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Autore: Like a diary    22/02/2014    0 recensioni
ecco come mi sentii a vedere la mia migliore amica distrutta, non lo auguro a nessuno, non dimenticherò mai quella mattina.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una mattina di inizio febbraio, una di quelle che non scorderò mai, che probabilmente a 40 anni mi torneranno in mente guardando delle vecchie foto e che mi faranno piangere.
Eravamo in pieno centro, su una panchina, l’aria che soffiava nei capelli e il profumo dell’inverno ci accarezzava la pelle.
Lei, la mia più cara amica, aveva i capelli lisci, corti, spesso a causa del vento coprivano i suoi meravigliosi occhi e lei, insistentemente, li scostava dalla fronte. Gli occhi erano leggermente truccati, color bronzo ramato e le sue labbra erano fine e rosee.
Quel posto in cui eravamo sedute ci dava tranquillità: da lì si vedeva l’intera città, stupenda.
Era freddo, eppure sentivo il suo calore, stavo bene.
Iniziammo a parlare, discutere e sostenerci riguardo una storia che ci aveva profondamente ferite. Quella mattina la nostra amicizia si solidificò notevolmente, come un castello di acqua asciutta che, in riva al mare, poteva essere distrutto da qualsiasi cosa l’avesse sfiorato, ecco la nostra amicizia era così, ma improvvisamente qualcuno ci aveva versato sopra della sabbia bagnata: il castello era diventato più solido e forte che mai.
Continuammo a parlare, per ore, quando lei appoggiò la sua mano sulle mie gambe.
Abbassai lo sguardo, non potevo crederci.
Era piena di ferite e tagli. Il mondo mi crollò addosso, mi sentivo come una bambina che piange per il suo giocattolo e per me quel giocattolo era essenziale, la felicità della mia migliore amica. Quei tagli mi distrussero dentro, mi fecero sentire inutile, possibile che in tutto questo tempo non avevo capito che lei stesse soffrendo in silenzio? Non aveva chiesto aiuto, ma quel giorno lo fece. La guardai meglio e capii che ogni parte di lei gridava “Salvami, mi sto distruggendo” ed io non me ne ero accorta.
Non me ne ero accorta perché era stata incredibilmente brava a mascherare le sue debolezze, in effetti rideva, rideva sempre e fino ad allora non ero riuscita a spiegarmi questo suo comportamento. Rideva perché agli occhi degli altri avrebbe voluto farsi conoscere come la ragazza più solare ed allegra che ci potesse essere, ma in fondo anche io sapevo che aveva un inverno dentro che durava da anni. Camminava sicura per la strada, a testa alta, voleva far credere a tutti e a sé stessa di essere la ragazza sicura che tutti desiderano, invece non lo era, e io lo sapevo. Sapevo che non sopportava il suo fisico, il suo viso e il suo carattere, sapevo che si sentiva una merda perché il ragazzo che amava non ricambiava, sapevo tutto eppure non le avevo mai chiesto veramente come stesse, perfino io avevo paura della sua risposta; perché in fondo tutte e due sapevamo che niente avrebbe potuto esprimere ciò che aveva dentro, qualcosa di più grande che non riusciva a controllare. Da quel giorno le chiesi sempre come stava: “I tagli bruciano, ma quello che ho dentro fa ancora più male” disse, e io da allora non la lasciai più sola, me lo ero promessa.
  
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