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Autore: Willows    23/02/2014    3 recensioni
Durante il medioevo, era credenza diffusa che, nascere sotto una determinata combinazione astrale, avrebbe condizionato la vita per sempre. Per esempio, quando eri nato Giove era in congiunzione con Venere?
Allora tranquillo, che la fortuna ti sarebbe sempre stata favorevole. Ti saresti dovuto preoccupare, invece, se il giorno della tua nascita vedeva Marte in opposizione a Saturno (brutta storia quella, piena di presagi di morti dolorose o vite lunghe, ma altrettanto spiacevoli).
Ora, mentre Wendy apre la porta in pigiama – quello carino, con gli orsetti, che risale a quando aveva almeno quattordici anni- macchiato di quello che sembra essere cioccolato (ma avendo due fratelli di cinque anni non si può mai sapere) struccata e con i capelli arruffati, trovandosi davanti Niall, verso cui ha una cotta paurosa da circa tre anni, beh la ragazza è certa del fatto che, il fatidico 17 aprile 1996, giorno della sua nascita, le stelle avessero proprio avuto una posizione di merda.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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On the other side.
 
 
 
Durante il medioevo, era credenza diffusa che, nascere sotto una determinata combinazione astrale, avrebbe condizionato la vita per sempre. Per esempio, quando eri nato Giove era in congiunzione con Venere?
Allora tranquillo, che la fortuna ti sarebbe sempre stata favorevole. Ti saresti dovuto preoccupare, invece, se il giorno della tua nascita vedeva Marte in opposizione a Saturno (brutta storia quella, piena di presagi di morti dolorose o vite lunghe, ma altrettanto spiacevoli).
Ora, mentre Wendy apre la porta in pigiama – quello carino, con gli orsetti, che risale a quando aveva almeno quattordici anni- macchiato di quello che sembra essere cioccolato (ma avendo due fratelli di cinque anni non si può mai sapere) struccata e con i capelli arruffati, trovandosi davanti Niall, verso cui ha una cotta paurosa da circa tre anni, beh la ragazza è certa del fatto che, il fatidico 17 aprile 1996, giorno della sua nascita, le stelle avessero proprio avuto una posizione di merda.
E non è che lei basi questa considerazione soltanto sul fatto di essersi svergognata davanti a quello che, ne è sicura, è l’uomo della sua vita, nonché futuro marito, no, no. Più che altro ha capito, dopo anni di figuracce e pubbliche umiliazioni, che la sfiga, una sfiga nera, la perseguita.
 
 
Quel sabato era iniziato, come tutti gli altri, anzi forse anche meglio. Si era svegliata verso le dieci di mattina e aveva trovato la casa vuota, sul frigo un post-it recitava le seguenti parole:
 
Buongiorno Bambolina! Quando siamo usciti dormivi e non abbiamo voluto svegliarti, comunque sai già tutto. Il pranzo è nel frigo, sul tavolo ci sono i soldi per la pizza e se succede qualcosa chiamaci! Verso le tre passerà la nonna a controllare che è tutto a posto, mi raccomando vedi di farti trovare in casa, sai come è ansiosa quella donna.
Ti vogliamo bene,  mamma e papà xx.
 
La ragazza storse un po’ il naso per il soprannome. Era carino quando aveva dieci anni, ma adesso era davvero necessario? E poi da quando i suoi le scrivevano i baci? Sospirando prese i cereali e fece colazione.
Si potrebbe dire, senza fare torto a nessuno, che la famiglia Fisher era piuttosto inusuale, eccentrica ecco. Ruth e Eugene, genitori di tre splendidi figli- Wendy di diciassette anni e Matty  e Philip di cinque anni- avevano sempre avuto una passione per l’ufologia e i fenomeni paranormali. Si erano incontrati, di fatti, una ventina di anni prima ad una convention sugli alieni, entrambi indossavano una maglia con la scritta “I want to believe” molto alla X-files e non appena si erano guardati negli occhi, avevano capito di essere fatti l’uno per l’altra. Con gli anni, il lavoro e tre figli a cui badare, questa passione era andata un po’ scemando, ma ogni tanto si riunivano ancora con i loro vecchi amici per discutere dei recenti avvistamenti o andavano a fare viaggi nei luoghi più suggestivi, così, per mantenere attivo l’interesse. Per esempio, quel sabato, avevano deciso di andare a passare la notte in un mulino, vicino ad un campo (solo il cielo sa come abbiamo fatto a trovare un mulino a vento in Inghilterra) dove, anni prima, erano stati ritrovati dei cerchi nel grano. Fortunatamente avevano deciso di portarsi dietro anche i gemellini, che avevano ereditato dai genitori la passione per l’ufologia, o a detta di Wendy, erano ancora troppo piccoli per capire quanto i loro genitori fossero fulminati. Ovviamente la ragazza era felicissima, sabato sera più casa libera significava solo una cosa: maratona di Grey’s Anatomy mangiando la pizza sul divano, senza che i suoi fratelli le rompessero ogni tre minuti per chiederle di guardare Peppa Pig!
Il paradiso in pratica.
Quindi eccola lì, alle nove di sera intenta a mangiare pop corn al cioccolato (che in realtà non le piacciono nemmeno, ma in casa non è rimasto molto) quando improvvisamente qualcuno suona alla porta. Wendy valuta l’idea di non aprire, ma è certa che si tratti di sua nonna e non volendo farla preoccupare inutilmente, sconfigge la pigrizia, insita in lei come la paura dell’acqua nei gatti e compie i pochi metri che la separano dalla porta d’ingresso. 
Appena la apre però, desidera non averlo mai fatto perché, dall’altra parte, non c’è nonna Mary ad aspettarla, con i suoi maglioni di lana e i capelli grigi, tendenti all’azzurrino.
No dall’altra parte c’è Niall (e un’altra mezza dozzina di ragazzi della sua scuola)
E lei è in pigiama, un pigiama con i cazzo d’orsetti.
Dopo essere rimasta a bocca aperta il tempo necessario perché tutti si rendano conto di come è vestita chiude la porta, e forse non è proprio una mossa saggia considerando che l’ha sbattuta in faccia a Niall, senza nemmeno spiccicare mezzo saluto.
«Wendy!» urla la voce sconcertata di Misty dall’altra parte della porta.
Wendy prende un respiro profondo e riapre la porta, afferra l’amica per il braccio e la strattona dentro casa, lasciando fuori la piccola folla, tutti con la stessa espressione confusa sul viso.
«Wendy!- urla nuovamente l’amica una volta libera dalla sua stretta- si può sapere cosa stai facendo?»
«Cosa sto facendo io? Chi è la gente fuori? E perché c’è Niall? Dici che ha visto il mio pigiama? Gli piaceranno gli orsetti?»  domanda, sempre più agitata.
Misty la prende per le spalle scuotendola con forza.
«Calmati! Una domanda alla volta. Prima di tutto, considerando come sei messa, gli orsetti saranno stati l’ultimo dei suoi pensieri»
«Oh grazie tante…» commenta sarcastica Wendy, ma viene prontamente zittita da Misty.
«Non hai letto i messaggi che ti ho mandato?»
«A quanto pare no»
«Ops. Beh ormai è troppo tardi per mandare a casa tutti» afferma Misty con un’espressione vagamente colpevole su viso.
«Aspetta, che ci fa quella gente fuori da casa mia? Misty!» domanda Wendy, infastidita.
«Dai Wendy! È sabato sera e hai casa libera, mi sembrava scontato che facessimo una festa…» spiega l’amica, come se si trattasse di una cosa ovvia. E forse è così per qualsiasi ragazzo compreso tra i quindici e i diciannove anni, ma non per Wendy.
«Assolutamente no»
«Sì invece. Sono anche riuscita a portarti Niall, non posso di certo mandarli a casa».
 
 
 
«Accidenti a Misty…accidenti a lei e alle sue feste…accidenti anche a me…ma perché non ho letto i messaggi?»
Wendy continua a borbottare per tutto il tempo in cui si trova in bagno, ha lasciato a Misty l’incarico di far accomodare gli ospiti mentre lei si cambia.
Ha tolto il pigiamo con gli orsetti, nascondendolo nella cesta della biancheria sporca dove ormai non può fare più nessun male, sostituendolo con un paio di jeans e una maglietta rossa a mezze maniche. Ha provato a spazzolare i sottili capelli biondi, ma dopo tanta fatica e nessun risultato, ha preferito legarli in uno chignon alto, si è lavata i denti- non che si aspetti qualcosa, ma non si sa mai- e dopo un tocco di mascara è pronta ad affrontare Niall.
Quando esce dal bagno si accorge che tutti si sono riuniti in salone, dallo stereo proviene una canzone dei The Wanted che andava di moda l’estate scorsa e le luci sono soffuse.
«Ecco la padrona di casa!- l’abbraccia Misty, come se non si fossero viste meno di due minuti fa- conosci tutti vero?»
Wendy si guarda in giro e vede Niall intento a bere una birra e parlare con Liam, il suo migliore amico non che fidanzato di Misty, mentre sul divano ci sono Nikki e Gia che parlano e sorseggiano dei cocktail dai colori sgargianti.
«Certo»
«Senti perché non vai a parlare con Niall?» le sussurra Misty nell’orecchio, non che il ragazzo corra il rischio di poterla sentire considerando che si trova dall’altra parte della stanza.
«Si dai adesso vado, insomma non può andare peggio dell’ultima volta, giusto?» chiede titubante.
L’ultima volta che Wendy aveva provato a parlare con il ragazzo era, di fatti, andata parecchio male. Lui aveva appena finito gli allenamenti di calcio e lei si stava avvicinando per complimentarsi per il “dribbling” (parola suggeritagli da Nikki, perché lei, di calcio, non ci capisce niente) che aveva fatto a Liam, quando una pallonata l’aveva raggiunta in pieno viso e il colpo era stato talmente forte da spingere la testa indietro, contro il palo della porta. Il tutto si era risolto con un bernoccolo in testa qualche risatina da parte dei testimoni, probabilmente anche da Niall.
 
«Ciao Niall- esordisce la ragazza- è bello vederti!»
«Wendy, tutto bene?» la saluta, il ragazzo mentre Liam raggiunge la sua ragazza sul divano, passandole il braccio intorno alle spalle e lasciandole una bacio sulla guancia.
«Si tutto bene, sai i miei genitori sono partiti quindi ho deciso di dare una festa» afferma sorridente cercando di fare una buona impressione.
Certo, guardandosi attorno si accorge che il termine festa non è molto appropriato, sono quattro gatti riuniti in una stanza di tre metri per due, che bevono birra calda e ascoltano musica che andava di moda secoli fa. Ma Niall è lì, quindi va tutto bene.
«Ah si? Dove sono andati?»
Menti Wendy, menti! Non nominare la parola alieni” la sua mente lavora freneticamente alla ricerca di una scusa decente e:
«Sono andati a… una convention, sui gabinetti»
Niall la guarda lievemente confuso, ma fortunatamente interviene Misty a salvarla:
«Andiamo tutti a sederci che Gia vuole proporci qualcosa da fare- per poi aggiungere a bassa voce- davvero Wendy? Una convention sui gabinetti è stata la bugia migliore che ti è venuta in mente? Non potevi dire che erano andati da parenti?»
«Sono andata in panico!» si giustifica la ragazza sconsolata e con le spalle basse raggiunge il gruppo sul divano.
 
La proposta di Gia si scopre essere una seduta spiritica. La ragazza, capelli neri e piercing praticamente ovunque, è sempre stata attratta dai demoni e fantasmi, quindi nessuno si stupisce del suo suggerimento. Di solito nessuno le dà corda, ma quella sera, complici le numerose birre che hanno bevuto, tutti si ritrovano ad annuire.
«Bene ragazzi, è molto semplice- spiega la ragazza, emozionata perché finalmente è riuscita a convincerli- dobbiamo prenderci per mano e non dovete mai, mai, mai rompere il cerchio, altrimenti l’anima invocata rimarrà per sempre in questa casa, capito?»
Tutti annuiscono.
«Aspetta quindi noi ci teniamo per mano, tu dici la formula magica e poi cosa? Aspettiamo che lo spirito risponda?» domanda Liam, provocando una risatina in Misty.
«Sì, è così che funziona e ti conviene prenderla seriamente se non vuoi essere perseguitato a vita da un Gheburim» risponde Gia stizzita.
«Un Ghebu-cosa?» questa volta è Niall a parlare, ma la ragazza si limita a scuotere la testa, come se avesse perso ogni speranza.
«Allora iniziamo?» domanda Nikki, con la sua voce delicata e Wendy la guarda stupita, perché Nikki è molto timida e non parla quasi mai quando sono in gruppo.
Gia prende un bel respiro e inizia a recitare la formula magica:
«Spiriti e fantasmi dell’oltretomba,
con il vostro potere la casa si inonda,
spiriti e fantasmi, più forti di re
 che il vostro potere giunga fino a me!»
 
Proprio in quel momento un tuono squarcia il silenzio della casa e subito dopo una fitta pioggia s’abbatte su tutta la città.
«Oddio!» squittisce Misty spaventata, ma viene subito rassicurata da Liam.
Wendy cerca gli occhi di Niall, ma vede che sono fissi su punto di fianco a lei, o più precisamente, una persona, cioè Nikki. La ragazza è veramente pallida, e adesso che Wendy ci fa caso, le sue mani stanno tramando come il resto del corpo.
«Ehi Nikki tranquilla, è stata solo una coincidenza» la rassicura Wendy, dandole una leggera spallata. Userebbe volentieri le mani, magari per accarezzarle la schiena e tranquillizzarla, ma in quel momento non può rompere il cerchio.
Gia sembra l’unica persona contenta della situazione e subito domanda:
«Spirito, ci sei?» con tono solenne.
Dopo qualche secondo, un altro lampo squarcia il cielo, illuminando il salone.
«Oddio- esclama Gia al settimo cielo- ce l’abbiamo fatta, c’è uno spirito!»
Liam tranquillizza Misty carezzandole il dorso della mano con il pollice, mentre Wendy fa del suo meglio per rassicurare Nikki che, povera, sembra in procinto di svenire da un momento all’altro.
«Forse dovremmo lasciar perdere» prova a suggerire Niall, chiaramente preoccupato per Nikki.
«Neanche per sogno!- è la risposta stizzita di Gia- andremo avanti fino alla fine.»
«Spirito, sei morto da poco?» il tono della ragazza è sempre più grave e lugubre. Per qualche secondo nella casa regna il più assoluto silenzio, l’unico rumore percepibile è quello della pioggia che, incessante, s’infrange su vetri e muri. Tutti sembrano rilasciare un sospiro di sollievo e  Wendy può sentire la stretta di Nikki farsi un po’ più sicura, quando un potente e fragoroso tuono si abbatte in prossimità della casa e nello stesso momento la porta di casa si apre rivelando due figure incappucciate.
«Aaaah!» è l’urlo acuto di Misty, che veloce si alza nascondendosi dietro a Liam.
Nikki è cerea e osserva la scena a bocca aperta, mentre Wendy inizia a d urlare:
«Oddio! Chi siete? Perché siete qui?» Chi sono quelle persone, assassini? No Wendy è troppo giovane per morire, tutti loro sono troppo giovani per morire. La ragazza sa che la cosa più logica da fare sarebbe scappare, ma in quel momento la paura la sta inchiodando al suolo e l’unica cosa che può fare è urlare. Niall si è alzato e si sta avvicinando alle figure, pronto a fare solo il cielo sa cosa (picchiarle? Cacciarle? Invitarle educatamente a lasciare la casa?) quando la luce si accende e:
«Wendy ma che hai combinato? Perché stai urlando?» domanda la voce sorpresa del signor Fisher.
«Papà? Papà!» il tono da confuso passa a sollevato non appena la ragazza si accorge che le due figure incappucciate non sono degli spietati assassini, ma solo i suoi genitori.
 
 
 
 
«Tesoro mi dispiace se ti abbiamo spaventato, credevamo avessi letto i messaggi che ti abbiamo mandato» si scusa per la milionesima volta la signora Fisher con la figlia e Wendy sorride, mentre si maledice nuovamente per non controllare mai il cellulare.
Tutti i suoi amici hanno lasciato la casa subito dopo l’arrivo dei genitori, uno dopo l’altro sono usciti dalla porta salutandola con un fiacco “Ci vediamo a scuola”e l’aria ancora sconvolta.
Quella sera la leggendaria sfiga di Wendy aveva colpito ancora, trasformando una tranquilla serata fra amici, in un’esperienza lievemente scioccante.
La ragazza sta raccogliendo i bicchieri seminati per la casa quando, con la coda dell’occhio, nota una figura alle sue spalle e inizialmente pensa si tratti solo di un’ombra, ma dopo la quinta volta che la vede, si gira.
Davanti a lei c’è un ragazzo, indossa un cappello di lana, ma ciuffi castani escono dai lati, la maglietta  a maniche corte lascia scoperti i tatuaggi sulle braccia, e i jeans sono arrotolati fino alla caviglia.
«E tu chi diamine sei?» urla fissando i suoi occhi azzurri.
«Come? Tu riesci a vedermi?» domanda in risposta, sembrando sinceramente stupito dal fatto che la bionda lo abbia visto.
«Fai un po’ te, sei nel salone di casa mia, anche volendo, non potrei non vederti» e una vocina nella testa di Wendy le suggerisce di chiamare i suoi genitori, insomma questo ragazzo è un perfetto sconosciuto, ma per qualche motivo la bionda la ignora, continuando a parlare.
«Si, cioè no. Insomma io sono un fantasma le persone non mi vedono di solito» dice come se fosse una cosa normale, come se avesse appena detto di essere mancino o di avere tre fratelli.
Magari sono state le due birre che ha bevuto, o forse il fatto che la seduta spiritica e le storie di Gia su fantasmi e spiriti l’hanno suggestionata parecchio, o forse è solo perché lei è Wendy Fisher, fatto sta che la ragazza si alza e con passo spedito corre incontro al ragazzo tatuato.
La separano pochi passi, solo uno, un altro ancora e:
«Ahia!» urla la ragazza sbattendo la testa contro quella del ragazzo.
«Ma sei pazza?» è l’urlo che riceve in risposta dall’intruso, che nel frattempo si sta sfregando con le mani la testa dolorante.
«Lo sapevo! Tu non sei un fantasma- sbraita la ragazza in risposta- mamma! Papà!»
«Questo è il tuo metodo per scoprire se uno è un fantasma? Tirando testate?»
«No!- risponde indignata e nel frattempo si alza alla ricerca dei suoi genitori- ma se tu fossi un fantasma io sarei riuscita a passarti attraverso» È logico. Scontato quasi.
«Mamma c’è un ragazzo in casa! Papà!» continua ad urlare Wendy, mentre cerca di scappare dallo sconosciuto. Ora è al piano superiore, ma dei suoi nessuna traccia.
«Tesoro che succede? Siamo in cucina!» risponde il padre.
«Papà corri! C’è un ragazzo in casa!» esclama prima di dirigersi verso le scale, ma non fa in tempo a scendere il primo scalino che appoggia il piede sullo skateboard di Matty (o forse è di Phil, li confonde sempre).All’improvviso sente il pavimento sparirgli da sotto i piedi, un urlo lascia la sua bocca e l’ultima cosa che vede sono due occhi azzurri, azzurrissimi che la osservano, un po’ divertiti.
Poi, il buio.

 
 
 
 
 
Hey ho.
Eccomi qui pronta ad intasare il fandom con un’altra storia, una long.
Io non dovrei cimentarmi in queste imprese, perché sono scostante e la maggior parte delle volte lascio le cose a metà, ma questa storia mi frulla in testa da tanto, tanto tempo e sono piuttosto determinata a concluderla. Wendy è la protagonista e come vedete già nel primo capitolo è una ragazza decisamente insolita, ma la sua personalità uscirà meglio nei prossimi capitoli. Ha una cotta assurda per Niall, la sfiga la perseguita e i suoi genitori hanni una passione davvero particolare. Questa ragazza sarà davvero sopra alle righe, quindi non stupitevi per i suoi comportamenti.
Per ora molte cose sono confuse, ma non preoccupatevi che andando avanti si capirà tutto.
Chi credete che sia il ragazzo dagli occhi azzurri e i tatutaggi sulle braccia?
Cosa ne pensate del primo capitolo? Spero non sia troppo confuso e vi sia piaciuto!
Sarei felicissima di sentire i vostri pareri su questa storia, a presto A.
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