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Autore: JanineRyan    22/02/2014    1 recensioni
La storia è ambientata alcuni mesi dopo la grande vittoria di Harry & co., ma con alcuni cambiamenti... Voldemort non è morto, anzi si è riorganizzato per un nuovo e grandioso attacco! Altri personaggi, importanti nella mia storia, non sono morti: Piton, Silente, Bellatrix e...
Storia completamente concentrata sul mio personaggio preferito: Lucius Malfoy!!! Il quale dovrà confrontarsi con una ragazza di origini babbane che metterà in crisi le sue convinzioni di purosangue!
***
Ho modificato l'intro per la piega differente presa dalla storia!
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'IN GUERRA E IN AMORE NIENTE REGOLE'
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«Vado anch’io. Non c’è ragione per restare qui… Lucius e Draco sono scesi alla festa già da alcuni minuti.» disse Piton, raggiungendo la porta. «Forza, rivestiti e fatti vedere al piano di sotto.» concluse secco.
«Aspetta.»
Chloe si scoprì il volto uscendo da sotto le coperte, tenendo comunque il lenzuolo ben saldo fino al collo, guardò il mago. Piton le dava le spalle, la mano posata sulla maniglia. Osservando la sua postura poteva intuire la sua espressione: le spalle erano piegate e il capo chino… decisamente era deluso.
«Che altro c’è da dire?!» sussurrò, senza muoversi. La voce piena di rabbia.
«Mi dispiace. Non era mia intenzione infrangere la promessa…» continuò la ragazza, ma venne brutalmente interrotta da Severus.
Si voltò di scatto e, con sole due falcate, raggiunse il letto. Chloe si ritrasse fino a toccare con la schiena il muro; trattenne il respiro, spaventata dal movimento improvviso. Il professore si piegò sul letto, guardandola negli occhi. Chloe girò il capo, non poteva sostenere lo sguardo del mago.
«Non devi dispiacertene. Ti ho dato la possibilità di fare la cosa giusta… tu sei troppo importante per comportarti da idiota! Ti ho dato la possibilità di comportarti da adulta, di prendere una decisione con la testa… e guarda ora!»
«Narcissa sa ogni cosa. Non devi preoccuparti per lei.» sussurrò Chloe, dispiaciuta.
Non si spiegava la reazione smisurata di Severus.
«Non è di lei che m’importa. C’è in ballo di più! Molto di più! Scommetto che non hai pensato al fatto che Lucius è un padre? A Draco?... Hai pensato al tuo ruolo nei piani di Voldemort?» fece una pausa. Respirava con affanno per lo sforzo delle urla: «Ti sei mai fermata un secondo a pensare che le tue azioni generano delle conseguenze? Ti abbiamo dato fiducia, tutti noi ti abbiamo dato fiducia! Per quel che riguarda me, sono deluso.» concluse con voce roca.
Chloe guardò il professore allontanarsi, le sue parole l’avevano ferita: erano state una doccia fredda.
Non appena la porta si chiuse, sbattendo con violenza, la ragazza si lasciò cadere sul letto. Non sapeva che fare. Alla fine aveva avuto ragione sua madre; innumerevoli volte l’aveva chiamata “il suo peggiore sbaglio”. Gli occhi iniziarono a bruciarle, con forza cercò di trattenere le lacrime.
Lucius, una volta parlato col figlio, sarebbe tornato da lei e non voleva farsi trovare mentre piangeva.
Rimase ferma, sdraiata, guardando il soffitto e cercando di non pensare a nulla. Ma, più s’imponeva di restare calma e distaccata, più le veniva voglia di urlare.
Attese il mago per mezz’ora ma, non vedendolo, decise di scendere alla festa: la musica che arrivava fino alla stanza era decisamente bella. Tutti si stavano divertendo e la gioia di quelle persone era contagiosa.
Scostando la calda coperta, Chloe scese dal letto. L’aria era calda. Senza entusiasmo, iniziò a rivestirsi. Avrebbe preferito restare sola. Si sentiva stupida; aveva atteso Lucius per mezz’ora, ma lui non s’era visto. Prima di uscire si specchiò, per controllare il suo aspetto generale: “Chissà quante volte Lucius si sarà fermato per guardarsi prima d’uscire… proprio qui…” pensò la ragazza.
Ricambiò lo sguardo del suo riflesso. Non si riconosceva più: dov’era finita la Chloe solare e sicura di sé che l’aveva sempre contraddistinta? Allungò un braccio e sfiorò il suo volto riflesso.
«Sorridi!» s’impose.

Lucius rimase fermo sulle scale ad osservare il figli allontanarsi. Lo osservò entrare nella sala, raggiungendo Astoria. Tutti stavano ballando, tra risa e alcool. Ogni volta che guardava il figlio, rivedeva lui. Con aria fiera, vide il figlio posare una mano sulla spalla della ragazza. Si chinò, sussurrandole qualcosa, avvicinando il suo volto all’orecchio di lei. Mentre ascoltava le parole di Draco, Astoria divenne rossa e un lieve sorriso si aprì sulle sue labbra, laccate di rosso.
«Tuo figlio è cresciuto.»
Lucius si voltò, Severus stava scendendo le scale. Si fermò un gradino sopra all’amico ed osservò il salone. Storse il naso, quasi disgustato all’idea di dover festeggiare con quelle persone. Tra loro spiccava decisamente Bellatrix; stava dando spettacolo in mezzo alla pista, ballando con occhi chiusi e facendo movimenti fluidi che ricordavano quelli d’un serpente. Nonostante tutto era seducente e gli uomini la osservavano ammaliati.
«Non è cambiato più di tanto rispetto quand’era solo un bambino.» rispose Lucius, distogliendo lo sguardo dalla cognata.
«Ti ha parlato di Chloe.» sospirò Piton. «Che vi siete detti?»
«Draco ha capito ogni cosa. È furbo. Ha preso da suo padre…» fece una pausa. «Inoltre, conosce il ruolo di Chloe in tutta questa storia e non lo accetta.» si voltò e guardò l’amico negli occhi. «Sev, sa di me e lei.» concluse con voce spezzata.
Severus respirò a fondo, scosse il capo e posò le mani sul corrimano.
«Lucius ti prego, stai in guardia! Sei l’unico amico che ho e non voglio rischiare di perderti… mi fa piacere vederti felice. Dopo tutti questi anni di solitudine, un po’ di compagnia ti fa bene…». Si alzò retto: «Ricorda le mie parole: noi non abbiamo il potere di cambiare il destino di Chloe. Se il nostro Signore esigerà la sua morte, noi non potremo far altro che obbedirgli. Il marchio tatuato sul nostro braccio è un vincolo a vita che abbiamo preso. Lui possiede le nostre vite.»
Lucius preferiva non ascoltare le parole di Severus. Sapeva che l’amico aveva perfettamente ragione, ma era difficile per lui affrontare la realtà.
Posò le mani sul corrimano, il capo chino. Respirò con fatica.
«Potrebbe risparmiarla.» sussurrò. Guardò Piton ed aggiunse: «Potrebbe prendere il suo potere senza ucciderla… nessuno lo obbliga ad ucciderla! Ho letto molto sul potere che Chloe possiede e le può essere sottratto senza nuocerle. Perché vorrebbe ucciderla? A quale pro?» concluse Lucius, colpendo con i pugni il corrimano di marmo.
Severus guardò Lucius: era sofferenza quella che vedeva dipinta nei suoi occhi?
«Lui sa che non deve ucciderla per impossessarsi del suo potere, ma si divertirà nel farlo… per lui sarà un gioco incredibilmente spassoso uccidere Chloe e sottrarle il suo potere. Credimi: né io né te potremo dissuaderlo. Quindi dammi retta, amico mio, scordala. È la cosa migliore.»
Quelle sue parole erano terribilmente crudeli: dimenticare Chloe… era impossibile anche solo pensarlo. Ma, si rendeva anche conto che non poteva conciliare il suo essere Mangiamorte, con i sentimenti che provava per la ragazza.
Piton superò l’amico. Raggiunse il salone e, dopo aver preso un bicchiere di whisky, si accomodò in disparte: estraniandosi dai festeggiamenti.
Rimasto solo, Lucius pensò alle innumerevoli bugie dette a Chloe. Se lei avesse saputo la verità, non lo avrebbe più guardato con tanto amore ed ammirazione. Quella mattina aveva ucciso a sangue freddo due bambine. Due bambine innocenti. Le aveva uccise, senza battere ciglio. Ma che scelta aveva? Bellatrix e Rod erano presenti, non poteva rifiutarsi… non poteva permettersi di far la figura del codardo davanti agl’altri Mangiamorte. La morte delle bambina era solo la punta dell’iceberg… per anni aveva ucciso e torturato babbani e traditori del proprio sangue: senza rimorsi, sempre fedele al suo Signore. Come avrebbe reagito Chloe sapendo le innumerevoli crudeltà che aveva compiuto? E come avrebbe reagito alle menzogne che tutti loro le stavano raccontando?
Sospirò con rassegnazione.
Narcissa, come sempre, aveva ragione. Guardando la folla, pensò alle sue parole: lui e Chloe avevano solo il presente e anche questo stava scivolando tra le loro mani.


***
Capitolo un pò corto, e mi scuso, ma ho molti impegni in questi giorni... rimedierò, promesso!
Spero vi sia piaicuto...
Ale

  
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