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Autore: Kyle9800    23/02/2014    0 recensioni
L'universo, creato dall'Artefice, è guidato dai potenti Ophanim, particolari Dei dagli incredibili poteri.
La Terra che conosciamo non esiste più, calpestata dalla guerra tra bene e male.
Hope, un giovane ragazzo, ha 3 anni per mettere fine al conflitto.
Dalla sua parte ha il grande potere dell'armonia e la compagnia dei tanti personaggi che incontrerà nella sua avventura. Immergetevi nell'immenso universo del Cosmos e dell'Oblio.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per anni si è combattuta e si combatte ancora la terribile guerra. Il Divino Alexander, comandante supremo e guida della possente armata Seleniana, il quale gestisce il corpo sociale del Cosmos; il Rinnegato Gerun, Divino occultatore della realtà. Per 447 anni la battaglia tra le due grandi fazioni calpesta il mondo umano, la Terra, i quali abitanti sono stati trasferiti nei Giardini Cristallini degli Ophanim, gli immortali guardiani figli di Alexander. Una profezia giunse al popolo nel 2993, la quale proveniva dai cieli più remoti, scritta per mano dell'Arteficie, creatore di tutti i mondi. Tale profezia racconta di un giovane ragazzo, nato nella città capitale del Cosmos, capace di terminare ogni guerra, grazie all'originale potere dell'armonia. Secondo la stessa profezia, la guerra dovrà terminare entro le idi di Maggio del 3001. Sono 17 anni ormai che non vengono combattute battaglie dirette tra gli eserciti, ma si sa' per certo che la voce della profezia è giunta persino al mondo Occulto, e che il nemico Gerun sta preparando l'antico esercito per la battaglia finale. In questi 17 anni è nato e cresciuto Hope, figlio dell'Ophanim Seraph e dell'umano Caius.

2998, Cosmos (città).

Nei sobborghi cittadini della città, Hope, nobile figlio della regina degli Ophanim, è alla ricerca di un bazar o quant'altro in cui trovare gli armamenti a lui proibiti dalla madre. Il diciassettenne ragazzo ama la caccia alle taglie, la quale gli è proibita, in quanto non è considerata una giusta attività per un nobile del Cosmos in tempi di guerra. Durante la ricerca si imbatte in una particolare struttura in legno, poco sicura e, forse, abbandonata. Si avvicina alla porta e nota che alla sua cima è appesa un'insegna runica, una strana lingua che veniva parlata millenni prima sulla Terra, quando ancora era abitabile. La maniglia è romboidale, stranamente calda, sembrerebbe in oro. Hope passa attraverso la porta, la quale scricchiola un poco. L'interno è completamente oscurato, ma per poco. Improvvisamente una luce si accende, lontano nella stanza, e tante altre, una dopo l'altra, illuminano l'intero locale. Si sente uno strano odore di incenso. Quel luogo è magico, appartenente a qualche altra epoca, o cosa simile. Il pavimento è in marmo, le uniche decorazioni sono dei lampadari di cristallo e delle colonne, anch'esse in marmo. Non si vede il fondo, è troppo lontano.
"Sei giunto."
Una voce penetrante attraversa la stanza intera. Sembrava provenire dalla fine del lungo corridoio. Hope, avendo sangue in parte Divino, ha delle particolari capacità, tra cui quella di usare alcuni incantesimi; in questo modo ha imparato a difendersi, e ad essere esageratamente sicuro di se. Decide di raggiungere la voce e si incammina, muto, verso quella che pareva la direzione giusta. Raggiunte le prime due colonne parallele, queste si accendono in cima di un etereo fuoco blu, di cui si parlava nelle leggende. Hope, un po' intimorito grida "Ehilà!?" senza ottenere nessuna risposta. Ma certamente è soddisfatto di ciò, una risposta prevedeva la presenza di qualcuno. Piano piano attraversa tutte le colonne, fino a raggiungere un pavimento circolare in cristallo. Attirato da questo, Hope ci passa sopra. Tutto inizia a muoversi, il pavimento era una piattaforma, la quale prese a salire verso una luce misteriosa e... Hope rimane stravolto dalla visione, il mondo esterno, proibito ai cittadini del Cosmos, davanti ai suoi occhi. Il mondo degli Ophanim era molto pericoloso, in passato, e parte delle bestie abitano ancora le terre selvagge, prive di insediamenti umani o Divini. Lì Hope vorrebbe andare, scovare le belve più feroci e diventare un grande cacciatore, ma il suo destino sarà ben diverso.
"Semi-Divino Hope, il tuo nome è segno di speranza per i mondi dell'intero universo."
L'ambiente cambia, una figura imponente si mostra al ragazzo. L'Artefice, l'universale Dio, dona la sua presenza ad Hope.
"Caro ragazzo, sei giunto nell'Atomos, la porta delle anime, tramite l'Ophanim Corolla, o meglio dire, la piattaforma di cristallo. La forma che ti è mostrata non mi appartiene realmente, questo è solo l'immagine che voi mi date."
"Mi avete portato qui, per quale motivo?" Hope è impaziente, lo è sempre stato, e non è minimamente turbato dalla presenza del suo grande Dio, abituato alle visione Divine quotidiane in casa sua.
"Devi pazientare, Hope. Abituati a dover aspettare per trovare risposte o per raggiungere un obbiettivo, questo è sempre stato un tuo difetto". 
L'Artefice conosce bene Hope, ha seguito la sua crescita fino a questo giorno.
"Ti parlo della profezia."
La profezia. Hope non ci aveva pensato prima, forse... Lui é...
"Esatto. Vedo che conosci bene il tuo destino, Hope. In questo breve periodo di Silenzio tra le battaglie, ti faccio dono del più grande potere che un mortale possa possedere, ma attento, dovrai imparare ad usarlo."
La gigante figura tende la mano al ragazzo, ma, immediatamente, tutto trema. Si forma uno squarcio spazio-temporale. L'Artefice è colpito da una figura nascosta, la quale svanisce un istante dopo. Il grande Dio, seguendo le parole della profezia, rispedisce il ragazzo nel suo Mondo e, inspiegabilmente, raggiunge uno stato di coma profondo, mentre il suo corpo lentamente si trasforma in un grande cristallo. Hope tenta di raggiungere il Dio, ma la Corolla lo porta via nelle terre selvagge, e lì lo abbandona.
Al suo risveglio, Hope si trova di fianco ad un fiume, in compagnia di una donna, la quale indossa un lungo abito da sposa bianco. Tutto è più naturale lì, persino l'aria è più pulita, non contaminata dalla industrie e i macchinari di città, per quanto questi siano avanzati e puliti. 
"Ti sei svegliato, vedo." La ragazza parla con una voce amichevole e giovane. Si volta verso il ragazzo. Il suo viso è chiaro, limpido, molto grazioso, i capelli lunghi e chiari. Hope è confuso, non sa cosa rispondere, non aveva mai visto quella ragazza prima, non ha idea di cosa stia facendo sola nel mondo esterno. 
"Ti stanno cercando in città! Tua madre, la regina, ha mosso l'intero corpo di guardia del Cosmos per trovarti. Se resterai qui, gli altri Ophanim ti troveranno." 
Meglio che mi trovino! Pensa Hope ma... "Qual'è il problema? E tu, qual'è il tuo nome?"
"Mi chiamano Corolla, sono un'Ophanim Eterea, diretta serva dell'Artefice, o di quello che Lui fu. Sono parte dell'armonia, il tuo grande dono. Puoi chiamarmi pure Cetra, il mio nome umano."
"Qual'è il tuo compito come armonia?" Chiede Hope.
"Io sono parte della Triade della Concordia, noi insieme siamo i grandi Ophanim Eterei. Uno di noi è il grande capo Alexander, l'altro... Non ricordo il nome! Vive sulla Terra, mi pare."
"Quindi questo significa che hai un potere enorme? Cioè, che io ho un potere enorme?"
"Non esattamente. Ricordi le ultime parole di Papà? *Ma attento, devi imparare ad usarlo*. Tu hai in mano un grande potere, che non si completa solo con la Triade. Laggiù, dietro quel cespuglio, potrai trovare un grosso libro pieno di magia." 
Hope si dirige nella direzione che indica il dito della ragazza, raggiungendo il cespuglio. Rovistando in mezzo, trova un grande manuale e un diamante nero.
"Oh, ecco! L'hai trovato. Su veloce, torna qui." 
Hope la raggiunge.
"Davvero l'Artefice era tuo padre? E poi, ora che fine ha fatto?"
"L'Artefice è padre di tutti gli Ophanim Eterei e dei Grigi. Quelli come me, e Alexander, hanno creato la Terra ed il Cosmos. I Grigi, come Gerun, hanno creato l'Oblio; Gerun, però, è nato dal terzo Ophanim Etereo, quello terrestre. Ora l'Artefice riposa, come le antiche leggende raccontano. Diventando un cristallo rimarrà eterno."
"Ma... L'ombra che è comparsa nell'Atomos, chi era?"
"Credo fosse Anima, la Divinità contrapposta all'Artefice. Erano anni che non si faceva vivo. Ha sempre abitato nell'Atomos, ma solo una volta prima di questa si è posto contro di noi.
Deve aver tentato di ottenere l'armonia al posto tuo."
Hope non conosceva tutti questi Dei o esseri. A scuola aveva studiato solo l'essenziale per comprendere le funzioni del Cosmos; neanche la madre, l'Ophanim più importante del suo mondo, gliene aveva mai parlato. Si sente quasi tradito, solo... Ma potente più che mai.

"Senti, Cetra, quando si inizia l'addestramento?"

  
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