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Autore: greenapples    23/02/2014    7 recensioni
«Sei sicuro di volerla trovare?» chiese Josh, in attesa di una risposta.
«Sì, Josh, non capisci. Lei è diversa, quella giusta. Devo assolutamente ritrovarla.»
«Allora c'è solo un modo: devi baciare le tredici ragazze sulla lista e capire qual è quella che cerchi.»
«E' un'idea stupida, ridicola e senza senso... ma è pur sempre un'idea.»

-
Se Hallie non avesse deciso di uscire per la prima volta e di baciare uno sconosciuto proprio quella sera, forse l'introverso George non avrebbe mai trovato un pretesto per cui alzarsi ogni mattina.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Shelley, Jaymi Hensley, JJ Hamblett, Josh Cuthbert, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hallie si chiese se avesse fatto male a chiedere a Laine di incontrarla a casa sua, ma in fondo non ne poteva nulla se la sua voglia di uscire era inesistente. Pensò che forse, oltre a sostituire l’acqua alle bibite, avrebbe dovuto cominciare a praticare un po’ di attività fisica, ma la sua idea svanì di colpo quando sentì suonare al campanello.
«Ciao.» disse, non appena aprì la porta e si trovò davanti la sua amica bionda, con i capelli perfettamente ordinati e i vestiti puliti, che aveva sostituito alla tenuta fangosa che aveva usato per andare al campeggio.
«Ciao.» rispose l’altra, entrando in casa senza che l’altra lo invitasse a farlo. Era ormai un’abitudine e nessun litigio avrebbe potuto cancellarla.
«Perché mi hai ignorato?» chiese di getto la mora, senza aver nemmeno chiuso la porta.      
«Credevo che fossi tu quella che mi ignorava.»
«Laine, mi conosci da quasi quindici anni e sai perfettamente che non sono capace di ignorare le persone. Sai che mi viene il panico e non sono capace di non parlare volutamente con una persona. Se tu fossi semplicemente venuta da me, ti avrei parlato di tutto senza problemi, e questo tu lo sai perfettamente. Quindi se per caso negli ultimi giorni non l’ho fatto era per il semplice motivo che credevo tu non mi volessi intorno.»
Laine sospirò. «Lo so, la verità è che ero arrabbiata con te perché non capivo il tuo atteggiamento. Credevo fossi gelosa di me e Josh.»
«Ma che cosa stai dicendo?», la interruppe la mora. «Io ho sempre incoraggiato il rapporto tra te e Josh.»
«Lo so, e mi dispiace.», rispose sospirando la bionda, sedendosi con un tonfo sulla poltrona del salotto dell’amica. «Ti vedevo come un essere un po’ troppo depresso da avere intorno quando io al contrario ero felice. Scusami se non ti ho chiamato ultimamente, adesso che lo dico ad alta voce capisco che stupida che sono stata.»
Hallie sorrise sinceramente. Sapeva quanto a Laine pesasse scusarsi e quanto lo facesse di rado, per questo apprezzò infinitamente il gesto. Non era certo da tutti i giorni trovare la bionda che ammetteva i propri errori, anche se, per farlo, aveva dovuto dare la colpa anche ad Hallie. Non le importava neanche un po’.
«Dispiace a me.», rise Hallie, abbracciandola. «Forse ultimamente ho avuto un atteggiamento un po’ depresso ma giuro che non volevo.»
Sorrisero entrambe. «Grazie per avermi scritto questa mattina. L’avrei fatto io se il mio orgoglio non facesse così schifo.»
«Lo so, lo so, ma ti voglio bene comunque, anche se il tuo orgoglio è grosso come una casa.»
«Quindi posso chiamare tutti per fare una serata a casa tua?» chiese Laine, eliminando dalla sua mente la settimana appena trascorsa in lite con Hallie.
«È stato Jaymi a suggerirla?» chiese sospettosa la mora.
«Già. È un sì?»
«Sembra che ultimamente non sia più capace di dire di no. E se l’ha detto Jaymi probabilmente vuol dire che mio padre torna tardi per stare con Kelly.»
Hallie non si era accorta che Laine aveva già chiamato Josh per invitarlo, e adesso stava già componendo il numero di June.
«Vado a prendere da bere.» decretò Hallie, andando in cucina.
«Oh quasi mi dimenticavo di dirtelo. Ero con Josh in centro e abbiamo visto tua madre parlare con la preside.», disse Laine, facendo capolino da dietro la porta, ancora con il telefono incollato all’orecchio. «La vera preside.» aggiunse poi, dopo una smorfia di Hallie.
«Santa maria.», imprecò Hallie. «Credi sia grave?»
Laine fece una smorfia che lasciava poco ad intendere. «Diciamo che non aveva un’aria molto felice.»
«E quando mai?» commentò Hallie, accomodandosi vicino alla bionda, appoggiandosi al bracciolo della poltrona.
«Allora questo festino?» cambiò argomento l’altra, appoggiando la sua testa sulla spalla di Hallie.
«Si fa.», rispose di getto la mora. «Qui, domani sera.»
«Perfetto.»
«Però, ti prego, non invitare troppa gente che poi tocca a noi ripulire.» la pregò Hallie.
«Tranquilla.» rispose Laine.
 
 
*
 
 
«Abbiamo un problema.» la informò June, posandole una mano sulla spalla.
Hallie si girò per sentire più di quello che voleva dire. La sua conciliazione con Laine aveva fatto sì che automaticamente tutti i rapporti si riappacificassero, era come se lei e Hallie fossero i due pilastri che tenevano insieme quel grande gruppo e senza di loro sarebbe crollato tutto a pezzi.
«Che genere di problema?» chiese Hallie, portandosi il bicchiere d’acqua alla labbra e cercando di sovrastare con la voce il suono della musica. Non aveva intenzione di ubriacarsi proprio a casa sua e dato che Laine aveva ovviamente invitato più persone del dovuto, doveva tenere la situazione il più sotto controllo possibile.
«I ragazzi sono arrivati che erano già sbronzi.» disse tutto d’un fiato.
«Per ragazzi, intendi JJ, Josh, Jaymi e George?» chiese Hallie, quasi strozzandosi con la sua stessa saliva.
«Proprio loro. E meno male che JJ si è messo a bere di meno e sono riusciti ad arrivare qui sani e salvi.»
«Ma non sapevano che sarebbero venuti qui a bere? Perché e dove hanno bevuto? Cosa gli è preso? Cos’hanno detto?» le domande le uscivano dalla bocca come un fiume in piena.
«Sono andati in un altro pub da quanto ho capito, per seguire non so chi, e poi si sono messi a bere. JJ ha poi guardato l’ora e ha deciso di portarli qui perché Jaymi non si reggeva più in piedi.»
«Tipico.», commentò Hallie, roteando gli occhi. «E adesso dove sono?»
«JJ è qua intorno, Jaymi dorme nel suo letto, Josh l’ho affibbiato a Laine, che credo lo porti a casa sua, mentre George è andato in bagno e poi in camera tua.» rispose June, con tono agitato.
«Ehi, Ju, hai maneggiato la situazione perfettamente, però avresti dovuto chiamarmi prima. Adesso calmati.» le disse Hallie, accompagnando l’amica in cucina, l’unico posto della casa dove si poteva trovare una sedia ancora intatta.
«Lo so, ma non riuscivo a trovarti! E Laine è sparita subito con Josh e io non sapevo dove andare a sbattere la testa. Se succede qualcosa a loro è tutta colpa mia perché ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare.» disse June d’un colpo.
«Ah, ecco da dove viene tutta l’agitazione.»
«Non mi uccidere. Non l’ho fatto apposta.» mise le mani avanti la mora.
«Sputa il rospo.»
Ci mise quasi cinque minuti, ma poi, non senza sforzi, confessò la sua colpa. «Non è vero che io non sappia dove e chi hanno seguito. Dopo il campeggio sono andata con Bonnie e il resto del gruppo a casa mia, mentre tu eri con George, e sulla strada abbiamo visto Callie Farrey e Kim Garrett, due ragazze del mio corso di scienze. Le ho salutate e loro ci hanno invitato ad andare con loro questa sera in un locale in centro. Quando se ne sono andate, senza pensarci ho detto ad alta voce che entrambe erano sulla lista di George. Credo sia inutile dirti che in pochi secondi lo avevano avvisato e…», vedendo la faccia sempre più delusa dell’amica si affrettò a cercare di correggersi. «Io non credevo ci sarebbero andati per davvero!»
Hallie non poteva nascondere la sua crescente rabbia, ma trovava inutile prendersela con June, che non aveva nessuna colpa della sempre più crescente stupidità dei loro amici. Prese un bel respiro prima di riuscire a risponderle. «Non importa, davvero. Adesso vado a vedere come sta.»
Detto ciò, lasciò June con alcune parole a mezz’aria, che la musica decisamente troppo alta copriva ma che lei non aveva comunque intenzione di ascoltare. Doveva trovare George e doveva farlo in fretta, prima che potesse combinare qualsiasi altro guaio.
Si precipitò al piano superiore e senza pensarci due volte spalancò la porta della sua camera cominciando a imprecare contro George, che dal canto suo giaceva inerme sul letto, con la testa penzolante da un lato.
«Ma che diamine pensi di fare?» sbottò Hallie, non sapendo nemmeno la causa di tutta quella sua rabbia. Non sapeva se fosse causata dalla preoccupazione che provava per lui sapendolo andare in giro ubriaco oppure semplicemente perché la mattina stessa aveva sostenuto una conversazione seria con lei e poche ore dopo si era ritrovato a pedinare due ragazze della sua famosa “lista”. Se Hallie fosse potuta tornare indietro nel tempo avrebbe buttato quell’idea giù per il gabinetto. Lei non era una ragazza che si arrabbiava spesso, anzi, non capitava quasi mai, ma in quel momento la frustrazione quasi l’accecava.
«Cosa?» chiese confusamente George, alzando di poco la testa e pulendosi disordinatamente la bava che aveva preso a scendere al lato della sua bocca.
«Guarda come ti sei ridotto.» continuò a guardarlo con aria disgustata, noncurante del fatto che quella conversazione non sarebbe andata da nessuna parte, visto lo stato del ragazzo.
«Ho bevuto un po’.» rispose tranquillo lui, sbattendo il mento sul letto e facendo rimbalzare un paio di volte la testa, mettendosi poi a ridere.
Hallie cominciò a passeggiare avanti e indietro per la stanza. «Dove diavolo siete andati?» chiese poi, con un tono di voce leggermente più calmo, che però non lasciava intendere nulla di tranquillo.
«Le abbiamo pedinate, Callie e Kim. Le ho baciate tutte e due.» disse George, componendo la frase a fatica.
«Sì, ma dove?»
Ora la voce di Hallie tremava visibilmente e quasi ringraziò che l’ubriachezza del ragazzo non gli avrebbe fatto ricordare niente il giorno successivo. Ormai era palese, se non a tutti, almeno a Hallie. Le interessava George e si preoccupava per lui e il fatto di sapere che fosse in giro a pedinare e baciare ragazze la faceva sentire quasi “inutile”. Come se la conversazione della mattina stessa non fosse servita a niente, come se gli sforzi di mantenere quell’amicizia impegnativa risultassero sempre più vani.
«Non lo so… in centro.» rispose con fare stanco.
Hallie non voleva davvero sembrare psicopatica o invadente in nessun modo, anche se si rese conto che era davvero troppo tardi per tornare indietro. «E quindi, dopo questa stupidaggine almeno l’hai trovata? L’hai trovata la famosa ragazza » chiese, e si rese conto che per pronunciare queste parole ci aveva messo più del dovuto sforzo, e quasi temeva la sua risposta.
George borbottò qualcosa di insensato, cosa che fece innervosire ancora di più Hallie.
«Che hai detto?»
«No.» si limitò a rispondere lui, senza alzare la testa dal piumone.
Ci mancò poco che Hallie si lasciasse scappare un sospiro di sollievo, ma riuscì a mantenere un tono arrabbiato. «Beh…», cominciò. «Dormi.» gli ordinò poi, uscendo velocemente dalla stanza senza aggiungere altro.
George assunse un’espressione ulteriormente confusa, ma non se lo lasciò ripetere due volte. Appoggiò la testa sul cuscino di Hallie e scivolò nel sonno.
 
 
*
 
 
«Se mio padre scoprisse cos’ho fatto –»
«Non lo scoprirà.», Laine interruppe bruscamente qualunque paura che poteva nascere in Hallie. «Jaymi mi aveva già avvertita per quanto riguarda i suoi orari e come vedi sono già tutti fuori di casa.»
«Sì, ma come la mettiamo con il fatto che abbiamo quattro persone ubriache in casa? In più ci siete tu e June, e tu non mi sembri proprio tanto lucida.» continuò la mora, finendo di sistemare l’ultimo bicchiere fuori posto.
Laine si lisciò la maglia che aveva indossato quella mattina stessa per aiutare Hallie a riordinare la casa. «Io me vado tra poco, insieme a Josh, June e JJ, quindi di noi non ti devi preoccupare. Jaymi abita qui e George…beh, lui è un problema.»
Hallie non nascose la sua frustrazione, sbuffando rumorosamente. «Okay, grazie mille. Tu sei un genio e io mi inventerò qualcosa. Adesso però andatevene che tra poco torna mio padre.»
L’amica le sorrise, porgendole la scopa che Hallie rimise subito nello sgabuzzino. «A domani! O dopo, insomma, vediamo. Ciao!» gridò la mora ai suoi amici che stavano lasciando la casa.
June le rivolse un saluto con la mano, mentre i due ragazzi erano troppo stanchi anche solo per guardarla.
«La gente di Bristol deve smetterla di bere così tanto.» disse Hallie fra sé e sé.
Si guardò intorno e non vide altro che una casa pulita e splendente, forse ancora meglio di come fosse prima della festa. Rimase ancora qualche minuto in silenzio, prima di voltare la testa verso l’orologio: segnava le otto di mattina. Questo voleva dire che era sveglia da circa ventotto ore. Si precipitò subito in bagno, dove guardandosi allo specchio per poco non urlò. Sotto gli occhi poteva scorgere chiaramente due enormi occhiaie viola, per non parlare degli occhi rossi. Proprio quando la situazione non sarebbe potuta diventare peggiore per Hallie, che tra l’altro non aveva ancora idea di cosa fare con George, sentì una macchina fermarsi nel vialetto.
Hallie cercò di pensare in fretta e lucidamente, ma tutto quello che riusciva a sentire era il suo respiro pesante e l’imminente attacco di panico che le sarebbe venuto. Cos’avrebbe detto suo padre, aprendo la porta e trovandola in quelle condizioni? Per non parlare della scenata che avrebbe fatto se avesse trovato un ragazzo nel suo letto. La ragazza aveva pensato di farlo andare in camera di Jaymi e fingere che il suo quasi fratellastro l’avesse invitato a dormire ma ormai non c’era più tempo. Si precipitò al piano di sopra ed entrò come un uragano in camera sua. Ignorando George che dormiva beatamente nel suo letto, si cambiò i vestiti infilandosi il pigiama, e poi andò al fianco del ragazzo, cominciando a scuoterlo violentemente.
«George, devi svegliarti! C’è mio padre! Svegliati!» gli urlò, ma ci volle qualche secondo prima che il ragazzo rispondesse alla sua chiamata.
Quando Hallie sentì la porta d’ingresso aprirsi, sperava che tutto fosse al proprio posto oche comunque suo padre non avrebbe notato nulla. Il papà di Hallie non era un tipo da ordine maniacale, non notava quando le cose erano fuori posto, e le scuse che a volte si era bevuto erano di dimensioni colossali, e questo accadeva perché Hallie non si era mai messa in alcun pasticcio. Però la ragazza non voleva che quella fiducia si rompesse, o se no sapeva che suo padre sarebbe diventato davvero molto severo.
George intanto aveva preso a mugolare qualcosa, ma Hallie non aveva più tempo per stare ad ascoltarlo e pensò a dove avrebbe potuto nascondere il ragazzo. «Vai sotto il letto!» gli disse poi, aiutandolo a infilarsi nello spazio fra le doghe e il pavimento.
Fortunatamente George non appose molta resistenza, o forse non ne aveva semplicemente la forza, comunque in pochi secondi Hallie era nel suo letto che faceva finta di dormire.
«Ti prego, non fare rumore.» fu l’ultima cosa che sussurrò Hallie, prima di chiudere gli occhi. Cercò di calmare il suo respiro, anche se sapeva che suo padre non sarebbe andato così vicino da potersene accorgere.
Sentì dei passi sulle scale, e le voci distinte di suo padre e della sua fidanzata. Per un attimo che parve interminabile, Hallie sentì la testa di suo padre fare capolino nella sua stanza e scrutarla scrupolosamente. Fortunatamente tirò la porta subito dietro di sé. Hallie aspettò un minuto prima di mettersi seduta, e subito si ricordò di un particolare a cui non aveva fatto attenzione: Jaymi! Sì che Laine le aveva detto che dormiva, ma se suo padre l’avesse trovato tutto vestito e con la bava agli angoli della bocca era sicura che non sarebbe stato molto contento. Il signor Sanders – il papà di Hallie – non si sarebbe mai intromesso nella vita di una persone che non era suo figlio, ma dato che la madre era lì presente non poteva garantire la totale protezione di Jaymi.
Non sentì nulla, quindi assunse che probabilmente Jaymi avesse la porta chiusa e i due fossero troppo stanchi per controllarlo.
Hallie si alzò dal letto e si chinò per raggiungere l’altezza di George. «Grazie, e scusami per la bruschezza, ma mi avrebbe ucciso.»
Lui alzò le spalle, non muovendosi di un centimetro. «Sono troppo distrutto persino per controbatterti.»
«Allora devi essere morente.»
«Non so chi abbia la faccia peggiore però.» rispose George sottovoce, sorridendole.
«Guarda che faccio ancora in tempo a lanciarti fuori dalla finestra.» lo ammonì scherzosamente lei, sdraiandosi completamente appena fuori dalla copertura del materasso.
George, sorrise di nuovo, poi però divenne serio. «Mi dispiace per ieri sera. Ho visto Riley e ho perso la testa, io –»
«Come? Aspetta, Riley? Non me l’avevi detto.»
Il ragazzo sospirò e tutta la rabbia che Hallie aveva provato per lui svanì in un istante. «Non so quanto ti abbiano già raccontato.», cominciò George, passandosi una mano fra i capelli e voltandosi un pochino più verso la ragazza. «Ieri, dopo che io e te ci siamo salutati al bar, mi hanno chiamato dicendo che avevano visto le ragazze della mia lista e che erano stati invitati ad una festa. Inizialmente non ci volevo nemmeno andare, ma poi mi sono lasciato convincere. Laine ci ha detto che subito dopo però saremmo dovuti venire qui e possibilmente di non bere troppo. L’unica cosa è che se io vado in discoteca mi lascio un po’ andare… insomma, bevo troppo. E il fatto che io abbia visto Riley mi ha, diciamo, istigato a bere. Ah, e non le avrei nemmeno baciate se non fosse stato per lei. Avevo intenzione di lasciar perdere questa questione della lista… ma mi sono detto che ormai ero lì e…» le sue parole gli morirono in bocca.
«Non ti devi giustificare con me.», lo rassicurò Hallie. «Riley ti ha visto?» chiese poi.
«Credo di sì, insomma, ma non sono nemmeno così sicuro. Mi ricordo poco o niente di ieri sera. Però mi ricordo benissimo che eri arrabbiata con me.»
Hallie scosse la testa. «Non ero arrabbiata, o meglio, lo ero, ma ero spaventata per te. Lo stato in cui ti ho trovato qui era… tremendo.»
«Lo so… mi dispiace un sacco.»
La ragazza sorrise lievemente. «Non importa, adesso pensiamo a questa questione di Riley. Sai quando se ne va? Sai qualcosa in generale?»
«No, nulla. Ma non ho visto Lucas al locale.», disse George, e dopo aver visto lo sguardo interrogativo di Hallie si affrettò ad aggiungere. «È il suo ragazzo.»
«Oh.» disse semplicemente Hallie.
«Già. “Oh” è la parola giusta.»
«Senti, che ne dici se vai a casa a sistemarti e poi possiamo sentirci così mi spieghi bene? Questa posizione sta diventando scomoda e ho paura che mio padre possa entrare e vederti.» disse Hallie, sperando di convincerlo. non voleva mettere nei guai nessuno, in più era stanca morta e avrebbe volentieri dormito qualche ora.
«Certo.» acconsentì George, strisciando fuori dal suo nascondiglio e alzandosi in piedi.
Quando fece per aprire la porta, Hallie lo fermò appena in tempo con un “No!” soffocato.
«Mi sono dimenticata di dirti che devi uscire dalla mia finestra.»



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Ciau melinde!
Indovinate chi non è morta? Indovinate chi ha infiltrato la rete wifi di qualcun'altro? Io, già.
Allora, grazie mille per tutti i bei messaggi. Vi adoro e mi si spezza il cuore a non potervi accontentare.
Scrivetemi qualcosa nelle recensioni e io vi prometto che proverò a fare del mio meglio per aiutarvi in qualunque cosa. 
Fatemi sapere di come pensate stia andando avanti la storia. Love y'all.
ps. adesso su twitter sono
@tayrdrops
Baci,


Apple.
 

 
 
   
 
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