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Autore: Like a diary    22/02/2014    0 recensioni
Una ragazza, forte, che riesce a ricominciare dopo aver perso tutto
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si alzò, dopo la tragedia della notte precedente. Ora capiva cosa si provava ad essere soli al mondo, per la prima volta, si sentiva adulta e responsabile di se stessa. Julie aveva appena perso tutto ciò che le era rimasto, i suoi genitori. Un pirata della strada li aveva travolti in macchina, facendoli sbandare fuori dalla strada. Quella domenica mattina le sembrò che la sua vita fosse già finita nonostante avesse ancora quindici anni. Si sentiva come un castello di sabbia, così fragile che se anche solo il vento avesse soffiato, tutto sarebbe potuto scomparire nel mare, risucchiato dall'acqua e dalle correnti marine. Tutto il suo mondo ora era distrutto.
Quella mattina decise di recarsi in spiaggia, le piaceva il movimento del mare: sembrava che ad ogni onda l’acqua perdesse vita per poi rinascere subito dopo. In quel momento avrebbe voluto che anche i suoi genitori fossero come le onde del mare. Sperava con tutta se stessa che quello fosse solo un incubo e che presto si sarebbe svegliata con il suono della squillante voce di sua mamma. Per lei era come un punto di riferimento, la mano che le dava la forza di rialzarsi quando cadeva a terra. Qualunque cosa facesse, Julie, non si sa per quale strano motivo, la riteneva giusta; sua mamma era un esempio di vita. La ragazza ora si chiedeva come sarebbe riuscita a crescere da sola, il mondo la aspettava, la vita era tutta davanti a lei, eppure non poteva che immaginarsela buia e triste. La persona che l’avrebbe cresciuta ora non c’era più, non le bastava sapere che nonostante tutto sua mamma la amava più di se stessa e che in ogni momento la guardava dall’alto: voleva averla ancora lì accanto a se. Voleva dirle un’ultima volta: “mamma ti voglio bene”. Erano delle semplici parole, ma sapeva che ciò le bastava per renderla felice. Voleva un’ultima volta vederla piangere, per poter essere la ragione del suo sorriso, voleva vederla ridere, sentire il suono della sua voce, voleva sentire il suo profumo che ora sembrava così vago e lontano, voleva averla ancora un’ultima volta come amica sincera e saggia quale era.
Camminava sulla sabbia, sentiva l’acqua accarezzarle i piedi, il vento le toccava i capelli chiari e il sole riscaldava la sua gelida anima. Era lei, Julie, da sola, il mondo fuori era pieno di persone, di amici che le volevano bene, ma mai come ora si sentiva abbandonata.
Nessuno ancora sapeva dell’incidente, ma presto la notizia si sarebbe diffusa in tutto il paese e molte persone sarebbero andate a trovarla per offrirle conforto facendola sentire più sola di quanto già non fosse.
Il suo dolore era logorante, sentiva piano piano che la sua anima si stava spezzando, avrebbe voluto morire, così da poter stare vicino ai suoi genitori, non importava dove fossero, voleva solo l’affetto che aveva sempre ricevuto, ma che non aveva mai chiesto fino a quel giorno. Tutti i suoi pensieri furono interrotti dalla suoneria del suo cellulare che si sentiva perfino dalla spiaggia. Entrò in casa barcollante e si affrettò a rispondere: era il suo fidanzato, sapeva che neanche lui sarebbe stato in grado di colmare il vuoto lasciato dai suoi genitori. Marco, prima di tutti, era a conoscenza della notizia e cercò in qualunque modo di starle vicino sapendo che non avrebbe mai potuto placare il dolore che assaliva la ragazza. La telefonata durò pochi secondi, dopo che Julie pronunciò quel “ciao” al telefono per salutare il ragazzo si sentì nuovamente sola e incompresa.
Le piaceva stare in solitudine a meditare sulla spiaggia, le ricordava le lunghe giornate trascorse con i suoi genitori ad ammirare l’orizzonte, qualcosa che sin da quando era piccola l’aveva attratta.
Fino a quel sabato sera aveva sempre ammirato la vita, la vedeva come una forte rivale, ma in fondo sapeva che anche se spesso si sarebbe sentita una perdente di fronte ad essa, la forza l’avrebbe sempre aiutata ad arrivare fino alla fine del percorso. In qualunque momento si sentiva pronta ad affrontare nuove sfide, le piaceva l’idea che per essere felice bisognasse soffrire e faticare, ma ora sembrava proprio che fosse stata colta di sorpresa. Non ce la faceva, non aveva la forza per andare avanti, sapeva che sarebbe stato difficile solo ritornare da scuola ogni giorno senza nessuno che le preparava il pranzo, ed ora non era pronta ad affrontare una vita intera da sola.
Doveva ricominciare, lasciarsi la tragedia alle spalle senza dimenticarsi dei suoi, doveva trovare un altro modo per essere felice, nonostante non ne avesse ancora uno, o meglio non lo vedesse.
  
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