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Autore: _Cthylla_    22/02/2014    3 recensioni
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Spezzato il patto, i problemi non sono ancora finiti per la nostra Emerald! Una svolta inaspettata nella sua vita e in quella di altre due ragazze, infatti...
Dal capitolo 6:
"Vuoto. Curioso.
Non appagata la giovane Lancaster tirò fuori l’intero cassetto per verificare se ci fosse qualcosa dietro, o sotto.
«niente. Eppure la cosa non mi convince…» bussò leggermente contro il fondo dell’armadio.
Che suonò a vuoto.
«ah-ha. Un doppio fondo. Mi sa che ho beccato il nascondiglio dei giocattoli» bisbigliò, tastando con le mani guantate per trovare l’apertura. Rimosso il pannello di legno però si trovò davanti una specie di cassaforte in acciaio con uno schermo ed una piccola tastiera alfanumerica sotto.
Ma che diavolo aveva Robin Mask da nascondere?!"
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kevin Mask, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi di smeraldo'
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Ultime due note, ultima presa, ultimo ed unico pensiero:

“ce le andiamo a cercare”.

Agli applausi della folla ormai erano abituati.

«adesso possiamo anche staccarci» disse piano il russo.

«sei tu che mi stai tenendo. Genio».

Si staccarono, si inchinarono. Le altre coppie avevano capito di non avere speranze di vittoria già da un pezzo. Ed infatti è ad Emerald e Warsman che i giudici consegnarono il trofeo, per l’ennesima volta.

«siete diventati un’istituzione ormai» disse uno di loro porgendogli il trofeo «da dove tirate fuori tanta intensità?»

«dal fatto che ci odiamo profondamente».

«lui è il mio Nemico Numero Uno. È normale».

Il giudice li guardò perplesso e scosse la testa, tornando a sedere mentre i due uscivano dal locale soddisfatti.

«veni, vidi, vici!» disse Hammy «naturalmente è tutto merito mio…»

«ma direi proprio di no. A fare il grosso del lavoro sono io, tutto quel che fai tu è mettere vestiti tattici» aprì la macchina, Emerald salì prima di lui.

«…che vuol dire vestiti tattici?»

«che mostrano “per errore” il più possibile» ribatté lui salendo a sua volta e mettendo in moto.

«Flash, tu sai benissimo che i vestiti da tango devono lasciare libertà di movimento».

Partirono.

«ma ce ne sono alcuni con spacchi più ragionevoli, che non arrivano fin oltre metà coscia!»

«me li posso permettere. Mi sa che la faccenda crea problemi solo a te, che evidentemente temi di non riuscire ad evitare di saltarmi addosso come un-»

«non ti azzardare a finire la frase, o ti strangolo» la avvertì il russo, capendo che la successiva parola sarebbe stata “animale”.

«ci hai già provato una volta e ti è andata male, figuriamoci adesso» lo prese in giro lei, con una risata.

«ridi, ridi, che oggi è l’ultimo giorno!» disse Warsman in un tono che alla ragazza non piacque affatto, e che uccise quella risata come avrebbe potuto fare un sicario professionista. Emerald accese comunque il cellulare, mentre lo guardava.

«che cavolo vuoi dire?!»

Bi-bip ripetuti dal cellulare.

«…sette messaggi da Ro’ e quattro da Jacqueline?...la faccenda diventa sempre più stran-» il telefono iniziò a squillare «Jacqueline mi sta chiamando!...pronto?»

miracolo, la signorina ha deciso di rispondere.

«si può sapere che hai da massaggiarmi di continuo come uno stalker?! …o come Kevin? »

Se non avesse dovuto guardare la strada Flash avrebbe alzato gli occhi al cielo.

Se non altro la telefonata della MacMadd, che lui da dopo il Torneo non sopportava granché -e ancora non si spiegava come fosse possibile che lei ed Hammy avessero iniziato a frequentarsi!- gli avrebbe risparmiato dover spiegare ad Emerald che…

non ti hanno ancora chiamato?...sia per aumentare l’organico che a causa di varie proteste di alcuni gruppi di femministe mio padre e mio fratello vogliono mettere su una squadra di sei donne, tre sono già chojiin che vengono a fare una sorta di “aggiornamento” e tre…lo diventeranno. E indovina un po’a chi tocca?

Emerald sbiancò.

«…ma nemmeno per idea».

è quel che ho detto anch’io, ma mio padre è stato chiaro sul fatto che se un giorno voglio prendere il posto di mio fratello devo unirmi a questa squadra. Oh, non posso pensarci…i miei poveri capelli, le mie povere unghie,alla Scuola di Ercole  mi rovinerò tutta!

«ah, quindi la fregatura l’hai presa bella! Io comunque non ci sto, mi spiace».

non è questione di starci o meno, è già stato tutto deciso. Vengono a prenderti domani.

«ma io non ci voglio venire. Non sono interessata. Io faccio la DJ, va bene?!»

sei figlia di un chojiin e sei stata addestrata, temo che tu non abbia scuse.

«non ho bisogno di scuse, se io in un posto non ci voglio andare non ci vado, tanto più alla Scuola di Ercole!...e comunque…mi hanno sparato…»

i dati dicono che sei tornata perfettamente in forma.

«fisicamente forse ma psicologicamente ah ahimé ho ancora gli incubi…ehm…non è credibile vero?»

«ma quanto mi sto divertendo…» commentò Flash «ti spaventa la fatica, Lancaster? La vera fatica?»

«no, mi spaventa l’idea di finire a rompere il muso ad un certo vecchiaccio inglese che guarda caso è il padre del mio ragazzo. Jacqueline» tornò a parlare al telefono «io non ci vengo. Non è questione. Stanotte sparisco, e se mi vorranno dovranno stanarmi, ammazzarmi e trascinarmi lì dentro come cadavere!»

­– eppure partiresti avvantaggiata, al contrario di quella ragazza con le codine che sta dietro a Kid Muscle tu hai un addestramento serio alle spalle. E anche io, qualcosina…

In fin dei conti Jacqueline non poteva non aver fatto proprio niente-niente se poteva lanciarsi da un elicottero ed atterrare elegantemente e senza farsi male, giusto?

« cosa? Roxanne?! Ma perché lei, che diavolo c’entra?!»

«la ragazzina due codini?» anche il russo era un po’stupito «c’entra poco, effettivamente».

è in mezzo al mondo del wrestling, ha dato prova di sapersela più o meno cavare e…mi sa che mio padre e mio fratello non avevano altre idee.

«la ammazzeranno!...e…le tre chojiin chi sarebbero?»

– Anubi Crea dall’Egitto, Kirika dal Pianeta dei Demoni e Fiona dalla Romania…

«Fiona, “Diva From The Hell”. È l’unica di cui ho sentito parlare!»

quella con i capelli rosa e la treccia.

«ho capito».

quindi domani ti farai prelevare o sarai già sparita?

Breve silenzio da parte di Hammy.

«non lo so. Ciao, Jacqueline».

E prima che la rossa potesse ribattere, Emerald aveva già riattaccato.

«ma perché?» borbottò poi la londinese «io non ho mai voluto saperne niente…»

«fai una telefonata a paparino, che così ti toglierà le castagne dal fuoco» nella frase del russo era ben udibile una punta di scherno. Aveva sempre trovato uno spreco che Emerald facesse la DJ a tempo perso quando avrebbe potuto, appunto, farsi addestrare alla Scuola di Ercole ed ottenere il titolo di chojiin. Aveva una memoria eidetica che le avrebbe consentito di imparare subito tutto quel che c’era da imparare, non era una povera donnetta indifesa neanche prima quando ancora non aveva i naniti e dunque avrebbe potuto ottenere buoni risultati…si, si, era un vero spreco, non c’era altro modo di definirlo.

«sono tentata. Mi basterebbe davvero una telefonata per rimanere qui».

«da buona vigliacca».

Lei gli lanciò un’occhiata truce. «da buona vigliacca che ti ha salvato le chiappe prendendo quel che doveva toccare a te».

Già.

«appunto. Non ti capisco. Potresti imparare tutto velocemente, hai un buon addestramento alle spalle, il coraggio non ti manca nemmeno quando devi affrontare nemici più grossi e forti di te» e lo diceva perchè lo aveva sperimentato sulla propria pelle! «hai anche un “potere” che è ancora segreto dato che ti hanno classificata come umana, perché vuoi sprecare l’occasione di diventare una chojiin vera e propria?»

«magari perché non me ne frega niente?! E poi ho un fidanzato di cui occuparmi!»

«so che a volte si comporta come tale, ma Kevin non è un bambino. Non proprio. Non sempre» aggiunse «ti consentirebbe di avvicinarti ancor di più a lui».

«standogli lontana per non so quanto?!»

«se temi che possa rimpiazzarti non hai capito niente di quel ragazzo» disse il russo «chi altri avrebbe aspettato per tutto quel tempo una sciocca come te? guarda che lui si dichiara ufficialmente fidanzato».

«…lo so».

«ed è della mia stessa idea sullo spreco di potenziale. Non credere che non me ne abbia parlato».

Ne aveva parlato anche a lei, più volte. Aveva accettato, come anche Howard, l’idea che lei volesse fare altro. Ma non significava che né lui né Howard stesso fossero ultra-super-iper-mega-felici.

«lo ha detto anche a me».

«forse Kevin soffrirebbe un po’per la temporanea separazione, ma…è temporanea, appunto. E sa che è necessaria. Io penso che andando alla Scuola di Ercole e tornando come chojiin diplomata lo faresti molto contento».

«tu mi vuoi solo fuori dalle scatole, e ti auguri che non sopravviva all’esperienza».

«è vero che ti voglio fuori dalle scatole, ma ad ucciderti posso essere solo io» disse, e vedendo la faccia della ragazza sospirò «Emerald, alla fine fa’un po’come credi. E tira giù quei piedi dal sedile».

«non scartavetrare le palle» borbottò lei, dopo aver tirato su le gambe, averle abbracciate ed aver posato la testa sulle ginocchia «non è una decisione facile. E poi…a Kevin vorrei dirlo subito ma…»

«col sonnifero l’hai addormentato, con lo stimolante lo svegli».

«si, e quanta roba gli diamo?!...ma d’altro canto mi sa che mi toccherà fare proprio così…» un grosso sospiro «che immenso casino. Io lassù non ci voglio andare, ma se mi rifiuto so che non farei felice né Kevin, né papà…»

«né me».

Breve silenzio.

«di te chissenefrega. Comunque non è solo quello. C’è anche Roxanne che…beh…è davvero quella che parte più svantaggiata, e non penso che Jackie le darebbe una mano, ma le servirà. Insomma…non penso che anche se siamo ragazze gli allenamenti saranno così tanto meno duri».

«concordo».

Che doveva fare Hammy?

Rifiutarsi di andare, visto che ne aveva modo, e fregarsene di tutto e tutti sapendo di deludere le persone a cui teneva di più in tutta la galassia e che avrebbe lasciato un’amica nei guai…

O andare?

“facile che quelli lassù tentino di rendermi la vita un inferno. No, mi correggo: quello”.

Ergo, Robin Mask. Ed Emerald sapeva, dai racconti dei ragazzi, che nella Scuola era proibito avere contatti con l’esterno, se non in casi speciali…

“quel divieto volendo si può aggirare in vari modi. E poi a Robin Mask volendo lo acchiappo per la collottola e lo lancio cento metri più in là” si disse “mi sa che…si, forse…potrei sempre prenderlo come un’altra avventura, e…mh…non lo so, non lo so. È che a me piace fare le cose a modo mio, e lassù ci sono regole, regole sulle regole, regole sulle regole che regolano le regole, insomma è una gran rottura…fammi chiamare papà, và”.

«che fai?»

«chiamo mio padre».

«…ah».

Pur sapendo che ora teoricamente Howard H.R.J. Lancaster non costituiva più un pericolo per lui non significava che fosse lieto di sentirne la voce, anche solo per sbaglio.

Hammy. Ormai lì da te è notte inoltrata – osservò l’uomo, allarmato – è successo qualcosa?

«hanno chiamato quelli della Scuola di Ercole. Praticamente vogliono fare un super gruppo completamente femminile, costituito da tre chojiin da aggiornare e tre umane…tra le quali…io».

Breve pausa di silenzio dall’altra parte.

sei convalescente. Non sono convinto che sia bene per te.

Assurdo, pensò, eppure purtroppo lo sapevano tutti da cos’era uscita Emerald appena qualche mese prima, era una cosa idiota che l’avessero contattata! Certo, era vero che sua figlia stava benissimo adesso. a dirla tutta non era mai stata meglio in vita sua. Ma gli altri che ne sapevano?!

«non è tanto per quello che nemmeno io so che fare…io sto bene. E poi adesso con quei naniti non sono più esattamente umana».

Certo che i MacMadd dovevano essere proprio alla disperazione, se avevano preso quella decisione. Non tanto quella di creare un gruppo di lottatrici, per come la pensava Howard se erano ben addestrate come lui aveva addestrato Emerald potevano benissimo stare sul ring; inoltre c’era quella ragazza rumena, Fiona, che teneva alto l’orgoglio delle donne nel wrestling ed era la prova vivente che il suo pensiero era corretto. Ma a parte Hammy…Howard non aveva notizie sul fatto che altri suoi ex colleghi avessero avuto qualche figlio, a parte quelli già conosciuti s’intende. Quindi che volevano fare, prendere due ragazze qualunque e mandarle allo sbaraglio?!

continua a tenerlo per te, strategicamente è la miglior cosa. Sai chi ci sarà nel gruppo oltre a te? le due umane in particolare?

«umane ci siamo io e…l’ho trovato assurdo quando me l’hanno detto, ma le altre due sono la mia amica Roxanne -quella coi codini, sai- e la sorella di Ikimon MacMadd».

…ma che hanno nel cervello, segatura? Roba da non credere, un conto è addestrare figlie  di chojiin, un altro prendere due ragazze a caso e gettarle nella mischia!

«penso che Jacqueline qualcosina abbia fatto, a preoccuparmi è Roxanne che…si, ok…i teppistelli del quartiere li picchia, ma…»

Warsman continuava a guidare senza dire una parola.

Lui non era lì.

Finché Howard poteva sentirlo, lui non era lì.

sai che posso farti sparire o bloccare la procedura, se vuoi.

«si lo so. Ma so pure che tu avresti voluto che anche io, come te in passato, frequentassi la Scuola di Ercole».

Peraltro Howard Lancaster e Robin Mask si erano conosciuti meglio proprio in quel frangente. Erano stati presentati già prima, ma la vera amicizia era nata lì nella scuola; Howard era un “novellino”, allora, e Robin era in un periodo di aggiornamento. La cosa divertente è che avevano finito comunque per diventare istruttori della Lega nello stesso anno.

– ma dovresti anche sapere che per me conta quel che vuoi tu, non quel che voglio io.

«si, so anche questo. Verranno a prelevarmi già domani, ed io non so che fare. A me non è mai interessato diventare una chojiin vera e propria, ma se vado sia tu che Kevin sareste contenti perché tornerei come wrestler diplomata, e potrei aiutare Roxanne che altrimenti non so come se la caverebbe».

– la scelta sta a te. Io ti appoggerò qualunque essa sia.

Un minuto di silenzio.

«non posso lasciare Roxanne ad affrontare da sola una cosa così».

– quindi partirai per aiutare la tua amica.

«…si».

Ed Howard Lancaster non sapeva se essere più fiero o preoccupato per questo.

chi l’avrebbe detto che alla fine saresti andata lì anche tu?

«io senz’altro no».

come on, Hammy. Secondo me la decisione che hai preso è giusta.

“anche perché la tiene lontano dal quel teppista da strapazzo del figlio di Robin Mask, il che non è male” pensò Howard.

Per poi rendersi conto di una cosa fondamentale.

Forse l’avrebbe tenuta lontana da Kevin, ma l’avrebbe tenuta fin troppo vicina a Robin.

Ed Howard sapeva che tra i due Mask il più giovane, tutto sommato, era il male minore.

Non che lui avesse paura di Robin Mask, tutt’altro. Se mai era Robin, a dover avere paura di lui. E gliel’aveva ampiamente dimostrando, umiliandolo pure, annullando l’Assalto Olap. Solo che l’idea di Emerald sola, lassù…

“non c’è solo Robin Mask lassù. Fuori dal ring Ramenman, Buffaloman, Sozumi, i due cugini americani e gli altri sono tutte quante brave persone che non permetterebbero che ad Emerald venga fatto del male al di fuori degli allenamenti” pensò “specialmente se ci tengono a far si che la Scuola di Ercole non venga rasa al suolo dal mio esercito” aggiunse.

solo una cosa. Continueremo a sentirci tutti i giorni, ok? Due volte al giorno.

«a dire il vero quello sarebbe proibito».

– lo faremo diventare lecito, right?

«right. Sarebbe bello poter evitare di perdere i contatti con la gente a cui tengo».

Ennesima alzata di occhi da parte del russo, che i favoritismi non li aveva mai visti di buon occhio.

tranquilla. Tu non pensare a nulla se non ad affrontare quest’avventura con più serenità possibile. E se mai succedesse qualcosa che non dovrebbe succedere, non esitare ad avvertirmi. Ciao, Hammy.

Dopo quella telefonata Emerald era decisamente più calma. «mi sento già meglio».

«comodo avere sempre le spalle coperte. Già mi immagino il discorso in stile mafioso di tuo padre ai MacMadd».

«piantala, lui non è così!»

Finalmente erano arrivati davanti a casa di Kevin.

«quante volte dovrà spararti per farti capire che lui invece è proprio così?»

Emerald scese brusca dall’auto. «tu vedi solo quello che ti pare».

«mi sa che a vedere quel che ti pare sei tu. Chissà che la permanenza nella Scuola di Ercole non ti svegli un po’».

Il russo continuò a guidare lungo la via, ed Hammy rientrò in casa. La prima cosa che fece fu una doccia veloce, per poi entrare nella camera da letto nella quale Kevin dormiva profondamente.

Era così carino che non se la sentì di svegliarlo, e decise che gli avrebbe detto della cosa il mattino dopo, mettendosi così a riempire il borsone con qualche canottiera, dei pantaloncini, delle felpe e parecchio intimo.

Lei, alla Scuola di Ercole.

Non ci credeva ancora.

 

 

Il telefono di Vance MacMadd lo svegliò a notte fonda con dei potenti squilli.

Si rigirò nel letto con dei grugniti. Erano le quattro meno un quarto del mattino, Cristo.

«mmmfhmhr, chi mi secca a quest’or-»

sono Howard Lancaster, Mr. MacMadd.

Sentire quel nome lo fece svegliare del tutto, all’improvviso, con un’assurda morsa ghiacciata allo stomaco. Vance era un altro di quelli che ricordavano bene cos’era successo mesi prima. E, se era successo, era stata anche colpa sua.

Si era lasciato corrompere con una valigetta piena di tanti bei milioni di sterline, ed Howard aveva quasi compiuto un atto terroristico occupando lo stadio col suo esercito, per non parlare del fatto che c’era stata quasi un’esecuzione pubblica!

«ah! Ehm!...di-dimmi, Lancaster…»

mi perdonerà per l’ora tarda, ma è qualcosa della massima importanza. Allora, ho sentito dire che la Muscle League vuole creare un super gruppo tutto di lottatrici donne, giusto? – piccola pausa – tra le quali mia figlia Emerald.

«si…beh…capiscimi Howard, è stata una scelta obbligata, insomma, è tua figlia…figlia di un chojiin, con un certo addestramento alle spalle, presumo…non penso sia qualcosa di ingiusto, e poi io stesso ho coinvolto mia figlia Jacqueline, e quanto all’altra ragazza terrestre mi sembrava piuttosto idonea…»

non è per questo che ho chiamato, Mr. MacMadd, per quanto sia dell’idea che mandare due ragazze qualunque allo sbaraglio sia quantomeno stupida.

MacMadd ingoiò il rospo e non replicò. Capì che non era il caso.

«è stata una cosa improvvisa, capisci. Associazioni di femministe hanno protestato…ed hanno offerto dei finanziamenti…»

e pecunia non olet, vero?

MacMadd aggrottò la fronte perplesso, senza capire quel che aveva detto. Meglio aspettare che continuasse a parlare, va.

pur avendo tranquillamente modo di rifiutare, mia figlia ha deciso di frequentare la Scuola di Ercole. Ma vedi, io quando si tratta di mia figlia tendo a diventare apprensivo. Soprattutto dopo l’ultimo incidente. E se divento apprensivo, divento anche, come dire, imprevedibile.

Vance deglutì, e rimase ancora in silenzio.

potremmo scongiurare ogni rischio se mia figlia avesse modo, due volte al giorno, di comunicare con me e con chi le vuole bene. Giusto per rassicurarci sul fatto che non le accada nulla di anomalo, visto che a me in particolare le cose…anomale…non piacciono.

«è contro il regolamento» protestò debolmente Vance.

ah davvero. Anche l’altra volta era “contro il regolamento”, ma quando hai visto la security - o meglio, una sua parte - sei stato ragionevole. Security che in questi mesi tra l’altro ho più che raddoppiato.

«ah…sul serio?...raddoppiato».

più che raddoppiato. Comunque…a quanto ne so, la Scuola non è esattamente in ottime condizioni. Diciamo pure che potrebbe crollare da un momento all’altro, basterebbe una spintarella. Se però decidessi di aggirare quella sciocca regola dei contatti vietati, e vigilassi attentamente in modo che ad Emerald -come ho detto prima- non accada niente di anomalo, avendo qualche soldo da investire potrei decidere di farlo nella Scuola che io stesso ho frequentato anni fa. Sarebbe un aiuto da parte di un ex collega della Muscle League. Niente di strano.

Discorso che tradotto era: “fai quello che dico io e diventi ricco, non farlo e raderò al suolo tutto, vedi un po’tu cos’è meglio”.

dunque?

«in effetti ci sarebbero gli intonaci da rifare…e in fondo due chiamate non sono chissà che cosa…e, beh, certamente, per quanto sembri a posto immagino che Emerald sia reduce da un periodo non proprio semplice, e sorvegliare è anche un po’compito mio…»

in particolare controlli che il mio caro amico Robin non faccia qualche stupidaggine come approfittarsi della sua posizione per rendere la vita difficile a mia figlia. So che la Scuola di Ercole non è un parco divertimenti, ed è giusto che Emerald si alleni come le altre, ma non vorrei che a causa dell’acredine che Robin ha verso di me finisse per sfogarsi su mia figlia. Credo che diventerei furioso, e quando lo divento non piace a nessuno. In verità diventarlo non piace nemmeno a me. Tutto chiaro, Mr. MacMadd?

«cristallino».

i primi cinque milioni di sterline arriveranno oggi stesso sul conto della Scuola. A risentirci.

Vance sentì Howard riattaccare.

E capì che si era lasciato fregare di nuovo.

“ah, macché. Due telefonate non sono niente, ed ha detto che vuole che sua figlia si alleni come le altre. Devo solo stare attento che Robin Mask non prenda di mira la ragazza, niente di trascendentale. Per quanto…è stato Robin stesso a proporre per primo il nome di Emerald per le tre umane da addestrare!”

Che, dopo che la sua tecnica più letale era stata annullata ed aver diseredato per questo il proprio figlio destinando dunque tutti i suoi averi allo Stato, pensando di non avere più niente da perdere Robin volesse davvero tentare di rivalersi un minimo sui Lancaster prendendo di mira Emerald e facendole passare l’inferno? Anche se era la ragazza di suo figlio, o forse anche per quello? Voleva davvero scavarsi la fossa in quel modo?! Eppure lo aveva visto cos’era capace di fare Howard se si infastidiva sua figlia.

“sono tutte illazioni, le mie, non ho uno straccio di prova. E tra l’altro è meglio che riprovi a dormire”.

E per riuscire nell’impresa, invece delle pecore, si divertì a contare i milioni che gli sarebbero entrati in tasca.

 

 

:: nove del mattino, Tokyo ::

 

 

«io…francamente sono diviso in due. Se da un lato sono contento che tu finalmente ti sia decisa a smetterla di sprecare le tue potenzialità, dall’altro so che mi mancherai. E parecchio».

Kevin lo trovava quasi ingiusto, pochi mesi -finalmente- insieme, e lei già doveva ripartire. Ma d’altro lato non era sciocco, e si rendeva conto che quello era lo “sviluppo naturale” che doveva avere la figlia di un chojin, altro che andare a fare la DJ nei locali!

«mi mancherai anche tu. Magari ogni tanto fuggirò di notte e ti verrò a trovare».

«sarebbe bello, ma voglio che tu prenda questa cosa sul serio ed eviti di farti espellere, Scimmiattolo».

«anche prendendo la cosa seriamente non posso garantirti che non mi espelleranno, visto che…di’, ma spaccare i denti ad un istruttore comporta l’espulsione?»

«non partire con questi presupposti!» la avvertì seccamente l’inglese «e si, spaccare i denti a mio padre comporterebbe l’espulsione!»

«…il naso?»

«Emerald!»

«…un calcio nelle palle?»

«NO!»

«ok, tanto tu non sarai lassù ad impedirmelo».

«di’, ma ti piacerebbe se io spaccassi i denti a tuo padre?»

«mio padre non è uno stronzo diseredatore folle».

«Emerald…non voglio che insulti mio padre, va bene? io non dico che il tuo è un pazzo che al posto di uomini vede volpi e considera il mondo come una riserva di caccia, e tu non dici che il mio è uno stronzo diseredatore folle, idiota e tutti gli altri epiteti che ti ho sentita rivolgergli in questi mesi!»

Emerald sollevò un sopracciglio.

«ok, lasciamo i padri da parte prima che diventino causa di un vero litigio».

«saggia decisione. Vieni qui» la abbracciò forte «quant’è che starai via?»

«tre mesi, o qualcosa del genere».

«l’idea di non sentirci tre mesi però mi fa diventare matto».

«ah, quello l’ho risolto…»

Kevin la guardò perplesso. «che vuoi dire? le regole dicono espressamente che…non vorrai cercare di contattarmi di nascosto? Anche per quello potresti essere espulsa».

«no, no, non c’è pericolo. Ho ricevuto un messaggio di papà che diceva che Mr. MacMadd non ha problemi a lasciarmi telefonare due volte al giorno alle persone che voglio sentire!»

“ah. Mi immagino il discorso del mio adorabile futuro suocero, ‘lascia che mia figlia mi telefoni o faccio distruggere la Scuola di Ercole da una bomba atomica, right?’…” pensò Kevin.

«avrei dovuto immaginarmelo. Credevo che volessi fare sul serio…»

«avresti preferito non sentirmi davvero per tre mesi quindi?!»

«no! Sto solo dicendo che con queste premesse…è che non mi piacciono i favoritismi, lo sai. E probabilmente tuo padre avrà preteso per te una suite superlusso, che le ore di allenamento fossero dimezzate e che tu sia servita e riverita…»

«guarda che anche lui prende la cosa sul serio. Vuole solo essere sicuro che non succeda niente di anomalo, visto che lassù c’è il tuo adorabile papà».

«tsk. Come se tu fossi una bambolina indifesa, ma per favore» sbottò «non si rende proprio conto che volendo sei in grado di mandare la gente all’ospedale! Eppure dovrebbe saperlo dato che ti ha insegnato tutto lui!»

«è normale che si preoccupi per me».

«lui si preoccupa TROPPO! Ed hai visto a cos’ha portato. È che…non vorrei che andasse a finire male di nuovo. Ho rischiato di perderti una volta, basta e avanza».

La ragazza gli si arrampicò addosso, sollevò la maschera e lo baciò.

«non perderai nessuno, la nostra promessa vale ancora».

«ecco, a tal proposito…»

«dimmi».

Kevin rimase un po’in silenzio. «…niente. Volevo dirti che sei un incrocio tra una scimmia, uno scoiattolo ed un koala».

Il campanello suonò, ma la porta principale era già aperta.

«tre mesi senza rompiscatole, finalmente un po’di respiro…»

«tre mesi senza il russo psicotico attorno, finalmente un po’di respiro!» ribatté Emerald.

«…ma non riuscite ad evitare di litigare nemmeno adesso?! La nave della Scuola di Ercole arriverà a minuti!»

«mi raccomando Kev, fatti insegnare a giocare a Mah Jong. Così quando torno potremo giocare in tre» gli diede un ultimo bacio e poi scese, uscendo dalla porta col borsone.

«giocare in tre?...» disse piano Flash, così che solo lei lo sentisse.

«che vecchio porcello, mamma mia» sbuffò lei «non che il posto in cui sto andando sia meglio. Lì di vecchi porcelloni è pieno».

«allora ti divertirai».

«mai quanto tua madre sulla statale. Le sue gambe non si trovano vicine da talmente tanto tempo da aver segnalato vicendevolmente la sparizione a “Chi l’ha visto?”».

Flash avrebbe voluto rispondere a tono, ma proprio in quel momento arrivò l’astronave della Scuola di Ercole.

Il portello si aprì.

«Emerald!»

Roxanne, che si sbracciava, ed aveva l’aria decisamente ansiosa.

“è proprio per via tua che ho accettato” pensò Hammy, facendo tre passi avanti.

«dai, muoviti, aspettiamo solo te!»

«tanta fretta di rovinarti i capelli, JJ?»

«…non ricordarmelo…»

Emerald chiuse brevemente gli occhi, scosse la testa e sorrise.

Guardando lassù vide le altre ragazze che avrebbero fatto parte del gruppo, delle quali riconobbe solo Fiona.

«ci vediamo tra tre mesi» disse a Kevin con un sorriso triste. Guardò anche Warsman, ma non disse nulla.

Il raggio traente la illuminò, e lei iniziò a salire su.

«Emerald!» solo a quel punto Kevin si decise a dirle quel che avrebbe voluto dirle prima «quando tornerai mi sposi?!»

«come hai detto? Non ti sento! C’è un sacco di rumore qui! Ciao, ciao!» esclamò Emerald, appena prima che il portello si chiudesse e l’astronave partisse.

La ragazza si guardò attorno. Certo che non era grandissima, l’astronave. Vabbè, in fondo erano solo in sei.

«ti aveva chiesto di sposarlo, comunque» fu la prima frase che le venne rivolta «se l’ho sentito io da qui dovresti averlo sentito anche tu!»

A parlare era stata…

“oddio, Bernadette di The Big Bang Theory senza occhiali e con le orecchie da sciacallo?” pensò Hammy.

…Anubi Crea, una chojiin proveniente dall’Egitto. Era di poco più bassa di lei ma comunque ben fatta, vestita con abiti tipici del suo Paese. Una ragazza piuttosto carina.

Come Bernadette, appunto.

«infatti l’ho sentito benissimo, ma lasciamo perdere questo piccolo dettaglio…Emerald J.V.P. Lancaster» si presentò tendendole la mano, che venne prontamente stretta.

«Anubi Crea. Sono una chojiin e vengo dall’Egitto».

«piacere di conoscerti».

«piacere mio».

«…non siamo qui per fare amicizia» disse seccamente una ragazza alta, con i capelli dello stesso colore di quelli di Kiki, vestita da uomo e non troppo bella.

«su, Kirika, rilassati» sospirò un’altra ragazza, anche lei abbastanza alta, con gli occhi azzurri ed una lunga treccia rosa «io sono Fiona, piacere…»

«Fiona, The Diva from the Hell! Credo di aver visto qualche tuo incontro» disse Emerald mentre si stringevano la mano. Nonostante le sue difficoltà a farsi delle amiche quelle ragazze sembravano a posto.

A parte Kirika.

Ma non voleva giudicarla troppo in fretta.

«io ti ho vista come secondo di Kid Muscle nella finale del Torneo. Avrebbe fatto meglio a darti retta...anche se ammetto che la storia dell’ipnosi mi ha fatta inquietare».

«il fatto è che bisogna sapersi far obbedire, ma a me non riesce ancora benissimo. Magari migliorerò».

«ecco, questo è lo spirito!» approvò Fiona, che aveva deciso che Hammy tutto sommato le piaceva.

«già…»

«visto che sei tanto carica ed ottimista perché non ti occupi di quelle due rincantucciate nell’angolino a piagnucolare?»

Sarà. Ma Emerald, a Kirika, la preferiva quando stava zitta.

«che poi mi domando che ha da lagnarsi la figlia del direttore della Scuola di Ercole. Tsk» la ragazza del Pianeta dei Demoni si alzò ed andò verso Jacqueline «ti spaventa la fatica, vero? E anche a te, Due Codini. Vi auguro di sopravvivere all’esperienza».

«se ce l’ha fatta Dik Dik Van Dik ce la fanno tutti» disse con falsissima sicumera Roxanne, sorprendendo comunque Kirika che diede in una gran risata.

«dai, dai, che se non altro hai fegato!»

«effettivamente Van Dik è arrivato primo e ha vinto solo un incontro. In coppia. Contro un sedere ed una rana» disse Anubi Crea «la cosa è incoraggiante. Magari ce la fanno tutti per davvero!»

«a dire il vero gli allenamenti sono diventati molto più duri e severi di prima» disse Jacqueline.

«non mi preoccupo» spallucciò Fiona «più duri sono, più forte divento».

«that’s right. Ragazze, consulenza veloce sulle regole…»

«non preoccupatevi di quelle, ve le diranno subito e pretenderanno che le impariate tutte alla svelta. Auguri» disse Kirika.

«Miss memoria eidetica non avrà problemi in tal senso» sospirò Jacqueline.

«già».

Roxanne guardò fuori dall’oblò. Cavolo, aveva paura.

«chi ha la memoria eidetica? Tu?» la demonessa si avvicinò ad Emerald «quindi esiste davvero, non è una chimera».

«ricordi tutto-tutto-tutto?» le chiese Fiona, incuriosita. Emerald fece spallucce.

«già. A volte è utile. Altre però è una maledizione. Metti, tenere a mente ogni dettaglio dei momenti piacevoli è una bella cosa. Tenere a mente i momentacci no. Ma non è qualcosa che controllo».

«anche questo è vero».

«ehm…una cosa…chi sono gli istruttori più severi?» domandò Roxanne.

«tutti» rispose semplicemente Crea.

«ma i più-più?» incalzò Jacqueline.

«…tu teoricamente dovresti saperlo...»

«ma questa avrà passato la vita nei centri benessere!» disse Kirika «che ne sa?»

«ehi, non sono digiuna di addestramento. Solo che tengo anche al mio aspetto. Cosa che non si può dire di te».

«non ti permettere di-»

«ragazze, non sarebbe il caso di stare calme?» fu Emerald a mettersi in mezzo «siamo tutte sulla stessa barca. Per noi è tutto nuovo, ma anche per voi sarà diverso dall’ultima volta, se è tutto più complicato».

«togliti di mezzo».

«toglimi di mezzo tu, se ce la fai».

Lungo scambio di sguardi. Nessuna delle due cedette, ed Emerald poi era abituata a ben altro che ad una demonessa attaccabrighe.

«mh. Un’altra che ha fegato» concluse Kirika «vi servirà tutto quello che avete».

«però non avete ancora risposto alla domanda» fece notare Jacqueline.

«beh, i più severi sono Buffaloman, Ramenman e Robin Mask» disse Fiona «senza dubbio».

«ah davvero? spero di non dovermi trovare a rompere i denti al padre del mio ragazzo» disse Hammy.

«Em, mi sa che sarà lui a rompere noi» disse Roxanne.

«non fare la spaccona» sbuffò Jacqueline.

Non lo sapevano, ma Emerald era serissima. Non era una spacconata. E aveva pure modo di farlo. Le mancava solo un motivo valido, o anche non-proprio-valido-ma-quasi.

«smetterà presto» disse Kirika.

«davvero, Emerald, non sarà una passeggiata» la avvisò Crea «non perché penso che tu valga poco, ma perché è difficile. Ecco tutto».

«non ne dubito, ma se posso i denti glieli spacco lo stesso».

«ti farai espellere» disse Fiona.

«ne varrebbe la pena, ed ho ottimi motivi per farlo. No Ro’?»

Già. Emerald aveva tutti i motivi del mondo, per come la pensava.

«i motivi si. Ma modo…non so».

«alla fine dovremo averlo per forza, perché la sfida finale è quella. E se non la supereremo, niente diploma» ricordò loro Jacqueline.

«per noi la cosa è diversa, noi li abbiamo già battuti in passato, ma la prima volta è tragica» disse Fiona.

«non sempre la prima volta è tragica. A me è andata bene» scherzò Hammy con un evidente doppio senso.

L’unica a ridere fu la demonessa. Le altre…due erano troppo tese, e due si misero una mano sul viso.

«ah si, t’è andata bene! Buon per te!»

«…di queste battute ne fa spesso?» chiese Fiona a Roxanne.

«oh si».

«con tutti, poi» aggiunse Jacqueline.

«meglio che stia attenta. Gli istruttori apprezzano il coraggio ma non perdonano la sfacciataggine».

«magari impareranno prenderla bene».

Altra risata sguaiata della demonessa.

Ok, via, nemmeno lei era male.

«non penso che impareranno a prendere bene la sfacciataggine…» disse Crea.

«era un’altra battuta a doppio senso» sospirò Fiona.

«oh!»

«no dai, rifletteteci bene: se un mucchio di uomini stanno sempre nello stesso posto a seccare le altrui genti e non tornano mai a casa le opzioni sono a)sono dei frustrati disammogliati b)hanno una moglie, ma non gliela sgancia. No, seriamente: Ramenman ha moglie?»

«non che io sappia» disse Roxanne.

«Buffaloman ha moglie?»

«mah. Se ce l’ha non so» commentò Fiona.

«e la moglie di Robin Mask per la disperazione ha finto di morire così che il marito non la facesse cercare ed è fuggita » concluse Emerald «tutte conferme alla mia teoria!»

«ma veramente a me risulta che Alisa Macintosh sia morta veramente, e non c’è da scherzare su queste cose» disse secca Crea.

«sulla sua presunta morte non si sanno molte cose » la contraddisse Emerald «e a rifletterci bene per Robin Mask sarebbe stato meno umiliante dire che era morta, piuttosto che ammettere un’eventuale fuga».

«illazioni. Tutto campato in aria» disse anche Jacqueline.

«mica tanto, visto che sto ripetendo più che altro le opinioni di Kevin Mask. Se non sa lui quello che dice, non lo sa nessuno».

«comunque se anche la signora Mask fosse fuggita di casa non ci riguarderebbe» concluse Fiona.

«right. Ma comunque conferma la mia teoria sul fatto che i rompi sono rompi perché si divertono poco!»

«effettivamente mio padre è veramente insopportabile» disse Kirika «ed è single!»

Din…don…

“tra cinque minuti atterreremo alla Scuola di Ercole. Preparatevi a scendere!”

«tale verità suprema comunque è bene tenerla per noi» disse Crea.

«siamo arrivati…oddio» farfugliò Roxanne.

L’astronave atterrò, e le sei ragazze scesero in formazione compatta, con Emerald e Fiona davanti.

«Fi’».

«mh?»

Hammy sputò sulla mano destra porgendola a Fiona «venti dollari che spacco i denti a Robin Mask prima della fine di questi tre mesi».

Dopo una breve esitazione la rumena sputò a sua volta sulla mano. «andata».

«ti auguro di sopravvivere alle tue parole» disse Kirika.

Jacqueline osservava il grande portone di pietra. Aveva una gran voglia di salire di nuovo sull’astronave e filarsela. Idem Roxanne.

Il portone iniziò ad aprirsi…

   
 
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