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Autore: Blue Poison    22/02/2014    5 recensioni
-James Carstairs, vorrei che tu diventassi il mio parabatai-
Le parole restarono sospese nell’aria per qualche secondo, prima di dissolversi, evanescenti come fumo.
Jem si raddrizzò e, elaborato il significato della frase, trattenne bruscamente il fiato.
Perché se qualcuno doveva proteggere Will fino al suo ultimo respiro, quel qualcuno non poteva di certo essere lui.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Finding a soul brother

Will Herondale faceva roteare lo spadone con destrezza, squarciando l’aria con ampi mulinelli e micidiali fendenti.
La sua ombra, distorta e allungata, veniva proiettata dalle torce di stregaluce sulla parete, accanto a quella di Jem Carstairs.
Esse guizzavano rapide, s’ingarbugliavano fra loro in un gomitolo di tenebra e si dividevano nuovamente, fronteggiandosi, implacabili, in uno scontro amichevole.
Suoni secchi e vibranti inquinavano il silenzio ogni qualvolta le spade cozzavano una contro l’altra, fugaci scintillii nella semioscurità.
D’un tratto, Will si arrestò, abbassando la sua arma, e guardò fisso Jem, negli occhi una fiamma ardente di determinazione.
-James Carstairs, vorrei che tu diventassi il mio parabatai-
Le parole restarono sospese nell’aria per qualche secondo, prima di dissolversi, evanescenti come fumo.
Jem si raddrizzò e, elaborato il significato della frase, trattenne bruscamente il fiato.
Perché se qualcuno doveva proteggere Will fino al suo ultimo respiro, quel qualcuno non poteva di certo essere lui.
Un’anima tormentata, in equilibrio instabile fra la vita e la morte, non avrebbe potuto essere il suo scudo, né fisico né tantomeno emotivo.
Come avrebbe fatto Will ad attingere alla sua forza, se a volte lui ne era sprovvisto persino per se stesso?
Se solo le circostanze fossero state diverse, se solo la sua malattia non avesse tracciato limiti insormontabili…
-No-
Una sola sillaba, pronunciata con fermezza mista a una ben nascosta punta di rammarico.
Non sapeva esattamente che reazione aspettarsi da Will, ma era certo che non avrebbe mollato facilmente la presa.
Scorse sul suo volto un barlume di delusione, ma solo per un attimo, prima che il ragazzo riparasse quella piccola crepa nella sua maschera perfetta.
E quasi a prova dei pensieri di Jem, Will afferrò saldamente lo spadone con entrambe le mani, mentre si metteva in posizione, i piedi ben piantati a terra; parlò con voce chiara e tinta di mille sfumature di emozioni che Jem colse distintamente, quasi fossero lettera nere stampate su una pergamena bianca.
-Scommetto di poterti disarmare: combattiamo, e se vinco dovrai acconsentire a diventare mio fratello di sangue-
Qualcosa, dentro Jem, si scosse.
Non riusciva a capire l’ostentazione di Will, il suo volersi legare proprio a lui, fra tutti, il cui tempo si stava esaurendo, giorno dopo giorno, inesorabile.
Tuttavia, accettò, anche per il fatto che era al corrente della scarsa abilità del ragazzo con gli spadoni.
Imitò i gesti già eseguiti precedentemente dall’amico e si preparò mentalmente, pronto a difendersi fino in fondo.
L’energia riprese a circolargli nelle vene sotto forma di Yin Fen: rapida come l’acqua di un ruscello, letale come il veleno.
Silenzio. Respiri corti. Specchi cobalto in specchi d’argento.
Un secondo.
Jem scattò per parare il primo attacco, preciso e fulmineo.
Due.
Entrambi serrarono le dita attorno all’elsa, per fare pressione sulla lama avversaria con maggiore forza.
Tre.
Will si fece più vicino, scioltezza e ardore che trasparivano da ogni singola mossa.
Quattro.
In difesa di un colpo particolarmente violento, Jem si tese come una corda di violino.
Cinque.
Ci fu uno scambio di sguardi carichi di grinta, con sottofondo un clangore metallico.
Sei.
L’errore in una piccola incertezza di movimento preannunciò la sconfitta per Jem.
Sette.
Con un attacco ben piazzato, la presa sull’arma si affievolì.
Otto.
La gola arida, il cuore gonfio, la mano di Will che lo spingeva repentinamente all’indietro.
Nove.
Jem colpì con un tonfo la parete e strinse le mani a pugno, libere dalla spada che, inconsciamente, aveva lasciato cadere.
Nove secondi.
A Will Herondale erano bastati nove secondi esatti per disarmare Jem Castairs.
Con una superiorità tattica che aveva tenuto astutamente nascosta, aveva ottenuto la vittoria e l’onore di avere un fratello di sangue.
Sorrise soddisfatto e Jem, suo malgrado, si ritrovò a fare lo stesso.
Perché forse, e lo sperava ardentemente, dopotutto si era sbagliato sul fatto di non poter diventare un parabatai.
Forse avrebbe potuto dare qualcosa a Will, qualcosa di più importante dell’aiuto in combattimento e della forza per combattere i demoni.
Se davvero era così, quel legame che avrebbe unito la sua anima con quella di Will sarebbe stato molto più di una solida dimostrazione di complicità e affiatamento.
Avrebbe significato amore, supporto, lealtà e fiducia per entrambi.
E, soprattutto per lui, vita.
-Sarò il tuo parabatai, William Herondale-
 


Angolo Autrice:
Eccomi qui con una nuova one-shot, che dedico alle care e pazienti Jennifer e Valentina.
Ho notato che "Dire addio al passato" è piaciuta a molte persone, nonostante il mio essere insoddisfatta, perciò ho deciso di continuare su questa strada. Mi farebbe piacere avere un vostro parere (critiche/consigli/correzioni): non siate timidi! :33

Blue Poison

 
  
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