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Autore: ilikeit    22/02/2014    1 recensioni
«Perchè proprio la fotografia?»
«Perchè è l'unico modo che ho per rendere i ricordi reali, tangibili»
Il ragazzo la guardò per l'ennesima volta negli occhi.
«Ma non credi sia troppo? Insomma, tra un po' dormi assieme alla macchina fotografica!»
La ragazza passò involontariamente le dita sopra l'obbiettivo.
«Mamma diceva che ero una cacciatrice di ricordi»
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO DUE: Incontri
 
Incontràre [iŋkon'trare] : trovare qualcuno o qualcosa, per caso sulla propria strada.
 
Il volo da Milano a Londra era andato bene, nessun ritardo e nessuna perturbazione durante il volto, il tempo era passato così velocemente che aveva fatto appena a tempo a salire sull’aereo. Questa sera l’attendeva ‘la serata’ come l’aveva definita suo padre. Che poi lei non aveva nessuna voglia di conoscerli, ci avrebbe passato già un sacco di tempo assieme, anticipare l’agonia non le andava proprio, e poi lei quella sera aveva da fare, almeno all’apertura della sua mostra fotografica doveva esserci. Con quei pensieri salì sul primo taxi che riuscì a fermare per tornare a casa.
Appena aprì la porta di casa fu letteralmente investita da suo fratello.
«Oh Ade! Pensavo ti fosse successo qualcosa..»
La ragazza gli tappò la bocca con la sua mano. Per poi alzare gli occhi al cielo e sorridergli sconsolata.
«Sai, non è così facile far fermare un taxi a Londra, soprattutto all’aeroporto, quindi ti prego, metti da parte le tue paranoie. Sono qui, viva e vegeta. Ed ora lasciami andare a rivedere le ultime cose per la mostra di questa sera.»
E mentre la ragazza si affrettava a salire le scale lui la fermò.
«Ti ricordi vero, la cena di questa sera?»
Lei sbuffò e sussurrando un «E come dimenticarla» andò a rinchiudersi nel suo studio.
 
Uscì da quello studio solo un’ora e mezza prima dell’orario stabilito da suo padre per venirli a prendere. Era così incasinato quel giorno per lei, che non sapeva nemmeno come riuscisse ancora a stare in piedi sulle sue amate scarpe rosse con il tacco dodici. Si infilò in bagno e fece uscire con uno spintone Lucas da esso.
«Gentile come sempre, è sorellina?!» Sentì la voce di suo fratello da dietro alla porta ovattata, dal suono dell’acqua e dalla barriera creata dalla porta. Si spogliò velocemente per poi entrare nel box doccia ed iniziare a lavarsi il corpo e i capelli lunghi. Uscì dal bagno dopo mezz’ora accompagnata da un urlo di Lucas.
«Nella prossima casa dovranno esserci minimo tre bagni. Non è possibile che solo per lavarti tu ci metta così tanto!»
Era così ogni volta, lui che urlava e lei che alla fine della predica alzava gli occhi al cielo. Sull’argomento ‘bagno’ diventava lui il fratello per così dire, maggiore, aveva ogni volta qualcosa da recriminare. La durata delle sue docce, il vetro appannato dal vapore, il phon lasciato sopra il mobile, i suoi trucchi sparsi qua e la ed infine il profumo lasciato senza il tappo. L’unica parte della casa in cui doveva regnare l’ordine a suo parere era il bagno e così lei, per vendicarsi di tutto il casino che lui lasciava in giro per il resto della casa, lasciava ogni volta il bagno in condizioni disastrose.
Non fece nemmeno a tempo a finire di allacciarsi il reggiseno a fascia che la voce di suo fratello risuonò per tutta casa. «Adele Higgins..» Lei si affacciò al bagno e lo interruppe «Fammi indovinare, non ho risciacquato il piatto della doccia, non ho sistemato il pettine ed i phon, altro?» Lucas sbuffò ed iniziò a sistemare tutto.
«Lucas, sbrigati che poi mi devo truccare» Disse la ragazza entrando nuovamente in camera e indossando il vestito e le scarpe.
 
«Tu così non esci, non esiste, e poi fa freddo. Quindi no, vai a cambiarti» La ragazza alle parole del fratello alzò gli occhi al cielo.
«Lucas, per favore! È un vestito, dopo cena io dovrei anche andare alla serata di apertura della mia mostra, quindi ti prego! È un vestito di raso, bianco e nero, senza spalline. Cos’ha che non va?!»
Suo fratello si alzò dal divano e si avvicinò alla sorella, le toccò la coscia nuda. «È corto, troppo corto» si lasciò sfuggire quelle parole con astio.
«Oh andiamo! Mi arriva a metà coscia! E poi magari è la volta buona che faccio colpo su qualcuno, mi fidanzo, mi sposo e ci faccio pure un figlio assieme! E per il freddo beh, esistono le giacche, o meglio la mia giacca di pelle, quindi zitto e non rompere!»
La ragazza si voltò e prese dall’attaccapanni la sua giacca e se la infilò.
«Tu questa sera rischierai di essere violentata da quei cinque squilibrati con questa specie di vestito come lo chiami tu, e poi..»
Il suono del campanello interruppe il ragazzo, mentre la ragazza sospirando di sollievo si avvicinava alla porta per aprirla, suo padre era li impalato di fronte a lei con un sorriso stampato in faccia.
«Allora, andiamo?» Entrambi i ragazzi annuirono e dopo che Ade ebbe preso la sua borsa salirono in macchina per andare al ristorante.
Che la serata abbia inizio.
 
Erano in ritardo di dieci minuti i cinque squilibrati come amava chiamarli Lucas. Era l’unico modo con il quale poteva esprimere il suo disprezzo verso delle persone alle quali suo padre teneva. Non riusciva ancora a dimenticare il suo quattordicesimo compleanno, forse il più brutto che potesse ricordare. Perché poi, con il passare del tempo c’aveva fatto l’abitudine.
 
“-Ade, no! Aspetta un altro po’, papà ha detto che veniva! Lascia fuori la torta, papà ha detto che sarebbe venuto!- La sorella lo guardò sconsolata e rimise la torta cioccolato e panna sul tavolo. Il tempo passava e nessuno dei due voleva ammettere all’altro che non sarebbe più arrivato nessuno. Erano le otto, la torta ormai aveva perso consistenza e sapore, il telefono squillò e Lucas corse a prenderlo, la sorella lo vide solamente annuire con gli occhi velati di lacrime per poi gettare con forza il telefono sopra il divano. Lucas corse via soltanto, sbattendo la porta della sua camera dopo esserci entrato e gridando un –Io li odio, tutti quanti- Ade si alzò da tavola, prese il dolce e pur sapendo che ormai avrebbe dovuto buttarlo via lo mise in frigo, nella speranza che almeno il giorno dopo sarebbe arrivato.„
 
«Scusate il ritardo, siamo stati fermati da un gruppo di fun»
A quelle parole Lucas sbuffò irritato mentre Ade si fece comparire un sorriso di circostanza sulle labbra.
Ade prima di alzarsi per stringere la mano a tutti e cinque si fermò appoggiando le labbra sull’orecchio di Lucas «Cerca di comportarti decentemente. Hai voluto tu tutto questo, fosse stato per me tra un mese mi troverei nel mio studio e non su un aereo che ci porterà chissà dove, quindi ti per favore»
Lucas la guardò di traverso e poi anche lui come lei si stampò un sorriso sul volto per fare le presentazioni di rito.
Non si poteva di certo negare la loro bellezza, tutti e cinque, a partire da quegli occhi azzurri con quella cresta bionda, poi quei ricci scompigliati con quegli occhi verdi, quegli occhi azzurri con quei capelli castani forse un po’ troppo lunghi, quella cresta castana con quegli occhi marroni e poi.. E poi lo sguardo di Ade passò su degli occhi marroni, forse più scuri o più chiari rispetto agli occhi dell’altro ragazzo, non lo avrebbe potuto dire con certezza con quelle luci, e quei capelli neri, involontariamente le labbra della ragazza si curvarono all’insù più del dovuto, più del normale, come non succedeva da tanto tempo, da troppo tempo. E se li era già dimenticati i nomi. Era tutto così strano. Si sentiva gli occhi di tutti puntati contro di lei, ma ogni volta che alzava lo sguardo vedeva solo la figura del moro, nient’altro.
Devo smetterla di fissarlo, gli sembrerò una pazza psicopatica da rinchiudere.
 
Ade si avvicinò all’orecchio del padre, era ora di andare. Non poteva mancare, non all’inaugurazione della sua quarta mostra a Londra, non il primo giorno.
«Papà io dovrei andare, è tardi»
Paul guardò il suo orologio e annuì baciandola su una guancia «Mangiamo il dolce e poi veniamo anche noi»
Ade allargò gli occhi e scosse la testa, «No, no. Non serve, insomma..» La voce del riccio la interruppe «Paul, dove dobbiamo andare?» Ade sconsolata si alzò dalla sedia e prese la borsa, ravvivandosi poi i capelli e togliendoseli dalle spalle per poi raccoglierli in un elastico. «Alla mostra di Ade.. Adele Higgins ma tutti quei tatuaggi sulle spalle?» Ade alzò gli occhi al cielo e abbassò lo sguardo su tutte le piccole rondini che le passavano da una spalla all’altra, per poi diventare sempre più rade mentre scendevano lungo le braccia. Lucas le passò la giacca e dopo essersela messa andò via, non prima di aver incontrato però quegli occhi così belli.
 
Zayn prese in mano il bicchiere e guardò andare via la ragazza che fin prima aveva guardato di sottecchi, non riusciva a capire perché il suo sguardo finiva sempre e solo su di lei quando alzava il volto dal piatto.
Si alzarono tutti da tavola dopo aver finito di cenare, e il ragazzo gli si avvicinò. «Smettila di fissare mia sorella in quel modo»
Per tutto il viaggio fino alla galleria non fece altro che pensare alle parole del ragazzo, non si ricordava nemmeno il suo nome, si ricordava solamente quello della ragazza, Adele che non la smetteva di ronzargli in testa assieme al fatto che qualcun altro si era reso conto che non aveva smesso per un attimo di guardarla.
«Zayn! Terra chiama Zayn!» Il ragazzo si riscosse dopo essere stato chiamato da Niall. «Siamo arrivati, dai scendi» Non se ne era nemmeno reso conto.
«Speriamo solo che non siano quei quadri insensati dove c’è una pennellata di colore rosso e io devo anche far finta di capire qualcosa» Risero tutti alle parole di Harry e poi entrarono velocemente nel locale.

Ciao a tutti quanti! Volevo iniziare col dirivi che:
  1. Mi dispiace per il ritardo! Ma sono stata male e sto ancora male! Chiedo perdono!
  2. Grazie mille alle 43 persone che hanno letto il primo capitolo!
Di solito c'è sempre un punto tre ma non saprei che scriverci, quindi.. Niente vorrei veramente sapere le vostre opinioni.
Ah e ultimissima cosa, i banner li ho fatti io, non sono niente di che, ovviamente, ma vi piacciono? Ultimamente sono a caccia di approvazione!
Comunque vorrei veramente sapere che cosa ne pensate!
Ancora un grazie a chi è arrivato a leggere fin qui.
Alla prossima, se ci sarete,
-Ness.

 
 
  
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