpa in quelli del compagno e per celare il dolore, nei suoi. “Ma va bene così” aggiunse in fretta, “alla fine sei tornato, no?” abbozzò un sorriso. Non era credibile come sperava.

 

 

Sasuke non rispose. Rimase immobile ad osservare il viso del giovane uomo di fronte a lui. Era cambiato, certo. Ma non era per le guance non più paffute come una volta, né per le labbra più sottili, né  per il profilo più affilato.

 

Ne era cambiata l’essenza, la luce.

 

Naruto non era più quella valanga di spensieratezza e allegria che era stato un tempo. Non brillava più di imprudenza e vitalità.

 

Ciò nonostante, era ancora circondato da quell’aura di serenità e voglia di vivere che rendeva piacevole la sua compagnia, come una sorta di antidepressivo in forma umana. L’unica differenza era che ora  c’era qualcosa di pacato in lui, di studiatamente trattenuto. Come se fosse stato ferito troppo profondamente per tornare a dare tutto se stesso.

 

 

E Sasuke, presuntuoso come sempre, non poteva fare a meno di pensare fosse sua, la colpa.

 

 

Naruto riaprì gli occhi, smettendo di attendere una risposta che non sarebbe mai arrivata.

 

 

“Guarda… quante stelle” il biondo sussurrò al cielo nero sopra di lui, gli occhi spalancati dalla sorpresa. “Sono spuntate tutte in un attimo”

 

 

Nonostante tutto, Naruto era ancora capace di meravigliarsi per una manciata di lucine in cielo buio.

 

 

Per questo, per l’essere così com’era, Sasuke non l’avrebbe mai ringraziato abbastanza. Era sempre stato l’unico a fargli dimenticare, seppur per pochi istanti, tutti i suoi tormenti. L’unico a considerarlo un suo pari, né più né meno.

 

 

Quella era la sua prima missione da quando era tornato al villaggio della Foglia. Niente di rischioso, ma era comunque stato affiancato a Naruto, uno tra i migliori jonin di Konoha. Sapeva bene che per portare a compimento quel genere di incarico sarebbe bastato un chunin, ma poteva anche immaginare a che genere di supplizi sarebbe andato incontro l’Hokage se non avesse esaudito le richieste di Naruto.

 

 

Inoltre, dato da non trascurare, Sasuke era felice di essere li con lui.

Alla fine, era l’unico motivo per il quale era tornato.

 

 

Strinse forte la sua mano, le dita ancora intrecciate.

 

 

Naruto sussultò, gli lanciò una rapida occhiata, imbarazzato, e tornò alla contemplazione della volta celeste.

 

 

“Guarda” mormorò “quella è la costellazione dell’Acquario” e la indicò con l’indice della mano libera dalla stretta di Sasuke. “E quella è la costellazione del Leone. Il tuo segno Zodiacale è Leone, vero Sasuke? E quello è Marte, impropriamente chiamato Stella Rossa”

 

 

“Non sapevo ti interessasse l’astronomia” osservò il moro, stupito. Quante cose si era perso?

 

 

“Ci sono tante cose che non sai, di me” gli rispose incolore.

 

 

Avrebbe voluto dirgli un’infinità di parole, ma non sapeva da quale cominciare “Naruto, io…”

 

 

“Guarda!” lo interruppe “una stella cadente!”

 

 

Proprio al centro del cielo, una luce brillò più forte, incominciò a precipitare, lasciando una scia dorata dietro di sé, poi svanì nell’oscurità.

 

 

“E’ bellissima” disse,  le iridi onice colme d’oro e di meraviglia.

 

 

“Avanti! Esprimi un desiderio!”gli suggerì Naruto, acceso d’eccitazione.

 

 

Il moro gli rivolse uno sguardo indeciso “Ma non desidero niente” – niente che non abbia già – pensò.

 

 

Sasuke! Si deve fare così!” chiarì svelto “Anzi, mi sorprende che tu non lo sappia”

 

 

“Veramente, non mi era mai successo prima d’ora” 

 

 

Cosa? Questa era la tua prima stella cadente? In vent’anni non sei mai uscito a vedere le stelle?” domandò incredulo, come se quello fosse il reato peggiore mai commesso dall’amico.

 

 

 “Beh, avevo cose più…” stava per dire – importanti - ma si trattenne, conscio del fatto che infondo non lo erano poi così tanto “altre cose da fare”.

 

 

Mh. Non sai cosa ti sei perso. Comunque, io il mio desiderio l’ho espresso. Ora tocca a te” disse, rivolgendogli un’occhiata incoraggiante.

 

 

Sasuke rimase in silenzio, pensieroso, scrutando l’espressione illeggibile sul volto del compagno.

 

 

Cosa si aspettava? Che il desiderio lo riguardasse? Conoscendolo, il suo era sicuramente rivolto a lui. Non voleva deluderlo. L’aveva già fatto troppe volte. Cos’era che realmente desiderava?

 

 

“Dai, Sasuke! E’ la prima volta che vedi una stella cadente! Dev’esserci qualcosa che vorresti. lo incitò, impaziente.

 

 

“Non rimpiango le scelte del mio passato. L’unica cosa di cui mi pento, è l’averti fatto così male”  riusciva chiaramente a vedere la gioia svanire dal viso dell’amico, sparire il sorriso, rimpiazzato da una smorfia di dolore. Come se avesse buttato del sale sulle sue ferite ancora non rimarginate. “Vorrei non averti fatto soffrire così tanto, con il mio inutile odio”.

 

 

Inutile. Aveva buttato via preziosi anni della sua vita ad inseguire la vendetta e il rancore. E per cosa? Per scoprire infine di non aver capito niente. Non aveva capito che Itachi aveva i suoi buoni motivi, e che infondo l’aveva amato e protetto più di chiunque altro. E non aveva capito che per seguire il suo macabro proposito stava facendo del male all’unica persona che, come il fratello, desiderava solo stargli vicino.

 

 

Era sempre stato lo stesso, il suo problema. Avrà anche avuto lo Sharingan, ma rimaneva cieco agli affetti finché non li aveva perduti.

 

 

- Ma non sempre è troppo tardi per riconquistarli. -

 

 

Naruto… ho sbagliato. Mi dispiace” affermò con convinzione, come se quelle cinque semplici paroline bastassero a cancellare anni di sofferenze.

 

 

E chissà, forse per Naruto bastavano davvero.

Era la seconda, la terza volta che Sasuke Uchiha ammetteva di aver sbagliato? O era la prima?

 

 

Forse era davvero la prima volta che Sasuke gli chiedeva scusa. O perlomeno era la prima in cui era sincero e chiedeva il suo perdono veramente col cuore.

 

 

Ed era mai stato capace di serbare rancore, Naruto?

 

 

“Vuoi sapere cosa ho espresso io?” domandò senza attendere una risposta. “Quando eravamo bambini, nessuno voleva mai giocare con me. Un giorno tu mi promisi…”

 

 

“Ti promisi che avremmo sempre giocato insieme. Per sempre” Sorrise a quel ricordo. Era così lontano, eppure così nitido ed eloquente. Allora sembrava tutto così facile…

 

 

“Un ninja mantiene sempre le promesse”

 

 

Naruto strinse forse la mano di Sasuke, che per tutto il tempo era rimasta nella sua.

 

 

Forse erano troppo grandi per giocare. Erano cambiate le premesse, erano cambiate le conclusioni.

Erano cambiati loro stessi.

 

 

Sarebbero stati amici, conoscenti, rivali, alleati, nemici, compagni, amanti?

 

 

Avevano tutta la vita davanti per deciderlo.

 

 

Insieme.

 

 

Per sempre.

 

 

   
 
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