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Autore: Oducchan    21/06/2008    4 recensioni
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Rinoa81, assistente amministratrice.

plic plic plic
Il cielo sta piangendo, fuori dalla finestra. Sento le gocce tamburellare lievi sul vetro, sul tetto, su ogni singolo oggetto presente all’esterno di questa casa.

non tutti possono vantare di avere un angelo custode. qualcuno, quando è solo e triste, deve accontentarsi di avere un demone a fare la guardia. solo che a certi demoni non va di stare in gabbia...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Sorpresa
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Your guardian demon

                             Your guardian demon

 

Plic plic plic

Il cielo sta piangendo, fuori dalla finestra. Sento le gocce tamburellare lievi sul vetro, sul tetto, su ogni singolo oggetto presente all’esterno di questa casa.

Plic plic plic

Il cielo sta piangendo, è possibile che sia l’unico a farti compagnia? Perché anche tu stai piangendo…

Plic plic plic

Singhiozzi disperati che ti scuotono, lacrime che scivolano dalle tue guance, singulti che non riesci a soffocare. Ah, non sai quanto mi da’ fastidio tutto questo….

 

Perché quel dolore che attanaglia il tuo cuore sono costretto a provarlo anch’io….

 

Tenti d’ignorarmi, stringendo forte i pugni al petto e piegandoti su te stesso, alla ricerca di un’inesistente protezione. Ma è inutile, piccolo umano dal cuore spezzato…

 

Perché piangi, piccolo?

Non sono affari tuoi

 

Non sai quanto ti sbagli, piccolo. Qualunque minima cosa riguardi te, di riflesso riguarda anche me. E considerando che al momento sono l’unico che si degna di ascoltarti…

 

i tuoi amici ti hanno ancora trattato a pesci in faccia?

Stai zitto. Zitto!

 

Ma è inutile che mi zittisci, cucciolo d’umano. Ormai ti conosco molto più di quanto non conosca anima viva, posso affermare di conoscerti addirittura meglio di me stesso.

 

Non è il caso di piangere per loro. Non ti meritano.

ZITTO!

 

Sei arrabbiato, e lo sento. Adoro quando ti arrabbi, piccolo mio, vorrei solo che tu lo facessi più spesso senza dover patire così tanto. Oh, vorrei davvero che la tua rabbia fosse senza sofferenza!

 

Non hai bisogno di loro. Hai pur sempre me.

Zitto…

 

Quel tuo cuoricino così pieno di buoni sentimenti sta patendo le pene dell’inferno, posso quasi sentirlo tremarti nel petto dalla sofferenza. C’è solo una cosa che io posso fare per aiutarti…

 

Lascia che io ti liberi

No! Mai!

 

Sei testardo e caparbio, perché non ti arrendi neppure quando ogni spiraglio di luce ti ha abbandonato. Hai tentato di uscire da quel cono d’ombra in cui il cinismo della tua gente ci aveva rinchiuso, ma non ce l’hai fatta. Ti disprezzano, e di te hanno paura…

 

Ti prometto che smetterai di soffrire

No, non voglio…

 

Credi di poter ancora risalire, di poter arrivare a sfiorare quel cielo a cui tanto aspiri, a quel rispetto che ti è sempre stato negato…ma in realtà stai precipitando, cucciolo, stai scivolando sempre più in basso e nessuno è disposto a sostenerti. Ci sono solo le mie braccia, giù nell’abisso pronte a prenderti…

 

Ti giuro che non proverai più dolore

Non, voglio, non voglio…

 

Tu ci speri. Speri ancora che qualcuno sia pronto a tenderti una mano per aiutarti…non c’è nessuno, piccolo mio. Nessuno verrà a consolarti, a stringerti tra le braccia, a sussurrarti che tutto va e andrà bene. Non c’è niente che vada bene, niente è mai andato bene, e non ci sarà mai niente che andrà bene. Ci saremo sempre io e te, non avrai nessun’altro tranne me al tuo fianco.

 

Non soffrirai più per qualcuno che non ti ama e non ti vuole…

Smettila!

 

Sei un bambino, piccolo. Sei solo un bambino disperato e solo; la tua mamma, non c’è; il tuo papà, non c’è; un tuo caro, un tuo parente, un qualcuno che di te si prenda cura, non c’è. Gli amici cosiddetti tali, neppure loro: non hanno capito quel che tu stai passando e quali sono le tue difficoltà, e si limitano a ricoprirti del loro livore. Dei tuoi sensei, neppure l’ombra: d’altronde, finché non stai male durante un allenamento o una missione, a loro cosa importa?

Sei solo. Con me

 

Non dovrai più fingere di essere qualcosa che non sei…

Basta!

 

So che hai paura, so che dentro di te sei lacerato. Provo anch’io quello che provi tu, e comprendo perfettamente che non è piacevole. Perché io comprendo che voglio qualcosa di diverso da tutta questa pena, voglio la libertà. Ma devi essere tua darmela. A darla a entrambi.

 

Arderai d’ira e potere, nessuno oserà più trattarti male, avrai il mondo ai tuoi piedi…

Smettila!

 

E ancora, ancora, ancora. Ancora opponi resistenza, ancora mi rifiuti, ancora tenti di ricacciarmi via. Però lo vedo, non hai mai smesso di piangere, hai il viso impiastricciato e quei tuoi occhi azzurro cielo sono colmi di un’immensa disperazione. Mi ricordi tuo padre, quando uccisi tua madre; piangeva anche lui, sai? Era forte, tuo padre, ma sono sicuro che tra qualche anno saresti diventato addirittura più forte di lui. Ma ora, ora sei solo un bambino…

 

So che lo vorresti, ma non ne hai il coraggio…

Ti prego, basta…

 

So tutto di te, conosco ogni tua più piccola sfumatura. Conosco la tua prima parola, il tuo primo passo, la prima tecnica imparata, la prima cotta, il primo volto che ti ha sorriso, la prima scazzottata, la prima missione, il primo bacio, il primo successo, ogni progresso.

Conosco ogni umiliazione, ogni ferita, ogni lacrima versata, ogni goccia di sangue spillata, ogni delusione, ogni parola cattiva, ogni bugia, ogni dolore, ogni schiaffo in faccia e ogni pugnalata al cuore.

Conosco ogni tuo  piccolo segreto, anche il più nascosto, conosco ogni tonalità del tuo carattere, conosco le tue preferenze e conosco ciò che non sopporti.

Convivo con te da anni, di te ormai so tutto; io sono l’unico che ti abbia mai visto crescere, che ti è sempre stato accanto, nel bene o nel male, volente o nolente…

Sono il tuo demone custode.

 

Non sarai più solo. Io non ti ho mai lasciato, e non ti lascerò mai. Mai.

….

 

E mentre ci guardiamo, iridi nelle iridi, azzurro nel rosso, le sbarre della mia prigione come unica cosa a dividerci, capisco come sia valsa la pena esserlo stato…

 

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La porta venne scossa da un frenetico bussare, ma nessuno si degnò di rispondere andando ad aprire. Stufa di aspettare, la visitatrice decise che era ora di agire: infilò le chiavi che aveva in dotazione nella toppa della serratura, le girò e spalancò la porta, entrando con circospezione furiosa nell’appartamento.

-naruto, si può sapere dove sei finito? Non sei venuto all’allenamento di oggi, ed è almeno un quarto d’ora che ti chiamo! Giuro che se è una delle…-

Si bloccò, e le parole le morirono in gola quando, entrata nella camera da letto, scorse un corpo raggomitolato contro la parete, seduto tra il caos assoluto. Sembrava che nella stanza fosse avvenuta una colluttazione.

-naruto?- chiamò ancora, preoccupata da quella strana rigidità; tuttavia si ritrasse subito, terrorizzata, non appena il giovane alzò il capo verso di lei: gli occhi rossi a pupilla verticale, i tre tagli sul viso più sfrangiati e accentuati, la bocca contorta in un ghigno che lasciava in mostra i canini appuntiti.

-Sakura Haruno, che piacere averti qui…-

“la voce” la giovane tremò “cos’è successo alla sua voce?”

-che…che diavo…- tacque, incespicando in un libro e cadendo malamente a terra. Il biondo rise, crudele.

-cosa mi è successo? Vuoi sapere cosa mi è successo? Ma niente, mia cara! Ho semplicemente fatto un patto con Naruto: io gli do il mio potere e la mia compagnia, lui rompe un certo sigillo-

Sakura tremò ancora, terrorizzata. Stava sognando, si disse; stava solo un sogno orribile da cui prima o poi  si sarebbe svegliata.

-no…no….NO! lascialo andare!-

-e perché dovrei farlo? Non dirmi che…ti stai preoccupando per lui?!?- con una risata gutturale, il biondo si rimise in piedi ravviandosi la zazzera –sarebbe così divertente!-

-non…non lo è affatto! Lascialo subito!-

-mia cara, dolce e stupida ragazza…lo è invece. Non ti sei mai curata di quel che lui provasse, perché ora dovrebbe interessarti quel che ha intenzione di fare? Forse perché sai che potresti morire? Povera piccola, egoista e stronza ragazzina…-

Mentre si avvicinava, Sakura tentava di allontanarsi gattonando verso la porta, ma non riuscì a sottrarsi in tempo quando si chinò su di lei afferrandole il mento con due dita dagli artigli abnormemente lunghi, tanto da graffiarle la pelle.

-gli hai spezzato il cuore- sibilò rabbioso –talmente tante volte da ridurlo in briciole. Ognuno di voi mocciosi lo ha fatto, eppure lui continuava a sorridervi, nascondendo il dolore che gli causavate sotto una patina di spacconeria. Te ne sei mai accorta? No. Qualcuno di voi se n’è mai accorto? No. E tu ora vai cianciando che lo devo lasciare andare? Io sono sempre stato l’unico che si è dovuto occupare di lui. Ho asciugato ogni singola lacrima che ha versato…direi che ora è arrivato il momento della mia riscossa, no?-

-ti prego…ti prego, lascialo andare. Lascialo- tra i singhiozzi, Sakura riusciva ad articolare solo quelle poche parole, troppo sconvolta per riuscire a dire o fare altro.

Il ragazzo rise, di nuovo, una risata fredda, da far gelare il sangue.

-davvero patetica…piuttosto, Haruno, dov’è il tuo ragazzo?-

-cos…?-

-andiamo, non fare la santarellina con me, lo so che avete preso l’abitudine di scopare assieme…dov’è l’Uchiha? Era con te…chiamalo, stupida, sciocca Sakura. Chiamalo-

-sono qui- due mani forti la afferrarono saldamente per le spalle, sostenendola e rialzandola. La voce, fredda e tagliente, non riuscì a rincuorarla, ma le diede un briciolo di speranza.

“sasuke sistemerà tutto. Sasuke deve sistemare tutto” si disse “o Naruto…”

-cosa vuoi da me?-

Il ghigno si schiuse, facendo schioccare la lingua contro i denti affilati in un gesto di pura enfasi

-sasuke Uchiha…tu, tu più di tutti ho bramato di punire dalla mia cella. Altro che correrti dietro implorandoti di tornare, altro che tutti quegli insulti sopportati pazientemente! L’unica cosa che tu e la tua genìa meritate davvero è di morire soffocati nel vostro stesso sangue!-

Il moro vibrò lievemente, colpito da quelle parole, ma tenne duro, costringendo la compagna a piegare il viso contro la sua spalla in un gesto protettivo che la lasciò basita.

-credi che ciò che dici possa in qualche modo infastidirmi? Tu sei solo un mostro arrabbiato con il mondo, non sei naruto-

-dici?- il ragazzo rise, incrociando le braccia al petto –io e Naruto stiamo diventando una cosa sola, mio caro. Abbiamo condiviso da diciassette anni il corpo, tra poco lo faremo anche con la mente. Un’affare per entrambi- gli si avvicinò lascivo, ringhiandogli a pochi centimetri dal naso –se lo vedessi ora, Uchiha…è proprio qui, davanti al cancello che mi tiene prigioniero, il tuo caro, carissimo amico che tanto si è dannato per te e che tu nemmeno ti sei sforzato di comprendere. E sta piangendo, come ha fatto negli ultimi tre giorni, ma ormai le sue sono lacrime di gioia. Sa che sto per liberarlo, il sigillo è sempre più vicino alle sue dita…-

Sasuke si trasse indietro, furioso, trascinando con sé anche una Sakura singhiozzante

-che gli hai fatto, mostro?-

-io? Io gli ho proposto un’accordo, e lui ha accettato. Sai che ti dico…vediamo se ci credi, se a dirtelo è lui stesso-

I due giovani rabbrividirono quando il biondo si ritrasse, piegandosi su se stesso urlando. Una discreta quantità di chakra rosso fuoco lo avvolse per poi confluire allo stomaco e sparire; cadde in ginocchio, comprimendosi le tempie tra le mani, mentre denti e unghie tornavano normali

-Naruto!- Sakura si sciolse dalla presa del moro, facendo per gettarsi verso l’altro amico, ma si fermò a metà strada portandosi le mani alla bocca, sotto shock. Da sotto i ciuffi di capelli e le dita contratte, infatti, le iridi turchesi fissavano entrambi con un risentimento smisurato nei loro confronti che mai avevano visto esprimere dal loro comune amico.

-Naruto…-gemette sakura, lasciandosi cadere di nuovo a terra –perché?-

Le mani del biondo, tremando, si allontanarono dal volto per stringersi in pugni contratti di furia

-perché?- ringhiò –PERCHÉ?!? Io vi odio, vi odio, VI ODIO! Siete sempre così pieni di voi, superiori, perfetti, per curarvi se gli altri stanno male. Voi vi siete sempre sbattuti di quel che provassi io ogni volta che mi trattavate come una pezza da calpestare liberamente. Odio te, sakura, perché non ti sei mai minimamente degnata di provare a considerarmi alla tua altezza, perché hai sempre preteso che ascoltassi le tue cazzate senza preoccuparti se io avessi bisogno di aiuto e perché mi hai sempre fatto soffrire trattandomi come un’idiota. E per quanto riguarda te, Sasuke…oh, le parole sarebbero sprecate per descrivere quel che mi hai fatto-

Sasuke si morse le labbra, abbassando lo sguardo non essendo in grado di ribattere adeguatamente. Sapeva che Naruto aveva ragione, e le cose ora erano definitivamente degenerate tra loro; avrebbe dovuto trovare una soluzione, escogitare un piano per evitare l’irreparabile, ma non riuscì a far altro che allungarsi per stringere a sé una Sakura ormai totalmente preda della disperazione

-naruto, qualunque cosa accada…mi dispiace. Davvero-

-no, non ti dispiace affatto. Dici questo solo perché stai per morire. Sei davvero un codardo, Sasuke-

-Naruto! Non lo fare!-

Ma l’urlo della giovane andò sprecato, coperto dalla risata glaciale di Kyuuby emesso dalle labbra del biondo.

-siete ridicoli, mocciosi, davvero. Ma ora, se volete scusarmi, ho altro a cui pensare, è arrivato il momento. Addio, miei cari!-

Ci fu uno schiocco. Il chakra rosso, intenso come una fiamma, lo avvolse totalmente, disegnandogli attorno al corpo delle zampe e delle orecchie volpine, poi si raccolse verso i fianchi a formare una coda, poi un’altra, un’altra ancora…

Sasuke riuscì a contarne sei, mentre il terrore gli ghiacciava le vene alla vista di come il corpo dell’amico stesse cambiando, diventando gradualmente nero pece per la combustione dei tessuti; poi…il calore era forte, tremendamente elevato, troppo per continuare a restare coscienti. Il moro riuscì a stringere a sé l’amica in un ultimo tentativo di proteggerla, e la casa andò a fuoco, la concentrazione di energia la fece saltare in aria.

E tutto divenne nero.

 

Konoha si svegliò di soprassalto: il suo incubo più antico era tornato, poiché il sacrificio dello Yondaime Hokage era andato perduto insieme alla sua eredità.

Un corpo di forma volpina, avvolto da fuoco e fiamme, alle cui spalle di agitavano avvolgendosi in spire nove code possenti, tirò indietro il capo ululando al cielo, incurante dei corpi carbonizzati accanto a lui.

 

Sei con me, cucciolo. Non sarai più solo, nessuno ti farà soffrire, perché io veglierò su di te.

Sono il tuo demone custode.

 

 

 

 

 

Bwahahaha! Sono davvero stata molto maligna con i nostri fanciulli! Niente lieto fine in questa storia, nessuno salva il piccolo Naruto e Konoha, no. Kyuuby imperat! Probabilmente quando ho scritto questa cosa ce l’avevo a mote con l’universo.

Piccola nota: ho tentato di dare ai discorsi della nostra volpe un’intonazione maschile, perché tecnicamente sono dell’idea che i demoni siano dei bei maschietti…solo che ha volte la cosa mi è un po’ sfuggita di mano, sembra una mamma che parla del suo bambino…0_0

E per finire: tutta la manfrinata che Kyuuby ha rifilato a Naruto è vera, solo su una cosa ha sbagliato: Sasuke e Sakura non vanno a letto assieme…mi dispiace per i fan della coppia, ma a me fanno letteralmente rabbrividire! L’atteggiamento di sakè è forse troppo protettivo, sì, però…

E poi sì, Sasuke è tornato. Come, non è dato saperlo ^^

A presto, ragazzi. Besos. Hasta la vista!

Vostra wolvie

 

 

 

   
 
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