Ok, vedo che quando si alza un
po’ la voce, i risultati si ottengono -__-
Ne sono contenta, comunque
spero che anche se non lo faccio presente, la regola valga comunque.
Questo
probabilmente è l’ultimo capitolo che potrete
leggere per un po’ dato che mercoledì
cambio casa e non so se riuscirò a farmi mettere internet
(possibilmente con
l’adsl). Sperando che la rete wireless raggiunga anche quel
paesino in cui
incontrerò Heidi (non esagerare, cara Nd Itachi), vi auguro
buona lettura.
NOTA LEGALE: i personaggi di
FMP non mi appartengono
Capitolo 12
La festa di compleanno
-Vedrai tesoro, sarà una
normalissima
festa di compleanno senza troppe pretese… non come una di
quelle che piacciono
a tuo padre!-
-Ma mamma lo sai che non posso
tornare a
casa altrimenti lui…-
Silenzio da parte di entrambe.
-Non preoccuparti… non ci
sarà perché è… via
per lavoro. Saremo noi e le mie amiche, ah e ti prego di portare anche
il
poliziotto, come si chiama?-
-Il signor Sagara?-
mormorò arrossendo
lievemente
-Lui! ho un desiderio sconfinato di
conoscere l’uomo che ha salvato la tua vita, bambina mia!-
-D’accordo mamma, gli
chiederò se vuole
accompagnarmi…-
-Benissimo, a presto tesoro!-
Kaname si sentì
improvvisamente mancare la terra sotto i piedi mentre i suoi occhi
continuavano
a posarsi con insistenza sulla figura di suo padre.
Sua madre le aveva assicurato
che lui non ci sarebbe stato e allora perché era presente?
perchè?
-Quello sarebbe tuo padre?- chiese
non senza timore Sousuke
La ragazza annuì con la
testa
e si voltò a guardarlo in preda al panico.
-Andiamo via… sarebbe
capace
di trattenermi con la forza!-
Sousuke non l’aveva mai
vista
tanto spaventata. Ricambiò il suo sguardo con uno molto
più serio e le disse
che l’avrebbe protetta .
-In fondo è il mio
compito…-
Si voltarono pronti ad
andarsene ma furono richiamati da una voce che si alzò sopra
il brusio
generale.
-Kaname! dove vai?-
La giovane non voleva
fermarsi. Non voleva gettarsi di sua iniziativa fra le fauci del lupo
ma fu
costretta a farlo: Sousuke la stava trattenendo gentilmente per un
braccio.
-Ormai ti ha vista…
è inutile
scappare adesso.-
Lo sguardo di triste
rassegnazione che in quel momento era proprio di Kaname
impietosì Sousuke.
-Non ti lascerò da sola
con
tuo padre, non preoccuparti. Finita la festa ce ne andremo. Non
permetterò che
tu rimanga qui, a meno che non sia tu a volerlo…-
Kaname chiuse gli occhi ne l
tentativo di ricomporsi e quando li riaprì sembrarono, al
giovane, ancora più
belli e splendenti.
-Resta con me…-
sussurrò
Il ragazzo sorrise poi
esclamò:
-Forza!-
I due si incamminarono in
direzione del signor Chidori che non capiva di cosa avessero tanto da
parlare
sua figlia e quel ragazzo che non aveva mai visto.
-Papà…- disse
semplicemente
L’uomo rimase abbagliato
dalla
bellezza della figlia.
-Santo cielo! sei ancora
più
bella dell’ultima volta che ti ho vista tesoro!-
Normalmente una ragazza
normale sarebbe arrossita di fronte a questo complimento, ma Kaname
rimase
impassibile. Di ghiaccio.
-Papà vorrei presentarti
il
signor Sousuke Sagara. Ế lui che mi ha protetta durante la rapina in
negozio..-
Il padre rimase piacevolmente
sorpreso nel constatare che l’uomo che aveva salvato la vita
di sua figlia fosse
così… giovane.
-Piacere di conoscerla signor
Sagara. Purtroppo non abbiamo avuto modo di incontrarci durante quella
terribile situazione ma il suo superiore mi ha raccontato cose
strabilianti sul
suo conto, quando ho chiesto che lei proteggesse la mia bambina da quel
maniaco. Anche se ritornando a casa sono sicuro che Kaname sarebbe al
sicuro da
qualunque pericolo! comunque, come procedono le indagini?-
-Al momento non ci sono
novità
purtroppo…- ammise imbarazzato
Il signor Chidori osservò
il
giovane uomo che si trovava di fronte con sguardo insistente. Come a
volerlo
studiare in ogni minimo particolare. Inutile dire che Sousuke si
sentì
parecchio a disagio.
-Papà
dov’è la mamma?- chiese
Kaname decisa a salvare il suo angelo custode da quello spiacevole
incontro
Finalmente l’uomo tolse
gli
occhi di dosso a Sousuke che si sentì improvvisamente
più leggero.
-Nella sua stanza… doveva
finire di prepararsi!-
-Bene, allora noi andiamo da
lei per portarle il suo regalo. Non mi va che lo apra davanti a tutti
questi
estranei!-
-Beh il signor Sagara può
restare qui a fare un po’ di conversazione con me tesoro
e…-
-C’è tutto il
tempo della
festa a disposizione non preoccuparti!- esclamò con tono
irritato e deciso
Senza neanche attendere la
risposta del proprio genitore si voltò portando con
sé Sousuke, risoluta a non
passare un secondo di più in presenza del padre.
-Fiuuuuu…
l’aria si stava
facendo pesante!- sospirò Sousuke
-Mi dispiace che si sia
comportato in maniera così… così da
lui! ahhhh!!! ma adesso la mamma mi
sentirà, eccome se mi sentirà!-
esclamò la ragazza ritrovando improvvisamente
le energie
-Non so perché ma sento
che
sta per arrivare un uragano!- disse con espressione sorridente-disperata
Nel frattempo al piano
inferiore il padre di Kaname guardava nervosamente
l’orologio. Se non si
fossero dati una mossa tutti i suoi progetti sarebbero andati in fumo.
-Ma è così
difficile per loro
arrivare puntuali?!-
Qualche minuto dopo
arrivò al
suo fianco un cameriere che gli riferì che i suoi ospiti
più importanti erano
arrivati.
-Bene, portali da me…-
esclamò
con un gran sorriso
-Mamma voglio una spiegazione!!-
Kaname se ne stava in piedi
torreggiando la figura della madre che se ne stava seduta davanti alla
sua zona
toeletta e che, a confronto con la figlia, sembrava molto
più piccola. Sousuke
se ne stava in disparte ad osservare la scena.
-Bambina mia…-
iniziò la donna
–Mi dispiace di averti ingannato, ma è stato tuo
padre a costringermi!-
La ragazza lasciò cadere
le
braccia, che fino a quel momento teneva incrociate, lungo i fianchi.
-Lo sapevo!!-
La madre la guardò con
aria
dispiaciuta.
-Se non ti avessi convinta io
a venire qui stasera… avrebbe mandato qualcuno a prenderti e
tu sai che le sue
maniere non sono molto appropriate in quel caso…-
-Si lo so!- esclamò con
tono
deciso
-Sei ancora arrabbiata con
me?- chiese
Kaname sospirò,
guardò la
madre e il suo volto si addolcì.
-No… vorrei solo che
qualche
volta riuscissi a dire di no a papà!-
-Scusate…- si intromise
Sousuke avvicinandosi alle due donne –Credo che abbiate molte
cose di cui
parlare e non è il caso che io stia ad ascoltarvi. Ti
aspetto giù Kaname,
signora Chidori è stato un piacere conoscerla!- disse
facendo il baciamano alla
donna che sorrise
Quando Sousuke fu uscito dalla
camera della madre di Kaname, questa fece una confidenza alla figlia.
-Il signor Sagara sembra un
uomo molto gentile…-
-Si infatti!- esclamò
senza
staccare gli occhi dalla porta chiusa
-Ed è anche molto
affascinate!- aggiunse con tono velatamente malizioso
-Infatti… eh?che hai
detto??!-
disse rossa in viso
La donna scoppiò a ridere
per
l’espressione della sua bambina che conosceva molto bene.
-Tesoro si vede lontano un
miglio che ti piace! per caso è single?-
Kaname, completamente
paonazza, annuì nascondendo il viso. A lei piaceva Sousuke?
No, impossibile!!
Quando il padre di Kaname vide
arrivare Sousuke, gli rivolse un grande sorriso e gli fece ceno di
avvicinarsi.
Il ragazzo, anche se leggermente intimorito, obbedì.
-Signor Sagara! venga voglio
presentarle una persona..-
Al giovane per poco non venne
un colpo quando vide che la persona altro non era che il capo della
prefettura
di Tokyo.
-Sig.Nishita le presento
Sousuke Sagara: l’uomo che ha salvato la vita di mia figlia!-
-Ế-è un piacere
conoscerla
signor Prefetto!- esclamò con voce tesa
L’uomo lo
guardò bene e si
toccò il mento come intento a ricordare qualcosa.
-Sagara… si mi ricordo di
te!sei il figlio minore di Keisuke Sagara il famoso avvocato!-
-Esatto!- esclamò rigido
come
un pezzo di legno
-Ah bene, bene. Conosco il tuo
onorato padre da molto tempo, ma non avevo ancora avuto
l’occasione di
conoscere uno dei suoi figli! portagli i miei saluti quando lo vedi!-
-Lo farò
senz’altro signor
Prefetto!- si inchinò
Il padre di Kaname si
intromise.
-Bene, adesso se ci vuole
scusare sig. Nishita..-
-Vada pure..-
I due uomini si allontanarono
e si diressero in un luogo più tranquillo dove il rumore
della musica non
impediva la conversazione.
-Signor Sagara lei per caso sa
dov’è mia figlia?-
-Ế al piano di sopra con sua
moglie, ma scenderà tra poco…-
-Mia moglie è con lei?-
Il giovane annuì.
-Allora è probabile che
non le
vedremo fino a domattina!- esclamò ridendo scherzosamente e
guardando il suo
antico orologio da taschino
Anche a Sousuke venne da
ridere.
-Forse ha ragione…-
rispose
ridacchiando e bloccandosi improvvisamente
-Che succede?-
Il ragazzo era rimasto
completamente rapito da ciò che gli si era presentato
davanti agli occhi.
Improvvisamente tra la folla fecero capolino le figure di due donne che
parlavano tra di loro. Si vedeva lontano un miglio che erano madre e
figlia ma
ciò che sconcertava era la bellezza di
quest’ultima.
-Kaname..-
Come è possibile che una
persona appaia ancora più bella dell’ultima che si
è vista? forse i suoi occhi
lo stavano ingannando forse stava cominciando a perdere l’uso
della ragione. O
forse no.
-Eccole finalmente!-
Sousuke neanche sentì le
parole
dell’uomo al suo fianco, tanto era incantato vedendola
avanzare nel suo
magnifico abito che ne metteva in risalto la femminilità.
-Signor Sagara è ancora
qui
con noi?
Non
più…pensò
ancora imbambolato
Quando Kaname gli giunse
davanti lui poté sentire il suo profumo fresco e pulito
circondarlo come in un
abbraccio.
-Che succede? perchè mi
guardi
così?- chiese lei sorridendo
-Scusa… è che
sei bellissima!-
La ragazza arrossendo
furiosamente disse che le sembrava strano che glielo dicesse soltanto
adesso,
dato che l’aveva già vista con
quell’abito. Sussurrando che per lui era come se
la vedesse per la prima volta, si chinò leggermente e le
fece il baciamano,
indugiando qualche istante di più sulla mano della giovane.
Si inchinò
rispettosamente davanti ai genitori di lei per poi offrirle il braccio.
Sorridendo, Kaname accettò e si diressero alla terrazza.
-I miei complimenti Akira: tua
figlia è veramente splendida. Se solo avessi avuto un figlio
maschio!- sospirò
un amico del padre di Kaname avvicinatosi a lui
-Ah si? beh sarebbe stato
inutile in ogni caso: ho già in mente dei progetti per lei!-
La moglie guardò
l’uomo con
sguardo di totale disapprovazione ma lui fece finta di non vedere.
Intanto sulla terrazza Sousuke
e Kaname stavano in silenzio ad osservare le stelle. Anche se, in
verità, solo
Kaname stava ammirando il cielo, poiché il ragazzo, senza
farsi vedere, non
aveva masi smesso di osservare lei. All’improvviso la vide
rabbrividire.
-Hai freddo?-
Kaname si voltò verso di
lui.
-No, sto benissimo!-
-Ma stai continuando a
rabbrividire…- con gesto da vero gentiluomo si tolse la
giacca e gliela adagiò
sulle spalle.
-Grazie!- sussurrò
imbarazzata
Sousuke continuò a
fissarla
estasiato.
-Sei bellissima…-
mormorò
rapito
Lentamente le guance di Kaname
assunsero un colorito rossastro e non sapendo cosa rispondere,
tornò a guardare
il cielo e si strinse di più nella giacca.
Sentì il proprio cuore
battere
ad un ritmo forsennato, a cui non era preparata.
-Il pudore è una delle
cose
che più apprezzo in te..-
-Smettila…-
mormorò ancora più
in imbarazzo chiudendo gli occhi
Quando si sentì sfiorare
la
guancia sinistra li riaprì di scatto e, voltandosi, vide
Sousuke accarezzarla
come in trance.
-Che-che stai facendo?- chiese
trattenendo il respiro
-Ti sto toccando.-
-Questo posso vederlo da sola,
ma perché lo stai facendo?-
-Non lo so-
Kaname tentò di
sdrammatizzare.
-Hai bevuto?- cercò di
cambiare argomento
-No, sono sobrio.-
Troppo imbarazzata per
l’atmosfera che si stava creando volse lo sguardo altrove.
-Forse, forse è meglio se
torniamo dentro!-
-Se vuoi farlo…- smise di
toccarla
Nel momento in cui lo vide
allontanarsi da lei si sentì strana.
-Aspetta!-
Lo fermò e gli si
parò
davanti.
Si fissarono intensamente
negli occhi l’un l’altra per un eternità
poi lo squillo del cellulare del
ragazzo li riportò bruscamente alla realtà.
Entrambi decisero che fu un bene
che le cose fossero andate così. Sousuke poggiò
una mano sulla vita della
ragazza e prese il cellulare dalla tasca della giacca.
-Dimmi Melissa..-
Sousuke ascoltò la cugina
in
silenzio, annuendo con il capo con un espressione seria dipinta in
volto.
-Ho capito. Ne riparliamo in
ufficio, buonanotte!- esclamò piuttosto freddamente
Rimase a fissare il cellulare
per un paio di secondi, poi lo infilò in giacca.
-Ế successo qualcosa?-
-Lavoro. Anche se oggi è
domenica per un poliziotto è sempre lunedì!-
Kaname annuì.
-Torniamo dentro?- chiese
sospirando
-Si… Kaname?-
La ragazza si fermò e si
voltò
a guardarlo.
-Che c’è?-
chiese vedendo che
lui non parlava
-No, niente. Andiamo.-
Kaname si tolse la giacca
dalle spalle e gliela porse.
-Grazie.-
La giovane non rispose ed
aprì
la porta finestra. Come lo fece furono investiti dalle note di un
valzer e
videro molte coppie che danzavano.
Sousuke, sorridendo
maliziosamente, la invitò a ballare e Kaname divertita
acconsentì.
-Sai ballare un valzer vero?-
-Sottovaluti le mie superbe
doti di ballerino?-
-Non oserei mai!
Il ragazzo allora la condusse
al centro della pista, dove poi cominciarono a danzare sotto gli occhi
di tutta
l’alta società di Tokyo.
-Akira, riguardo a quel
ragazzo..-
-Ti riferisci al signor
Sagara?-
-Lui. Non ti sembra che ci
tenga un po’ troppo a tua figlia?-
-Si, è già da
un pezzo che ho
questa sensazione ma non c’è da preoccuparsi!-
Nel frattempo mentre Kaname
volteggiava fra le braccia del suo cavaliere, guardò suo
padre che conversava
con due uomini con uno sguardo che lei conosceva bene.
Quando gli passò davanti
e
vide il suo interlocutore si sentì venire meno le forze.
Hyuga Masatami assieme al
padre!
Sousuke notò lo sguardo
di
panico che Kaname gli stava rivolgendo e si affrettò a
chiedere spiegazioni.
-Perché sembra che tu
abbia
appena visto un fantasma?-
-Portami via!- sussurrò
tremando
-Che ti succede?- chiese
allora preoccupato
-Ế qui!sapevo che avrebbe
approfittato dell’occasione per ritornare alla carica!-
-Ma di cosa stai parlando?-
Kaname scandì bene le
parole.
-Mio padre mi ha tenuto
nascosto di aver invitato i Masatami! padre e figlio!-
-Quel Masatami?-
La giovane annuì e lo
prego
ancor più intensamente di portarla via da
quell’assurda festa. L’uomo annuì e
non appena la musica terminò i due si separarono.
-Mi scusi signor
Chidori…- esclamò
Sousuke arrivando alle spalle di quest’ultimo
-Si?-
-Dobbiamo abbandonare
immediatamente la vostra festa. Purtroppo sua figlia si sente poco bene
e vuole
andarsene!-
L’uomo guardò
il ragazzo
accigliato.
-Non è necessario: le
faccio
preparare la sua vecchia camera!-
-Glielo ho detto anche io ma
sua figlia è, come dire..-
-Molto testarda! ecco
l’aggettivo che più le si addice! bah, e io che
speravo di… lasciamo stare!-
Sousuke si inchinò e
prima di
andarsene gettò un’occhiata al ragazzo che in
teoria avrebbe dovuto sposare
Kaname. A suo parere sembrava un individuo insignificante e sicuramente
era più
giovane di lui!
Patetico…
pensò
aprendo lo sportello alla ragazza
I due entrarono nella vettura
che li aveva accompagnati alla festa quando furono seduti
l’autista mise in
moto e partì.
La conversazione che
seguì non
fu delle migliori: Kaname continuava a chiedersi cosa avesse fatto di
male per
meritarsi un padre che non si curava minimamente dei suoi sentimenti,
mentre
Sousuke cercava di non pensare a quanto stava per succedere in terrazza.
Assorti com’erano nei
propri
pensieri non si accorsero del tempo che passava e quando se ne
accorsero erano
già tornati all’appartamento di lui.
Il ragazzo le consegnò le
chiavi nel frattempo che lui andava a riprendere Aki dalla signora del
piano di
sopra, così poteva cambiarsi d’abito.
Kaname entrò in casa e
senza
accendere la luce si diresse nella sua stanza provvisoria –
ormai conosceva
bene quell’appartamento – e vi entrò.
Stava per accendere la luce
quando improvvisamente due mani sbucarono dal nulla e le tapparono la
bocca,
impedendole di urlare…