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Autore: beat    21/06/2008    9 recensioni
Battaglia all'ultimo sangue tra Itachi e Neji.
Perché Itachi si accanisce così sul giovane Hyuuga?!
(non Yaoi) (su richiesta di Sora_Midori)
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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SE QUESTA E' LA MIA ORA, VUOL DIRE CHE ERA DESTINO!




Neji Hyuuga stava correndo per la foresta.
Si sarebbe potuto dire che stava scappando, ma Neji era troppo orgoglioso per ammetterlo.
Piuttosto, l'avrebbe definita una ritirata strategica.
Questa cosa lo stava scocciando parecchio, ma non era così stupido da affrontare un avversario decisamente più forte di lui da solo.

E Itachi Uchiha era senza dubbio molto più forte di lui.

E la dimostrazione erano le numerose ferite che deturpavano il suo corpo.
Era riuscito a non subire l'effetto dello Sharingan Ipnotico, ma anche senza il suo potere oculare, Itachi era un ninja estremamente abile.
Probabilmente il più abile che Neji avesse mai incontrato!

Il ragazzo continuò a saltare da un albero all'altro, ma ormai stava esaurendo le forze.
Le ferite, seppur non così gravi, era parecchie e stavano cominciando a dargli seriamente fastidio.

Per questo fu raggiunto.

Ad un certo punto, riuscì chiaramente a scorgere il suo avversario che lo stava seguendo, e che si stava avvicinando sempre più.
Realizzando che non sarebbe riuscito ad arrivare da nessuna parte prima che lui lo avesse raggiunto, decise che la cosa più logica da fare era fermarsi ed affrontarlo, almeno finché aveva abbastanza chakra per farlo.

Magari non lo avrebbe sconfitto, ma avrebbe di sicuro cercato di causargli il maggior numero di danni possibili.



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Neji era in ginocchio, ansante e spossato.
Aveva finito le armi; i muscoli gli stavano implorando pietà e sentiva il flusso di chakra ridotto al minimo.
Aveva anche perso il coprifronte, finito chissà dove.
Le ferite continuavano a sanguinare e la sua rossa linfa ormai imbrattava tutto il terreno circostante.

No, non ce la faceva.
Non era proprio in grado di tenergli testa!

Con fatica, Neji rialzò la testa, per guardare il suo avversario.
Oramai non aveva nemmeno più energie per attivare il Byakugan.

Itachi Uchiha, impassibile lo fissava.
La lunga palandrana nera gli copriva parte del volto e lo rendeva ancor più imperscrutabile.

Nemmeno con la sua abilità innata Neji avrebbe potuto vedere, capire la sua espressione.

Un calcio fulmineo lo colpì in volto e il ragazzo fece un volo di alcuni metri, finendo bocconi a terra.
Cercò di rialzarsi, facendo leva sulla braccia.
Ma fu un vano tentativo.

Ricadde a terra, la schiena contro la nuda terra, inumidita dalla pioggia che in quei giorni aveva imperversato sulla zona.
Neji sentì dei passi leggeri che gli si avvicinavano.
In un ultimo vano tentativo, cercò di nuovo di rialzarsi, fallendo come in precedenza.

“E' inutile che ci provi. Non puoi più fare niente!” sentì dirsi dall'avversario.

Neji abbozzò una specie di ghigno, che però il dolore rese più che altro una smorfia.

“Se devo morire, voglio farlo in piedi!” disse lui, sicuro e determinato.

“Morirai, e non ha importanza in che posizione tu sia!” obiettò lucidamente Itachi.

“E' una questione di orgoglio!” ribatté fiero il povero moribondo.

“Non cambia niente lo stesso!”

“E allora uccidimi! Non perdere altro tempo!”

Ma Itachi non si muoveva.
Era lì, a meno di due passi da lui, ma non sembrava avere la minima intenzione di sferrare il colpo finale.

“Ci tieni così tanto a morire?!”

Perché diavolo stavano ancora parlando?
Perché non si decideva a farlo fuori?!

“No che non voglio morire. Ma se questa è la mia ora, vuol dire che era Destino!”

Neji non vide il movimento.
Sentì solo un acuto e lancinante dolore alla gamba sinistra, che si spezzò con un sonoro crock.
Itachi gliela aveva rotta di proposito.

Ci teneva così tanto ad infierire su di lui?!

Neji urlò, urlò dal dolore.
Urlò una muta preghiera perché tutto quello finisse.

“Quelli come te” disse Itachi con in suo solito tono di voce pacato “Sono quelli che più odio!”

Neji tratteneva a stento le lacrime.
Quel sadico bastardo lo stava facendo soffrire di proposito!

“Che...che...intendi...che intendi dire?!” si sforzò di chiedere.

“Stai incolpando il tuo -Destino- del fatto che oggi morirai?!”

“Non incolpo niente. Solo è la mia ora e a questo punto non ci posso più fare niente!”

Un altro crock.
Un'altra gamba spezzata.
Di nuovo un urlo disumano invase la foresta.

“Sei solo uno stupido!” intimò Itachi.

“Ma....si può sapere che diavolo vuoi da me?! Uccidimi e falla finita!” quasi implorò, accecato dal dolore il povero Neji.

“Non ancora"

“Perché?!?!”

“Sei della Casata Cadetta, vero?!” chiese tutt'un tratto Itachi.

“Cosa c'entra adesso?!”

“Rispondi” intimò lui, schiacciandogli una delle gambe ferite.

Neji cercò di trattenere un nuovo urlo, e rispose con un flebile “Sì”.

“Sei molto forte, eppure non fai parte della Casata Principale. Hai mai provato odio per questo?!”

“Certo!” ammise lui.

“E cosa hai fatto per cambiare questa situazione?” chiese vivamente interessato Itachi.

“Niente!” rispose quasi urlandolo Neji “Non ci si può fare niente! Faccio parte della Casata Cadetta e niente può cambiare questo Destino!”

Di nuovo un dolore atroce.
Questa volta fu il braccio destro.
Itachi lo stava spezzando. Letteralmente.

Neji non riuscì nemmeno ad urlare questa volta.
Il dolore era così forte che gli attanagliava anche la gola.
Tossì, sputando sangue, tremendo all'inverosimile per il dolore.

“Hai queste straordinarie capacità e non fai niente. Sei solo uno stupido!”

“Che...che dovrei fare secondo te?!?!” chiese al limite Neji.

Itachi sorrise impercettibilmente.

“Legandosi a qualcosa di insignificante come il clan si perde di vista ciò che è realmente importante. Una vera trasformazione deve soverchiare controlli e restrizioni e superare ogni presentimento e immaginazione!”

Neji sentiva la testa leggera e faticava a stare concentrato.
Aveva perso troppo sangue ormai.

“Che...vuol...dire?!”

“Che è una cosa stupida attaccarsi ad un'organizzazione, a un clan o a un nome. Perché questo ci limita e decide le nostre capacità! Anche se tu, come dici, odi la Casata Principale, non hai mai fatto niente per allontanarti da essa! Sei solo uno smidollato. Se davvero ci tenevi a diventare qualcuno, a migliorare te stesso, dovevi recidere ogni legame con la dinastia Hyuuga!”

“Ma...io sono uno Hyuuga!”

“No. È come per me. Io non sono Itachi Uchiha. Io sono solo Itachi. Non ho mai voluto avere a che fare con gli Uchiha. Li odiavo tutti. Erano un clan stupido, pieno di pregiudizi. Si sopravvalutavano tutti, da primo all'ultimo. Così pieni di sé...meritavano di morire!”

“Tu...tu sei...pazzo! Sei solo un pazzo!”

“No. Sono egoista, questo sì. Tutti mi consideravano un genio, il genio degli Uchiha, il migliore in tutta la storia della dinastia. Ho solo svolto il mio ruolo. Per avvicinarmi alla vetta. Le mie capacità sono state deluse da quella sciocca casata. Quindi li ho sterminati tutti. Perché finalmente io potessi davvero essere il migliore!”

“Pazzo...!” ripeté debolmente Neji.

Ormai non riusciva nemmeno a tenere gli occhi aperti.
Se ne stava andando.
Lentamente, ma se ne stava irrimediabilmente andando.

“Anche tu sei come me, Neji! Anche tu sei un genio. Anche tu meriti qualcosa di più. Qualcosa che il tuo clan non ti può certo offrire!”

Sforzandosi, Neji riaprì gli occhi.
Itachi era accovacciato di fianco a lui, a pochi centimetri dal suo corpo.

“Non credi di meritartelo?!” chiese con un sorriso il ragazzo più grande.

Neji cercò di trattenere le lacrime.
Era scosso da fremiti che non si spiegava.
Con le ultimissime energie, riprese il controllo di sé.

“No!” rispose secco.

Il sorriso di Itachi svanì immediatamente.
Si avvicinò di più al suo viso.

“Guardami!” gli ordinò.

Neji si ritrovò ad obbedire, ormai svuotato di ogni energia.

Lo Sharingan Ipnotico si formò nei rossi occhi di Itachi.

Immagini drammatiche, tutti i più oscuri ricordi celati nella mente del giovane Hyuuga, gli vennero proiettati con somma crudeltà nella testa.
Neji rivisse tutto, tutto quello che di orribile e spiacevole gli era accaduto nella sua vita. Ancora, e ancora, e ancora.


Finché non si spezzò definitivamente.
Come le lacrime che gli rigavano le guance, la vita scivolò via dal corpo di Neji.


Itachi si rialzò, imperscrutabile come sempre.
Fissò per qualche secondo il corpo di Neji Hyuuga.
Poi si voltò, sparendo nel fitto della foresta.





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Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti!
Eccomi con una piccola one-shot nuova nuova.
Itachi e Neji come protagonisti...chi l'avrebbe mai detto?!
Beh, sono una coppia strana, ma a me non dispiace come è riuscita questa fiction, nonostante i forti dubbi che avevo prima di mettermi a scriverla.
Voi che ne dite?!

Ah, tanto per chiarezza, alcune parti del discorso di Itachi sono state prese pari-pari dal numero 25.
Buon senso vorrebbe che fossero evidenziate in qualche modo, per far vedere che è una citazione.
Solo che stonava graficamente, per cui ho lasciato scritto tutto uguale.
Spero che mi perdoniate!

Per concludere, questa fiction è dedicata a
Sora_Midori, che mi aveva chiesto una ItaxNeji.
Beh...non sono proprio un pairing...non ce li vedevo proprio come "coppia".
Spero che comunque ti sia piaciuta! ^_^"



Come sempre, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!
Per le risposte alle recensioni, vi consiglio di guardare nel prossimo capitolo di I dieci comandamenti secondo Naruto


Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



   
 
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