Ultime due note, ultima presa, ultimo
ed unico pensiero:
“ce le andiamo a
cercare”.
Agli applausi della folla ormai erano
abituati.
«adesso possiamo anche
staccarci» disse piano il russo.
«sei tu che
mi stai tenendo. Genio».
Si staccarono, si inchinarono. Le
altre coppie avevano
capito di non avere speranze di vittoria già da un pezzo. Ed
infatti è ad
Emerald e Warsman che i giudici consegnarono il trofeo, per
l’ennesima volta.
«siete diventati
un’istituzione ormai» disse uno di loro
porgendogli il trofeo «da dove tirate fuori tanta
intensità?»
«dal fatto che ci odiamo
profondamente».
«lui è il mio
Nemico Numero Uno. È normale».
Il giudice li guardò
perplesso e scosse la testa, tornando a
sedere mentre i due uscivano dal locale soddisfatti.
«veni, vidi, vici!»
disse Hammy «naturalmente è tutto
merito mio…»
«ma direi proprio di no. A
fare il grosso del lavoro sono
io, tutto quel che fai tu è mettere vestiti
tattici» aprì la macchina, Emerald
salì prima di lui.
«…che vuol dire
vestiti tattici?»
«che mostrano
“per errore” il più possibile»
ribatté lui
salendo a sua volta e mettendo in moto.
«Flash, tu sai benissimo
che i vestiti da tango devono
lasciare libertà di movimento».
Partirono.
«ma ce ne sono alcuni con
spacchi più ragionevoli, che non
arrivano fin oltre metà coscia!»
«me li posso permettere. Mi
sa che la faccenda crea problemi
solo a te, che evidentemente temi di non riuscire ad evitare di
saltarmi addosso
come un-»
«non ti azzardare a finire
la frase, o ti strangolo» la
avvertì il russo, capendo che la successiva parola sarebbe
stata “animale”.
«ci hai già
provato una volta e ti è andata male,
figuriamoci adesso» lo prese in giro lei, con una risata.
«ridi, ridi, che oggi
è l’ultimo giorno!» disse Warsman in
un tono che alla ragazza non piacque affatto, e che uccise quella
risata come
avrebbe potuto fare un sicario professionista. Emerald accese comunque
il
cellulare, mentre lo guardava.
«che cavolo vuoi
dire?!»
Bi-bip ripetuti dal cellulare.
«…sette messaggi
da Ro’ e quattro da Jacqueline?...la
faccenda diventa sempre più stran-» il telefono
iniziò a squillare «Jacqueline
mi sta chiamando!...pronto?»
– miracolo, la
signorina ha deciso di rispondere.
«si può sapere
che hai da massaggiarmi di continuo come uno
stalker?! …o come Kevin? »
Se non avesse dovuto guardare la
strada Flash avrebbe alzato
gli occhi al cielo.
Se non altro la telefonata della
MacMadd, che lui da dopo il
Torneo non sopportava granché -e ancora non si spiegava come
fosse possibile
che lei ed Hammy avessero iniziato a frequentarsi!- gli avrebbe
risparmiato
dover spiegare ad Emerald che…
– non ti hanno
ancora chiamato?...sia per aumentare
l’organico che a causa di varie proteste di alcuni gruppi di
femministe mio
padre e mio fratello vogliono mettere su una squadra di sei donne, tre
sono già
chojiin che vengono a fare una sorta di
“aggiornamento” e tre…lo diventeranno.
E indovina un po’a chi tocca?
Emerald sbiancò.
«…ma nemmeno per
idea».
– è
quel che ho detto anch’io, ma mio padre è stato
chiaro sul fatto che se un giorno voglio prendere il posto di mio
fratello devo
unirmi a questa squadra. Oh, non posso pensarci…i miei
poveri capelli, le mie
povere unghie,alla Scuola di Ercole
mi
rovinerò tutta!
«ah, quindi la fregatura
l’hai presa bella! Io comunque non
ci sto, mi spiace».
– non
è questione di starci o meno, è già
stato tutto
deciso. Vengono a prenderti domani.
«ma io non ci voglio
venire. Non sono interessata. Io faccio
la DJ, va bene?!»
– sei figlia di
un chojiin e sei stata addestrata, temo
che tu non abbia scuse.
«non ho bisogno di scuse,
se io in un posto non ci voglio
andare non ci vado, tanto più alla Scuola di Ercole!...e
comunque…mi hanno
sparato…»
– i dati dicono
che sei tornata perfettamente in forma.
«fisicamente forse ma
psicologicamente ah ahimé ho ancora
gli incubi…ehm…non è credibile
vero?»
«ma quanto mi sto
divertendo…» commentò Flash
«ti spaventa
la fatica, Lancaster? La vera fatica?»
«no, mi spaventa
l’idea di finire a rompere il muso ad un
certo vecchiaccio inglese che guarda caso è il padre del mio
ragazzo.
Jacqueline» tornò a parlare al telefono «io
non ci vengo. Non è
questione. Stanotte sparisco, e se mi vorranno dovranno stanarmi,
ammazzarmi e
trascinarmi lì dentro come cadavere!»
– eppure
partiresti avvantaggiata, al contrario di
quella ragazza con le codine che sta dietro a Kid Muscle tu hai un
addestramento serio alle spalle. E anche io, qualcosina…
In fin dei conti Jacqueline non
poteva non aver fatto
proprio niente-niente se poteva lanciarsi da un elicottero ed atterrare
elegantemente e senza farsi male, giusto?
« cosa? Roxanne?! Ma
perché lei, che diavolo c’entra?!»
«la ragazzina due
codini?» anche il russo era un po’stupito
«c’entra poco, effettivamente».
– è in
mezzo al mondo del wrestling, ha dato prova di
sapersela più o meno cavare e…mi sa che mio padre
e mio fratello non avevano
altre idee.
«la
ammazzeranno!...e…le tre chojiin chi sarebbero?»
– Anubi Crea
dall’Egitto, Kirika dal Pianeta dei Demoni e
Fiona dalla Romania…
«Fiona,
“Diva From The Hell”. È
l’unica di cui ho sentito parlare!»
– quella con i
capelli rosa e la treccia.
«ho capito».
– quindi domani
ti farai prelevare o sarai già sparita?
Breve silenzio da parte di Hammy.
«non lo so. Ciao,
Jacqueline».
E prima che la rossa potesse
ribattere, Emerald aveva già
riattaccato.
«ma
perché?» borbottò poi la londinese
«io non ho mai voluto
saperne niente…»
«fai una telefonata a
paparino, che così ti toglierà le
castagne dal fuoco» nella frase del russo era ben udibile una
punta di scherno.
Aveva sempre trovato uno spreco che Emerald facesse la DJ a tempo perso
quando
avrebbe potuto, appunto, farsi addestrare alla Scuola di Ercole ed
ottenere il
titolo di chojiin. Aveva una memoria eidetica che le avrebbe consentito
di
imparare subito tutto quel che c’era da imparare, non era una
povera donnetta
indifesa neanche prima quando ancora non aveva i naniti e dunque
avrebbe potuto
ottenere buoni risultati…si, si, era un vero spreco, non
c’era altro modo di
definirlo.
«sono tentata. Mi
basterebbe davvero una telefonata per
rimanere qui».
«da buona
vigliacca».
Lei gli lanciò
un’occhiata truce. «da buona vigliacca che ti
ha salvato le chiappe prendendo quel che doveva toccare a te».
Già.
«appunto. Non ti capisco.
Potresti imparare tutto
velocemente, hai un buon addestramento alle spalle, il coraggio non ti
manca
nemmeno quando devi affrontare nemici più grossi e forti di
te» e lo diceva
perchè lo aveva sperimentato sulla propria pelle!
«hai anche un “potere” che è
ancora segreto dato che ti hanno classificata come umana,
perché vuoi sprecare
l’occasione di diventare una chojiin vera e
propria?»
«magari perché
non me ne frega niente?! E poi ho un
fidanzato di cui occuparmi!»
«so che a volte si comporta
come tale, ma Kevin non è un
bambino. Non proprio. Non sempre» aggiunse «ti
consentirebbe di avvicinarti
ancor di più a lui».
«standogli lontana per non
so quanto?!»
«se temi che possa
rimpiazzarti non hai capito niente di
quel ragazzo» disse il russo «chi altri avrebbe
aspettato per tutto quel tempo
una sciocca come te? guarda che lui si dichiara ufficialmente
fidanzato».
«…lo
so».
«ed è della mia
stessa idea sullo spreco di potenziale. Non
credere che non me ne abbia parlato».
Ne aveva parlato anche a lei,
più volte. Aveva accettato,
come anche Howard, l’idea che lei volesse fare altro. Ma non
significava che né
lui né Howard stesso fossero ultra-super-iper-mega-felici.
«lo ha detto anche a
me».
«forse Kevin soffrirebbe un
po’per la temporanea
separazione, ma…è temporanea, appunto. E sa che
è necessaria. Io penso che
andando alla Scuola di Ercole e tornando come chojiin diplomata lo
faresti
molto contento».
«tu mi vuoi solo fuori
dalle scatole, e ti auguri che non
sopravviva all’esperienza».
«è vero che ti
voglio fuori dalle scatole, ma ad ucciderti
posso essere solo io» disse, e vedendo la faccia della
ragazza sospirò
«Emerald, alla fine fa’un po’come credi.
E tira giù quei piedi dal sedile».
«non scartavetrare le
palle» borbottò lei, dopo aver tirato
su le gambe, averle abbracciate ed aver posato la testa sulle ginocchia
«non è
una decisione facile. E poi…a Kevin vorrei dirlo subito
ma…»
«col sonnifero
l’hai addormentato, con lo stimolante lo
svegli».
«si, e quanta roba gli
diamo?!...ma d’altro canto mi sa che
mi toccherà fare proprio
così…» un grosso sospiro «che
immenso casino. Io lassù
non ci voglio andare, ma se mi rifiuto so che non farei felice
né Kevin, né
papà…»
«né
me».
Breve silenzio.
«di te chissenefrega.
Comunque non è solo quello. C’è anche
Roxanne che…beh…è davvero quella che
parte più svantaggiata, e non penso che
Jackie le darebbe una mano, ma le servirà.
Insomma…non penso che anche se siamo
ragazze gli allenamenti saranno così tanto meno
duri».
«concordo».
Che doveva fare Hammy?
Rifiutarsi di andare, visto che ne
aveva modo, e fregarsene
di tutto e tutti sapendo di deludere le persone a cui teneva di
più in tutta la
galassia e che avrebbe lasciato un’amica nei guai…
O andare?
“facile che quelli
lassù tentino di rendermi la vita un
inferno. No, mi correggo: quello”.
Ergo, Robin Mask. Ed Emerald sapeva,
dai racconti dei
ragazzi, che nella Scuola era proibito avere contatti con
l’esterno, se non in
casi speciali…
“quel divieto volendo si
può aggirare in vari modi. E poi a
Robin Mask volendo lo acchiappo per la collottola e lo lancio cento
metri più
in là” si disse “mi sa
che…si, forse…potrei sempre prenderlo come
un’altra
avventura, e…mh…non lo so, non lo so.
È che a me piace fare le cose a modo mio,
e lassù ci sono regole, regole sulle regole, regole sulle
regole che regolano
le regole, insomma è una gran rottura…fammi
chiamare papà, và”.
«che fai?»
«chiamo mio
padre».
«…ah».
Pur sapendo che ora teoricamente
Howard H.R.J. Lancaster non
costituiva più un pericolo per lui non significava che fosse
lieto di sentirne
la voce, anche solo per sbaglio.
– Hammy. Ormai
lì da te è notte inoltrata – osservò
l’uomo, allarmato – è successo
qualcosa?
«hanno chiamato quelli
della Scuola di Ercole. Praticamente
vogliono fare un super gruppo completamente femminile, costituito da
tre chojiin
da aggiornare e tre umane…tra le
quali…io».
Breve pausa di silenzio
dall’altra parte.
– sei
convalescente. Non sono convinto che sia bene per
te.
Assurdo, pensò, eppure
purtroppo lo sapevano tutti da
cos’era uscita Emerald appena qualche mese prima, era una
cosa idiota che
l’avessero contattata! Certo, era vero che sua figlia stava
benissimo adesso. a
dirla tutta non era mai stata meglio
in vita sua. Ma gli altri che ne sapevano?!
«non è tanto per
quello che nemmeno io so che fare…io sto
bene. E poi adesso con quei naniti non sono più esattamente
umana».
Certo che i MacMadd dovevano essere
proprio alla
disperazione, se avevano preso quella decisione. Non tanto quella di
creare un
gruppo di lottatrici, per come la pensava Howard se erano ben
addestrate come
lui aveva addestrato Emerald potevano benissimo stare sul ring; inoltre
c’era
quella ragazza rumena, Fiona, che teneva alto l’orgoglio
delle donne nel
wrestling ed era la prova vivente che il suo pensiero era corretto. Ma
a parte
Hammy…Howard non aveva notizie sul fatto che altri suoi ex
colleghi avessero
avuto qualche figlio, a parte quelli già conosciuti
s’intende. Quindi che
volevano fare, prendere due ragazze qualunque e mandarle allo
sbaraglio?!
– continua a
tenerlo per te, strategicamente è la miglior
cosa. Sai chi ci sarà nel gruppo oltre a te? le due umane in
particolare?
«umane ci siamo io
e…l’ho trovato assurdo quando me l’hanno
detto, ma le altre due sono la mia amica Roxanne -quella coi codini,
sai- e la
sorella di Ikimon MacMadd».
– …ma
che hanno nel cervello, segatura? Roba da non
credere, un conto è addestrare figlie
di
chojiin, un altro prendere due ragazze a caso e gettarle nella mischia!
«penso che Jacqueline
qualcosina abbia fatto, a preoccuparmi
è Roxanne che…si, ok…i teppistelli del
quartiere li picchia, ma…»
Warsman continuava a guidare senza
dire una parola.
Lui non era lì.
Finché Howard poteva
sentirlo, lui non era lì.
– sai che posso
farti sparire o bloccare la procedura, se
vuoi.
«si lo so. Ma so pure che
tu avresti voluto che anche io,
come te in passato, frequentassi la Scuola di Ercole».
Peraltro Howard Lancaster e Robin
Mask si erano conosciuti
meglio proprio in quel frangente. Erano stati presentati già
prima, ma la vera
amicizia era nata lì nella scuola; Howard era un
“novellino”, allora, e Robin
era in un periodo di aggiornamento. La cosa divertente è che
avevano finito
comunque per diventare istruttori della Lega nello stesso anno.
– ma dovresti
anche sapere che per me conta quel che vuoi
tu, non quel che voglio io.
«si, so anche questo.
Verranno a prelevarmi già domani, ed
io non so che fare. A me non è mai interessato diventare una
chojiin vera e
propria, ma se vado sia tu che Kevin sareste contenti perché
tornerei come
wrestler diplomata, e potrei aiutare Roxanne che altrimenti non so come
se la
caverebbe».
– la scelta sta a
te. Io ti appoggerò qualunque essa sia.
Un minuto di silenzio.
«non posso lasciare Roxanne
ad affrontare da sola una cosa
così».
– quindi partirai
per aiutare la tua amica.
«…si».
Ed Howard Lancaster non sapeva se
essere più fiero o
preoccupato per questo.
– chi
l’avrebbe detto che alla fine saresti andata lì
anche tu?
«io senz’altro
no».
– come on,
Hammy. Secondo me la
decisione che hai preso è giusta.
“anche perché la
tiene lontano dal quel teppista da
strapazzo del figlio di Robin Mask, il che non è
male” pensò Howard.
Per poi rendersi conto di una cosa
fondamentale.
Forse l’avrebbe tenuta
lontana da Kevin, ma l’avrebbe tenuta
fin troppo vicina a Robin.
Ed Howard sapeva che tra i due Mask
il più giovane, tutto
sommato, era il male minore.
Non che lui avesse paura di Robin
Mask, tutt’altro. Se mai
era Robin, a dover avere paura di lui. E gliel’aveva
ampiamente dimostrando,
umiliandolo pure, annullando l’Assalto Olap. Solo che
l’idea di Emerald sola,
lassù…
“non
c’è solo Robin Mask lassù. Fuori dal
ring Ramenman,
Buffaloman, Sozumi, i due cugini americani e gli altri sono tutte
quante brave
persone che non permetterebbero che ad Emerald venga fatto del male al
di fuori
degli allenamenti” pensò “specialmente
se ci tengono a far si che la Scuola di
Ercole non venga rasa al suolo dal mio esercito” aggiunse.
– solo
una cosa.
Continueremo a sentirci tutti i giorni, ok? Due volte al giorno.
«a dire il vero quello
sarebbe proibito».
–
lo faremo diventare
lecito, right?
«right.
Sarebbe
bello poter evitare di perdere i contatti con la gente a cui
tengo».
Ennesima alzata di occhi da parte del
russo, che i
favoritismi non li aveva mai visti di buon occhio.
– tranquilla.
Tu non
pensare a nulla se non ad affrontare quest’avventura con
più serenità
possibile. E se mai succedesse qualcosa che non dovrebbe succedere, non
esitare
ad avvertirmi. Ciao, Hammy.
Dopo quella telefonata Emerald era
decisamente più calma.
«mi sento già meglio».
«comodo avere sempre le
spalle coperte. Già mi immagino il
discorso in stile mafioso di tuo padre ai MacMadd».
«piantala, lui non
è così!»
Finalmente erano arrivati davanti a
casa di Kevin.
«quante volte
dovrà spararti per farti capire che lui invece
è proprio così?»
Emerald scese brusca
dall’auto. «tu vedi solo quello che ti
pare».
«mi sa che a vedere quel
che ti pare sei tu. Chissà che la
permanenza nella Scuola di Ercole non ti svegli un
po’».
Il russo continuò a
guidare lungo la via, ed Hammy rientrò
in casa. La prima cosa che fece fu una doccia veloce, per poi entrare
nella
camera da letto nella quale Kevin dormiva profondamente.
Era così carino che non se
la sentì di svegliarlo, e decise
che gli avrebbe detto della cosa il mattino dopo, mettendosi
così a riempire il
borsone con qualche canottiera, dei pantaloncini, delle felpe e
parecchio
intimo.
Lei, alla Scuola di Ercole.
Non ci credeva ancora.
Il telefono di Vance MacMadd lo
svegliò a notte fonda con
dei potenti squilli.
Si rigirò nel letto con
dei grugniti. Erano le quattro meno un quarto
del mattino,
Cristo.
«mmmfhmhr, chi mi secca a
quest’or-»
– sono
Howard
Lancaster, Mr. MacMadd.
Sentire quel nome lo fece svegliare
del tutto,
all’improvviso, con un’assurda morsa ghiacciata
allo stomaco. Vance era un
altro di quelli che ricordavano bene cos’era successo mesi
prima. E, se era
successo, era stata anche colpa sua.
Si era lasciato corrompere con una
valigetta piena di tanti
bei milioni di sterline, ed Howard aveva quasi compiuto un atto
terroristico
occupando lo stadio col suo esercito, per non parlare del fatto che
c’era stata
quasi un’esecuzione pubblica!
«ah! Ehm!...di-dimmi,
Lancaster…»
– mi
perdonerà per
l’ora tarda, ma è qualcosa della massima
importanza. Allora, ho sentito dire
che la Muscle League vuole creare un super gruppo tutto di lottatrici
donne,
giusto? – piccola pausa – tra
le
quali mia figlia Emerald.
«si…beh…capiscimi
Howard, è stata una scelta obbligata,
insomma, è tua figlia…figlia di un chojiin, con
un certo addestramento alle
spalle, presumo…non penso sia qualcosa di ingiusto, e poi io
stesso ho
coinvolto mia figlia Jacqueline, e quanto all’altra ragazza
terrestre mi
sembrava piuttosto idonea…»
– non
è per questo che
ho chiamato, Mr. MacMadd, per quanto sia dell’idea che
mandare due ragazze
qualunque allo sbaraglio sia quantomeno stupida.
MacMadd ingoiò il rospo e
non replicò. Capì che non era il
caso.
«è stata una
cosa improvvisa, capisci. Associazioni di
femministe hanno protestato…ed hanno offerto dei
finanziamenti…»
– e
pecunia non olet,
vero?
MacMadd aggrottò la fronte
perplesso, senza capire quel che
aveva detto. Meglio aspettare che continuasse a parlare, va.
– pur
avendo
tranquillamente modo di rifiutare, mia figlia ha deciso di frequentare
la
Scuola di Ercole. Ma vedi, io quando si tratta di mia figlia tendo a
diventare
apprensivo. Soprattutto dopo l’ultimo incidente. E se divento
apprensivo,
divento anche, come dire, imprevedibile.
Vance deglutì, e rimase
ancora in silenzio.
– potremmo
scongiurare
ogni rischio se mia figlia avesse modo, due volte al giorno, di
comunicare con
me e con chi le vuole bene. Giusto per rassicurarci sul fatto che non
le accada
nulla di anomalo, visto che a me in particolare le
cose…anomale…non piacciono.
«è contro il
regolamento» protestò debolmente Vance.
– ah
davvero. Anche
l’altra volta era “contro il
regolamento”, ma quando hai visto la security - o
meglio, una sua parte - sei stato ragionevole. Security che in questi
mesi tra
l’altro ho più che raddoppiato.
«ah…sul
serio?...raddoppiato».
– più che
raddoppiato. Comunque…a quanto ne so, la Scuola non
è esattamente
in ottime condizioni. Diciamo pure che potrebbe crollare da un momento
all’altro, basterebbe una spintarella. Se però
decidessi di aggirare quella
sciocca regola dei contatti vietati, e vigilassi attentamente in modo
che ad Emerald
-come ho detto prima- non accada niente
di anomalo, avendo qualche soldo da investire potrei decidere
di farlo
nella Scuola che io stesso ho frequentato anni fa. Sarebbe un aiuto da
parte di
un ex collega della Muscle League. Niente di strano.
Discorso che tradotto era:
“fai quello che dico io e diventi
ricco, non farlo e raderò al suolo tutto, vedi un
po’tu cos’è meglio”.
– dunque?
«in effetti ci sarebbero
gli intonaci da rifare…e in fondo
due chiamate non sono chissà che cosa…e, beh,
certamente, per quanto sembri a
posto immagino che Emerald sia reduce da un periodo non proprio
semplice, e
sorvegliare è anche un po’compito
mio…»
– in
particolare
controlli che il mio caro amico Robin non faccia qualche stupidaggine
come
approfittarsi della sua posizione per rendere la vita difficile a mia
figlia.
So che la Scuola di Ercole non è un parco divertimenti, ed
è giusto che Emerald
si alleni come le altre, ma non vorrei che a causa
dell’acredine che Robin ha
verso di me finisse per sfogarsi su mia figlia. Credo che diventerei
furioso, e
quando lo divento non piace a nessuno. In verità diventarlo
non piace nemmeno a
me. Tutto chiaro, Mr. MacMadd?
«cristallino».
– i
primi cinque
milioni di sterline arriveranno oggi stesso sul conto della Scuola. A
risentirci.
Vance sentì Howard
riattaccare.
E capì che si era lasciato
fregare di nuovo.
“ah, macché. Due
telefonate non sono niente, ed ha detto che
vuole che sua figlia si alleni come le altre. Devo solo stare attento
che Robin
Mask non prenda di mira la ragazza, niente di trascendentale. Per
quanto…è
stato Robin stesso a proporre per primo il nome di Emerald per le tre
umane da
addestrare!”
Che, dopo che la sua tecnica
più letale era stata annullata
ed aver diseredato per questo il proprio figlio destinando dunque tutti
i suoi
averi allo Stato, pensando di non avere più niente da
perdere Robin volesse
davvero tentare di rivalersi un minimo sui Lancaster prendendo di mira
Emerald
e facendole passare l’inferno? Anche se era la ragazza di suo
figlio, o forse
anche per quello? Voleva davvero scavarsi la fossa in quel modo?!
Eppure lo
aveva visto cos’era capace di fare Howard se si infastidiva
sua figlia.
“sono tutte illazioni, le
mie, non ho uno straccio di prova.
E tra l’altro è meglio che riprovi a
dormire”.
E per riuscire
nell’impresa, invece delle pecore, si divertì
a contare i milioni che gli sarebbero entrati in tasca.
:: nove del
mattino,
Tokyo ::
«io…francamente
sono diviso in due. Se da un lato sono
contento che tu finalmente ti sia decisa a smetterla di sprecare le tue
potenzialità, dall’altro so che mi mancherai. E
parecchio».
Kevin lo trovava quasi ingiusto,
pochi mesi -finalmente-
insieme, e lei già doveva ripartire. Ma d’altro
lato non era sciocco, e si
rendeva conto che quello era lo “sviluppo naturale”
che doveva avere la figlia
di un chojin, altro che andare a fare la DJ nei locali!
«mi mancherai anche tu.
Magari ogni tanto fuggirò di notte e
ti verrò a trovare».
«sarebbe bello, ma voglio
che tu prenda questa cosa sul
serio ed eviti di farti espellere, Scimmiattolo».
«anche prendendo la cosa
seriamente non posso garantirti che
non mi espelleranno, visto che…di’, ma spaccare i
denti ad un istruttore
comporta l’espulsione?»
«non partire con questi
presupposti!» la avvertì seccamente
l’inglese «e si, spaccare i denti a mio padre
comporterebbe l’espulsione!»
«…il
naso?»
«Emerald!»
«…un calcio
nelle palle?»
«NO!»
«ok, tanto tu non sarai
lassù ad impedirmelo».
«di’, ma ti
piacerebbe se io spaccassi i denti a tuo padre?»
«mio padre non è
uno stronzo diseredatore folle».
«Emerald…non voglio
che insulti mio padre, va bene? io non dico che il tuo
è un pazzo che al
posto di uomini vede volpi e considera il mondo come una riserva di
caccia, e
tu non dici che il mio è uno stronzo diseredatore folle,
idiota e tutti gli altri
epiteti che ti ho sentita rivolgergli in questi mesi!»
Emerald sollevò un
sopracciglio.
«ok, lasciamo i padri da
parte prima che diventino causa di
un vero litigio».
«saggia decisione. Vieni
qui» la abbracciò forte
«quant’è
che starai via?»
«tre mesi, o qualcosa del
genere».
«l’idea di non
sentirci tre mesi però mi fa diventare
matto».
«ah, quello l’ho
risolto…»
Kevin la guardò perplesso.
«che vuoi dire? le regole dicono
espressamente che…non vorrai cercare di contattarmi di
nascosto? Anche per
quello potresti essere espulsa».
«no, no, non
c’è pericolo. Ho ricevuto un messaggio di
papà
che diceva che Mr. MacMadd non ha problemi a lasciarmi telefonare due
volte al
giorno alle persone che voglio sentire!»
“ah. Mi immagino il
discorso del mio adorabile futuro
suocero, ‘lascia che mia figlia mi telefoni o faccio
distruggere la Scuola di
Ercole da una bomba atomica, right?’…”
pensò Kevin.
«avrei dovuto
immaginarmelo. Credevo che volessi fare sul
serio…»
«avresti preferito non
sentirmi davvero per tre mesi quindi?!»
«no! Sto solo dicendo che
con queste premesse…è che non mi
piacciono i favoritismi, lo sai. E probabilmente tuo padre
avrà preteso per te
una suite superlusso, che le ore di allenamento fossero dimezzate e che
tu sia
servita e riverita…»
«guarda che anche lui
prende la cosa sul serio. Vuole solo
essere sicuro che non succeda niente di anomalo, visto che
lassù c’è il tuo
adorabile papà».
«tsk. Come se tu fossi una
bambolina indifesa, ma per
favore» sbottò «non si rende proprio
conto che volendo sei in grado di mandare
la gente all’ospedale! Eppure dovrebbe saperlo dato che ti ha
insegnato tutto
lui!»
«è normale che
si preoccupi per me».
«lui si preoccupa TROPPO!
Ed hai visto a cos’ha portato. È
che…non vorrei che andasse a finire male di nuovo. Ho
rischiato di perderti una
volta, basta e avanza».
La ragazza gli si
arrampicò addosso, sollevò la maschera e
lo baciò.
«non perderai nessuno, la
nostra promessa vale ancora».
«ecco, a tal
proposito…»
«dimmi».
Kevin rimase un po’in
silenzio. «…niente. Volevo dirti che
sei un incrocio tra una scimmia, uno scoiattolo ed un koala».
Il campanello suonò, ma la
porta principale era già aperta.
«tre mesi senza
rompiscatole, finalmente un po’di
respiro…»
«tre mesi senza il russo
psicotico attorno, finalmente un
po’di respiro!» ribatté Emerald.
«…ma non
riuscite ad evitare di litigare nemmeno adesso?! La
nave della Scuola di Ercole arriverà a minuti!»
«mi raccomando Kev, fatti
insegnare a giocare a Mah Jong.
Così quando torno potremo giocare in tre» gli
diede un ultimo bacio e poi
scese, uscendo dalla porta col borsone.
«giocare in
tre?...» disse piano Flash, così che solo lei lo
sentisse.
«che vecchio porcello,
mamma mia» sbuffò lei «non che il
posto in cui sto andando sia meglio. Lì di vecchi porcelloni
è pieno».
«allora ti
divertirai».
«mai quanto tua madre sulla
statale. Le sue gambe non si
trovano vicine da talmente tanto tempo da aver segnalato
vicendevolmente la
sparizione a “Chi l’ha visto?”».
Flash avrebbe voluto rispondere a
tono, ma proprio in quel
momento arrivò l’astronave della Scuola di Ercole.
Il portello si aprì.
«Emerald!»
Roxanne, che si sbracciava, ed aveva
l’aria decisamente
ansiosa.
“è proprio per
via tua che ho accettato” pensò Hammy,
facendo tre passi avanti.
«dai, muoviti, aspettiamo
solo te!»
«tanta fretta di rovinarti
i capelli, JJ?»
«…non
ricordarmelo…»
Emerald chiuse brevemente gli occhi,
scosse la testa e
sorrise.
Guardando lassù vide le
altre ragazze che avrebbero fatto
parte del gruppo, delle quali riconobbe solo Fiona.
«ci vediamo tra tre
mesi» disse a Kevin con un sorriso
triste. Guardò anche Warsman, ma non disse nulla.
Il raggio traente la
illuminò, e lei iniziò a salire su.
«Emerald!»
solo a
quel punto Kevin si decise a dirle quel che avrebbe voluto dirle prima
«quando
tornerai mi sposi?!»
«come hai detto? Non ti
sento! C’è un sacco di rumore qui!
Ciao, ciao!» esclamò Emerald, appena prima che il
portello si chiudesse e
l’astronave partisse.
La ragazza si guardò
attorno. Certo che non era grandissima,
l’astronave. Vabbè, in fondo erano solo in sei.
«ti aveva chiesto di
sposarlo, comunque» fu la prima frase
che le venne rivolta «se l’ho sentito io da qui
dovresti averlo sentito anche
tu!»
A parlare era stata…
“oddio, Bernadette di The
Big Bang Theory senza occhiali e
con le orecchie da sciacallo?” pensò Hammy.
…Anubi Crea, una chojiin
proveniente dall’Egitto. Era di
poco più bassa di lei ma comunque ben fatta, vestita con
abiti tipici del suo
Paese. Una ragazza piuttosto carina.
Come Bernadette, appunto.
«infatti l’ho
sentito benissimo, ma lasciamo perdere questo
piccolo dettaglio…Emerald J.V.P. Lancaster» si
presentò tendendole la mano, che
venne prontamente stretta.
«Anubi Crea. Sono una
chojiin e vengo dall’Egitto».
«piacere di
conoscerti».
«piacere mio».
«…non siamo qui
per fare amicizia» disse seccamente una
ragazza alta, con i capelli dello stesso colore di quelli di Kiki,
vestita da
uomo e non troppo bella.
«su, Kirika,
rilassati» sospirò un’altra ragazza,
anche lei
abbastanza alta, con gli occhi azzurri ed una lunga treccia rosa
«io sono Fiona,
piacere…»
«Fiona, The Diva from the
Hell! Credo di aver visto qualche
tuo incontro» disse Emerald mentre si stringevano la mano.
Nonostante le sue
difficoltà a farsi delle amiche quelle ragazze sembravano a
posto.
A parte Kirika.
Ma non voleva giudicarla troppo in
fretta.
«io ti ho vista come
secondo di Kid Muscle nella finale del
Torneo. Avrebbe fatto meglio a darti retta...anche se ammetto che la
storia
dell’ipnosi mi ha fatta inquietare».
«il fatto è che
bisogna sapersi far obbedire, ma a me non riesce
ancora benissimo. Magari migliorerò».
«ecco, questo è
lo spirito!» approvò Fiona, che aveva deciso
che Hammy tutto sommato le piaceva.
«già…»
«visto che sei tanto carica
ed ottimista perché non ti
occupi di quelle due rincantucciate nell’angolino a
piagnucolare?»
Sarà. Ma Emerald, a
Kirika, la preferiva quando stava zitta.
«che poi mi domando che ha
da lagnarsi la figlia del
direttore della Scuola di Ercole. Tsk» la ragazza del Pianeta
dei Demoni si
alzò ed andò verso Jacqueline «ti
spaventa la fatica, vero? E anche a te, Due
Codini. Vi auguro di sopravvivere all’esperienza».
«se ce l’ha fatta
Dik Dik Van Dik ce la fanno tutti» disse
con falsissima sicumera Roxanne, sorprendendo comunque Kirika che diede
in una
gran risata.
«dai, dai, che se non altro
hai fegato!»
«effettivamente Van Dik
è arrivato primo e ha vinto solo un
incontro. In coppia. Contro un sedere ed una rana» disse
Anubi Crea «la cosa è
incoraggiante. Magari ce la fanno tutti per davvero!»
«a dire il vero gli
allenamenti sono diventati molto più
duri e severi di prima» disse Jacqueline.
«non mi
preoccupo» spallucciò Fiona
«più duri sono, più
forte divento».
«that’s
right. Ragazze,
consulenza veloce sulle regole…»
«non preoccupatevi di
quelle, ve le diranno subito e
pretenderanno che le impariate tutte alla svelta. Auguri»
disse Kirika.
«Miss memoria eidetica non
avrà problemi in tal senso»
sospirò Jacqueline.
«già».
Roxanne guardò fuori
dall’oblò. Cavolo, aveva paura.
«chi ha la memoria
eidetica? Tu?» la demonessa si avvicinò
ad Emerald «quindi esiste davvero, non è una
chimera».
«ricordi
tutto-tutto-tutto?» le chiese Fiona, incuriosita.
Emerald fece spallucce.
«già. A volte
è utile. Altre però è una maledizione.
Metti,
tenere a mente ogni dettaglio dei momenti piacevoli è una
bella cosa. Tenere a
mente i momentacci no. Ma non è qualcosa che
controllo».
«anche questo è
vero».
«ehm…una
cosa…chi sono gli istruttori più
severi?» domandò
Roxanne.
«tutti» rispose
semplicemente Crea.
«ma i
più-più?» incalzò Jacqueline.
«…tu
teoricamente dovresti saperlo...»
«ma questa avrà
passato la vita nei centri benessere!» disse
Kirika «che ne sa?»
«ehi, non sono digiuna di
addestramento. Solo che tengo
anche al mio aspetto. Cosa che non si può dire di
te».
«non ti permettere
di-»
«ragazze, non sarebbe il
caso di stare calme?» fu Emerald a
mettersi in mezzo «siamo tutte sulla stessa barca. Per noi
è tutto nuovo, ma
anche per voi sarà diverso dall’ultima volta, se
è tutto più complicato».
«togliti di
mezzo».
«toglimi
di mezzo
tu, se ce la fai».
Lungo scambio di sguardi. Nessuna
delle due cedette, ed
Emerald poi era abituata a ben altro che ad una demonessa attaccabrighe.
«mh. Un’altra che
ha fegato» concluse Kirika «vi servirà
tutto quello che avete».
«però non avete
ancora risposto alla domanda» fece notare
Jacqueline.
«beh, i più
severi sono Buffaloman, Ramenman e Robin Mask»
disse Fiona «senza dubbio».
«ah davvero? spero di non
dovermi trovare a rompere i denti
al padre del mio ragazzo» disse Hammy.
«Em, mi sa che
sarà lui a rompere noi» disse Roxanne.
«non fare la
spaccona» sbuffò Jacqueline.
Non lo sapevano, ma Emerald era
serissima. Non era una
spacconata. E aveva pure modo di farlo. Le mancava solo un motivo
valido, o
anche non-proprio-valido-ma-quasi.
«smetterà
presto» disse Kirika.
«davvero, Emerald, non
sarà una passeggiata» la avvisò Crea
«non perché penso che tu valga poco, ma
perché è difficile.
Ecco tutto».
«non ne dubito, ma se posso
i denti glieli spacco lo
stesso».
«ti farai
espellere» disse Fiona.
«ne varrebbe la pena, ed ho
ottimi motivi per farlo. No
Ro’?»
Già. Emerald aveva tutti i
motivi del mondo, per come la
pensava.
«i motivi si. Ma
modo…non so».
«alla fine dovremo averlo
per forza, perché la sfida finale
è quella. E se non la supereremo, niente diploma»
ricordò loro Jacqueline.
«per noi la cosa
è diversa, noi li abbiamo già battuti in
passato, ma la prima volta è tragica» disse Fiona.
«non sempre la prima volta
è tragica. A me è andata bene»
scherzò Hammy con un evidente doppio senso.
L’unica a ridere fu la
demonessa. Le altre…due erano troppo
tese, e due si misero una mano sul viso.
«ah si,
t’è andata bene! Buon per te!»
«…di queste
battute ne fa spesso?» chiese Fiona a Roxanne.
«oh si».
«con tutti, poi»
aggiunse Jacqueline.
«meglio che stia attenta.
Gli istruttori apprezzano il
coraggio ma non perdonano la sfacciataggine».
«magari impareranno prenderla
bene».
Altra risata sguaiata della demonessa.
Ok, via, nemmeno lei era male.
«non penso che impareranno
a prendere bene la
sfacciataggine…» disse Crea.
«era un’altra
battuta a doppio senso» sospirò Fiona.
«oh!»
«no dai, rifletteteci bene:
se un mucchio di uomini stanno
sempre nello stesso posto a seccare le altrui genti e non tornano mai a
casa le
opzioni sono a)sono dei frustrati disammogliati b)hanno una moglie, ma
non
gliela sgancia. No, seriamente: Ramenman ha moglie?»
«non che io
sappia» disse Roxanne.
«Buffaloman ha
moglie?»
«mah. Se ce l’ha
non so» commentò Fiona.
«e la moglie di Robin Mask
per la disperazione ha finto di
morire così che il marito non la facesse cercare ed
è fuggita » concluse
Emerald «tutte conferme alla mia teoria!»
«ma veramente a me risulta
che Alisa Macintosh sia morta
veramente, e non c’è da scherzare su queste
cose» disse secca Crea.
«sulla sua presunta morte
non si sanno molte cose » la
contraddisse Emerald «e a rifletterci bene per Robin Mask
sarebbe stato meno
umiliante dire che era morta, piuttosto che ammettere
un’eventuale fuga».
«illazioni. Tutto campato
in aria» disse anche Jacqueline.
«mica tanto, visto che sto
ripetendo più che altro le
opinioni di Kevin Mask. Se non sa lui quello che dice, non lo sa
nessuno».
«comunque se anche la
signora Mask fosse fuggita di casa non
ci riguarderebbe» concluse Fiona.
«right.
Ma
comunque conferma la mia teoria sul fatto che i rompi sono rompi
perché si
divertono poco!»
«effettivamente mio padre
è veramente insopportabile» disse
Kirika «ed è single!»
Din…don…
“tra cinque minuti
atterreremo alla Scuola di Ercole.
Preparatevi a scendere!”
«tale verità
suprema comunque è bene tenerla per noi» disse
Crea.
«siamo
arrivati…oddio» farfugliò Roxanne.
L’astronave
atterrò, e le sei ragazze scesero in formazione
compatta, con Emerald e Fiona davanti.
«Fi’».
«mh?»
Hammy sputò sulla mano
destra porgendola a Fiona «venti
dollari che spacco i denti a Robin Mask prima della fine di questi tre
mesi».
Dopo una breve esitazione la rumena
sputò a sua volta sulla
mano. «andata».
«ti auguro di sopravvivere
alle tue parole» disse Kirika.
Jacqueline osservava il grande
portone di pietra. Aveva una
gran voglia di salire di nuovo sull’astronave e filarsela.
Idem Roxanne.
Il portone iniziò ad
aprirsi…