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Autore: Elly J    23/02/2014    1 recensioni
“L’aveva usata, solo usata. L’aveva plasmata, trasformata in una vera e propria macchina da guerra, un’assassina. Ma per chi uccideva? Per chi toglieva la vita? Uccideva per conto di quell’uomo che le aveva tolto la libertà, la felicità, il sorriso. Le aveva tolto tutto. Ma soprattutto le aveva tolto lui, il suo unico e vero amore, l’unico che l’avesse mai amata veramente. Senza di lui, cos’era lei? Cos’era diventata? Era diventata una spietata assassina, l’assassina. Ma non un’assassina qualunque. Era diventata fredda, calcolatrice, piena d’odio. Era stata addestrata per diventare l’assassina dei Templari. Era diventata una Templare.”
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Achille Davenport, Charles Lee, Connor Kenway, Haytham Kenway, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12 - Arrivo a Boston

La mattina dopo Connor e Scarlet partirono alle prime luci dell'alba, ognuno con un proprio cavallo. Il viaggio fu abbastanza lungo ma fortunatamente senza intoppi, superando la linea di confine che separava la Frontiera da Boston in tarda mattinata.
Su consiglio di Achille, Scarlet aveva raccolto i suoi capelli biondi in uno chignon, nascondendolo poi con un semplice cappello in stile inglese. Questo perché secondo l'anziano i suoi capelli erano troppo vistosi e rischiava di venire riconosciuta dalle guardie o, ancora peggio, dalle persone che avevano tentato di rapirla. La ragazza avrebbe voluto protestare, ma decise di starsene zitta per evitare altri battibecchi.
Quando Connor e Scarlet arrivarono in vista delle porte di Boston rallentarono l'andatura.
- Passa tranquillamente e stai dietro di me. E' probabile che ti facciano un controllo facendoti scendere da cavallo. Fai quello che ti dicono e lascia parlare me. - Connor si era girato verso Scarlet e le aveva parlato con voce ferma e decisa. Lei si limitò ad annuire. Nessuno l'aveva mai controllata quando lasciava Boston per tornare a casa dal lavoro e si chiese come mai ora avrebbero dovuto fermarla. Alcune rispose le balenarono in testa, ma preferì non approfondirle.
Man mano che i due si avvicinarono all'entrata della città, alcune guardie iniziarono a muoversi qua e là lungo il loro avamposto, come per osservarli meglio. Un trio di giubbe rosse in prima fila era armato fino ai denti: un moschetto a testa più una spada sul fianco destro e un pugnale su quello sinistro. Le guardie delle file secondarie invece avevano solo un moschetto, mentre altre due, ai lati, erano a cavallo.
Scarlet fece un bel respiro e si avvicinò ancora di più al cavallo di Connor. Quando attraversarono la porta il trio di soldati li scrutò attentamente ma nessuno disse loro niente. Scarlet tirò un sospiro di sollievo. Le giubbe rosse armate fino ai denti li avevano lasciati passare e questo era già un buon traguardo. La ragazza cercò di tenere lo sguardo fisso davanti a se ed evitare di guardare le guardie in faccia.
Ormai avevano quasi percorso tutto l'avamposto e si potevano già scorgere le prime costruzioni di Boston. Fu proprio quando il cavallo di Scarlet superò l'ultimo blocco di soldati che qualcuno, dietro di lei, urlò un sonoro "ALT!".
Connor si fermò subito e Scarlet dietro di lui. La ragazza iniziò a sudare freddo e le mani furono percorse da un leggero tremito. L'avevano forse riconosciuta?
Una giubba rossa, precisamente una di quelle armata fino ai denti del trio che avevano incontrato per primo, si avvicinò ai due e fece segno di scendere da cavallo. Connor ubbidì all'istante, ma la guardia lo fermò.
- Solo la ragazza.
Scarlet si sentì gelare. Il cuore prese a batterle all'impazzata, minacciando di uscirle dal petto. Visibilmente scossa scese dal cavallo e si ritrovò davanti alla guardia che la scrutava con durezza.
- Alza le braccia, devo perquisirti. - disse l'uomo con voce rude.
Scarlet ubbidì e l'uomo prese a perquisirla in silenzio. Fu una cosa rapida poiché, ovviamente, Scarlet non aveva nessun oggetto particolare addosso. Finita la perquisizione il soldato passò con il suo sguardo minaccioso a Connor e dopo tornò su Scarlet.
- Motivo della visita?
- Commissioni varie. - rispose Connor prontamente.
Il soldato lo squadrò con sospetto. - E lei? - chiese poi facendo un cenno verso Scarlet.
- E' la mia ragazza.
Scarlet guardò Connor di sfuggita con sguardo leggermente sorpreso, ma poi si fece forza e tornò con un'espressione seria.
Il soldato squadrò per l'ennesima volta Scarlet per poi tornare su Connor. - Ti piace la ragazza vergine alle prime armi, è indiano?
A quella frase tutti i soldati scoppiarono in una rozza risata. Scarlet si sentì terribilmente imbarazzata e spostò lo sguardo verso sinistra per evitare le occhiate dei soldati. Sperava solo che quella situazione finisse il più in fretta possibile. Connor invece non batté ciglio e con uno sguardo duro aspettò che li lasciassero andare.
- Potete andare. - disse infine la guardia con disprezzo.
Scarlet si affrettò a risalire sul cavallo, sperando che Connor partisse all'istante. Così fece. Lui non aspettò nemmeno che Scarlet fosse completamente seduta sulla sella che spronò il cavallo, procedendo ad un trotto leggero.
Una delle guardie li guardò a lungo mentre si addentravano nel centro di Boston. Poi, dopo alcuni minuti, questa si girò verso un altro soldato.
- Va a chiamare il Capitano. La ragazza è in città.
 
 
 
***
 
 
 
Man mano che Connor e Scarlet si allontanarono dall'avamposto il vociare dei soldati si affievolì sempre di più fino a scomparire, lasciando però spazio al vociare degli abitanti di Boston. Scarlet, ancora leggermente imbarazzata dall'accaduto, prese a guardarsi in giro con circospezione. Quel giorno Boston era molto affollata, moltissimo. La ragazza si chiese se in quel giorno ricorresse qualche festività, ma più cercava di ricordare più le sembrava che quel giorno non ci fosse nulla di particolare.
Connor aveva rallentato l'andatura al passo e vista la sicurezza con cui procedeva tra le strade della città, Scarlet pensò che doveva conoscerla bene.
- Dove siamo diretti? - chiese ad un certo punto Scarlet.
Connor girò leggermente il viso verso di lei. - Alla locanda dove lavori, prima sistemiamo le cose con il tuo capo, meglio è. Dopodiché ci fermeremo un attimo in armeria. - rispose.
La ragazza annuii senza dire nulla e poi iniziò a pensare a come avrebbe fatto ad affrontare Thomas, il suo capo. Si sarebbe bevuto quella bugia? E soprattutto, una volta che tutta quella brutta faccenda fosse finita, l'avrebbe voluta ancora nella sua locanda? Tutte domande a cui Scarlet non sapeva dare risposta. Si sentiva alquanto frustrata, ma pensò che la cosa migliore fosse seguire il proprio istinto.
"Quando sarà ora, saprò cosa fare.." pensò tra sé e sé.
 
 
 
***
 
 
 
Sapeva che prima o poi lui l'avrebbe portata a Boston. D'altronde, doveva farlo se non voleva che la scomparsa della ragazza destasse sospetti. Doveva mettere le cose a posto, far sembrare che la ragazza fosse andata via per un motivo .
- Stai diventando un po' troppo prevedibile però, Connor.. - sussurrò il Capitano.
In ogni caso, tutto era già stato preparato. Non appena la guardia aveva confermato la presenza della ragazza in città, l'esca era stata piazzata. Ora si doveva solo aspettare che la dolce preda abboccasse. E il Capitano era certo che abboccasse, più che certo.
Un rumore di passi destò il Capitano dai suoi pensieri e dopo qualche secondo un uomo fu dietro di lui.
- Tutto è pronto, Signore. Charles attende ordini.
Il Capitano girò leggermente il viso per scorgere l'uomo dietro di sé.
- Di pure a Charles di agire.
- Signorsì, Signore! - l'uomo salutò in perfetto stile militare e poi si dileguò.
Il Capitano fece un giro della stanza e dopo si fermò davanti ad una finestra che dava su una delle vie più affollate di Boston.
- Ora non mi resta altro che aspettare. - sussurrò. E un sorriso convinto e deciso gli si formò sul volto.
  
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