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Autore: melianar    22/02/2014    7 recensioni
Dopo il disastroso tentativo della scorsa settimana, torno a pubblicare il primo capitolo di questa raccolta. Mi scuso immensamente con chi avesse provato a leggerla, purtroppo ho avuto qualche problema con l'HTL. E' solo la seconda storia che pubblico e sono piuttosto imbranata. Scusatemi!
Quella che vi propongo è una raccolta di one-shots dedicate alle figure femminili dell'universo tolkieniano, in particolare quelle donne di cui poco ci viene detto ma che, a mio avviso, hanno molto da raccontare. Ogni capitolo sarà incentrato su una donna diversa, quindi su vicende e epoche differenti. Prenderò in esame personaggi poco noti delle opere di Tolkien, spero possano risultare affascinanti per voi quanto lo sono per me. Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dove te ne vai, fiume dalle acque scintillanti? Qual è il tuo nome, dove conduce il tuo eterno vagare?
Non mi risponde, questo fiume così simile al mio che ho tanto amato in Lorinand.
Danza e vortica senza sosta, ripetendo il suo canto sommesso: “Nimrodel, Nimrodel”.
Come conosci il mio nome, se io ancora ignoro il tuo?
“Nimrodel, Nimrodel”. Non muta, la musica del fiume.
Mi chiama, ed io mi sento a casa.
Mi fermerò a riposare per un poco. Solo un poco.
Siederò qui, accanto a queste acque che mi chiamano per nome.
Poi riprenderò a camminare, cercherò la strada giusta tra i monti e ti troverò, Amroth.
Saremo di nuovo insieme, io e te. E tu mi porterai nel paese pacifico al di là del Grande Mare, dove le nostre nozze potranno finalmente avere luogo.
Dove i figli di Nimrodel potranno crescere liberi da ombre e timori.
Chissà come sono gli alberi, in Occidente. Saranno belli quanto i miei di Lorinand?
E con che voci cantano, i fiumi di quelle terre? Quali parole sussurrano alle orecchie di chi sa ascoltare?
Vorrei chiederti queste ed altre cose, Amroth. Perché tu certo avresti le risposte.
Sai tutto sull’Occidente antico e su coloro che da lì fuggirono, Elfi crudeli e stanchi di pace che qui condussero le loro guerre, uccidendo bestie e alberi e genti senza colpa.  
Amroth, mio amato Amroth, come avrei potuto sposarti?
Come avrei potuto accettare di essere regina di un simile popolo?
“Sono un Silvano anch’io”, dicevi sorridendo e mostrandomi l’albero che avevi eletto a tua dimora.  Ma che la tua casa somigliasse alla mia non era sufficiente. Nel cuore è come loro, mi dicevo. Li accetta, li ama. Mai lascerà che questa terra torni ai Silvani e a loro soltanto!
Nascosi in fondo al cuore l’amore che provavo per te, rispondendo con risate alla tua gentilezza, fuggendo ogni volta che provavi ad avvicinarti troppo.
Eppure Anch’io mi struggevo.
Anch’io ti desideravo.
Anch’io, a volte, sognavo   che fosse diverso.
Che fosse più facile.
Che tu non fossi il re di molte genti, ma solo Amroth di Lorinand. Solo questo, e nient’altro.      
Se solo avessi saputo… Se solo allora avessi capito che eri pronto a rinunciare a tutto, per me.
Che avresti abbandonato   la tua terra. Il tuo popolo. Il tuo regno.
Che per me avresti corso pericoli terribili e mai visti.
Amroth, Amroth, dove sei?
Fiume, tu che conosci il mio nome e queste lande desolate, dimmi: dov’è Amroth? Dov’è il mio amato?
E’ vivo?
E’ morto?
E’ forse giunto presso il Grande Mare, e su di una bianca nave attende impaziente il mio arrivo?
Non partire, Amroth, ti prego: non partire! Aspetta un giorno ancora, uno soltanto.
Ricorda le promesse d’amore e fedeltà che ci scambiammo ai margini della foresta minacciosa. Ricorda le mie labbra, che per la prima volta sfiorarono le tue. Non mi lasciare sola, non mi lasciare sola!
Ora sono troppo stanca, ma domani, sì, domani anche io imboccherò la giusta via.
Non ricordo più neppure cosa ci abbia divisi, amore mio. So solo di aver corso, corso in preda al terrore e alla follia. E quando mi fermai, tu non c’eri più
Ma perché? Cosa videro i miei occhi, da suscitarmi un tale spavento?
Non lo so, non lo so più. Nemmeno importa molto, alla fine.
Sola sono fuggita tra i monti, sola ho camminato finché le gambe mi hanno sorretta.
Mai avrei creduto esistessero montagne tanto alte. Picchi aguzzi, malvagi, che mi scrutano ostili e mi sbarrano il passo.  E tra essi Orchi, terribili quanto quelli che mi costrinsero a lasciare il Lorinand.
E poi Uomini… Non rispettosi come quelli che incontrammo io e te, Amroth, tra le città di pietra in cui mi sentivo soffocare.  Qua ve ne sono di scuri e crudeli, dagli occhi spaventosi e dai cuori senza legge.
Ma nessuno di loro può battermi nel salto, né ha imparato dalle cerve l’arte della corsa. E’ per questo, credo, che sono riuscita a fuggire. Che sono giunta a queste chiare sponde, a queste terre libere da minacce.  
Ma ora fa freddo, tanto freddo. E il fiume continua a cantare per me, a chiamarmi a sé con la voce gentile di una madre.   
Che male ci può essere, se chiudo un poco gli occhi?
Se poso per un attimo la testa sulla pietra?
Prima dell’alba sarò già in cammino.
“Nimrodel, Nimrodel” …
 
 
 
Note
 
Perdonate il capitolo breve oltre ogni dire, ma vi confesso che non è stato affatto facile scriverlo.
Nimrodel è una figura strana e al quanto misteriosa, perciò è stato per me parecchio difficile immedesimarmi in lei e tentare di renderle giustizia. Ho dovuto soppesare ogni parola e credo che allungare il capitolo sarebbe stato deleterio.
In ogni caso, l’ultima parola spetta a voi: se avrete voglia di lasciarmi un commento, positivo o negativo che sia, come sempre ve ne sarò grata. Il parere di chi legge è importantissimo per me, mi aiuta a andare avanti e a migliorare.
Venendo a Nimrodel, la sua storia, triste e romantica, si trova nei “Racconti incompiuti”, ma è soprattutto nota per via del canto che Legolas intona nel “Signore degli Anelli”, quando la compagnia giunge a Lorien.
Dal momento che poco si sa sulla fine di Nimrodel, io ho seguito la versione più “accreditata” e più romantica, quella in cui Nimrodel, separatasi da Amroth e sperdutasi tra i Monti Bianchi, trova un fiume che le ricorda quello accanto a cui ha sempre vissuto, si ferma presso le sue acque per riposare e cade in un sonno profondo. Il fiume la porta con sé fino al mare, dove in preda alla disperazione si è gettato Amroth.
Lorinand non è altro che Lothlorien, chiamato così nell’antica lingua dei Silvani parlata da Nimrodel.
La “foresta minacciosa” è Fangorn, così come le “città di pietra” a cui si riferisce Nimrodel nel testo sono città del regno di Gondor in cui si recarono lei e Amroth prima di separarsi. Ho immaginato che Nimrodel, fanciulla cresciuta nei boschi di Lorien, ignorasse i nomi di tali luoghi.
Bene, anche stavolta sono riuscita a scrivere note incredibilmente lunghe.
Abbiate pietà, sono orribilmente pedante e me ne scuso!
Un bacio, a presto!
 
Melianar     
  
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