Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: flavyy01    22/02/2014    3 recensioni
-Senti Louis, se le cose dovessero andare per il verso storto, ricorda che io ti amo e che, anche da su in cielo, continuerò a farlo-
Una lacrima gli rigò il volto.
Il venticinquenne di Doncaster era troppo, troppo preoccupato.
-Le cose non possono andare storte, Harry, tu non mi perderai, se morirai, io lo farò con te-
Genere: Drammatico, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Questa one shot è dedicata alla mia amica, Francesca. È grazie a lei, che io, principalmente autrice di storie Het, sono qui, a scrivere, una storia slash. Lei, dandomi consigli e sostenendomi, mi ha aiutato molto. Spero che la storia vi piaccia, è la seconda  che scrivo, abbiate pietà. Quindi nulla, vi lascio. Buona lettura!"
 
Ti Ho Perso, Per Sempre.
 
Harry sapeva che quel giorno sarebbe stato diverso.
Non si immaginava, però, che non avrebbe più potuto rivedere il suo Louis.
L’undici settembre duemilauno, tutti i loro sogni si infransero.
 
***
 
-Ore: otto e quaranta-
Harry quella mattina era uscito molto presto, un’altra giornata di lavoro lo aspettava. Camminando per le strade di New York notò una grande agitazione popolare, sembrava stesse per succedere qualcosa, ma che cosa? Harry non lo riusciva a capire, in effetti, sentiva che quella giornata –tanto innocente come poteva sembrare- si sarebbe rivelata –dopo circa qualche minuto- catastrofica.
La preoccupazione era fin troppa, infatti, fu proprio questo che spinse il ragazzo vestito in divisa a velocizzare il passo per arrivare il prima possibile in ufficio.
Harry Edward Styles, di professione poliziotto, era felicemente fidanzato con Louis William Tomlinson. La sua vita era favolosa: appartamento al terzo piano in un grattacielo della città, benestante, con tanti amici ed una famiglia molto affettuosa.
Aveva deciso di vivere la sua vita amorosa insieme a Louis, circa cinque anni fa, quando si conobbero.
Erano in un pub, Harry era seduto al bancone e Louis gli serviva una bibita all’arancia con tanto di scorza di limone.
Il loro fu amore a prima vista, infatti, dopo neanche dieci minuti di chiacchere e risate, erano finiti ad amoreggiare. Chi sa, forse erano destinati.
Ritornando al presente, l’agente Styles era sul posto di lavoro quando si sentì un fortissimo scossone.
 
 
-Ore: otto e quarantasei-
Un aereo era stato dirottato verso la prima torre e l’aveva colpita.
Harry guardava spaventato quello che stava accadendo dal suo ufficio insieme ai suoi colleghi. Persone ferite, macerie, fumo e tanto spavento avevano invaso la città. In una frazione di secondo il sergente Smith aveva chiamato a rapporto tutti i soldati, compreso il riccio ventitreenne.
-Soldati, come potete vedere è stata attaccata la torre nord, dobbiamo fare qualcosa. Un aereo si è schiantato contro l’edificio, già abbiamo mandato una pattuglia a soccorrere le poche persone –si spera- ancora vive. Chi se la sente di venire con me per far evacuare la seconda torre? Se dovessero attaccare anche questa, almeno qualche essere umano si salverà.-
Harry non ci pensò un secondo. Avrebbe salvato le vite di uomini, donne e bambini innocenti, anche a costo di morire.
-Io ci sto.- Il giovane fece un passo in avanti.
Fu seguito a ruota da circa venti soldati che avevano le sue stesse ambizioni.
Nel mentre, Louis, svegliato dal forte scossone provocato dall’attentato, si affacciò alla finestra con la speranza di riuscire a vedere qualcosa. Merda, non vedeva niente.
Decise di accendere il televisore per saperne di più.
"La torre nord è stata attaccata, una pattuglia è già stata mandata all’interno della seconda torre in caso di un altro attentato. Stanno cadendo macerie da tutte le parti che stanno uccidendo numerose persone. Questo è tutto, appena avremo notizie ci ricollegheremo."
A Louis gli si gelò il sangue.
Sapeva che Harry era lì, sapeva che Harry si sarebbe sacrificato per i cittadini.
Louis non ci pensò due volte, prese il telefono e compose il numero del suo amato con gli occhi lucidi per il pianto che avrebbe sfogato se Harry non gli avrebbe risposto.
*tu, tu, tu*
-pronto!- esclama il riccio mentre è sul pullman che lo sta portando sul campo di battaglia.
-Amore! Sei ancora vivo! Dio mio, grazie al cielo- confessa Louis mangiandosi l’unghia dell’indice sinistro.
-Louis, non voglio mentirti, come avrai già sentito al telegiornale una pattuglia si sta recando alla torre due per fare un evacuazione, beh vedi, io faccio parte della squadra- gli occhi di Louis si stavano facendo sempre più rossi dal pianto che tratteneva, ormai, da troppo tempo.
-Lo immaginavo- rispose freddamente il ragazzo che, ora, si stava divorando l’unghia del pollice.
-Senti Louis, se le cose dovessero andare per il verso storto, ricorda che io ti amo e che, anche da su in cielo, continuerò a farlo-
Una lacrima gli rigò il volto.
Il venticinquenne di Doncaster era troppo, troppo preoccupato.
-Le cose non possono andare storte, Harry, tu non mi perderai, se morirai, io lo farò con te-
La telefonata finì.
Senza una risposta da parte di Harry all’ultima frase pronunciata dal ragazzo disperato, Louis si rannicchiò al muro e scoppiò in un pianto disperato, che liberò tutte le lacrime trattenute per non mostrarsi debole.
 
-Ore: otto e cinquantotto-
Harry e i suoi compagni entrarono nell’edificio, piano piano, fecero evacuare le persone che si trovavano lì.
Louis, intanto, trovò il coraggio per alzarsi ed andare a riaccendere la televisione.
"ci informano che la squadra d’azione è entrata all’interno dell’edifico. C’è ancora una speranza per tutti!"
Il ragazzo si sentì sollevato, con le parole della giornalista, assicuravano che non sarebbe successo nient’altro, giusto?
 
-Ore: nove e tre-
Harry era orgoglioso del lavoro appena svolto.
Si sentiva sollevato, felice.
Nel momento in cui tentarono l’uscita, però, si sentì un grande scossone, quasi come un terremoto.
Anche la seconda torre era stata attaccata.
Il giovane Styles stava vivendo quella tragica situazione in prima persona.
Nel giro di qualche secondo, lui, il sergente e uno dei suoi compagni si ritrovarono sotto un cumolo di macerie.
Macerie, pietre e fuoco avevano sepolto tre dei trentaquattro volontari che si erano offerti per salvare la vita di mille e più persone.
"Vi informiamo che, purtroppo anche la torre due è stata colpita.
I compagni che sono riusciti a uscire hanno confermato di essere trentuno, solamente tre agenti sono rimasti lì dento, non si sa se vivi o se morti.
I loro nomi sono David Smith, Jim Roney e Harry Styles."
Le notizie fecero fermare il cuore di Louis.
Harry non doveva morire, non poteva.
 
-Ore: nove e quattordici-
Harry era sepolto da cumuli di macerie.
Perché questo destino crudele era toccato proprio a lui?
Il riccio era completamente bloccato, non riusciva a muoversi. Un grande masso schiacciava le sue magre gambe, un palo gli aveva immobilizzato il busto, la sua faccia era mal ridotta, colma di graffi e sangue che colava.
Non si riconosceva più.
Harry sarebbe morto.
Louis era ancora a casa. Piangeva, si disperava senza, però, fare niente per il suo amato.
Le parole sentite in televisione avevano spiazzato Louis.
Come avrebbe fatto senza Harry al suo fianco?
Come sarebbe andato avanti?
Come avrebbe passato il resto della sua vita?
Decise di vestirsi e di uscire.
Voleva andare nell’ufficio dove lavorava Harry per saperne di più, ma soprattutto per riuscire a salvarlo.
Camminava a testa bassa, fissava l’asfalto rovente.
Ogni tanto si degnava di dare uno sguardo al resto della metropoli, persone in lacrime, persone ferite, persone arrabbiate erano, ormai, l’unico sfondo della città di New York.
Le lacrime rigavano il volto del moro che camminava a passo veloce. Voleva che tutto questo fosse un sogno, voleva che questo incubo finisse.
Intanto, Harry, cominciò a pensare a tutti i bei momenti passati con Louis, voleva ricordarli prima di morire.
#FlashBack
-una bibita all’arancia per favore- queste sono le parole pronunciate dal riccio diciottenne seduto al bancone.
-subito- Louis ancora non aveva visto chi era l’individuo che aveva orinato quella vivanda.
Harry era vestito con dei jeans neri attillatissimi, una maglietta a maniche corte bianca e delle converse bianche. Gli occhi li aveva contornati con una matita nera, i capelli cadevano sulla sua fronte in una maniera talmente sexy da farlo sembrare uno dei modelli delle riviste.
-ecco a te la bibita, ti ho aggiunto anche una scorza di limone- Louis sorrise dopo aver servito da bere al giovane.
Si guardarono negli occhi, rimasero così per qualche secondo.
-grazie- rispose Harry accennando un sorriso.
Le fossette.
Il più piccolo aveva le fossette.
Louis aveva un debole per quella piccole incavature situate nelle guance.
-non c’è di che- Louis stava per andare a lavare quattro bicchieri lasciati sul bancone da ragazzi non molto stabili.
-aspetta!- urlò Harry.
-sì?- chiese Louis.
-non mi hai detto quanto ti devo-.
-non ti preoccupare, offre la casa- il ventenne dietro al bancone sorrise per poi girarsi.
-come ti chiami?- chiese il riccio.
-Louis, tu?-.
-Harry-.
Continuarono a parlare del più e del meno fino a quando Harry non si avvicinò a lui e lo baciò.
Era nato un nuovo amore.
Il loro amore.
#FineFlashBack
Harry cominciò a piangere. Le lacrime, ormai, erano mischiate con il sangue cosparso sulla sua faccia.
Louis, finalmente, arrivò in ufficio. Tutti i poliziotti, reduci dall’evacuazione compiuta, erano pietrificati, non riuscivano ancora a credere a quello che gli era capitato.
-ditemi che lo tirerete fuori!- il ragazzo con il volto pieno di lacrime, urlò queste parole e sbatte una mano sulla scrivania di Harry.
Si incanta da una foto situata sul tavolo.
Sono loro due, Louis rammenda quando l’hanno scattata.
#FlashBack
Era il tredici giugno millenovecentonovantotto quando si fecero scattare questa fotografia.
Erano a Madrid per passare le vacanze insieme, avevano deciso di fare questo viaggio da tanto tempo.
-dai Hazza andiamo al mare!- propose Louis.
-va bene, però, prima, dimmi una cosa-. Il riccio si avvicinò a lui.
-cosa?- si presero le mani.
-tu mi ami?- Harry piegò un po’ la testa.
-come non potrei? Tu sei il mio tutto, senza di te non saprei vivere, incontrarti mi ha salvato la vita- si baciarono.
Tu, invece? Mi ami?- aggiunse, sempre, Louis.
-sì, come potrei dire no? Quello che hai detto tu vale anche per me- Harry lo baciò, di nuovo.
-mi abbracci?- chiese Louis aprendo le braccia.
-fino a farti male, amore mio-.
Dopo l’abbraccio presero le cose e uscirono.
Il mare non distava molto, saranno stati circa 70 metri.
Appena arrivati, posarono le cose sotto l’ombrellone e si levarono i vestiti, rimanendo in costume.
-dai Lou! Andiamo a fare il bagno!-.
-aspetta! Prima voglio farmi una foto con te!- disse Louis.
Fermò una signora.
-scusi, ci può fare una foto?- chiese.
-certamente-.
La foto era bellissima, non perché erano al mare, ma perché c’erano loro, i quali mostravano che si amavano veramente.
#FineFlashBack
 -Louis! Louis! Mi senti?- la voce di Derek, il migliore amico di Harry, aveva un tono pungente.
-Sì! Sì! Ti sento!- Louis si asciugò le lacrime che erano uscite dai suoi occhi color ghiaccio.
-Harry si salverà! Stai tranquillo! Hanno già mandato i rinforzi a soccorrerli- cercò di rassicurarlo.
-Derek, se Harry muore, lo farò anche io. Fanculo a tutti!- Louis era arrabbiato, perché tutto questo era successo proprio a lui?
 
-Ore: diciassette e quarantadue-
Louis era davanti alla catastrofe.
Cominciò a pensare che, in mezzo a tutto quello, c’era il suo amato.
Harry, sentiva che, da un momento all’altro, avrebbe finito di vivere.
-qualcuno mi sente? Sono intrappolato! Voglio uscire! Voglio andare da Louis! Vogli dirgli per l’ultima volta che lo amo!- Harry ricominciò a piangere.
Ormai, respirava a fatica, gli faceva male il busto, le gambe, non ce la faceva più.
Nessuna risposta. I soccorsi dov’erano?
-qualcuno mi sente?- urlò ancora più forte.
Ancora nessuno.
Il riccio era sfinito. Chiuse gli occhi, aveva bisogni di riposarsi. Chiudendoli, però, finì per non risvegliarsi più. Harry Edward Styles era morto.
 
-Ore: diciannove e dieci-
Erano passate circa due ore da quando il cuore di Harry aveva smesso di battere.
 Louis ancora non sapeva niente, era rimasto, per tutto questo tempo, ad un muretto fumando e bevendo una birra, osservando il disastro che seppelliva Harry.
I soccorsi, finalmente, avevano individuato il corpo -ormai morto-  del ricciolino.
Lo presero e lo caricarono su una barella; gli altri due, il sergente e il collega, erano dati per dispersi.
Louis, intanto, vide diversi individui uscire da quel cumulo di macerie portando una barella.
Cominciò a correre incontro alla squadra d’azione.
-Lei chi è?- chiese uno dei sette uomini.
-Louis Tomlinson, il compagno di Harry Styles. Lui dov’è?- disse Louis.
-mi dispiace tanto- l’uomo gli mostrò il corpo senza vita di Harry.
Louis iniziò a piangere, non la smetteva.
Si accasciò su Harry, continuava a versare lacrime.
-ti ho perso, per sempre- Louis sussurrò queste parole ad Harry.
Il viso del riccio era pieno di sangue, le labbra erano gonfie e piene di tagli, era irriconoscibile.
Louis corse via. Si avviò verso casa, voleva dire addio alla sua, ormai inutile, vita.
Salì le scale, aprì la porta e si diresse verso la camera da letto.
Aprì il cassetto del comodino di Harry; lì dento c’era la sua pistola.
La prese in mano, la caricò e, prima di premere il grilletto, pronunciò queste parole.
-non avere paura amore mio, sto arrivando, staremo di nuovo insieme-.
Louis premette il grilletto. Un colpo secco, al cuore. Veloce e indolente.
Anche Louis era deceduto. Sarebbero stati di nuovo vicini. 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: flavyy01