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Autore: DDimples    22/02/2014    2 recensioni
-In ogni caso, io so dov’è Hargeon, e potrei accompagnarti.-
-No grazie, non mi serve l’aiuto di un narcisista dai capelli rosa.-
Il ragazzo mi fissò con i suoi grandi occhi scuri, in maniera così intensa che mi fece venire i brividi. Era vestito con un gilet a maniche corte completamente sbottonato sul davanti, pantaloni corti e degli strani sandali. Ma la cosa più fuori luogo era la sciarpa bianca che portava al collo.
[I nomi dei personaggi che appaiono qui sotto sono inseriti in ordine alfabetico e non in ordine di importanza nella storia]
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Erza Scarlet, Gray Fullbuster, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una ragazza dai capelli rosso scarlatto si fece avanti, senza nemmeno considerarmi, teneva gli occhi puntati sul ragazzo dai capelli scuri. Era alta, indossava degli stivali ed una corta gonna blu, mentre nella parte superiore del corpo indossava un’armatura. Aveva due grandi occhi marroni, e oggettivamente, nel complesso, il suo viso era bellissimo.
-Ma dov’eri finito?- Disse rivolta al ragazzo.
-Non mi pare che siano affari tuoi.- Rispose lui continuando a tenersi la mano sulla ferita.
-Come hai fatto a conciarti in quel modo?-
-Uno stronzo mi ha pugnalato da dietro.-
-E per quale motivo?-
-Perché gli ho tirato un cazzotto, e perché evidentemente mi mettevo nel mezzo fra lui e la sua preda!-
-La sua preda?-
-Lei.- Il ragazzo mi indicò con un cenno della testa, poi, mentre la ragazza mi stava cominciando a studiare, perse completamente le forze e cadde in avanti e la ragazza si affrettò a riprenderlo prima che toccasse terra.
-Bene, lui lo prendo io!- La ragazza fece per sparire, poi mi osservò attentamente. –Tu hai bisogno di qualcosa? Vedo che il tuo braccio è messo male, vuoi che ti accompagni all’ospedale?-
-Oh, no, no…grazie! Preoccupati per lui, è messo peggio di me!-
-Fidati, ha passato di peggio, non gli succederà niente.-
-Beh, in ogni caso è meglio se viene curato. Io posso cavarmela.-
-Sei di qui?-
-No, ma…-
-Hai un posto dove stare?-
-Beh…devo cercarlo ma, non preoccuparti, troverò qualcosa!-
-Sicura, altrimenti…-
-No, no grazie! Voglio arrangiarmi da sola. È una mia sfida personale questa, ti chiederei di non intralciarla.-
-Bene, allora in bocca al lupo per la tua sfida personale. Vedrai che prima o poi ci rincontreremo, se hai intenzione di fermarti qui. Comunque più vanti si trova una città che si chiama Magnolia. Non è per niente lontana, e per certi aspetti, è meglio di questa. È meno pericolosa e più ospitale.-
-Grazie dei suggerimenti, li seguirò!- Dissi sorridendo, e aspettando di salutarla con la mano mentre girava l’angolo. Ma non girò l’angolo, scomparve lì sul posto, in pochi istanti, lasciandomi di stucco. Allora era una maga?!
 
Non so come, ma riuscii a raggiungere l’ospedale. Più che altro mi trascinai, fino all’ospedale. Dopo che mi ebbero ingessato il braccio avrebbero preferito trattenermi lì anche la notte, ma dissi di stare bene e che avrei preferito tornarmene a casa. Anche se casa non ce l’avevo. Mi incamminai verso Magnolia, dopo aver mangiato un po’, e in poco tempo, nel primo pomeriggio la raggiunsi. Cominciai a cercare qualche annuncio di qualche casa che affittavano, qualche appartamento, monolocale, qualsiasi cosa, bastava che ci fosse un letto! Ero talmente stanca che facevo fatica a tenere gli occhi aperti, ma strinsi i denti e continuai a cercare. Per fortuna divina trovai un appartamento a settantamila jewel, e decisi, dopo averlo visto, che era un prezzo più che ragionevole.
Non esitai a prepararmi un bagno di acqua calda, e mi ci immersi fino al mento, mentre nella mia testa continuavano a scorrere immagini di tutta quella interminabile giornata. Sopratutto pensavo a quel ragazzo che mi aveva salvato, rischiando la sua vita, ed era stato anche ferito. Mi sentii tremendamente in colpa. E poi... Quella ragazza dai capelli rossi...con un modo di avanzare deciso, sembrava non potesse mai dubitare di sé, e desiderai tanto essere come lei. Era matura, bella, e sapeva farsi rispettare. Insomma, fra una storia e l'altra, passai quasi due ore dentro quella vasca di acqua bollente, che alla fine era tutt'altro che calda. Mi asciugai con tutta la tranquillità del mondo e mi infilai il mio pigiama rosa. Non me ne importava un accidente se erano le sette di sera. Ero così distrutta che avevo già deciso che non avrei cenato. Mi sdraiai sul letto sfogliando le pagine del mio libro ancora in fase di lavoro, e mentre ero con la penna in mano pronta a scrivere due righe, le mie palpebre si fecero pesanti, e crollai addormentata con la faccia sui fogli.
 
-Dannazione, no!- Una voce femminile mi svegliò dal mio sonno. Scattai subito a sedere, portandomi dietro due o tre fogli. Cercai di capire da dove veniva quella voce,e mi resi conto che veniva da fuori. Andai verso la finestra, mentre mi staccavo i fogli ancora appiccicati alla faccia, che per la mia felicità mi avevano lasciato una guancia completamente nera. Guardai fuori. La prima cosa che mi colpì furono i raggi del sole, che quasi mi accecarono, e poi pian piano, cominciai anche a mettere a fuoco tutte le altre cose.
Vidi una giovane donna, probabilmente quella che aveva appena parlato, dai capelli castani, con indosso un costosissimo abito. Era molto simile a quelli che mio padre mi faceva sempre indossare, per questo riconobbi subito il suo valore. La donna era arrabbiata e stava sbraitando, per quanto una donna dell’alta società potesse permetterselo.
-Si rende conto di cosa ha fatto?- La donna inveiva contro una figura incappucciata, che aveva un arco ed una faretra piena di frecce nere, e teneva al guinzaglio un mastino napoletano. Il cane, del tutto a suo agio con un metro di bava che gli colava dalla bocca, aveva l’aria di essersi appena svegliato, e si guardava annoiato intorno, senza muovere nemmeno un muscolo.
-Sono spiacente…- Rispose la figura incappucciata, che dalla voce capì che era un ragazzo. –Non l’avevo vista, e probabilmente, nemmeno il mio cane l’aveva notata.-
-Uff…si certo! Fatto sta che questo è un vestito costosissimo! E me lo ritrovo coperto di bava di cane!-
-Come le ho già detto le porgo tutte le mie scuse, sarei lieto se le accettasse.-
-Oh, accetterò le scuse, ma non bastano! Lavare questo vestito costa caro, e lei mi dovrà pagare!-
-Non ho molti soldi con me…- Il ragazzo continuava a mantenere la calma, e sotto sotto, aveva una nota d’ironia, come se stesse sogghignando.
-Non m’interessa! Non mi costringa ad andare a cercare le autorità locali.-
Il ragazzo, del tutto tranquillo le si avvicinò, quasi volesse confidargli un segreto, e dall’alto intravidi che sorrideva, mentre sotto il suo ghigno, nel mento, appariva una cicatrice ad “x”.
-Adesso sta facendo un po’ troppo casino…per un po’ di bava di cane.- Mise una mano, coperta da un guanto, davanti alla faccia della donna, e in pochi istanti, questa diventò pallidissima, per poi cadere a terra e non muoversi più.
Mi sentii gelare il sangue. Avevo appena assistito ad un omicidio. Quel ragazzo misterioso fece per alzare la testa, probabilmente si sentiva osservato. Con uno scatto mi ritirai dalla finestra, con il cuore che mi batteva forte in gola, sperando che non mi avesse notata. Aspettai qualche minuto, cercando di riportare il battito alla normalità, anche se dopo quello che avevo visto era impossibile. Dopo un po’ mi riavvicinai cautamente alla finestra, e vidi che il ragazzo era sparito. Decisi che era meglio scendere e cercare aiuto, con la speranza che la donna non fosse proprio morta. Magari era vicino alla morte ma era ancora salvabile. Mi vestii alla velocità della luce e poi raggiunsi la porta. Lentamente, e dico molto, ma molto lentamente aprì un po’ la porta, per controllare che il tizio misterioso non ci fosse più veramente, e per fortuna, mi accorsi che non c’era. Tutta tremante mi avvicinai alla donna, bianca come un lenzuolo. Oddio. Era morta. Mi avvicinai il più possibile a lei in cerca di un qualche battito, ma tutto taceva. Era una visione orribile. Era una cosa terribile. Chi era quell’uomo? Come aveva fatto? E io cosa veri fatto? La risposta alla mia ultima domanda, arrivò velocemente. Oh anche troppo velocemente!
-Bene, bene…colta con le mani nel sacco!- L’uomo che era apparso davanti a me aveva lo stesso sguardo dell’investigatore che mi aveva dato la caccia il giorno prima, solo che era più giovane. Ma era lui, il suo assistente, quello che sfortunatamente, quella sera, non era voluto tornare a casa presto, ed aveva visto la mia foto. Il problema, però, adesso era un altro. –Non sei una semplice ragazzina scappata di casa, sei pure un’assassina!-
-No!-Scattai in piedi, allontanandomi dal corpo, come se volessi allontanarmi da tutta questa incasinata storia. –No, si sbaglia! Io ho visto dalla finestra di casa mia l’omicidio! Non sono coinvolta…l’assassino era…un tipo con un cappuccio, un tipo veramente strano!-
-Si, certamente, dicono tutti così…-
-Ma no! Le sto dicendo la verità! Indossava un mantello verde scuro, con un cappuccio, aveva un arco ed una faretra con delle frecce nere…e poi vediamo…una cicatrice sul mento! Una cicatrice ad “x”! E poi teneva al guinzaglio un mastino napoletano, un cane grande, grigio…-
-So cos’è un mastino napoletano, ma non è quello il punto. Il punto, è che sei stata colta nella scena del delitto, e questa è una scusa più che sufficiente per sbatterti in cella! Così finalmente potrò vendicarmi di quello che hai fatto al mio capo!- Disse tirando fuori un paio di manette e avvicinandosi a me in corsa.
-Non si avvicini nemmeno!- Gli urlai mirando un calcio dritto nei gioielli di famiglia. Colpito e affondato! L’assistente crollò a terra pietosamente. Lezione numero uno: Mirate ai gioielli di famiglia, e anche l’uomo più potente del mondo crollerà. Non importa quale uomo ti trovi davanti. Tu mira lì!
Cominciai a correre il più lontano possibile, mentre quello, ancora agonizzava a terra. Corsi velocemente, stringendo i pugni, come se potesse essere la soluzione giusta per cancellare le cose. Quell’investigatore avrebbe parlato. In poco tempo sarei stata pure ricercata per omicidio. Ma come mi ero cacciata in un guaio così?
Raggiunsi un prato, un po’ più isolato dalla città, dove non passava un’anima viva. Forse perché ancora era presto. Cominciai a calciare sassi, arrabbiatissima. Era tutta colpa di mio padre! Perché?! Perché doveva rovinare sempre tutto?! Essere spregevole! Se fosse rimasto nel suo io avrei potuto vivere tranquillamente, invece mi ritrovavo con un braccio rotto, accusata di omicidi, e braccata in ogni dove. Magari sarei anche potuta tornare da lui a dirgli come stavano le cose, o scrivergli una lettera, avrei potuto farlo, certo! Ma in quel momento decisi che con me aveva chiuso. Non sarei mai potuta tornare da mio padre. Ormai le cose stavano così, avevo preso la decisione di scappare di casa e dovevo accettare le conseguenze e prendermi le mie responsabilità. Ma perché aveva fatto questo? Perché aveva ingaggiato perfino un investigatore? Perché a me non poteva mai andare bene niente, ecco!
Tutto il nervosismo che avevo mi stava tornando in su e provocando dolore allo stomaco, e mi accorsi che in qualche modo avrei dovuto buttarlo fuori. Mi accertai che non ci fosse nessuno intorno a me, mi tolsi le mani dai capelli (Che altrimenti dalla rabbia me li sarei strappati), alzai le braccia al cielo e urlai.
Cercai di buttar fuori tutta la mia ansia, paura, preoccupazione, arrabbiatura, e qualsiasi altro sentimento che m’impedisse di stare bene.
Mi sentii meglio, più leggere, più libera. Ma, purtroppo, fu un gesto davvero idiota. Mi pentii troppo tardi di ciò che avevo fatto.
Sentii un CLANG metallico alle mie braccia e poi una voce disgustosa che mi sibilava nell’orecchio.
-Grazie per aver urlato. È stato facile rintracciarti. Sai, sei molto stupida, per essere una Heartphilia!-
 
 
 







Yeeeees, I'm here! Questo è il terzo capitolo. Non siate ansiosi di vedere i membri della gilda, tutto a tempo debito. E poi vedrete che dal prossimo capitolo... things will change! Ok, smetto di far finta di sapere l'inglese.
Forse questo capitolo come stile non si addice molto a Fairy Tail, ma mi andava di incasinare un po' la storia, e così ho fatto. Qualcosa in più è sempre meglio di qualcosa in meno, no?
Bene, ho parlato troppo. Grazie in anticipo a chi recensirà. 
Au revoir! (Adesso fai pure finta di sapere il francese? -.-')


 
  
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