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Autore: sweetnoir    04/12/2004    0 recensioni
Muoio anche io, anche la mia anima, pezzetto per pezzetto, si disfa in tantissime piccole lacrime traslucide.
Amare, come fiele sulle labbra.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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    E anche oggi…come già tante altre volte prima di questa, eccomi ad esplodere come un vulcano di sofferenza e di delusione. Irruente ed indomabile, la rabbia cieca dell’impotenza sopraffa quella mia fievole ma costante forza d’autocontrollo che vacilla pericolosamente quasi come sul ciglio di un baratro senza luce e senza fine. Mi cullo nella speranza di star facendo un brutto incubo, eppure, nemmeno questa mia fervida fantasia riesce ad illudermi con una dolce menzogna.

    Come tante altre volte prima di questa sono seduta sulla sponda del letto.

Il trucco presente, ma leggero, cola in rivoli neri e rosa mescolandosi con l’acqua salata delle lacrime che segnano, rigano le guance e le graffiano come crudele filo spinato.

    E giù, più a fondo, al centro del petto, il cuore sembra essersi ingolfato in un ritmo indolente ed arrancante, al pari di un motore rimasto senza benzina, stanco di pompare la vita in un corpo che pare morire di giorno in giorno sempre di più. Muoio anche io, anche la mia anima, pezzetto per pezzetto, si disfa in tantissime piccole lacrime traslucide.

Amare, come fiele sulle labbra.

    Come tante altre volte prima di questa, la bocca rimane serrata, chiusa in un mutismo tacitiano che non lascia sfuggire neppure un singolo lamento. Tuttavia, se non fosse per il mio carattere poco incline, credo che urlerei fino a perdere per sempre la voce…griderei al mondo cos’è soffrire, strillerei con tutte le mie forze cos’è la delusione…e il tormento…e l’angoscia…e la voglia di vedere qualcuno che al momento sembra quasi non esistere.

    Vorrei, in effetti, ritrovare quella parlantina eloquente che mi faceva disquisire con tutti su tutto…che mi lasciava libera come una farfalla di toccare appena i sentimenti, giusto quel poco che dava modo di possederli in superficie senza addentrarsi nelle sfumature sempre più scure di quelle emozioni terribili e piattamente frenetiche, tendenti ad un’infinitesimale fosca tintura che non permette alle intelligenze più sofisticamente raziocinanti di intenderli fino all’intimo più avvallato.

Come tante altre volte prima di questa, sono sola su quel letto.

    Non c’è nessuno che asciughi via quelle perle patite o che deterga il volto dai mille ruscelli colorati con lo spasimo del pianto. Non ci sono quelle catene amate a cingermi in un abbraccio rassicurante…non c’è nessun respiro caldo a sussurrarmi tenere frasi vicino all’orecchio.

    C’è solo il silenzio…che con il suo tacere mi fa solo sentire peggio. Acutizza le fitte dell’anima che si rivolta nel corpo, divenuto squallida, fatua, invalicabile prigione.

    Schiava della realtà effimera e malvagia dell’effettività umana, l’anima si estingue come fiamma tremante di candela. Una sottilissima brezza, bisbigliando…soffri? perché?...domanda per quale ragione sono ridotta così… Soffia leggera, però con insistenza, facendo rabbrividire la pelle sotto ai vestiti scuri che mi fasciano il corpo sconsolato. Serro gli occhi, strizzandoli forte fino a far male, confidando che quando verranno riaperti, una nuova situazione possa mostrarsi loro diversa.

    Dentro di me risuonano quelle domande a cui non sono capace di donare degna risposta. Inclino la testa verso il basso sconfitta. Come tante altre volte prima di questa, la tristezza ha avuto la meglio su di me. Adesso che perdo tutto, mi viene quasi voglia di piangere.

 

  
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