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Autore: LV_Cass    22/02/2014    2 recensioni
[Dai personaggi di "Bright Lights" e " How does it feel to fall...for real?"]
Quando Cassandra scopre che Castiel ha una ragazza, va su tutte le furie: perché suo fratello non gli ha mai detto di avere una relazione?
Layla, dal canto suo, è terrorizzata dal conoscere l'angelo. Verrà accettata o respinta?
Cosa succede quando la personalità esplosiva di Cassandra incontra quella timida di Layla?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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HOW I MET YOUR SISTER
 
“Oggi a pranzo. Diner appena fuori New Orleans. The Hunter’s Cove. Alle 12”.
Cassandra premette il tasto d’invio ed inoltrò il messaggio a Castiel, poi si buttò in doccia. Acqua tiepida ed un po’ di buona musica a conciliare il momento. Si insaponò col suo bagnoschiuma agli agrumi, lavò per bene i capelli ed uscì, buttandosi nell’armadio. Perché era così pieno? Che cavolo!
«Allora?», chiese, con addosso solo un completino intimo nero e la disperazione più totale. «Che diavolo mi metto?».
Dean, seduto al tavolo della cucina, la osservava con occhio languido. Era bella, bella da morire. E quel corpo seminudo che le passeggiava davanti non era di certo il modo migliore per farlo stare calmo. La vide prendere un paio di leggins pieni di fiori ed una maglietta larga con la stampa di un teschio colorato sopra, piazzarseli addosso come se fosse in un negozio e fermarsi a qualche metro da lui.
«Mh?», mugugnò lei. «Può andare?».
Lui la guardò, decisamente perso. Non sapeva che dirle. Bevve un altro sorso di caffè, poi, deglutendo, fece “ok” col pollice. Non era convintissimo. Avrebbe preferito altro. Ad essere sincero, avrebbe preferito non avesse nulla addosso. La guardò girarsi e tornare in camera, uscendo con un paio di pantaloni di pelle nera, una canottiera con la stampa del Jack Daniel’s ed una giacchetta di pelle con maniche a tre quarti. “Sexy”, pensò. “Molto sexy”.
«Questa te la approvo», le disse, sincero.
Cassandra annuì e si andò a vestire. «Comunque sei molto d’aiuto, eh? È un’ora che sono qui a cercare roba ed è un’ora che tu sei li a berti il caffè».
Dean alzò gli occhi al cielo, alzandosi per posare la tazza nel lavandino. «Piccola, devi solo conoscere la fidanzata di Cas. Non è un invito alla Casa Bianca».
La testa di Cassandra spuntò dalla porta della camera, gli occhi ironicamente accusatori. «Per me è una cosa del genere. Ma tanto a te che importa! Già sai chi è!».
«Ancora con questa storia?», le disse, fingendo di lamentarsi e raggiungendola in camera mentre si stava tirando su i pantaloni. «Sei una noia!».
L’angelo si girò verso di lui e gli fece la linguaccia, ridacchiando mentre infilava la canotta. «Gnè, gnè. Dimmi che non ho ragione!».
Aspettò che lei si mettesse i suoi anfibi, poi le strinse i fianchi con le mani e le fece aderire la schiena al suo petto, lasciandole una scia di baci sul collo. Cassandra voltò il capo verso di lui, cercando le sue labbra. Lui l’accontentò subito, sorridendovi sopra. L’angelo vi indugiò qualche secondo, le mani che si posarono sopra quelle di Dean, poi lo guardò negli occhi.
«Stasera…beh, è davvero importante per me», mormorò. «Non è la prima persona che passa per la strada. È la persona che fa felice mio fratello. Come tu lo sei per me. Voglio…fare bella figura».
Dean la baciò di nuovo, dolcemente. Si ricordò di quando aveva conosciuto Castiel. Era agitato. Pensava sempre a fare la mossa giusta per paura che prima o poi l’avrebbe preso a parole. Un paio di volte gli aveva fatto una specie di paternale alla Castiel su quanto ci tenesse a sua sorella e che, se le avesse fatto del male, l’avrebbe ammazzato. Faceva un po’ ridere, in effetti, ma le parole erano sincere. E questo gli bastava per farlo rabbrividire.
«Sarai splendida, amore mio», le sussurrò fra le labbra. «Come sempre».
Cassandra si voltò e gli buttò le braccia al collo, baciandolo con tutto l’amore che aveva nel cuore. Le mani di Dean le carezzarono la schiena, strisciando sotto il tessuto leggero della canottiera. Era un gesto dolce, per niente malizioso. Nel frattempo, la baciava. Con trasporto. Con uno schiocco, Cassandra si staccò dal bacio e posò la fronte su quella del suo meraviglioso uomo, incastrando le iridi dorate in quelle verdissime che aveva davanti. Quanto lo amava! Gli sfiorò la punta del naso con la propria, una mano che cominciò ad accarezzargli i capelli. Sentì le nocche di Dean sfiorarle la guancia destra, piano. Le sue labbra sorridevano. Gli strappò un altro paio di baci a stampo.
«Darò tutta la colpa a te se non sarò abbastanza…».
Dean stoppò il suo commento ironico con un dito sulle sue labbra. «Sei bellissima. E sei la persona più incredibile che io conosca. Non ti preoccupare. Sarai all’altezza di tutti».
L’angelo rimase a bocca aperta, senza parole. Lo baciò di nuovo, una lacrima di commozione che scese piano dall’occhio destro. E poi era lei la persona incredibile? Cavolo, lui la superava di gran lunga.
Era una meraviglia. La sua meraviglia.
 
*
 
Layla era nervosa e fumante di rabbia. Quando aveva chiesto a Castiel perché non le avesse parlato prima della sorella, lui si era dileguato. Prima di sparire aveva detto solo "Non potevo", senza aggiungere altro. Eppure, la ragazza era certa che l'angelo fosse ancora in casa con lei, nascosto sotto il velo di invisibilità. Era tipicamente da Cas sparire quando non voleva parlare di qualcosa.
Il cellulare dell'angelo trillò. Era arrivato un messaggio.
Certa che Castiel non si sarebbe materializzato per prendere il telefono, lo fece Layla. Tra loro non c'erano segreti. Sapeva, inoltre, che lui la stava osservando.
Il cuore le martellò nel petto quando si rese conto del mittente.
«  Cassandra dice che ci vediamo alle 12 al “The Hunter’s Cove. ” » disse ad alta voce per farsi sentire anche al suo angelo nascosto.
Si portò le mani tra i capelli. Il suo cuore batteva all'impazzata. Era davvero in ansia.
"Come mi vesto?" pensò, arrivando in scivolata davanti all'armadio. Non voleva indossare qualcosa di elegante perché sicuramente Dean non li avrebbe portati in un ristorante di lusso.
"Per fortuna" si disse, lanciando vestiti alla rinfusa sul pavimento.
Il cacciatore era più un tipo da bar, da Hard Rock Caffè, in quel caso da “The Hunter’s Cove”
« Castiel, sento che mi stai fissando » sbottò. Aveva quella strana sensazione all'altezza della nuca « Prometto che non indagherò oltre, ma non lasciarmi sola, non so cosa mettermi! ».
Era davvero confusa. Non aveva idea sul che cosa indossare e il suo angelo non era di aiuto. A volte era proprio un bambino. Immaginò per un attimo la sua solita espressione confusa e un sorriso spontaneo le raggiunse le labbra. Si girò di scatto e si trovò l'angelo alle spalle.
Senza pensarci, lei gli afferrò il viso con le mani e gli soffiò un bacio sulle labbra. Castiel, confuso, rispose al bacio accarezzandole delicatamente la schiena. Mentre si baciavano, un sorriso raggiunse le labbra di entrambi.
Erano l'uno il posto felice di entrambi nonostante tutto.
« Metti quello che vuoi, sei sempre bellissima » disse. Si tirò un po' indietro per guardarla meglio « Però indossa qualcosa »
Layla, che in quel momento indossava solo l'intimo, arrossì. Gli diede un buffetto sulle guance.
« Shorts e canotta?» tentò, a disagio.
L'angelo sorrise ancora « Quello che vuoi ».
Le scostò i capelli dal viso. Fece per baciarla ancora, ma poi un pensiero gli sfiorò la mente.
« Sarà meglio che faccia un controllo della zona prima di andare » disse.
La ragazza sospirò.
"Angeli e demoni... " pensò, scuotendo la testa. Lanciò un'ultima occhiata al suo angelo.
Spalle rigide, occhi socchiusi. Era concentrato. Era entrato nella modalità "angelo-del-Signore".
Sentì uno sventolino d'ali e Cas non c'era più.
Layla tornò a guardarsi intorno.
Una canotta e un paio di short erano stati buttati sul pavimento dalla foga del loro "momento". Si accucciò accanto al top.
"Castiel non sa regolarsi" pensò con un sorriso tra l'imbarazzato e il malizioso. L'indumento era ridotto in brandelli.
"Peccato, era la mia preferita". Afferrò la canotta, l'appallottolò e la lanciò nel cestino.
Tornò davanti all'armadio. Ne tirò fuori un paio di jeans scuri e un'altra canotta, questa volta bianca con i bordi di pizzo. Piegò i vestiti con cura e li poggiò sul letto.
Doveva farsi una bella doccia, così si rifugiò in bagno e lasciò che il getto lavasse ancora una volta via tutte le preoccupazioni. Dopo una passata di phon, si rese conto che i suoi capelli mossi, erano... selvaggi. Non le stavano male, anzi.
Iniziò a prepararsi. Di Castiel non c'era traccia.
Quando finì di allacciarsi le converse, l'angelo comparve all'improvviso, causando alla ragazza il solito mini-infarto. Si sedette sul letto e le sfiorò i fianchi mentre lei lo lasciava fare con un sorriso.
« Che ti dicevo? Bellissima » soffiò, affondando la testa tra i capelli di Layla.
« Se continui a ripetermelo, finirò per crederci » rispose.
Castiel ridacchiò. Non avrebbe mai smesso di dirglielo. Sapeva che alla ragazza i complimenti le facevano piacere, ma era timida.
"Come ho fatto tutti questi secoli senza di lei?" si domandò, baciandole la fronte.
Si alzò dal letto e le porse la mano.
« Sei pronta? »
Layla abbassò la testa e fece cenno di no.
Castiel si fece più vicino e con l'indice e il medio le sollevò il mento, facendo incontrare il loro sguardo.
« Hai paura di mia sorella? »
« Ho paura del suo giudizio... di non piacerle » disse, incrociando le iridi blu dell'angelo.
Layla notò che Cas sembrava tenere davvero a farle incontrare Cassandra.
Malgrado le sue insicurezze, doveva farlo per lui.
« Scherzavo! » mentì la ragazza.
L'angelo, poco convinto, fece finta di crederle.
« Andiamo? » ripeté lei, alzandosi in piedi.
Castiel sorrise, rilassato.
« Andiamo »
 
La brutta sensazione di essere risucchiati durò un attimo. Dopo un breve giramento di testa, Layla si appoggiò al suo angelo. Lui la sostenne senza problemi.
Sapeva che per gli umani la "Angel air" non era il massimo, ma era il modo più veloce per raggiungere il locale. Non sarebbe mai resistito fermo in macchina per circa 18 ore.
Dopo essersi ripresa, la ragazza si guardò intorno.
Si trovavano in un piazzale situato ad un lato di una strada provinciale. Davanti a loro, c'era il locale, costruzione abbastanza ampia, con in alto la scritta "The Hunter's Cove" accesa, malgrado fosse giorno. Erano atterrati dietro il locale, nella penombra dell'edificio, in modo da non essere scoperti. Dopotutto erano apparsi dal nulla.
Si avviarono verso la parte davanti del "The Hunter's Cove".
« Siamo in anticipo » asserì Castiel, guardandosi intorno.
Layla lanciò uno sguardo all'orologio. « Più o meno di un paio di minuti » disse.
Si ravvivò i capelli e cominciò a battere il tempo con il piede destro, cercando di controllare le sue insicurezze, inutilmente.
Le mani del suo angelo gli circondarono i fianchi e si sentì attirare indietro, fino a sentire il petto dell'angelo contro la sua schiena.
Castiel appoggiò la testa sulla spalla della ragazza.
« Tranquilla, non morde »
Lei si voltò e gli baciò la guancia. « Sicuro? » provò ad ironizzare.
« Al 100% » rispose, ignorando la battuta.
Lei sospirò. Rimasero abbracciati così per un po', finché nell'aria non risuonò una musica rock. La canzone "TNT" degli AC/DC si sentì in lontananza.
« Sono arrivati » sorrise l'angelo.
Istintivamente, Layla si postò, mettendosi di fianco a Castiel.
Lui le prese la mano e gliela strinse, in segno di incoraggiamento.
 
Dean spense il motore dell'Impala e scese, sbattendo piano la portiera dietro di se'. Dall'altra parte, sbucò la chioma rossa di Cassandra, che venne ravvivata dalle sue dita sottili. Dean le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le diede un bacio dolce sulle labbra, poi le portò un braccio attorno ai fianchi e camminò verso il diner con lei a fianco.
 
Layla riconobbe subito il Winchester. Avevano cacciato qualche volta insieme.
La ragazza che gli camminava accanto doveva per forza essere Cassandra.
Ebbe un fitta allo stomaco. Era bellissima e i suoi capelli sembravano fiamme splendenti alla luce del sole. 
 
“Eccolo, quello è Castiel”. Cassandra lo salutò con un ampio gesto del braccio, sorridendo. Poi notò la ragazza in jeans che suo fratello teneva stretta.
« Quello schianto è Layla?», mormorò a Dean. «Wow, ha buon gusto!».
Il cacciatore la guardò, ridacchiando. « Si, ha buon gusto ».
Cassandra fece una smorfia di approvazione e si appiccicò con il fianco a quello di Dean. “Cavolo, è davvero bella! E bravo Castiel!” pensò.
 
« Quella è Cassandra? » domandò Layla, sapendo già la risposta. Era più bella di quanto si fosse immaginata.
Castiel le strinse la mano « Già, la mia sorellina ».
 
« Ciao! », esclamò Cassandra quando fu abbastanza vicina ai due, porgendo la mano a Layla « Io sono Cassandra, ma ti prego chiamami Cass ».
La ragazza le sorrise, imbarazzata.
« Piacere mio, sono Layla » e le strinse la mano di rimando « E bello poterti conoscere » aggiunse, cercando di non mostrare la sua ansia.
Cassandra sorrise, alzando gli occhiali da sole sul capo. « Puoi chiedere conferma a Dean, non vedevo l'ora di incontrarti! »
Il cuore della ragazza prese a battere velocemente e le sorrise di rimando.
L'angelo si avvicinò piano al fratello, mettendogli una mano sulla spalla. Sentiva un pochino il suo disagio, ma non era avvezza alla timidezza, lei.
« Complimenti, Cas! ».
Mentre i due angeli si salutavano, la ragazza di Castiel si voltò verso Dean e gli si avvicinò.
«Ciao Layla, ti trovo bene», disse Dean con un sorriso dolce. Lei lo fulminò con lo sguardo.
«Ciao Layla? Ciao Layla?!» disse, avvicinandosi quasi minacciosa. «Dopo tutti quei problemi che mi facevo per stare con Castiel vengo a sapere che anche tu stavi con un angelo?! Non ti è venuto in mente, che so, di dirmelo?!».
Cercò di mantenere il tono di voce basso per non farsi sentire dagli angeli... anche sa sapeva che il loro udito era finissimo. Cassandra si girò di scatto, un'espressione esilarante sul volto e scoppiò a ridere in meno di un secondo. Castiel sembrava più preoccupato, ma la sorella gli diede una pacca sulla spalla talmente forte che lo costrinse a piegarsi leggermente in avanti, facendogli cambiare decisamente la visuale del momento.
«Cos'è, vuoi tenermi segreta al mondo, Dean?», balbettò Cassandra fra le risa.
Dean evitò di guardarla negli occhi. Era forse... a disagio?
Layla sentì una mano toccarle il fianco. si voltò di scatto e incontrò lo sguardo di Castiel.
« Glie l'ho chiesto io di mantenere il segreto», affermò, anche lui a disagio.
Layla era incredula.
«E perché?», disse, ma il suo tono era più alto di un'ottava di quanto fosse intenzionata.
Cassandra alzò un sopracciglio e, con le mani sui fianchi, guardò torva il fratello.
«E perché?», ripeté, il tono misto fra il curioso e l'arrabbiato.
Lo sguardo di Castiel passava dalla sorella alla ragazza quasi in modo frenetico. Lo avevano messo alle strette.
Cercò sostegno dal cacciatore, ma questi alzò le mani.
«E' un problema tuo, amico. Io non mi metto contro queste due». E ridacchiò.
Castiel lanciò uno sguardo truce al cacciatore.
"Grazie Dean" pensò, sapendo che comunque lui non poteva leggergli il pensiero. Abbassò lo sguardo e incontrò quello di Layla. Lo guardava in modo confuso con quei suoi grandi occhi verdi. Attendeva una risposta.
Doveva dirglielo, anche se avrebbe preferito in un'altra circostanza.
« Ecco... il problema è che Cass e Dean ne hanno passate tante da quando stanno insieme » e così dicendo rivolse uno sguardo triste alla sorella « Avevo paura che, sapendo ciò che hanno passato, avresti preferito... » non finì il discorso, a causa di un groppo alla gola, ma la ragazza comprese. Gli occhi di lei cominciarono ad inumidirsi e credette che il cuore potesse scoppiarle nel petto.
Gli si fece più vicino e gli accarezzò la guancia.
« Credevi che me ne sarei pentita? Che ti avrei lasciato? »
L'angelo, tenendo lo sguardo basso, annuì.
«Ok ma... stiamo insieme da un po', ormai non avevo più questo problema... perché non me lo hai detto?», domandò Layla, titubante.
«Sul serio, Cas?», mormora Cassandra, gli occhi un po' lucidi «Avevi paura che lei ti lasciasse perché... per tutto ciò che io e Dean abbiamo vissuto?».
Castiel annuì piano, tenendo la testa bassa. Dean circondò i fianchi del suo angelo con un braccio e la attirò a sé, soffiandole un bacio fra i capelli. Sapeva che la sua Cassandra si stava sentendo un pochino in colpa, a disagio. Era un portento, quella ragazza, ma quando si trattava di certe cose il suo cuore duro si scioglieva. Soprattutto se era Castiel a dirle. L'angelo, stretto al corpo di Dean, guardò Layla e le rivolse un sorriso dolce.
«Non preoccuparti, non ho intenzione di spaventarti con i miei ricordi macabri».
Layla passò lo sguardo verso i due ragazzi avvinghiati. Quanta sofferenza avevano passato? Le riusciva difficile pensarlo. Erano così spensierati, così innamorati... il loro era probabilmente un dolore interno, nascosto dietro i loro occhi chiari. Anche Castiel l'attirò a se' e lei si lasciò cullare dalle braccia del suo amato angelo.
Dean avvertì un piccolo spasmo della schiena di Cassandra e, con due dita sotto il mento, la costrinse a guardarlo. Sì, stava di nuovo percorrendo tutti quegli anni con la mente.
«Ehi, piccola», le sussurrò nell'orecchio, stringendola in un abbraccio forte. «È tutto a posto. Fammi un sorriso, mh?».
Cassandra gli sorrise al meglio che poté e, dopo avergli schioccato un bacio sulle labbra, si voltò verso Layla.
«Non so voi, ma io sento il profumo del mio bacon burger da qui!», esclamò. « Forza, ciurma!».
Layla avvertì un peso sul cuore, Le sofferenze che Cassandra si portava dentro erano davvero dure. Le sorrise dolcemente.
«Sì, sto morendo di fame», disse.
Cassandra si avvicinò a Layla e la prese a braccetto, sorprendendola un attimo. La ragazza  non si aspettava quel gesto, per quanto semplice. Ne rimase piacevolmente sorpresa.
Entrarono insieme e si sedettero l'una di fronte all'altra ad un tavolo libero vicino alla finestra.
"Cas aveva ragione, lei non è per niente ostile"
Il suo angelo scivolò sulla sedia accanto a lei e le sorrise. Si era reso conto che il nervosismo della ragazza stava via via scemando.
Dean si era occupato delle ordinazioni, quindi ci mise un pochino di più a raggiungerli. Si sedette accanto alla sua Cassandra, portandole un braccio attorno alle spalle. Lei posò la testa sulla sua spalla, sorridendo sorniona.
«Allora?», domandò Cassandra, sempre con quel sorriso sulle labbra. «Che si dice in quel della Grande Mela?».
«Niente di che», provò a sminuire Layla, ma non aveva tenuto conto di Castiel.
«Beh, sì, tutto ok, a parte angeli e demoni che le danno la caccia», affermò l'angelo accanto a lei, passandole un braccio intorno ai fianchi, protettivo.
Layla sbuffò.
Dean alzò un sopracciglio, preoccupato. Cassandra rimase un secondo basita, le labbra che si schiusero ed un leggero tremolio alle mani.
«Che?!», riuscì solamente a dire.
«Ti prego, almeno oggi, possiamo non pensarci?», chiese la ragazza a Castiel, sbattendo le lunghe ciglia.
Ormai però, il danno era fatto.
«Ma è la verità», rispose l'angelo, inclinando la testa di lato.
Castiel guardò la sorella. «Sembra che il Paradiso e l’Inferno la cerchino, ma ancora non abbiamo scoperto perché», disse, serio.
Layla si morse un labbro.
Castiel era estremamente serio in fatto di protezione nei suoi riguardi. Avrebbe dovuto baciarlo, accarezzarlo e dirgli che andava tutto bene, che lo avrebbero affrontato a tempo debito ma... non era molto a suo agio a baciare Castiel davanti a sua sorella.
«Se sapevi anche questa, giuro che ti taglio le... ».
«Cass!», la ammonì Dean prima che finisse la frase.
L'angelo sbuffò e si rivolse al fratello.
«Passato scomodo, magari?», gli chiese. «Può essere che ci sia qualche cosa che inavvertitamente lei ha fatto per far incazzare l'universo. Ci sono tante possibilità. Se volete una mano, sono disponibile. Ovviamente dopo che avrò cazziato per bene i due uomini qui».
Layla rise davanti a quelle parole, notando in primis la faccia terrorizzata di Dean. Però aveva ragione...
«Sì lo pensiamo anche noi», ammise Castiel, imbronciato.
La ragazza rabbrividì. Aveva paura di quello che gli angeli volevano farle, così come per i demoni. L'angelo accanto a lei se ne accorse e le baciò le tempie, rassicurante.
Cassandra notò una nota di terrore negli occhi di Layla. E lei odiava quando le persone che le stavano care - o che erano care a suo fratello - stavano male. Prese la mano che Layla aveva appoggiato sul tavolo e la strinse.
«Ehi, troveremo il motivo e risolveremo questo casino», le disse piano, quasi fraternamente. «Ok?».
Layla alzò lo sguardo verso di lei. Sentì gli occhi inumidirsi e annuì, incapace di parlare. Aveva un magone che le chiudeva la gola. Castiel le prese l'altra mano sotto il tavolo.
«Grazie», disse infine, abbozzando un sorriso.
Malgrado non la conoscesse, sentiva di potersi fidare di lei.
«Non c'è bisogno che mi ringrazi», le disse, facendole l'occhiolino. «Sei parte della famiglia, ora».
A quelle parole, il cuore di Layla prese a battere velocemente.
Si sentì improvvisamente leggera. Cassandra l'aveva accettata.
Le strinse piano la mano, riconoscente
«Che ti dicevo?», le soffiò Castiel, sfiorandole con le labbra i capelli scuri.
Dean guardò Cassandra con profonda ammirazione. Era proprio una persona assurda. Una cameriera arrivò a portare loro gli hamburger e le bevande.
«Oh, finalmente!», disse il cacciatore con aria sognante. «Ho una fame che non ci vedo più».
Cassandra alzò gli occhi al cielo, sorridendo e posando una mano sulla coscia di Dean. «E quando mai!».
Layla ridacchiò. Prese il suo hamburger e la sua birra, ringraziando la cameriera.
«Vuoi?», provò ad offrire qualcosa al suo angelo, ma lui fece una faccia curiosa.
Layla tenne il suo panino a mezz'aria e Castiel lo morse.
Si fermò ad osservarlo. Masticò come se lo facesse per la prima volta.
«Molecole», sbottò, facendo una faccia schifata
Cassandra per poco non sputò il suo hamburger in faccia a Layla.
«Mo…molecole?!», gracchiò prima di scoppiare a ridere, la testa all'indietro.
«Sento il sapore... bleah, di ogni molecole», rispose schifato Cas, indietreggiando impercettibilmente dal panino. Anche Layla rise.
«Esagerato», mormorò la giovane, trattenendo dal ridere ancora. Diede anche lei un morso al panino.
«E' delizioso», disse, sbalordita. Cercò di ignorare lo sguardo che le rivolse Castiel.
«Però se mi guardi così, mi fai passare la fame», sbottò ironica.
«Sai come si chiama questa?», cominciò Dean, sventolandosi il panino davanti alla faccia. «Libidine! Diglielo, piccola».
Cassandra scattò in avanti quando Dean le solleticò il fianco con le dita.
«Già», sentenziò seria, dopo aver inghiottito il morso di panino. «E se qualcuno me lo fa gustare senza farmi il solletico magari è anche meglio».
Dean ridacchiò e le posò un bacio dolce sulla guancia. Cassandra chiuse gli occhi e sorrise, come fosse un gesto incondizionato, un modo per trattenere in sé tutto quell'affetto.
Layla, imbarazzata, distolse lo sguardo dalla coppia davanti a lei. Si allungò verso Castiel e prese la birra che stava davanti a lui.
Alzò lo sguardo e incrociò gli occhi blu cobalto che la fissavano di rimando.
«Questa se vuoi la puoi bere, sono sicura che non ti farà schifo», disse, facendogli l'occhiolino.
Lui le prese la birra dalle mani e con un rapido, inaspettato gesto, posò le sue labbra su quelle della ragazza.
Fu solo un bacio casto, che durò pochissimo.
«E questo per cos'è?», domandò, con il cuore a mille Layla.
Cas scollò le spalle. «Ne avevo voglia» disse, prima di avvicinare nuovamente le sue labbra a quelle della ragazza.
"Dean, piantala", gli comunicò Cassandra con la mente, andando avanti a mangiare il suo panino. "Stai mettendo in soggezione Layla".
«E che ho fatto di male?», le chiese lui, mettendosi una mano davanti alla bocca non appena si rese conto che Cassandra gli aveva parlato nella mente.
«Sei un disastro, Winchester», mormorò amorevolmente l'angelo, sorridendogli.
Appena sollevò gli occhi e si accorse che Castiel stava baciando Layla, non poté che spuntarle un sorriso sulle labbra. Dopotutto, era felice per suo fratello. E Layla le sembrava una brava ragazza.
Quest'ultima appoggiò la testa sulla spalla di Castiel. Si sentiva benissimo, come non le succedeva da una vita. Alzò lo sguardo e si accorse che Cassandra la guardava.
Arrossì immediatamente.
«No, no, ehi!», biascicò Cassandra, una mano davanti alla bocca finché non deglutì. «Non volevo metterti in imbarazzo! È solo che...siete carini, tutto qui».
«Bene, abbiamo dato spettacolo», mormorò Layla imbarazzata. A quel punto fu Castiel a ridacchiare.
Dean bevve un sorso di birra e, posato il bicchiere sul tavolo, prese il viso di Cassandra fra le mani, esibendosi in un bacio coi fiocchi. All'inizio, Cassandra si sentì un pochino a disagio, ma poi rispose al bacio in tutto e per tutto, le mani dietro la sua nuca.
«Ok», mormorò Dean, staccandosi di qualche centimetro dal viso del suo angelo, senza però smettere di guardarla negli occhi. «Niente più imbarazzo».
Layla sorrise. Dopotutto quei due stavano facendo di tutto per farla sentire a suo agio. E stava funzionando.
«Siete proprio una bellissima coppia», disse, sorridendo ad entrambi. Era proprio contenta del fatto che Dean, con tutti i drammi passati, avesse trovato una come Cassandra.
"E hanno affrontato tutto insieme" pensò.
«Oh», mormorò Cassandra, un sorriso che sembrava quasi timido. «Grazie».
Dean le carezzò i capelli con dolcezza. «Tutto merito suo».
Lei lo guardò, fingendosi arrabbiata. «Piantala che altrimenti divento rossa».
Layla si voltò verso Castiel. «Perché non me l'hai fatta conoscere prima?», disse, facendogli la linguaccia.
«Beh, adesso la conosci». Così dicendo, le scompigliò i capelli.
Alzò lo sguardo su sua sorella.
«Volete un altro giro di birre?».
Dean alzò le spalle, guardando Cassandra. «Noi non diciamo mai di no, vero?».
L'angelo annuì, sorridendo.
«Va bene» e così dicendo, si alzò e andò verso il bancone.
Layla lo osservò da lontano, mentre ordinava in modo goffo delle birre.
Si trovò a ridacchiare. Era così... fuori luogo tra gli umani.
Castiel tornò subito dopo al tavolo del gruppo con quattro bottiglie in mano. Ne passò due a Dean e posò le altre davanti a Layla.
Il ragazzo ne fece scivolare una verso il suo angelo, dalla quale ricevette un bacio dolce come ringraziamento. Dopo averne preso un sorso, a Dean rimase un baffo di schiuma bianca. Cassandra ridacchiò e glielo pulì col dito.
«Bambinone».
Dean piantò un finto broncio che nascose nell'incavo della spalla di Cassandra.
Layla li osservò con ammirazione. Erano davvero in sintonia.
“Sicuramente stanno insieme da più di un anno” pensò, finendo il suo panino e mandando giù l'ultimo boccone con un sorso di birra. Si girò a guardare il suo angelo.
Castiel, evidentemente a disagio, faceva di tutto per non guardare la coppia davanti se'. Il suo sguardo vagava dal panorama fuori dalla finestra al bancone del bar, dalla birra che aveva davanti alla ragazza che aveva accanto.
«  Sei nervoso? » gli chiese.
Lui scosse la testa e piantò i suoi occhi blu sulla compagna. Le fece un mezzo sorriso e le tolse la bottiglia dalle mani.
La finì in un sorso solo.
«  Vacci piano, non vorrai ubriacarti » scherzò Layla dandogli una spintarella. Cas ridacchiò di rimando. Posò la bottiglia vuota sul tavolo e, avvolgendo la giovane in un abbraccio, le baciò i capelli.
Improvvisamente, una folata di vento entrò nel locale.
L'aria fredda raggiunse le spalle di Layla e la ragazza rabbrividì.
Castiel, che la teneva stretta, se ne accorse.
«  Tutto ok? Hai freddo? » le domandò, iperprotettivo come sempre.
Lei sentì anche gli occhi di Cassandra e Dean su di se'.
Aveva la pelle d'oca, ma non voleva darlo a vedere.
«  No, non c'è problema » disse imbarazzata, sfregandosi le braccia per riscaldarsele.
“Perché diavolo mi sono vestita così leggera?” si chiese.
L'angelo accanto a lei si tolse il trench e glielo mise amorevolmente sulle spalle, scoprendo la camicia bianca e la cravatta azzurra.
Malgrado fosse un giacca leggera, la riscaldò un po'.
Si trovò avvolta dal profumo dell'angelo. Era un odore che lei riconduceva solo a lui, non c'erano eguali al mondo. La sensazione era come quella di essere abbracciati, tanto se ne sentiva circondata.
Layla si sporse e schioccò un bacio sulle labbra di Castiel per ringraziarlo.
«  Per così poco » rispose, accarezzandole la guancia destra.
Il trench, però, era troppo grande per la ragazza. Anche chiudendoselo, l'aria sembrava entrare lo stesso. Layla si ritrovò a rabbrividire anche con tutto il trench addosso.
Cas le scostò i capelli dal viso.
«  Vuoi che vada a prenderti qualcosa a casa? » domandò, sistemandole meglio addosso il trench.
Layla scosse la testa.
« Non fa niente » disse «  Mica ti faccio volare fino a casa per un giacchetto » sentenziò, stringendosi meglio l'impermeabile.
«Senti, se vuoi possiamo passare da casa nostra e prendere qualcosa di mio», disse Cassandra, dolcemente. «Tanto penso che più o meno abbiamo la stessa taglia, no?».
Layla la osservò, imbarazzata. «Ma non c'è problema... non vorrei disturbare» mormorò, gesticolando freneticamente.
Cassandra sorrise, la mano appoggiata alla spalla di Dean. «Ma quale disturbo! Ci mancherebbe!».
Dean avvicinò le labbra all’orecchio di Cassandra. «Piccola, hai ancora la tua giacchetta di pelle nel bagagliaio dell’Impala?».
«Oh, si!», esclamò l’angelo, annuendo. «Vai tu, vero?».
Dean la guardò sorridere e sollevò gli occhi al cielo, ironicamente, poi la baciò sulle labbra. «Va bene, va bene. Vieni con me, Cas?», chiese, rivolgendosi a Castiel.
L'angelo lanciò prima un'occhiata a Layla. Lei gli fece l'occhiolino e iniziò a sfilarsi il trench per ridarglielo.
«No, tienilo, io sto bene, torno subito» si avvicinò alla ragazza e gli diede un bacio sulle labbra prima di uscire.
«Ma non c'è problema» tentò nuovamente la ragazza. Non voleva dar fastidio o crear problemi.
Cassandra fece cenno ai ragazzi di andare, sorridendo poi a Layla. Nel guardarla, vide una piccola punta nera spuntare dalla maglietta, sulla pelle poco sopra il seno. La osservò, senza rendersi conto di poter sembrare qualcosa come una pervertita. Le sembrava familiare.
«Posso farti una domanda?», le chiese, alzando gli occhi per guardarle il viso.
Senza intercettare lo sguardo dell'angelo, Layla annuì curiosa.
Cassandra si morse il labbro inferiore ed indicò il seno di Layla. «Quello…è un anti possessione?».
Lei abbassò lo sguardo. Abbassò di poco lo scollo della canotta e annuì. « Si, me lo fecero fare Dean, Cas e Sam per vedere se il motivo che spingeva gli angeli a cercarmi fosse legato al fatto che potessi essere posseduta, ma... no, non era quello » spiegò.
Un sorriso involontario raggiunse le labbra di Layla. C'era un bel ricordo legato al tatuaggio. Cassandra si accigliò un pochino, non capendo perché sorridesse.
«I tatuaggi non fanno male?», chiese, un pelo ironica.
Layla ridacchiò.
«Sì, molto, ma questo tatuaggio è legato ad un bel ricordo», disse. Arrossì immediatamente. «Poco dopo questo, io e Cas ci siamo baciati», continuò.
Si sfiorò involontariamente le labbra. Era stato un bacio semplice ma speciale allo stesso tempo. Scosse la testa per non pensare anche all'altro angelo che lo stesso giorno aveva provato ad ucciderla. Sorrise alla ragazza. «Tu hai dei tatuaggi?», domandò, sinceramente incuriosita.
«Ma che dolci!», esclamò Cassandra, felice sul serio. Poi prese il cellulare e cercò un paio di foto dei suoi tatuaggi sulle cosce, sul fianco e sul polso. «Esagerati, ma mi piacciono un sacco».
Anche la ragazza si sporse. Cassandra le mostrò la foto di uno dei suoi tatuaggi. Malgrado l'immagine molto colorata, non fu quello ad attirare l'attenzione della ragazza. Sbarrò gli occhi.
«E quelle?» domandò, titubante.
Indicò delle cicatrici che sbucavano da sotto la manica del giacchetto dell'angelo.
"Com'è possibile?" si chiese. Dall'aspetto sembravano decisamente dolorose e a suo tempo molto profonde. Cassandra si rabbuiò in un secondo, guardando il suo polso.
Quella…quella gliel’aveva fatta un cacciatore che pensava fosse suo amico. Si coprì un pochino di più con la giacca e le sorrise.
«Brutti ricordi», mormorò. «Meglio forse lasciar perdere».
Anche Layla si rabbuiò. Prese una mano dell'angelo e la strinse, esattamente come lei aveva fatto prima.
«Hey, tutto ok. Se non me ne vuoi parlare non c'è problema, ma... se vuoi sfogarti io ci sono», e ritirò la mano.
Non voleva indagare se significava farle rivivere ricordi troppo dolorosi. Cassandra la guardò, stupita. Deglutì, mordendosi poi le labbra. Lo faceva sempre quand’era un pochino triste.
«Queste me le ha fatte un…amico. Insieme a questo», cominciò, indicandosi un piccolo taglietto sulla gola e lasciando che i ricordi le scivolassero addosso. «L’invidia a volte è una brutta bestia. Ma, purtroppo, questa non è la cosa peggiore. Ho addosso anche i brutti ricordi…dell’inferno».
Appena Layla sentì l'ultima parola, ebbe un tuffo al cuore. sgranò gli occhi. «Sei stata all'Inferno?».
«Per tre mesi», sussurrò Cassandra, gli occhi lucidi ed un dolore fra le scapole. «Dean ha fatto un patto per salvare Sam. Io l’ho seguito. Pensavo di poterlo salvare. Se non da qui, almeno da là».
«Tre mesi?», ripeté Layla, incredula.
Lei era stata all'Inferno per 48 ore terrestri, due mesi "ai piani bassi". Sapeva quali sofferenze Cassandra avesse patito, ma non aveva il coraggio di interromperla.
«Quindi circa trent’anni, sì», continuò Cassandra, guardandola stavolta negli occhi. «Inutili. Perché nemmeno da lì sono riuscita a salvarlo. È stato Castiel a tirarlo fuori. Tutto in famiglia, insomma».
Ridacchiò all’ultima affermazione, come fosse per sdrammatizzare il tutto.
Layla avvertiva il suo dolore. Malgrado tentasse di dimostrarsi forte, Cassandra aveva sofferto più di quanto potesse immaginare.
«Castiel salva sempre tutti», si costrinse a sorridere. «Ha salvato anche me dall'Inferno», ammise.
Cassandra rabbrividì. «Oddio. Mi dispiace, non sai quanto», mormorò dolcemente, prendendole la mano.
«Ora va meglio, è grazie a Dean che sono riuscita a superare la cosa», rispose alla stretta. Le sorrise. «Hai ragione, alla fine rimane tutto in famiglia».
«Dean?», chiese retoricamente l’angelo, sorridendo col cuore senza lasciare la mano di Layla. «Beh, quel ragazzo è veramente un amore. Non fatico a crederlo. Crede molto poco in se stesso, ma dovrebbe imparare a farlo. Perché di buono ce n’è tanto, nel suo cuore».
«Hai ragione», annuì l'altra. «Se non fosse per lui, mi sveglierei ancora nel cuore della notte urlando... Castiel mi è stato vicino, ma solo chi è stato all'Inferno può capire veramente». Fece una pausa e le sorrise. «A saperlo, ne avrei parlato con te».
Cassandra alzò leggermente le spalle, piegando la testa di lato. «Beh, che ne sapevi? Fino a qualche giorno fa non immaginavi nemmeno che Dean fosse insieme ad un angelo da nove anni!».
La ragazza quasi si strozzò con la sua stessa saliva.
«Nove anni?» domandò, strabuzzando gli occhi. Dal loro modo di fare, aveva capito che stavano insieme da tanto, ma non immaginava di certo così tanto.
Afferrò la birra che aveva davanti e ne prese un sorso.
«Quando tornano, per prima cosa spenno Castiel, dopodiché righerò l'Impala a Dean».
La guardò, per un attimo preoccupata. «Non è un problema per te, vero?».
L’angelo cominciò a ridere di gusto. «Non sarà un problema per me, ma per te magari sì».
Layla alzò le spalle. «No, non mi farà niente, sono una combattiva io» e così dicendo, prese a pugni l'aria. Cassandra lacrimò addirittura dal ridere, poi tornò seria.
«Lo credo bene, che tu sia una persona combattiva», le disse con tono affettuoso. «Anche solo un’ora all’Inferno può distruggerti. E lasciarti segni che nessuno può immaginare mai».
Layla si sforzò di non pensare alle torture che Crowley le aveva infierito. Il suo corpo reagì con uno spasmo, ma provò a nasconderlo con un colpo di tosse.
«Siamo due guerriere», disse, facendo all'angelo l'occhiolino.
Cassandra picchiò la mano sulla sedia accanto a sé. «Vieni qui».
Layla sorrise e, con un po' di imbarazzo, si sedette accanto all'angelo. Lei le passò le braccia dietro la schiena, posando le mani sulle spalle magre della ragazza, poi la strinse a sé.
«Prima o poi ti toglierai quello sguardo timido con me, lo so», le sussurrò all’orecchio, ridacchiando, mentre una piccola lacrima le scese sulla guancia sinistra.
Layla ridacchiò e rispose all'abbraccio. «E' che mi sembra così strano di parlare la sorella preferita di Castiel».
La strinse forte, sentendo gli occhi inumidirsi.
«La sorella preferita, mh?», commentò ironica Cassandra, la voce leggermente rotta. «L’unica di sangue, direi».
Sciolse poi l’abbraccio, lisciandole la maglietta sulle spalle e sorridendole.
«Sangue o no, ti dico che sei la mia preferita», sentenziò, prendendo un altro sorso di birra. Vedendo che Cassandra era un po' strana, la invitò a prendere la sua bottiglia.
«Facciamo un brindisi?».
Cassandra accavallò le gambe, prendendo la birra e allungandolo verso di lei. «All’adulatrice che ho qui davanti a me».
Layla rise. «Adulatrice? Sono sincera». E fece tintinnare la sua bottiglia contro quella di Cassandra.
Accaldata, fece scivolare il trench lungo la spalliera della sedia. Mostrò il resto del contenuto della birra a Cassandra. «Dobbiamo trovare qualcosa a cui brindare, non possiamo lasciarle a metà».
L’angelo fece finta di pensarci. «Alle nostre impervie strade al centro del mondo». Ridacchiò poi, alzando le spalle di poco.
«E così una delle mie storie da brivido l’hai sentita. Niente dubbi o ripensamenti?», disse ridacchiando per prendere un po’ in giro le paure di Castiel, bonariamente. «Quando non ci sarà così tanta gente, ti farò vedere una cosa che mi fa veramente schifo. Il ricordino dei cani di Lucifero».
Layla ebbe un attimo di esitazione. Anche Cassandra aveva avuto a che fare con i mastini infernali. «Allora comincio a preoccuparmi già da adesso».
La ragazza si passò una mano tra i capelli. «Posso fare ancora una volta la ruffiana?», ridacchiò.
Cassandra prese di nuovo la bottiglia e bevve un pochino, puntando il dito contro Layla e sorridendo. «Te lo concedo, ma solo perché sei tu. D’accordo?».
«E' un onore!». Le sorrise, alzando la birra fin davanti agli occhi.
«A noi due che, nonostante Castiel volesse tenerci segrete, siamo riuscite a conoscerci!».
L’angelo annuì, facendo l’ennesimo brindisi con Layla. «Precisamente! E, che rimanga fra noi, ne sono anche contenta!».
«Anch'io e tanto». E bevve l'ultimo sorso di birra rimasto. «Ti confesso che all'inizio avevo paura d'incontrarti», ammise la ragazza, giocherellando con la bottiglia di vetro.
Cassandra ridacchiò. «Immagino cosa Castiel ti abbia raccontato di me».
Anche Layla rise. «Mi ha detto che eri un uragano». Scrollò le spalle. «In realtà, avevo paura che non mi ritenessi all'altezza di tuo fratello... dopotutto sono una semplice umana».
«Da…davvero?», balbettò Cassandra, sbuffando e alzando le spalle. «Piantala! Tu non hai niente da invidiare a nessuno, ragazza!».
Di slancio, Layla la abbracciò ancora. «Ti conosco da pochissimo, ma già ti considero una sorella anch'io».
«Oh!», esclamò l’angelo, sorpresa, poi rise di cuore e la strinse forte. «Adesso capisco perché Cas si sia innamorato di te. Sei di una dolcezza disarmante!».
«Però così mi fai piangere», rispose la giovane con gli occhi lucidi e abbozzando una risata. «E io capisco quanto sia fortunato Dean, sei fantastica».
«Aspetta, aspetta», disse Cassandra, ironica, con gli occhi lucidi. «Chi è che dovrebbe piangere ora?».
«No, no, non dobbiamo piangere, siamo donne forti!». E con un sorriso, Layla si asciugò le lacrime. Sciolse l'abbraccio con Cassandra e guardò verso la porta. «Ma secondo te, Dean e Cas lo stanno cucendo il giacchetto?». E rise.
L’angelo la seguì, il pollice che si prodigava a togliere le lacrime dagli zigomi. «Si, ce li vedo proprio!».
«Cas con ago e filo?». Layla rise di gusto. Era semplicemente assurdo.
Cassandra posò una mano sulla spalla di Layla e la guardò, ironicamente seria. «Perché, Dean? Lui mi sa proprio di nonnina che fa le sciarpe all’uncinetto!».
La ragazza dovetti tenersi la pancia per quando rideva. Era tutto così assurdo. L’angelo fu veramente contenta di vedere Layla ridere. Finalmente, era a suo agio.
«Era da tanto che non ridevo così», ammise la ragazza.
Si sentiva davvero bene e tutte le paure di qualche ora prima erano sparite nel nulla. Cassandra si inumidì le labbra e sorrise.
«Sono contenta di averti…fatto questo effetto», mormorò, sincera.
«Castiel aveva ragione, sei proprio un uragano». Layla le sorrise. «In senso buono ovviamente». Si stiracchiò le gambe. «Siamo opposte, ma mi trovo davvero bene con te». Lanciò un'altra occhiata alla porta. «Non sarà il caso di vedere se sono riusciti nel punto croce?».
Cassandra ridacchiò, facendole un leggero pizzico sulla guancia prima di alzarsi e buttarsi la giacchetta di pelle sulle spalle insieme alla borsa. «Sul serio. Altrimenti chissà cosa ci combinano con la mia giacca!».
«Sono Cas e Dean con ago e filo», ridacchiò Layla, indossando nuovamente il trench del suo amato angelo. «Fai bene a preoccuparti».
«Appunto! Prima che me la ritrovo misura bambino!», esclamò Cassandra, prendendo a braccetto Layla e conducendola verso l’uscita mentre indossava gli occhiali da sole.
E ridacchiando, si lasciarono il "The Hunter's Cove" alla spalle.
 
  
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