Prima passa sul
mio cadavere
Eheh…cambiato font!
Voglio immediatamente ringraziare uchiha_girl per la sua idea
veramente stupenda che mi ha fatto ritornare l’ispirazione persa da tempo! La
fiction è dedicata soprattutto a lei e a coloro che mi hanno incoraggiato in
precedenza,, ma anche a tutti coloro che leggeranno e
magari recensiranno questa creazione!
Come specificato nell’introduzione, questo è il seguito della mia prima AU
e mio lavoro migliore “Una scuola molto speciale!”, ambientata in una scuola in
cui tutti i personaggi di Naruto sono ragazzi normali…la classica insomma!
Gli anni sono passati, gli “Akatsuki” sono ora una band di successo, ma un
evento inaspettato e una comparsa pericolosa incrineranno piano piano il
rapporto tra i ragazzi: chi, cosa, come, quando e soprattutto perché?
Che ve frega u__u, leggete e scoprirete!
- ORA BASTA! -
La voce da soprano di Konan interruppe bruscamente la
rissa che si era accesa poco prima nella grande casa offerta dalla casa
discografica agli Akatsuki.
Kisame tratteneva Itachi, che a sua volta stava per
mollare un gran bel gancio sinistro a Deidara, fermato da Sasori e Setsuka
insieme. Hidan e Kakuzu litigavano per l’almeno quarantesima volta di seguito
uno per la religione e l’altro per l’avidità del reciproco amico. Zetsu, Pain e
Tobi infine discutevano su come arredare la loro nuova casa.
- Siete veramente impossibili! Setsuka, mi aspettavo un
po’ più di maturità da te! -
La rimproverata si tolse la frangia di capelli castani
dagli occhi di ferro per guardarla truce e ribattere:
- Non è colpa mia se l’Emo della situazione è troppo
suscettibile e il mio fidanzato troppo sensibile alla sua arte! -
Konan sospirò pesantemente: Setsuka aveva perfettamente
ragione, solo che tutta quell’ambaradan l’aveva distratta da ciò che voleva
dire.
- Vi devo annunciare una cosa. -
Pain la guardò quasi con odio con quei suoi occhi strani,
si alzò e uscì dalla stanza sbattendo la porta, cosa che scatenò immediatamente
una serie di mormorii e sussurri apprensivi: se il capo non ascoltava cosa
aveva da dire la sua fidanzata era evidente che il rapporto tra i due non era
dei migliori in quei tempi.
- Ho deciso di…lasciare la band. Mi hanno offerto un
contratto migliore e ho accettato. Non cercate di dissuadermi, sono certa che
troverete qualcuno molto più bravo di me. -
Un silenzio di tomba calò nella grande camera, unito a
sguardi stupiti, amareggiati e increduli di ognuno dei presenti.
- Konan…ci…ci prendi in giro spero! - boccheggiò Hidan,
che non si esibiva mai senza di lei a fargli da eco o comunque come supporto
morale, impallidendo ancora di più del suo colorito naturalmente cadaverico, in
tono con i capelli candidi.
- Sono incredulo, ragazza mia…- disse gravemente Kakuzu,
il più grande di tutti i ragazzi con i suoi ventitré anni, il volto coperto da un cappuccio e una sciarpa abbassato per l’atterrimento.
- Incredibile…- assentì Kisame, diventando quasi blu per
la sorpresa, allargando la temibile bocca piena di denti e ferro.
Deidara non disse nulla: si limitò a fissare la giovane
donna con il suo unico occhio blu visibile sotto la cortina di capelli biondi
che copriva interamente l’altro, la bocca contratta in una smorfia amara.
Tobi era senza parole: fatto incredibilmente strano perché
quando era nervoso o preoccupato parlava a raffica, senza alcun senso. Significava
che il fatto l’aveva talmente shockato da togliergli la favella. Non si poteva
più vedere la sua espressione da quando, in un incidente mentre tentava di
cucinare, l’olio bollente gli aveva sfigurato la faccia e le cicatrici erano così
orrende da obbligarlo a nascondere il viso con una maschera arancione dalla
vaga forma di lecca-lecca, con un unico buco per l’occhio sano, visto che l’altro
era purtroppo andato perduto nella disgrazia.
Zetsu ebbe due reazioni contemporaneamente, una opposta all’altra: la rabbia incondizionata
immediatamente seguita dal nulla più assoluto e apatico. Essendo molto
affezionato a Tobi, il suo incidente aveva sviluppato uno sdoppiamento di
personalità che evidenziava dipingendosi una metà della faccia di nero e l’altra
di bianco. In più i suoi spaventosi occhi gialli, fissati in una metà dallo
sguardo da pazzo e dall’altra in uno più normale, non facevano che accentuare
la differenza.
Setsuka era muta, abbracciata a Deidara, il suo sguardo
mutato dall’arrabbiato nell’atterrito in esattamente mezzo secondo. Il suo viso
aveva perso ogni colore disponibile, richiamando sempre di più quello di Hidan,
con cui il rapporto stava degenerando sempre di più dal giorno in cui il suo
fidanzato aveva annunciato che si sarebbero sposati l’agosto successivo.
Itachi, mollando per un benedetto secondo la sua aria
Emo, si alzò, si spazzolò i vestiti e fissò Konan con uno sguardo pericoloso
che fece indietreggiare di un passo il destinatario, dicendo:
- Ci hai deluso Konan. Pensavamo che niente fosse più
importante dell’amicizia per noi. Vattene, se è ciò che vuoi, ma sappi comunque
che se vorrai tornare, la nostra porta sarà aperta. Sai dov’è: imboccala e
segui la tua strada. -
Gli occhi pesantemente truccati di Konan lo guardarono assenti,
prima di spostarsi su ognuno di loro, indugiando su Setsuka e sulla porta
imboccata dal suo ex-ragazzo, si voltò, prese le valigie posate vicino alla
scala e se ne andò.
Scioccati? Increduli? Eheh…tutto nella prossima puntata, dopo questo breve inizio
incredibilmente pazzo!